Carizzime ragazze! ^^
...T.T scusate per il ritardo.. ho avuto un problemino di ispirazione XD Ma è tornata, e quindi sono tornata pure a scrivere come una non normale e ho finito il capitolo ù.ù XD
Non so cosa posso aver combinato. Bah.. xD Spero non vi deluda.
Grazie per le vostre bellissime parole :)
Ora vi lascio al capitolo...un bacione!
Capitolo 21. The same mistake again
- «Allora,
che ci guardiamo?» domandai, frugando nello scatolone delle video-
cassette di
Bella, senza sapere nemmeno da che parte iniziare.
- La
giornata, nonostante la comparsa del cane, era andata piuttosto bene.
Anzi,
benissimo. Stare con Martha e Bella era un sogno in cui non avrei mai
sperato.
Era mille volte meglio di come mi sarei immaginato essere padre, e in
particolare essere genitore con Bella. Un miracolo: questo era quella
bambina.
- Che in
quel momento, stravolta dalla giornata intensa, si era addormentata.
Erano la
bellezza delle undici di sera, e lei aveva retto fino a qualche minuto
fa con
testardaggine, ereditata sicuramente da Bella, che, quando
voleva, era irremovibile. Erano servite coccole a valanghe
(che non mi era per niente spiaciuto divulgare) e una canzone
canticchiata
sottovoce, per farle chiudere gli occhi. Bells mi aveva detto che
quando
cantava una delle nostre canzoni, Martha non ci metteva molto a
sprofondare in
un sonno beato.
- «Boh.
Qualche idea?» rispose lei, raggiungendomi sul tappeto e incrociando le
gambe.
Assunse un’aria pensierosa, mentre si sporgeva per sbirciare i primi
titoli.
- «Qualcosa
di divertente o strappalacrime?Horror?» domandai.
- Bella
fece un’adorabile smorfia. «Niente horror, poi muoio di paura! E
nemmeno film
da depressi..ne ho visti fin troppi, negli ultimi mesi!» bofonchiò,
assumendo
un leggero color pomodoro sulle guance. «Quindi, direi sicuramente un
film
divertente!» decretò, facendomi ridacchiare senza entusiasmo. Stavo
ancora
pensando a tutti i film tristi che si era sorbita, probabilmente con il
gelato
a spalate; era tipico di lei buttarsi ancora più giù, quando soffriva.
Mi si
strinse il cuore al pensiero. Quanto male c’eravamo fatti?
- Optammo
per un film comico che nessuno dei due si ricordava, e ci spalmammo sul
divano
di fronte alla tv, mentre quello partiva. Non ero molto felice che
Bella se ne
stesse così distante da me, incollata al bracciolo del divano, pronta
alla
fuga. Perciò, mentre la storia ingranava, cercai di avvicinarla a me,
finchè quasi
non la obbligai ad accoccolarsi al mio petto. All’inizio era piuttosto
rigida,
ma quando cominciai a carezzarle i capelli, finalmente si rilassò.
- Forse era
controproducente, dato che con quella vicinanza avrebbe potuto sentire
il ritmo
accelerato del mio cuore, ma non me ne curai. Avrei dato tutto, per
stringerla
a me in ogni momento. E avrei fatto l’impossibile per cancellare i miei
errori,
farmi perdonare e poterla baciare liberamente.
- Peccato
che avessi incasinato tutto, mettendomi con Emma. Se all’inizio pensavo
fosse
un rapporto perfetto, il nostro, man mano che il tempo passava mi
rendevo conto
che non potevamo definirci nemmeno una vera coppia. Emma non sapeva
nulla di
me, della mia vita, del mio passato né delle mie passioni. Anzi, quelle
mi erano
state private, perché lei era contraria a quello che io amavo fare. Ma
non
potevo lamentarmi, perché proprio io non le avevo detto nulla, come lei
non
aveva chiesto. Non c’era dialogo, non c’era un legame solido. La
presentavo
come mia ragazza, ma ultimamente ogni sua parola mi faceva venire la
voglia di
darle una botta in testa e spegnerla, perché non ne potevo più. Ogni
mio
movimento era un suo urlo isterico, e non mi riferivo solo ai momenti
pre-cena
con le sue adorabili ziette.
