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Autore: MiaStonk    22/08/2011    7 recensioni
Raccolta di Missing Moments inerenti alla storia 'You & Me'.
Non aggiungono nulla alla trama della storia originale.
Sono i punti di vista degli altri personaggi.
[Attenzione il rating potrebbe salire]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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P.o.v  Alastor

 

Di ritorno da una delle noiose ronde a cui sono costretto a sottostare, e deciso a sprofondare in una delle poltrone della Sala Comune, preferibilmente deserta, sono costretto a riconsiderare i miei propositi non appena varco il ritratto. Seduta accanto al camino, con un libro tra le mani, ad altezza viso, scorgo Yvonne.

 

Mi avvicino, sedendomi di fronte a lei, sul divano. Rialza appena lo sguardo, e ancora agita tra le mani il testo di pozioni che è persino sottosopra.

 

<< Cosa stai facendo esattamente? >>

<< Cerco di farmi entrare qualche nozione in zucca >>

 

Inarco un sopracciglio, ancora concentrato sui suoi gesti del tutto inusuali. Sospira, lanciando il tomo sul tavolino e posandovi sopra la testa, semi nascosta dalle braccia. Borbotta qualcosa di cui poco riesco a sentire, di certo improperi verso Lumacorno e la sua materia, da lei tanto amata.

 

<< Qual è il problema? >>

 

Rialza velocemente il viso, fissando uno sguardo spaesato su di me. Mi guarda come se le avessi chiesto la cosa più ovvia al mondo, e probabilmente, conoscendo le sue scarse abilità da pozionista, lo è per davvero.

 

<< Il problema è che odio quegli intrugli melmosi e nauseanti! >>

<< Sono solo le tue pozioni ad esserlo, perché non sei in grado di prepararle >>

 

Storce il naso, rialzandosi per darmi un colpetto sul braccio e risedersi accanto a me, sprofondando nel divano. Reclina il capo e socchiude gli occhi, continuando a mugugnare frasi poco comprensibili e certamente offensive. Mi sorprende che il vecchio professore non sia ancora ruzzolato per le scale che conducono ai sotterranei, viste le continue imprecazioni che Yvonne è abituata a rivolgergli.

 

<< Devi prepararne qualcuna in particolare? >>

<< La dannata Amorentia! E non posso infastidire Marie che ha già troppi problemi per la testa nell’ultimo periodo >>

<< Ergo, non ti ha lasciato copiare >>

<< No! >>

 

Salta su, mettendo il broncio e utilizzando il miglior tono indignato del suo repertorio. Scuote il capo, come se fosse terribilmente ingiusto che stavolta debba vedersela da sola. Inutile chiederle della Weasley, tra le due non so chi è più negata.

 

<< Potrei darti una mano io >>

 

Si volta bruscamente verso di me, sgranando gli occhi per la sorpresa di udire una simile richiesta fuoriuscire dalle mie labbra. In effetti io stesso sono stupito da ciò che le ho appena chiesto, ma quando me la ritrovo davanti, non riesco a comportarmi come il solito uomo di latta.

 

<< Lo faresti davvero? >>

<< Si. Quand’è la consegna? >>

<< Domani! >>

<< Domani… stai scherzando? >>

 

Mi fissa coi suoi grandi occhi nocciola, ancora sgranati per lo stupore e si agita tutta, emozionata, probabilmente, all’idea di presentare un intruglio quantomeno decente. Inutile dire che non è minimamente preoccupata del fatto che dovremo quasi sicuramente trascorrere la notte in bianco e che io debba lavorare duramente.

 

<< E va bene. Prendi il libro, andremo a lavorare in aula >>

 

Mi segue trotterellando e con’espressione così gioviale stampata in volto che sembra stia conducendola nel paese dei balocchi. Non posso fare a meno di fissarla con la coda dell’occhio e sentirmi io stesso felice di starle accanto.

