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Autore: Revan    22/08/2011    1 recensioni
"Di tutto questo mondo accerchiato, di tutti i culi e cazzi e tette; di tutti i cadaveri, e di tutti i giorni, e di tutte le parole, questa è l'unica poesia d'amore che Kakashi conosca. Se la porta anche tra la neve delle trincee. La coltiva nel cerchio quieto e rosso del fuoco da campo, mentre i compagni tremano silenziosi sotto gli alberi sprofondati nel buio.
Le lenzuola erano ovunque, il letto era tutta la stanza, e il mondo era chiuso fuori"
La guerra tra le Nazioni è scoppiata: Suna ha raggiunto le porte di Konoha. Questo è il racconto di una delle marginali vicende all'interno del conflitto.
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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la volontà


Nota, IMPORTANTE! : La terrò breve: questa doveva essere una one-shot. Adesso è una storia articolata in tre capitoli. Però. Però ha mantenuto i caratteri di assoluta vaghezza -per quanto riguarda lo scenario di fondo- di una one-shot. Tutti i miei personaggi però agiscono in base all'Antefatto, quindi vi pregherei di tenere in massima considerazione il fatto che ci troviamo di fronte a una guerra civile ninja, che ha rotto qualsiasi alleanza, e che sta facendo crollare il mondo degli shinobi. Altrimenti tutti i personaggi sballano e sembrano OOC :D!

Per il resto (ovvero il Superfluo) rimando alle note di fondo pagina. Buona lettura!



MILLION MILES AWAY

02. LA VOLONTA' ARDENTE


La notte ha mille porte
e nella testa c'è una città intera
che soffia e che respira
che soffre e che ti attira
sempre più dentro
sempre più al centro
sempre più in mezzo fino a che non lo distingui più il confine
tra la tua pelle e il cielo
tra quello che è a pezzi è quello che è intero


[Safari - Jovanotti]



Anko non era andata a dormire, né a riposarsi: con passo un po' incerto si era diretta verso il quartiere medico. Per discutibile ironia della sorte, l'incursione aerea che gli shinobi della Sabbia avevano effettuato qualche settimana prima con bombe al chakra non aveva risparmiato nulla del grande ospedale bianco, tranne l'ala dell'obitorio. Quell'unica fetta di edificio spiccava ora grigia e silenziosa tra i calcinacci, l'unico dente rimasto in una bocca sdentata.

Era la sola cosa che ancora funzionasse efficientemente all'interno del Villaggio: a ogni ora della giornata, i corpi venivano portati dentro, Dio solo sa per farci cosa, informi sotto i teli tesi sulle carriole.

Anko era entrata in punta di piedi; il sole era ancora basso e le ombre dei ninja incappucciati, delle barelle che portavano, dei detriti agli angoli del grande ingresso lunghe sul pavimento bianco di polvere.

Si era addentrata in uno degli infiniti corridoi che si snodano sotto l'edificio; nessuno l'aveva fermata.

Mentre cammina radente ai muri intervallati da porte a tenuta stagna è sempre più convinta di quel che fa: anche se non la riconoscesse sotto la pelle sbrindellata del volto, deve dare un ultimo saluto a sua Sorella. Poi non potrà accendere un bastoncino d'incenso sulla tomba vuota di Kurenai: di tombe, di monumenti in onore dei morti o dei vivi -ormai ne è convinta- a Konoha non se ne costruiranno mai più.

Butta lo sguardo a casaccio, senza sapere dove cercare. In silenzio uno shinobi necrofago¹ esce da una delle porte in acciaio; si richiude dietro di lui senza un rumore. Quando la vede, la sua maschera da avvoltoio la fissa per un lungo istante.

-Sto cercando Kurenai Yuhi. Dove la posso trovare?-

La maschera e i capelli del ninja puzzano di formalina e altre cose che Anko non vuole conoscere. L'avvoltoio rimane muto. Poi: -Se ne stanno occupando-, risponde una voce da dietro il becco ricurvo.

-Io ti ho chiesto dove la posso trovare; non cosa ne state facendo-

Il tono di Anko è pericolosamente calmo mentre in ninja continua a fissarla, muto.

-Voglio vedere questa persona un'ultima volta. Ora: dove è Kurenai Yuhi?-

-Se ne stanno occupando- gracchia nuovamente.

Il becco adunco è pieno di ombre sotto la luce elettrica delle sbarre al neon; sotto il primo pugno che Anko sferra si riduce a una lattina accartocciata.

Lo shinobi, colpito in pieno viso, si abbatte per terra come un sacco vuoto. Non fa in tempo a muovere un dito che Anko gli è addosso, piena di una rabbia indescrivibile.