- Non
potevo dire di non averle voluto bene, però mi stavo ricredendo sulla
sua
persona. Non era la stessa ragazza che avevo conosciuto sulla spiaggia.
O
forse, non ero io quello che mi ostinavo di figurare davanti a Emma,
ero
cambiato. Non mi potevo raccontare balle.
- La nostra
storia, in questo momento, era in stasi. Lei, con il suo amico
d’infanzia, era
un’altra persona. Ma stavano così bene insieme, quei due, che gli avrei
augurato tutta la felicità del mondo e figli maschi, se solo lui non
fosse
stato fidanzato con la mia Sweetie. Che poi, Jacob non meritava nemmeno
di
respirare la stessa aria di Bella, per come si stava comportando con
lei. Come
poteva definirsi “il suo ragazzo”, se al posto di proteggerla, era il
primo a
denigrarla?
- Speravo
davvero che Bella capisse che era meglio lasciarlo perdere, uno così. E
speravo
anche che non tentasse di trovarsi nessun altro, perché, come mi ero
stupidamente lasciato scappare, io la sentivo ancora mia. Perché
Bella…era nata
per esserlo, come io ero nato per appartenerle e per amarla e
proteggerla.
Avrei fatto di tutto, per adempiere i miei doveri; se non potevo amarla
alla
luce del sole, perché stava con altri, l’avrei fatto intensamente e in
silenzio, e proteggerla se non come ragazzo, almeno amico.
Non c’era nulla di male.
- Verso metà
del film, mi accorsi che si era profondamente addormentata, e rimasi
per non so
quanto tempo ad osservarla indisturbato.
- Era così
facile, per lei, farsi amare. Era bastato davvero poco, per ricordarmi
come
fosse meraviglioso stare con lei, e ancor meno ad accendermi il cuore
ad ogni
suo sorriso. Le avevo detto che saremmo stati amici..ma francamente,
non sapevo
quanto avrei resistito, prima di amarla di nuovo e follemente. Era
passato
tanto tempo, ma quei sentimenti si stavano risvegliando, ed erano
sempre meno
intorpiditi. Tra l’altro, Bella era una continua scoperta. Era
cambiata, era
più donna, all’apparenza grande e matura..ma sapevo che era ancora
terribilmente fragile e bisognosa di protezione. E, purtroppo o per
fortuna,
era una tentazione sublime, che scatenava in me desideri e pensieri ben
poco
casti e puri, e sicuramente non ammissibili da parte di un fantomatico
amico.
- Ero
consapevole che sarei riuscito ad innamorarmi tranquillamente, senza
sforzo
alcuno, anche della nuova Bella, quella madre e indipendente.
- Intanto,
i titoli di coda scorrevano sullo schermo, ed io potevo dire di non
aver capito
una mazza del film che in teoria dovevamo seguire.
- «Mmm..Che
ore sono?» bofonchiò Bella, stringendosi a me teneramente.
- L’orologio
digitale del video registratore segnava la bellezza delle dodici e
quarantacinque, e Bella cercò di mettersi seduta, dalla posizione
sdraiata in
cui era.
- «E’ora
di andare a dormire»
annunciai,sorreggendola mentre ci alzavamo. Lei annuì assente, finchè
non si
aprì in un sorriso appena accennato. «Bello il film.» commentò.
- Ridacchiai.
«Scommetto che hai capito tutto della trama.»
- Bella
annuì, ora più convinta, mentre, senza alcuna remora, le cingevo le
spalle. «Sì,
certo. Era molto divertente!»
- Assunsi
un’aria spavalda. «Sì, talmente divertente da farti addormentare!» la
pungolai,
divertito, mentre lei faceva una faccetta indignata.
- «Spaccone
di uno..» borbottò, per poi sorridermi dolcemente. «Andiamo a letto?»
- Ricambiai
il gesto, trascinandola con me fino in camera sua.
- Bella
quella sera sembrava ancor più affascinante del solito, senza un motivo
ben
preciso. Brillava di una luce tutta sua, e..e non riuscivo più a
levarle gli
occhi di dosso.
- Se non
fosse andata in bagno per cambiarsi, avrei continuato ad osservarla per
tutto
il tempo.