 

Nei giorni che si stanno susseguendo veloci, l’immagine del suo viso, il suono della suo voce e della sua risata, sono fissi nella mia testa. E’ un’ossessione di cui non posso liberarmi, di cui non voglio liberarmi. E’ stata dura per me ammettere che i miei sentimenti verso di lei, nel corso degli anni, fossero cambiati ed ora sarebbe terribilmente sciocco reprimerli.

 

Non ho intenzione di farlo.

 

<< Livello avanzato! Lumacorno deve essere impazzito… leggi qui! >>

 

Sposto lo sguardo su Yvonne, che ha il naso immerso nel suo libro di pozioni, ora aperto sul banco dell’aula deserta e semi oscura. Ha ripreso un’espressione imbronciata e seccata, il che rende il suo volto ancora più interessante da osservare: corruga la fronte, assottigliando lo sguardo e torturandosi il labbro inferiore, affondandovi i denti con forza.

 

<< Vorrà semplicemente mettervi alla prova, non mi sembra tanto assurdo >>

<< Mpf >>

 

Borbotta tra sé, allontanandosi per recuperare gli ingredienti necessari. Ritorna poco dopo, posando sul tavolo le uova di Ashwinder, i petali di rosa contenuti in un piccolo recipiente e un vasetto in cui vi è peperoncino in polvere. Li spinge verso di me, sedendosi e incrociando le braccia: sul volto un piccolo ghigno che cerca, malamente, di nascondere.

 

<< Quando ti ho offerto il mio aiuto, non intendevo dire che avrei fatto tutto da solo >>

<< Oh, andiamo! Sono stanca, Al! >>

 

La fisso ancora per qualche secondo, prima di sospirare e risvoltare lentamente le maniche della camicia. Mi appresto a preparare la pozione, sotto il suo sguardo assonnato più che vigile. Trascorrono i minuti senza che nessun rumore, eccetto quello provocato dalla mia preparazione, interrompa il silenzio sceso assieme alle tenebre della notte.

 

<< Crea infatuazione, ma non il vero amore, che è impossibile da ricreare artificialmente >>

 

Legge svogliatamente, giocherellando col bordo del libro e rialzando lo sguardo su di me. Cerco di smorzare la tensione che è improvvisamente piombata su di noi e le parole escono dalle mie labbra senza che possa controllarle.

 

<< E’ strano che tu non abbia mai pensato di ricorrere all’Amorentia in uno dei tuoi mille e più tentativi di corteggiamento spudorato >>

<< Ammetto che i miei modi non sono stati propriamente convenzionali, ma… >>

<< Convenzionali? Ricordo che un San Valentino mandasti da me ben venti cupidi, tutti che cantavano canzoni diverse e inascoltabili e mi seguirono ovunque, per tutto il giorno >>

<< Non era semplice richiamare la tua attenzione. Devi ammettere che, prima che Vicky e Teddy recuperassero una sorta di rapporto, tu mi ignoravi completamente >>

<< Credo fosse spirito di sopravvivenza >>

 

Mi da un calcio negli stinchi, non troppo doloroso, ma al solo scopo di indispettirmi. Le lancio un’occhiata obliqua, ritornando al mio, o meglio, al suo intruglio. Impiega solo pochi secondi prima di parlare ancora, con voce debole, ma sicura.

 

<< Non l’avrei mai fatto. Non ti avrei mai legato a me con un filtro d’amore, i sentimenti sono qualcosa che non si può imbottigliare >>

 

Rialzo lo sguardo dal calderone, fissandola. Sorride malinconica, il viso poggiato nel palmo della mano e gli occhi ben puntati su di me. E’ rarissimo che sia a disagio o in imbarazzo: Yvonne palesa le sue emozioni senza vergognarsene, con un coraggio che in pochi posseggono per simili faccende. In questo senso è la persona più matura che io conosca.

