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Autore: LaMappadelMalandrino    22/08/2011    3 recensioni
- E così sei uscito con la Corvonero. -, disse Peter, mentre i Maladrini si erano radunati in Sala Comune. Erano passate quasi due settimane da quando era successo l'episodio della biblioteca e, alla fine, contro tutte le aspettative altrui, erano andati assieme ad Hogsmeade. Non era successo nulla di che e lei sembrava essere tornata fredda e distaccata. Non aveva più rivisto il suo bel sorriso di quella sera. Ma, anche se non l'avrebbe mai ammesso, questa volta provava qualche cosa di diverso. Lei era la sua ossessione adesso.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Sirius Black non aveva mai avuto una vita facile. Ma non poteva ci poteva essere altra via, se sei diverso. Lui era sempre stato così e ne aveva preso coscienza dal momento in cui era finito a Grifondoro. La sua famiglia era la tipica generazione tutta Serpeverde, di quelle che predicavano il sangue puro, di quelle i cui membri sono destinati a diventare Mangiamorte al servizio dell'Oscuro Signore.

Lui aveva incontrato James Potter. Il suo migliore amico, il suo compagno di malandrinate, un confidente, un fratello. E, nonostante avesse anche Remus e Peter, non c'era nessuno come Ramoso. Una persona che riuscisse a comprenderlo nel profondo e che l'apprezzasse per quello che era veramente e non per il suo sangue.  - Ehi, Sirius! -, strillò una voce dal letto accanto al suo. Appena aprì gli occhi si ritrovò disperatamente a cercare di non farsi accecare dalla luce del sole. Quella giornata era bella come poche. Effettivamente, Hogwarts riusciva a rendere speciale ogni giorno anche dopo cinque anni. Era sempre una sorpresa quel posto incantato. - Cazzo, Felpato, se arriviamo di nuovo in ritardo giuro che ti ammazzo! -, una figura occhialuta lo scrutava con aria furiosa. Però un sorriso complice illuminava il suo giovane volto. - E da quando in qua noi arriviamo puntuali, razza di quadrupede cornuto? -, disse Sirius, rivolgendo a James uno dei suoi sorrisi più malandrini.

Nel pomeriggio si dedicarono alla solita passeggiata nei pressi del Lago Nero. Sirius e James ridevano allegramente ricordando quanto fossero unti i capelli di Mocciosus. Remus leggeva tranquillamente un libro mentre Peter se ne stava sdraiato sull'erba dormendo pesantemente. Ramoso, come al solito, tentava in tutti i modi di farsi notare da Lily Evans con scarsi risultati. Sirius rideva di gusto osservando l'amico che si arruffava i capelli in continuazione. E poi la vide. Una ragazza dai lunghi capelli corvini passò di fianco a Lily, salutandola con un sorriso. La sua uniforme intonava i colori del blu, doveva essere una Corvonero. Anche se non erano poi così vicini si potevano chiaramente vedere i suoi occhi come lapislazzuli risaltare sul suo volto candido e dai lineamenti perfetti. - E' bella vero? -, Peter si era risvegliato e, notando la faccia sbalordita dell'amico, aveva proferito parola. - Sì, la Evans è proprio uno schianto. -, disse James, guardando con aria sognante la rossa che chiacchierava allegramente con alcune sue amiche. Codaliscia scosse la testa, esasperato. - La conosci? -, chiese Sirius, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso. Non gli era mai successa una cosa simile. Lui stesso era rinomato come donnaiolo, quello di una notte e via. Ma quella ragazza... Come aveva potuto non notarla prima? - Beh, so solo che si chiama Fanny e qualche cosa... Il cognome non lo ricordo. E' del nostro stesso anno. E' una ragazza abbastanza riservata, non parla praticamente con nessuno purtroppo. -, disse, sospirando. - Però ho sentito dire che è una tosta. -, concluse, tornando a sdraiarsi sbadigliando. Sirius la guardò rapito fin che la sua figura non sparì dietro agli alberi al limitare della Foresta.