- Scuotendo
la testa, con un incancellabile sorriso sul viso, mi spogliai e
m’infilai sotto
le coperte. Sarebbe stato bellissimo, magnifico,
se avessi potuto fare sempre così senza problemi, abbracciare Bella
quando
volevo e dormire sempre allacciati come la sera prima.
- Bella
rientrò nella stanza qualche minuto dopo, nel suo pigiama verde
pistacchio, con
un sorriso che avrebbe potuto rischiarare la notte. Picchiettai il
materasso,
per poi spalancare le braccia: era un chiaro invito ad accoccolarsi a
me.
- Bella mi
raggiunse immediatamente, senza farselo ripetere due volte, e appoggiò
il capo
sul mio petto con quella naturalezza che aveva quando stavamo insieme.
- Però poi
si irrigidì; lo stesso motivo che mi faceva essere assolutamente
euforico
rendeva lei irrequieta.
- La sentii
sospirare, e si scostò da me, lasciandomi con un vuoto all’altezza del
cuore.
- Era
incredibile come la sua presenza riempisse quel posto: Bella era il
pezzo
mancante del puzzle della mia vita..il tassello che già aveva reso
tutto
perfetto, e che per un lasso di tempo avevo perso. Ora che il pezzetto
mancante
l’avevo ritrovato, ora che era così vicino, volevo davvero perderlo di
nuovo?
Volevo lasciar andare via Bella? No, ecco la risposta.
- Volevo
lottare per quell’amore che non se n’era mai andato, volevo essere con
lei ogni
istante della mia vita, con lei e con nostra figlia. Non volevo essere
solo il
suo migliore amico, non mi bastava, non se sapevo che non le ero
indifferente.
- «Bells..»
la chiamai, cauto. La sentii sussultare, evidentemente era persa nei
suoi
pensieri quanto me.
- Non
aspettò che aggiungessi altro; «E’ che..mi sembra tutto così giusto..ma so che non lo è..io..» Senza
che potessi oppormi si mise seduta, e rannicchiò le ginocchia al petto.
- Era mai
possibile che ogni sera, quel letto scatenasse delle confessioni? La
imitai,
tirandomi su.
- Vederla
così fragile mi faceva stringere il cuore: avrei tanto voluto
abbracciarla,
rassicurarla e rassicurare me stesso a mia volta.
- Ma Bella
aveva terribilmente ragione, purtroppo. La capivo, sapevo quello che
intendeva.
- Era così
facile fingere che non ci fossero problemi, che non fossimo impegnati
entrambi
in altre storie. Per quanto io sentissi mia
Bella, non lo era. E la cosa mi uccideva.
- «Il fatto
è che..è come se fossimo tornati indietro nel tempo, per me, Edward.
Questa
vicinanza mi fa male, sto giocando col fuoco..ho imparato a mie spese
cosa
significa illudersi, sperare, e poi
ricadere in basso: bruciarsi, a furia di insistere. Stavolta non ce la
farei,
Edward..non di nuovo. Sarebbe
troppo.»
- Continuava
a fissarsi le ginocchia, non osava alzare lo sguardo.
- «Credi
che per me sia facile, Bella?» la incalzai, serio. Non riuscì a non
guardarmi,
finalmente. Piantò i suoi occhi cioccolato nei miei, e per una frazione
di
secondo dimenticai ciò che volevo dirle, desiderando solo poterla
baciare.
Sospirai, e ripresi, con un po’ più di contegno.
- «Averti
qui..accanto a me, abbracciarti, parlarti..come se non fosse successo
niente,
come se stessimo ancora insieme..e sapere che non sei mia.
Per quanto io mi possa illudere, stai con un altro..ed io, io
non posso fare niente. Ho le mani legate..» deglutii, «Non sai quanto
vorrei
stringerti, forte, tanto da sentire contro il mio petto il battito del
tuo
cuore..quanto vorrei baciarti fino a toglierti il fiato..non posso
esserti solo
amico.» per un momento, il suo respiro si bloccò, mentre i suoi occhi
si
spalancavano, sconcertati. Le rivolsi un sorriso tirato; mi stavo
esponendo più
di quanto avrei dovuto. Dopo il primo momento di stupore, mi ritrovai
lei sul
mio petto, quasi tremante. La strinsi, per consolarla.