 

Annuisco distrattamente, riconcentrandomi sul liquido dal colore cangiante e luminoso e notando i vapori che cominciano ad innalzarsi, producendo piccole spirali: la pozione è pronta. Yvonne si avvicina all’intruglio cautamente, annusandolo e sorridendo.

 

<< E’ pericoloso, non sporgerti troppo >>

<< Cosa senti? >>

 

Sposto lo sguardo da lei alla pozione, fin quando un intenso odore di liquirizia inebria le mie narici.

 

‘Come fai a mangiare quantità industriali di quella roba?’

‘Di bacchette di liquirizia? Le adoro!’

 

Ricordo solo in questo istante quella lontana conversazione avuta con lei. E ad un tratto è chiaro del perché l’odore che senta sia quello. Mi schiarisco la gola, passandomi una mano sul collo e fissandola ancora.

 

<< Tu, piuttosto? >>

 

Sorride, per niente turbata o spaesata dal mio brusco tentativo di spostare l’attenzione da me. Si avvicina di più al calderone, socchiudendo gli occhi e parlando quasi in un sussurro, ma comunque ben udibile.

 

<< Odore di spartiti, di cioccolato e del legno di manici di scopa, vaniglia e…  il tuo profumo >>

<< Il mio… >>

<< Sandalo, è la fragranza della tua colonia, no? >>

<< Ssi >>

 

Afferra due fiale, versando in contenuto della pozione in entrambe e rimirandosele tra le mani, quasi non riuscisse a credere alla riuscita dell’intruglio. Io mi limito a fissarla ancora, inebetito: dovrei essere certo del suo amore nei miei confronti, eppure non posso non essere sorpreso da una prova così evidente. Si accorge del mio sguardo e fraintendendo, agita le due fiale.

 

<< Ne ho presa una anche per Vicky, dubito che sia riuscita a farne una decente. Andiamo? >>

 

Annuisco distrattamente, seguendola fuori dall’aula e lungo il corridoio. Sbadiglia sonoramente, del tutto a suo agio, prima di appoggiarsi al mio braccio e sorridermi raggiante. Ed io non posso fare a meno di pensare che questa sia una delle serate più belle che abbia mai trascorso. E sorrido, per la prima volta con lei.

 

<< Grazie, Al >>

<< Di niente, Yvonne >>

 

                                                                         ***

 

P.o.v  Teddy

 

<< Dovresti ricordarti di bussare, Victoire >>

 

Fisso con un’espressione seccata Victoire, appena entrata nella mia stanza come se fosse la sua. Se fino a qualche giorno fa, ero decisamente propenso a perdonare ogni suo eccesso di spavalderia e arroganza, questa sera non ne ho assolutamente intenzione. Non è solo la luna piena che, indifferente sorge nel cielo limpido: c’è anche questa collera che nutro nei suoi riguardi.

 

Non riesco a lasciarmi scivolare tutto addosso, non sono più in grado di scuotere il capo e sorridere o di pensare che il giorno dopo andrà meglio: che la smetterà di trattarmi alla stregua di un mattone sul muro. Sperare che possa capire quello che provo, che possa accogliermi dentro di lei e accettare i miei sentimenti… che possa ricambiarli.

 

<< Nel caso in cui tu fossi, ancora una volta, in compagnia di Maggie? >>

 

Pronuncia il nome di Margaret in tono sprezzante e quasi buffo: se non fossi così adirato, probabilmente scoppierei a ridere. Ma mi infastidisce il suo atteggiamento prepotente e la sua espressione sprezzante.

 

<< Non è il caso che tu inveisca ancora, non stasera >>

 

Alzo il braccio destro, indicando la sfera bianca fuori dalla finestra, certo che sia lì a guardarci beffarda. E rapido sento il sangue fluirmi alla testa e risvegliare tutti i miei sensi sopiti fino a questo momento: assieme ad essi sembrano ridestarsi anche vecchi desideri, sempre accantonati e mai dimenticati.