Quando Ibiki Morino accorre, richiamato dal personale, sotto la bandana sgrana gli occhi dallo stupore: un ninja necrofago è a terra, il viso un grumo di sangue; Anko Mitarashi grida come una belva ferita, a terra pure lei, trattenuta da quattro shinobi.


Ibiki Morino le ha chiesto perchè abbia picchiato a sangue quell'uomo. Mentre le parla la sua voce è bassa e controllata come al solito, ma lo sguardo... lo sguardo è quello di un lupo.

Anko tace, e in silenzio piange dandogli la schiena. La scena -la memoria sembra provenire da un altro mondo- le ricorda quei pomeriggi lunghissimi in accademia, quando per punizione -punizione per cosa, poi?- doveva pulire tutte le aule del piano sotto l'occhio attento di un maestro.

-Non me lo vuoi dire?- chiede piano Ibiki.

E come dirlo?

Una lacrima le rotola lungo il naso.

Come dire che la Sorella regalatale dalla vita, l'unica cosa bella per cui non ha dovuto combattere con le le unghie e con i denti, le è stata strappata via? Come fa a spiegare che lei sai -lei lo sa perfettamente- che i suoi pezzi, raccolti in silenzio tra la neve tinta di rosso, sono stati buttati su un tavolo dell'obitorio e aperti scorticati tagliati ancora e ancora e ancora, per seguire il filo contorto dei nervi e l'aggrovigliarsi delle vene, fino a scoprire un nocciolo nudo e compatto di verità che racconti tutti i segreti di un ninja, le tecniche, le droghe, e quant'altro? Come fa a dire che l'idea di sapere sua Sorella un mucchio informe di carne su un tavolo da macellaio le riempie l'animo di una rabbia così nera da spaccare i muri, quando sa che lo stesso toccherà a Kakashi e a lei, domani, dopodomani, o oggi stesso?

Per questo Anko tace. Non ha parole per dire; rimangono occhi per vedere e un animo da riempire di sgomento.

Ibiki la scruta per quelli che paiono minuti; la stanza in cui ha trascinato Mitarashi per impedirle di ammazzare quattro ninja medici è una sala operatoria, di quelle usate per analizzare i cadaveri.

-Non è da te un comportamento del genere, Mitarashi. Dovrò fare rapporto-

Quando lui se ne va, Anko scoppia in un pianto dirotto.




Ibiki aveva fatto rapporto senza esitazioni. Appena ritornata agli alloggiamenti, Anko aveva ricevuto un messaggio dallo Stato Maggiore: il suo incarico cambiava. Non avrebbe più fatto guardia sulle mura; era assegnata d'ufficio alla squadra d'azione A, sezione beta.

Mentre leggeva, il corriere che le aveva recapitato il messaggio -era sicuramente un bambino dell'accademia- aveva allungato il collo sulla lettera.

-La squadra A!- aveva esclamato, per poi tapparsi la bocca.

Lei aveva appallottolato la missiva e con passo stanco si era avviata verso il campo..

“Squadra A” è un nome privo di significato per chi combatte. E' l'equivalente di “prima linea” in un campo di battaglia esteso diverse decine di chilometri.

Ad Anko piace pensare in termini di “squadra suicida”, ma non lo dice mai ad alta voce: ai gerarchi non piace l'ironia né la verità.

La squadra A è l'unità di difesa fuori le mura; si frappone come una sottile linea tra l'accampamento nemico e Konoha, in quella terra franca piena di neve e alberi, dove gli scontri esplodono come a casaccio. Non è quello il vero luogo della battaglia. La guerra vera si sta combattendo nei laboratori dei due villaggi: mentre fuori si fanno le prove generali dello spettacolo, nel segreto di uno scantinato gli scienziati stanno dando forma all'arma definitiva, invisibile, silenziosa, letale.

Intanto si schierano gli eserciti per guadagnare tempo.

Anko lo sa, ma non le importa più.

Quando raggiunge i suoi uomini (sono otto in tutto), si siede con la schiena contro le assi della rudimentale barricata e aspetta.

-Mitarashi sensei, non le hanno dato delle istruzioni per la battaglia?-

Konohamaru le si è avvicinato; parla piano per non farsi sentire dal nemico. E' chiaro come il sole che questa è la sua prima guerra.

Lui fa una faccia un po' imbronciata perché la jonin non lo degna di uno sguardo.

Guarda i suoi compagni, guarda nuovamente lei; ripete la domanda.

Silenzio.

-Ma insomma...!- inizia, il viso da bambino rosso di rabbia.