- Ero un
pezzo di merda, lo sapevo. Stavo facendo lo stesso errore, di nuovo.
- Stavo
tradendo Emma, ma, a differenza della volta con quella ragazza della
quale non
ricordavo nemmeno il viso, non era per ripicca. La stavo tradendo pur
non
avendo mai toccato Bella, se non come un semplice amico: la tradivo col
pensiero, con i sentimenti. Perché amavo Bella, con tutto me stesso. E
sì, ero
un vero fottutissimo coglione.
- «Edward,
ti prego..» implorò lei, con gli occhi talmente liquidi da credere che
avrebbe
pianto di lì a poco. «Non puoi dirmi questo..»
- Involontariamente,
per guardarla negli occhi, avevo scostato la testa dai suoi capelli,
ritrovandomi troppo vicino al suo viso, alle sue labbra. Mentre i
nostri
sguardi si fondevano, mentre io mi perdevo nelle sue iridi calde, quasi
non
feci caso che ci fossimo avvicinati ulteriormente.
- Sentivo
il suo respiro sulle labbra, era una tortura, dolce e dolorosa al
contempo.
- «Non possiamo..»
alitò, piano. Chiusi gli occhi, posando la mia fronte sulla sua; dovevo
riprendere contegno, anche se quella vicinanza non era molto salutare.
«Lo
so..» risposi, in un soffio.
- La sua
voce s’incrinò. «Non possiamo..stiamo facendo lo stesso errore che ci
ha
portati a lasciarci..»
- A quelle
parole, il mio cuore perse un battito. Ero uno stupido, stupido e
masochista.
- «Per
quello che vale..credo di star tradendo Emma dal giorno in cui ti ho
rivista..»
confessai, portando una mano alla sua nuca, facendola sprofondare tra i
suoi
capelli e sospirando.
- Anche
Bella si lasciò sfuggire uno sbuffo affranto, e quando aprii gli occhi
per
scrutarla, ritrovai subito i suoi, belli da mancare il fiato.
- «Per
quello che vale..» ripetè, la voce tremante, «Non penso di aver mai
provato
veramente amore per Jacob..»
- Oh, ma
come potevo non amarla? Come? Non avrei potuto vivere senza di lei.
- «Bella,
io ti..»
- «No.»
m’interruppe, posando repentinamente l’indice sulle mie labbra. I suoi
occhi
erano dolenti, le sue labbra tirate in una smorfia appena accennata.
«Non
facciamoci del male, ti prego..è già sufficientemente difficile, non
credi?»
incalzò, facendo scivolare la mano che mi tappava la bocca sulla
guancia. Mi
lasciò una carezza delicata, e accennò un sorriso triste.
- «Hai
ragione, scusa»
- Bella
accennò una risata secca e nervosa; «Non chiedere scusa, non c’è
motivo. Su,
ora è meglio dormire..»
- Le
sorrisi, e feci scivolare le mie labbra fino a lasciarle un bacio
all’angolo
della bocca. L’avevo lasciata basita, e trovai la sua espressione così
buffa
che scoppiai a ridere.
- Bella si
accigliò, severa. «Oh, Edward, sei impossibile..» si
allontanò e s’imboscò di nuovo sotto le
coperte, dandomi la schiena.
- «Eddai,
Sweetie.!» la ripresi, posando una mano sulla sua spalla. La sua, in
risposta,
scattò sulla mia per picchiarla.
- «Buonanotte.»
tagliò corto, secca. Alzai gli occhi al cielo, e gattonai sul materasso
fino al
suo corpo, allungandomi per vedere il suo viso.
- Teneva
gli occhi serrati, ed io ghignai: che buffa la mia Bella.
- «Non
sarai rimasta tramortita da un semplice bacio sulla guancia! Eppure mi
sembra
di aver combinato cose ben peggiori, nella nostra casetta al mare..»
feci,
lascivo. Le sue guance assunsero immediatamente un color rosso vivo, e
spalancò
gli occhi, trovandomi di nuovo molto vicino a lei. Forse troppo, per i
suoi
gusti.