-
Ti vedo distratto Felpato. Non è da te. - Una voce richiamò alla realtà Sirius Black che da qualche decina di minuti si era perso nei meandri della fantasia. Non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza e ai suoi occhi magnetici. No, doveva smetterla, stava diventando una mania. - Ah... Pensavo a quel tema di cinquanta centimetri per Erbologia... -, disse con fare distratto. - E da quando in qua tu ti preoccupi dei compiti? -, questa volta era stato Remus a parlare. - Lunastorta... -, iniziò, ma una fitta alla testa lo bloccò. - Ah, oggi ho un mal di testa terribile, credo che andrò in Sala Comune, ci vediamo dopo, okay? -, chiese, mentre già si allontanava. Poteva percepire su di se gli sguardi perplessi degli amici.

In verità, non aveva nessuna voglia di andarsene a letto. Decise quindi di andare in biblioteca a perfezionare la Mappa del Malandrino, c'erano ancora alcuni libri che mancavano di controllare. Sospirando, entrò dalla porta. Con la scusa che fosse l'ora di cena la biblioteca era completamente deserta, fatta eccezione per... Lei. Era la, seduta in uno scaffale appartato, immersa nella lettura, con un ciuffo di capelli color pece che le ricadeva delicatamente sul volto. Era così bella da far male. Sirius le si avvicinò. - Posso sedermi? -, chiese con gentilezza. Lei alzò lo sguardo, fulminandolo con quegli occhi più blu del mare in tempesta. Probabilmente aveva notato che la biblioteca era vuota e che il ragazzo che aveva osato rivolgerle la parola avrebbe potuto sedersi ovunque avesse voluto. Sospirando abbassò lo sguardo, ignorando il suo sorriso. - Fai come ti pare. -, disse secca, ritornando a leggere il suo libro. Sirius si sedette sconsolato, non era mai successo che una ragazza lo rifiutasse in quel modo. Alla fine lasciò perdere la Mappa e afferrò Erbologia, cercando di farsi venire qualche idea per il tema prima di finire in punizione per l'ennesima volta.

C'era un silenzio tombale, nessuno dei due parlava, lei continuava a leggere, come se lui non fosse mai arrivato. - Io sono Sirius Black. -, si scoprì a dire. Lei alzò nuovamente lo sguardo, seccata. - Lo so chi sei, non hai una bella reputazione in giro Black. -, disse secca. Peter aveva ragione, era una tipa tosta. - Questo mi fa piacere. Potrei avere la grazia di sapere il tuo nome? -, le disse, sorridendole amabilmente. Lei parve arrossire. Ma quell'illusione sparì in qualche secondo. - Non vedo perchè ti dovrebbe interessare il mio nome. Comunque sia, sono Fanny Smith. -, disse, alzandosi. - Dove vai? -, chiese Sirius, allarmato. Lei lo ignorò, sparendo nel giro di qualche secondo. Beh, almeno adesso sapeva come si chiamava. Si voltò a guardare la sedia su cui era seduta e notò che aveva lasciato la sua copia di Pozioni Avanzate sul tavolo. La afferrò e cose fuori dalla biblioteca, cercando di raggiungerla. Corse a perdifiato quasi fino alla Torre di Corvonero e poi finalmente la trovò. - Aspetta! -, urlò un Sirius sfiancato dalla corsa. Lei si voltò di scatto. - Cosa vuoi?! Ti metti a seguirmi adesso?! Io non sono come tutte quelle oche che cadono ai tuoi piedi, stammi lontano Black! -, disse lei, con rabbia. Lui la guardò stupefatto. Non riusciva a trattenersi. - Ma che problema hai ragazzina?! Nemmeno mi conosci e ti permetti queste confidenze con me. Tieniti il tuo libro. -, disse irato, lanciandoglielo. - Oh... -, mormorò la ragazza, arrossendo improvvisamente. Sirius si era già incamminato e non dava segno di essersi calmato. Lei si strinse il libro al petto. - Aspetta Black! -, urlò. Lui non si volò. S'incamminò fino a raggiungerlo. - Black, Black, aspetta... Io... SIRIUS! -, disse infine, fermandosi. Lui si bloccò di colpo, voltandosi nella sua direzione e alzando un sopracciglio. Più la guardava più si accorgeva di quanto fosse bella. - Io... Mi dispiace, non volevo trattarti così... E grazie, per il libro. -, disse, evidentemente mortificata. Sirius le si avvicinò. - E va bene, ti perdono a patto che tu accetti di uscire con me qualche volta. -, disse, da vero malandrino. La vide arrossire violentemente. - Io... Sei un idiota! -, disse, pronta ad andarsene. Prima che lei potesse voltarsi Sirius l'afferrò per un gomito e fu come se una scossa elettrica avesse attraversato l'aria. Quando si fu ripreso, tornò a parlare. - Dai, stavo scherzando... -, le disse dolcemente. Lei parve addolcirsi. - Devo andare. Grazie ancora. -, disse, sciogliendosi dalla stretta e incamminandosi verso la Sala Comune di Corvonero. Sirius la guardava rapito, come al Lago. La vide voltarsi e sorridergli. Prima che lui pensasse di esserselo immaginato la sentì parlare. - Magari sì. -, disse, correndo via. Non ebbe bisogno di pensare a cosa si riferisse che già un largo sorriso illuminava il bel viso del giovane.