 

<< Non ho paura di te >>

<< Dovresti >>

 

Mi avvicino a lei, spinto da una forza che sento nascere in me, sempre più prepotente: si fa spazio tra i pochi pensieri razionali che ancora affollano la mia mente e sembra volerli scacciare con la stessa sfrontatezza con cui lei ricambia il mio sguardo. Le rivolgo un sorriso obliquo che so non appartenermi, ma in attimi come questi, io stesso fatico a riconoscermi.

 

<< La sera in cui ti ho baciato… era una di queste:in quel buio corridoio eravamo illuminati dalla luna, o sbaglio? >>

<< Fu questa la ragione per cui lo facesti, dunque? >>

 

E ancora le sorrido, divertito questa volta dalla sua replica e dal tremore della sua voce. Azzero quasi del tutto la distanza che ci separa e mi piego per parlare al suo orecchio.

 

<< L’influsso della luna mi spinge solo a fare ciò che desidero, a liberarmi della ragione per dar sfogo ai miei desideri. E’ l’istinto a guidarmi in sere come queste. Per tale motivo ti consiglio di andartene, prima che possa ritrovarmi a fare qualcosa di cui entrambi ci pentiremmo domattina >>

  

Non so da dove sia sbucato quello che sembra essere il mio ultimo pensiero sensato e ragionevole, quando l’unica cosa che desidero è sfiorarne la pelle bianca e inebriarmi del suo profumo, a bloccarla contro il muro e bere il suo sapore. E come se leggesse la mia mente, i mie desideri, ecco che fa quello che esattamente bramavo.

 

E quando sento le sue labbra premere sulle mie, ogni freno cade e do sfogo all’impulsività che prevale nel mio corpo e nella mia testa; all’irrazionalità che guida tutte le mie azioni in una notte di luna piena.

 

Le cingo la vita, obbligandola a dischiudere la bocca e ad accogliere la mia lingua, la mia passione che freme per mischiarsi alla sua. Premo contro il suo corpo, sfiorando le sue cosce, rialzandola con facilità e adagiandola contro la parete. Ma nemmeno questo sembra bastarmi: ho bisogno di più, il mio corpo trema per la necessità de sentirla ancora più vicina, di averla.

 

La spingo contro il letto e lei stranamente docile, si lascia cadere sulle morbide lenzuola. La sovrasto col mio peso, fermandomi un solo istante per guardarla dritto negli occhi e cancellare quell’insidioso dubbio che urla nella ma testa.

 

<< Potrei farti del male >>

<< Potrei fartene anch’io >>

 

E l’ultimo scoglio di razionalità è ormai superato: mi ributto con prepotenza sulla sua bocca, mordendone le labbra e avvertendo chiaramente il sapore del suo sangue mischiarsi con la mia saliva, con le mie emozioni. Esse sembrano talmente intense che ho paura possano perforarmi il petto. Ma non mi do tempo di pensare a nient’altro che al suo corpo: la desidero e l’avrò.

 

Le mie mani scorrono veloci su di lei, impazienti: le sfilo la cravatta, sbottonandole la camicia con veemenza e nel farlo, sono certo di averle strappato uno o due bottoni. Gliela apro con poca delicatezza, fiondandomi sui suoi seni: piccoli e bianchi. Le sue forme sono ancora acerbe, ma mi sento impazzire al solo sfiorarla. Bacio le sue rotondità con una foga che so appartenere al lupo dentro di me e le mie orecchie si riempiono dei suoi gemiti soffocati. Ma non una sola protesta fuoriesce dalle sue labbra, ora sigillate come ad impedirsi di gemere.

 

Frettoloso la privo della gonna, e lo stesso faccio con le calze, gettandole da qualche parte sul pavimento: non mi curo di niente, nella mia testa c’è spazio solo per il suo corpo che freme ad ogni mia carezza. Avverto le sue mani timide e tremanti cercare di togliere i bottoni dalle asole e reprimo un sorriso compiaciuto. L’aiuto nel suo intento di svestirmi e veloce sfilo la camicia, gettandola lontano, farà compagnia al resto dei suoi indumenti.