- Ma non
per i miei, considerando che avrei voluto essere cento volte più vicino
di
così.
- «Ma ti
pare?» esclamò, rischiando di svegliare Martha, che, indisturbata,
sognava.
- «Attenta
o sveglierai la bambina!» la ripresi, sottovoce, con un sorrisetto
divertito.
- «Non è
colpa mia se suo padre è un vero maiale!» ribattè, acida.
- Stava
sulla difensiva; era un argomento tabù, in teoria. Eravamo alla stregua
dell’amicizia, con la targhetta “ex” stampata sulla fronte a caratteri
cubitali. Era una tortura.
- «Non mi
pare che ti dispiacesse, mentre la concepivamo, o sbaglio?» Bella a
quel punto
era paonazza, e non si trattenne dal darmi una botta alla testa,
facendomi solo
ridere.
- Però
l’avevo fatta di nuovo voltare, considerando che per beccarmi si era
dovuta
sollevare e girarsi.
- «Sei un
cretino, Edward!» sibilò, fintamente indignata: non riuscì comunque a
trattenere il sorriso divertito.
- «E’ per
questo che mi amavi.» avevo
volutamente usato un tempo verbale passato; mi aveva chiesto
indirettamente di
non parlare di sentimenti, per ora. E io avevo intenzione di rispettare
la sua
scelta, perché sapevo quanto le stesse a cuore non ricadere nell’errore
che
avevo fatto io. Dire che l’amavo, che ci
amavamo, sarebbe stato come tradire davvero, anche se non
carnalmente, ma
col cuore.
- Sì, Bella
aveva ragione: non potevamo ricaderci. Non potevo
ricaderci, non dopo quello che avevo combinato e che avevo rischiato di
perdere
definitivamente.
- L’espressione
di Bella si addolcì, e desiderai con tutto il mio cuore poterla almeno
baciare.
Però poi assunse un’aria furba. «Già..lo ammetto, ho dei gusti proprio
schifidi! Mi sono scelta l’unico uomo con le maniglie dell’amore.»
- Ma..?!
Okay, il mio orgoglio era ferito.
- «Mi
ritengo offeso.» feci, incrociando le braccia al petto, stizzito.
- Bella
rise, e mi si avvicinò pericolosamente, arrivando ad un centimetro dal
mio
viso, con uno sguardo malizioso. «Eddai, Ed..non ti sarai arrabbiato
davvero..?»
- Le feci
una linguaccia. «Sei dispettosa, Bella. E antipatica.»
- «E’ per questo,
che mi amavi, no?» sorrise,
strafottente, usando le mie parole. Quegli occhi, quelle labbra, quel
profumo..come poteva essere così stupenda? Era perfetta, perfetta per
me.
- «No.» la
redarguii, sciogliendo la strtta dal petto e avvicinandomi a lei con
uno
sguardo sicuramente famelico. Avrei fatto la figura del
maniaco…echissenefrega!
- Gli occhi
di Bella, da spavaldi e derisori, divvennero lucidi e sopresi. Mi
avvicinai
ancora, e lei di riflesso andò all’indietro, finchè non mi trovai su di
lei a
un millimetro dal suo viso. Bella evitava persino di respirare, gli
occhi
sbarrati e vogliosi al contempo.
- Scesi col
naso a respirare il suo collo, vicino all’orecchio, e Bella sospirò.
- «E-edward..ti
prego.» più che fermarmi, sembrava
volesse che continuassi.
- «Cosa
vuoi, Bella?» le chiesi, inspirando.
- «Io..voglio
che tu mi baci..» sussurrò, così piano che pensai di averlo solo
immaginato. Alzai
lo sguardo ai suoi occhi, e lì capii che l’aveva detto davvero. Era
seria,
tesa, quasi preoccupata.
- Scossi la
testa, lentamente. «Non posso, Bells. Non posso permettere che i sensi
di colpa
poi ti uccidano.» La conoscevo. Non potevo farle una cosa simile: già
solo
dormire abbracciati prima l’aveva irrigidita e innervosita perché
sentiva di
sbagliare. Un bacio l’avrebbe distrutta.
- Bella
sorrise, timidamente. «Scusami..»