Kiba, che se ne è stato muto per tutto il tempo, raggomitolato in una coperta, lo zittisce con un ringhio.

-A quanto pare non ha ricevuto istruzioni! E ora taci-

-Ma come ti permetti!-

Anko getta un'occhiata veloce al ragazzo degli Inuzuka: è solo. Del suo cane bianco nemmeno una traccia. Deve essere morto, a giudicare dal silenzio furibondo in cui si è chiuso Kiba, stretto in quello straccio di coperta.

Un moto istintivo di compassione la spinge a fissarlo per lungo tempo; ma è una compassione sterile, tutta avvoltolata su se stessa, che le permette solo di provare una gran pena.

-E tu che vuoi?- le dice Kiba digrignando i denti.

-Nulla. Nulla...-

Tutti gli altri compagni sono genin; forse uno è un chunin.

Siamo carne da macello, pensa Anko chiudendo gli occhi e ascoltando i ragazzini bisbigliare tra di loro. Non sembrano spaventati: si fanno coraggio l'un l'altro, si riempiono di speranza ascoltando Konohamaru e la sua professione di fede nella Volontà del Fuoco.

-Quanti anni hai, bimbo?-

Tutti si voltano verso Anko.

Konohamaru sfodera il suo più strafottente dei ghigni.

-Io non sono un bambino. E comunque ho tredici anni e sono già chunin!-

-Tredici anni... accipicchia!-

-Non mi sfottere! So combattere sai?!-

-Ah, davvero? Menomale che ci sei tu a difenderci!-

Kiba le si è fatto più vicino per ascoltare meglio.

-Certo che difenderò il Villaggio! Lo difenderò a costo della vita! E ora conosco anche il Rasengan, perciò...-

Anko vorrebbe ridere delle affermazioni del bambino, vorrebbe ridere talmente forte da stare male, vorrebbe stringergli le mani attorno al collo e vedere il volto glabro riempirsi di terrore; ma Kiba la precede. La sua voce è talmente bassa mentre parla che deve tendere l'orecchio.

-Tu non sai niente della guerra, cinno. Non sai niente di cosa vuol dire dare la vita-

Konohamaru trema dalla rabbia.

-E tu che cosa ne sai, botolo, eh?! Non hai tanti anni in più di me!-

-E' vero. Ma questa è la mia seconda guerra, e ci ho perso tante cose dentro-

Gli occhi di Kiba sono ficcati in quelli di Konohamaru; le parole escono fuori dalla sua bocca come un ringhio.

-Hai sentito parlare della battaglia del ponte Kozuyo, quella in cui è andata distrutta la squadra di ricognizione B? Beh, io c'ero. E c'era anche il tuo amico Naruto. Bene tu immagina: c'è nebbia ovunque, il fiume sotto non si vede nemmeno, ormai si fa buio; del nostro obbiettivo nemmeno una traccia. Poi ecco: quando è già sera e decidiamo di tornare indietro perché non ci vediamo più un cazzo e nemmeno col Byakugan si vede tanto così dal naso, Naruto salta su e fa: “Proseguiamo!”. Sì, proseguiamo, perché gli diamo retta, perché così sono gli ordini, perché siamo delle teste di cazzo, perché...-

Deve prendere fiato per proseguire.

-Ma poi compaiono dei ninja della Sabbia; dal nulla, come se fossero sempre stati lì, a guardarci nel buio. Ci ammazzano. Così velocemente che non hai nemmeno tempo di capire che hai un coltello alla gola. Io riesco a fuggire, uno mi insegue, allora mi volto e lo affronto, ma...-

Ha il respiro corto.

-...ma ne arrivano altri, e sono ovunque, ed è tutto buio, e le urla, le urla sono agghiaccianti! Sono le urla dei miei compagni, capisci? Urlano urlano, e io non ho idea di dove sono, e quando cerco Akamaru... è per terra, il pelo che gronda sangue. Io non mi ero nemmeno accorto che l'avevano ammazzato! Ho ucciso tutti quelli che erano attorno a me, li ho uccisi finché non si vedeva rosso sulla neve persino nella notte. Ma quando sono arrivato al campo...-

Intorno il silenzio è totale.

-...arrivato al campo lei non c'era. Non c'erano tanti altri. Ma lei non c'era più. Li avevo lasciati tutti indietro. Ma c'era lui, Uzumaki. Lui c'era, era sopravvissuto-

Kiba si ritira nuovamente nella coperta, gli occhi allucinati ancora inchiodati su Konohamaru.

Il silenzio della foresta è picchiettato dalla neve che a grappoli cade dai rami.