 

 - E così sei uscito con la Corvonero. -, disse Peter, mentre i Maladrini si erano radunati in Sala Comune. Erano passate quasi due settimane da quando era successo l'episodio della biblioteca e, alla fine, contro tutte le aspettative altrui, erano andati assieme ad Hogsmeade. Non era successo nulla di che e lei sembrava essere tornata fredda e distaccata. Non aveva più rivisto il suo bel sorriso di quella sera. Ma, anche se non l'avrebbe mai ammesso, questa volta provava qualche cosa di diverso. Lei era la sua ossessione adesso. Non passava giorno in cui non la pensasse, in cui non sperasse di toccare quelle labbra come ciliege. - Sì. -, rispose a Peter mentre si buttava sotto le coperte. Non riusciva a non vedere il suo viso.
 

Quella mattina aveva liquidato James con la scusa che si fosse beccato una punizione ad Erbologia per non aver consegnato il tema in tempo. Ma l'amico non disse nulla, aveva capito che a Sirius stava accadendo qualche cosa di nuovo. Felpato, infatti, era corso in biblioteca. E, come aveva ardentemente sperato, la trovò li, nel solito scaffale appartato. Era molto presto e gli studenti non sarebbero arrivati prima della fine della colazione, che si sarebbe tenuta nel giro di mezzora. Aveva tutto il tempo. Le si avvicinò. - Buongiorno. -, disse sedendosi accanto a lei. - Siamo anche mattutini adesso, Black. -, disse ridendo. Non era una risata cattiva, era ironica, spensierata. Bellissima. Come il suono di mille campane d'argento in un giorno di festa. Lui le sorrise. - Ho i miei motivi per alzarmi presto. -, disse. Lei non la prese male, anzi, si alzò dal suo libro, fissandolo intensamente. - Non... Non avevo mai visto un colore così. -, disse. Sirius la guardò con aria perplessa. - Sto parlando dei tuoi occhi, Black. Non avevo mai visto un grigio così... Perlato. -, disse, regalandogli un sorriso. - Beh, ti ringrazio, so di essere un gran figo in effetti. -, disse. Lei parve farsi seria, ignorando la sua battuta. - Mi dispiace di non essere molto amichevole. Sono sempre cresciuta in solitudine e non sono molto brava a socializzare. Sono piuttosto testarda e tendo a dare corda ai pregiudizi, anche se sbagliati. -, qui alzò lo sguardo, probabilmente si riferiva alla sua sfuriata di quella sera. - Non so nemmeno perchè sono qui a giustificarmi con te. -, disse ironicamente, spostandosi un ciuffo ribelle dal viso. - Forse perchè io non ti sono indifferente Fanny Smith. -, disse. Sirius era sempre stato una persona molto diretta. - No, credo di no. -, disse lei. Sembrava che le barriere dei giorni precedenti si fossero improvvisamente abbattute. Sirius le sorrise, avvicinandosi al suo volto. - Anche tu hai degli occhi bellissimi e sei così... Diversa. -, disse. E la baciò. La baciò come mai nessuna prima, senza pensare, un bacio casto, per nulla violento e possessivo. Un bacio dolce, gentile. Quando lei rispose non seppe se il suo cuore avesse mai battuto così velocemente come in quel momento. La strinse dolcemente a se, come un gioiello fragile e prezioso.




Note: Questa è la prima fanfiction che scrivo qui. Non so se la storia possa piacere, l'ispirazione mi è venuta per caso e ho deciso di affibiare questa ragazza a Sirius. Vi posso già anticipare che non è un caso che si chiami Fanny. A presto, spero! ^____^

 

 

  
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