- Ridacchiai,
«E di che? Non preoccuparti, hai solo dato voce a un mio pensiero
costante di
questi giorni.» confessai, cercando di usare un tono scherzoso per non
turbarla.
- Lessi la
sorpresa nel suo sguardo, ma non fece altro che addolcire il suo
sorriso,
rischiando di farmi morire di crepacuore.
- «Sei
incredibile.» sussurrò, accarezzandomi una guancia. «Non pensavo di
ricaderci
con tutte le scarpe, se ti avessi rivisto..credevo di sbraitarti
contro,
odiarti, picchiarti per quello che hai fatto..e invece vorrei solo
baciarti
fino allo sfinimento.»
- Scossi la
testa, «Bella, non giocare con il fuoco..ricorda che ho un limite ben
netto si
sopportazione, in questi casi..»
- Ridacchiò,
«Oh, lo so bene..» disse lasciva.
- «Okay,
ora basta!» mi avventai su di lei, per farle il solletico e scacciare
quell’insana voglia di baciarla.
- Prese
subito a ridere, cercando di trattenersi per non svegliare la bambina,
a dimenarsi
come un’anguilla, e la trovai bellissima. Assolutamente bellissima.
- «Ti..prego!»
questa volta, sicuramente era una preghiera perché mi fermassi.
- «Chiedi
scusa.»
- «Ma anche
no!» ribattè lei, con un ghigno, che poi sfociò in una risata quasi
isterica e
strozzata quando le mie mani tornarono a torturarle i fianchi morbidi.
«Hai
messo carne al fuoco..» commentai, tastandole poi la pancia con un
sorrisetto.
Non era proprio vero, però adoravo stuzzicarla.
- Lei
s’incupì. «Non rigirare il coltello nella piaga..non è colpa mia.»
- Sospirai.
«Non ti farò più mangiare cioccolato davanti alla tv senza di me che ti
faccio
bruciare calorie.» Il mio commento ebbe il potere, prima di lasciarla
di
stucco, e poi di farla ridere come una matta.
- «Non vedo
l’ora di cominciare a fare ginnastica..» rispose, con un sorrisetto,
scompigliandomi i capelli. Sbarrai gli occhi, incredulo: chi era
questa, e che
fine aveva fatto la mia pudica Isabella?
- Questa
ragazza era una continua scoperta, e di questo passo non avrei retto e
gli sarei
saltato addosso come il più infimo dei pervertiti.
- E al
diavolo il resto del mondo.
- «Direi di
non affrettare il passo» deglutii, «Stai delirando, sei proprio stanca
e devi
dormire.» decretai, sollevandomi e mettendomi nel mio lato di letto.
- Bella, mezza
divertita, sbuffò. «Ora hai intenzione di mettere un muro?»
- Mi
accigliai: «Di che parli?»
- «Be’, ti
stai allontanando. Ed io che pensavo di avere un nuovo peluche da
stringere al
posto di EJ..» Ridacchiai, e ridussi le distanze che avevo stupidamente
messo.
- «Ce l’hai
ancora?» le chiesi, curioso, mentre si accoccolava al mio petto. «Mi
sembra
ovvio..solo che l’ho lasciato a Forks..avrei rischiato di decapitarlo
in uno
scatto d’ira e poi me ne sarei amaramente pentita.» il suo tono era
divertito e
scherzoso, ma sotto sotto ero convinto che stesse dicendo la verità.
- Bella
sbadigliò, e sorrisi, intenerito. «Decisamente, è meglio dormire.»
- «Già..buonanotte,
Ed.»
- «Buonanotte
Sweetie..»
- *
- Quella
mattina, quando mi svegliai accanto a Bella, il suo viso rilassato e
sereno
poggiato sul mio petto, pensai che non ci fosse niente di più bello.
Doveva
essere una giornata fantastica, solo a vedere com’era cominciata.
- Le
scoccai un bacio sulla tempia, e lei mugugnò, distendendo le labbra in
un
sorriso. «Edward..»
- «’Giorno,
scricciolo..dormito bene?» domandai, in un sussurro; alzare la voce
avrebbe
rovinato quel sentore di pace e di tranquillità che aleggiava nella
stanza
appena illuminata da un raggio fievole di sole.