Anko può fiutare nell'aria l'odore animale della paura; i bambini alle sue spalle stanno tremando. Uno di loro ha vomitato e ora piange. Konhamaru è rimasto a boccheggiare, come se l'aria si fosse fatta più sottile.

Anko pensa che quella di Kiba non sia una storia nuova; è il ritornello di un disco rotto.

Ma lì, nel campo di battaglia dove le storie vecchie e nuove si mescolano con la neve che cova i cadaveri, è facile immaginare ombre irte di occhi e di mani e di denti e di coltelli; la guerra diventa reale come il freddo e la fame, come la sporcizia sotto le unghie, come le ossa che senti già rompersi sotto un colpo anonimo.

Non voglio morire!, gridano in coro tutte le fibre del corpo.

Anko li guarda, ma il pensiero le vola leggero a Kakashi. “Ti aspetto”, le aveva sussurrato piano all'orecchio, davanti alle Porte. Le aveva accarezzato i capelli come alla mattina, poi l'aveva stretta a sé, con la fronte nell'incavo del suo collo. Lei gli aveva posato una mano sulla schiena, con la mente lontana anni luce.

-Stanno arrivando- dice.

Non c'è dubbio che siano ninja della Sabbia.

Konohamaru è paralizzato dalla paura; rivolgendosi ad Anko sussurra: -Che cosa facciamo?-

Anko si alza. Si tocca per un attimo il collo: le sembra di sentire ancora il naso lungo di Kakashi sfiorarle la guancia e la sua voce stranamente acuta dirle: non fare la scema. Io ti aspetto.

-Inuzuka. Inuzuka tirati su. Inuzuka-

Lo ha afferrato per un braccio e ora lo strattona.

-Ho bisogno del tuo olfatto. Alzati, ho detto! Se non vuoi farlo per te, fallo per lei, per quella che non ha fatto ritorno al campo!-

Kiba la guarda. Si libera dalla stretta di Anko e continua a fissarla.

Le labbra di Anko sono l'unica cosa che vede: vendicala.

Kiba chiude gli occhi.

-Sono quindici, cinquecento metri in avanti in linea d'aria. Vengono nella nostra direzione. Probabilmente ci hanno individuati-

-Grazie, Kiba. E ora, ragazzini- Anko si china nella neve senza rivolgere loro uno sguardo -se farete come vi dico non morirete. Siete pronti?-

Non hanno tempo di rispondere: Konohamaru la vede scomparire in uno sbuffo di fumo.

Da qualche parte, più avanti nella foresta, esplode un urlo agghiacciante.


***




¹necrofago: mangiatore di cadaveri, ovvero l'equivalente di un ninja inseguitore. Si occupa di scoprire e preservare i segreti delle tecniche utilizzate dai ninja morti sul campo di battaglia.






Note 2, ovvero il Superfluo

Ufff, che fatica! Arrivare in fondo a questo capitolo è stata veramente un'impresa. Ho scritto ben tre bozze di capitolo diverse! Comunque per adesso è andata xD !

Allora, qualche considerazione:

1) Il capitolo è stato influenzato molto da: “Gli eredi della volontà del Fuoco”, ovvero il terzo film shippuden di Naruto. La “Volontà del Fuoco” è la Volontà Ardente lasciata da Asuma a Shikamaru, e dal Villaggio a tutti i suoi ninja. Per la mia Anko però la volontà ardente sta diventando qualcosa di strano. Di estraneo, in un certo senso. Spero che sia riuscita a farvi cogliere il suo conflitto, con questo capitolo. Sennò... fa niente. Vi arrangiate :P !

2) Per quanto riguarda Kiba: la ragazza che viene nominata... beh, io ho in mente una ben precisa kunoichi. Ma voi potete pensare a quella che preferite!

3) il clima è violento è cupo. Mi dispiace molto, non mi piacciono le situazioni troppo crude... ma siamo in guerra. Vi prometto però che nel prossimo capitolo i toni saranno più delicati :) .


Vorrei scrivere tante altre cose, ma smetto o non la finisco più!



E ora, i Ringraziamenti:


Watashiwa: bè, che dire. Grazie :D! Purtroppo hai ragione: Kakashi e Anko qui su EFP non vengono considerati come coppia :( . Se ti interessa il pairing, ti consiglio caldamente -se non l'hai già letta- “Gelato alla Fragola” di eleanor89. Parola di esperta, è una fiction DOC!

Non so che altro scriverti, perchè ti ho già “risposto” nella pagina delle recensioni al capitolo precedente.

Ancora grazie e... recensisci anche questo capitolo se ti va ;)

  
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