- «Mhh..non
sai quanto..Penso ti affitterò come pupazzo, sì.» decretò, sfiorando
con i
polpastrelli il mio petto. Sospirai, e presi ad accarezzarle i capelli.
- Ricadde
il silenzio, ed io mi persi a pensare. Quel giorno, per forze di cose,
mi sarei
dovuto assentare per andare a prendere qualche vestito a casa mia.
Speravo solo
di non incontrare Emma, non avevo né la forza né la voglia di spiegarle
che non
sarei più tornato lì. Non finchè Bella mi avrebbe voluto accanto a sé.
- «Penso
che oggi andrò a casa..» annunciai. Le carezze di Bella si bloccarono
di botto,
e alzò lo sguardo ai miei occhi. Sembrava afflitta.
- «Prenderò
qualche vestito, e poi tornerò da te e da Martha. Sempre che tu voglia»
precisai,
sperando di non aver detto qualche cazzata.
- Lei
annuì, quasi con foga. «Certo che voglio che torni! Però..prima o poi,
dovrai
parlare con Emma, e spiegarle la verità..»
- «No.» la
corressi, «Parleremo, insieme, sia a
Jacob che a Emma. Non ti lascerei mai sola ad affrontare quello
stronzo. Meglio
che ci sia anch’io..»
- Bella
sospirò. «Grazie..»
- Non
risposi, e mi limitai ad alzarmi e infilarmi i pantaloni. C’era un
caldo
accogliente, nell’appartamento di Bella, e stare a petto nudo non mi
faceva per
niente freddo.
- Bella mi
raggiunse in cucina, mentre io già armeggiavo ai fornelli per
prepararle il
cappuccino e pane, burro e marmellata.
- Si
accomodò al tavolo della cucina; scommettevo che mi stesse guardando.
Lo faceva
sempre anche quando stavamo insieme e tentavo di prepararle una
colazione
decente: ormai avevo imparato a riconoscere il suo sguardo sulla mia
pelle a
distanza.
- «Buon
appetito.» le sorrisi. Lei ricambiò, e azzannò la fetta di pane.
- «Gra-scie.»
masticò, facendomi ridacchiare, mentre soffiavo sulla tazza fumante di
caffè.
- Quando
stavo per inforcare anch’io un tost imburrato, il campanello di casa
suonò. Mi
oscurai subito in volto: speravo vivamente che non fosse Jacob, o
stavolta
l’avrei ucciso a suon di calci.
- Bella si
alzò, dal suo sguardo capii che anche lei temeva la comparsa di quel
ragazzo
odioso. Quando sospirò, capii che era un falso allarme.
- «Ehilà,
sorellina! Che..Edward, sei ancora qui?» Alice era felicemente stupita.
«Colazione generosa per riacquistare energie?» domandò, scrutandomi con
aria
critica. Eccola, aveva frainteso.
- «No
Alice!» esclamai, fulminandola con lo sguardo.
- «Tsk, potete
dirmelo che avete gufato!» Bella quasi soffocò con la sua stessa
saliva, ed io
ero sbiancato.
- «Alice,
hai frainteso. Non abbiamo fatto nulla.» La folletta sbuffò,
incrociando le
braccia al petto: «Uffa, ed io che mi aspettavo un nuovo nipotino..» La
sua
affermazione lasciò sia me che Bella di stucco. Prego?
- «Alice,
ma cosa ti sei fumata stamattina?»
- Lei alzò
gli occhi al cielo, cambiando argomento: «Be’, sono qui perché è
l’unico
momento disponibile per quel servizio..» sorrise raggiante. In quel
momento,
notai al suo collo una macchina fotografica stracomplicata: non avevamo
proprio
scampo.
- «Quindi,
al lavoro!»
- Alice non
ci fece fare cose complicate, per fortuna. Un’ora più tardi, avevamo
già
concluso, e mia sorella continuava a rimirare le fotografie, o come li
chiamava
lei, “capolavori ad alta definizione”.
- «Vado a
vedere come sta Martha, è strano che non abbia ancora pianto.» Bella si
accigliò, andando nella sua stanza. Quando tornò, nostra figlia era con
lei che
si guardava intorno curiosa. Alla fista di Alice sorrise di cuore.
- «Oh, la
mia nipotina bella!» Alice saltò da Martha, la prese in braccio e le
affibbiò i
più improbabili soprannomi e aggettivi.
- «La mia
cavalletta fritta..bella lei! Cucciola!»
Martha, dal canto suo, non poteva capire ancora le assurdità
della sua
zia psicopatica e continuava a ridacchiare, sotto il mio sguardo
attonito e il
divertito di Bella. Evidentemente lei era abituata a vedere Alice
sfoggiare il
suo lato meno normale. Ma io no, ed era un trauma sentire mia figlia
chiamata
come un piatto tahilandese!
- «Alice,
stai delirando..» la presi in giro, facendola sbuffare. Ma lei continuò
a
ignorarmi, dedicandosi a mia figlia.
- «Bells..»
mi avvicinai a Bella, che se ne stava ancora a ridacchiare per la sua
migliore
amica, e le sfiorai un braccio. Lei alzò lo sguardo, ed io le feci
cenno alla
camera da letto. Lei annuì, e si rivoltò verso Alice, mentre io andavo
a
vestirmi.
- Pov Bella
- Quando Edward
uscì dal mio appartamento, stavo già rischiando di avere un attacco di
panico. Okay,
che doveva solo andare a prendere il cambio dei vestiti e poi sarebbe
tornato:
ma avevo paura, da egoista quale ero, che trovandosi a casa Emma
facessero pace
e non tornasse come aveva promesso.
- L’avevo
detto io: la sua presenza in casa mia era come giocare col fuoco, e lo
era
anche dormire insieme, e farsi preparare la colazione da lui. Mi
ricordavano
cose da coppia, e io e lui non lo eravamo. Magari lo saremmo diventati..
- Ma no,
stavo vaneggiando. Dubitavo che Edward scegliesse me alla bellissima e
perfettissima Emma, se messe ad un confronto. Anche se la sera
precedente aveva
dimostrato qualcosa, a cui non volevo
dare una definizione per quieto vivere. Sarebbe stato più difficile di
quanto
già non fosse.
- Guardai
distrattamente l’orologio: era già passata mezz’ora da quando era
andato via, e
Edward non era ancora tornato. Non poteva metterci così tanto per
prendere due
paia di pantaloni e qualche t-shirt!
- Era
ovvio: aveva trovato Emma, e stavano facendo pace chissà in quali modi.
- «Bella.»
La mano di Alice bloccò le mie, che stavano distruggendo la pagina di
una rivista
di gossip. «Che ti prende?»
- Sbuffai.
Ero patetica. «Edward è andato a casa per prendere il cambio. E’
passata mezz’ora
e non è ancora tornato. Casa sua non dista più di dieci minuti da qui,
è ovvio
che avrà fatto pace con Emma..ma almeno avvisare?» borbottai.
- Alice posò
la mano sulla mia spalla, e sorrise dolcemente. «Bella, credi davvero
che ti
lascerebbe perdere per Emma?» il suo tono trasudava scetticismo, in
quel
momento, mentre i suoi occhi diventavano seri. Annuii.
- Alice sospirò,
si sistemò Martha in braccio, e si sedette sulla sedia, guardandomi
intensamente. «Bella, lo sai anche tu che Edward ti ama.» Ecco, e tutti
i
tentativi per non mettermi a sperare vennero abbattuti.
- «Alice,
ti prego..»
- «No,
Bells. E’ ora che la smetti di fare la vittima! Devi prendere in mano
la tua
vita! Se vuoi qualcosa, devi lottare per averla! Non è che se arriva
bene,
altrimenti pazienza! Non va così!» Le sue parole mi colpirono. Aveva
ragione..però, non era facile. Se Edward non mi avesse voluta, sarebbe
stata
una causa persa, no?
- «Bella.» Alice
mi richiamò di nuovo, «Ripeti dopo di me: Edward
mi ama.»
- Probabilmente
i miei occhi tradivano tutta la mia paura nel pronunciare quella
parola. Non
potevo, non ci riuscivo.
- «Alice..»
- «Bella ripeti!»
fece, perentoria.
- Sospirai,
lasciandomi andare contro lo schienale della sedia. «Edward..mi ama.»
- Speranza..stupida
speranza!