 

Mi volto, tornando a guardarla e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bella. I capelli, di quel biondo così simile alla sfera che sta guidando le mie azioni, sparsi sul cuscino e il viso arrossato per l’imbarazzo. Osservo il corpo magro che cerca goffamente di coprire, prima che afferri le sue braccia e le allontani dai suoi seni: mi poso su di lei, dischiudendole le gambe e riprendendo a torturare la sua bocca.

 

Avverto le sue mani tra i miei capelli, orrendamente neri, e lascio che le mie labbra vaghino lungo la pelle nuda del suo collo e ancora sui suoi seni, fino alla pancia piatta. E il suo gemito mal trattenuto inebria i miei sensi, quando le mie dita sfiorano la sua femminilità. Dapprima delicato e poi sempre più irruento: non so trattenermi e non sono sicuro che lei voglia che lo faccia.

 

Si stringe a me, ansimando contro la mia spalla e socchiudendo gli occhi: è preda delle mie attenzioni, dei miei gesti. Vederla così inerme sotto di me, riesce ad offuscare maggiormente la mia lucidità: sento di essere anch’io in balia delle mie emozioni, della mia ingordigia.

 

E quando il mio corpo giunge al limite della sopportazione, le sfilo la biancheria con impazienza, osservando lo stupore, misto a paura, dipingersi sul suo volto ancora arrossato. Dovrei fermarmi, tranquillizzarla probabilmente: ma l’unica cosa che sono in grado di fare, è privare anche me dei pantaloni e ritornare tra le sue gambe.

 

Porto le mani sulle sue cosce, carezzandole appena e sicuro di sentire resistenza da parte sua, ma ciò non accade: è ancora docile sotto di me, appare solo più cauta e attenta ad ogni mio movimento. Mi piego su di lei, pronto ad impossessarmi ancora della sua bocca, sperando di distrarla e rendere meno dolorosa la mia penetrazione.

 

Senza che possa prepararsi a ciò che sto per farle, entro in lei, con una sola e decisa spinta. Sento la sua schiena inarcarsi e le gambe stringersi attorno al mio bacino, con tanta forza da farmi male. E chiaro è il gemito che stavolta non cerca di soffocare: affonda le unghie nella mia carne e ansima contro il mio collo, e ad ogni spinta il suo respiro aumenta.

 

Mi spingo in lei con forza, tenendo ben ferme le mani ai suoi fianchi e fissando i miei occhi nei suoi, ora che sembra completamente alla mia mercé, abbandonata sul letto. Risponde al mio sguardo, socchiudendo appena gli occhi quando un’ondata di piacere attraversa il suo corpo. E geme senza più vergogna o pudore e ogni suo lamento sembra essere un invito a continuare, a penetrarla più affondo e con ancora più veemenza.

 

Ed è ciò che continuo a fare, dimentico di tutto, persino di quella maledetta luna che si affaccia su un cielo perfettamente limpido e sgombro di nubi. Mi perdo nell’odore della sua pelle, mischiato al mio e fremo quanto lei sotto di me, dandole ciò che vuole, prendendo ciò che io voglio.

 

Ed è dopo averla assaporata tutta che crollo stanco al suo fianco, posando il capo tra i suoi seni e seguendo il movimento del suo torace che continua ad alzarsi ed abbassarsi a ritmo sempre più regolare. Chiudo gli occhi, senza sentire il bisogno di parlare, di dare un nome a quanto appena accaduto. E con il timore che domattina io possa pensarla diversamente, chiudo gli occhi, lasciandomi cullare da quest’ultimo barlume di meravigliosa insensatezza.

 

 

 

 

 

Probabilmente sarete un po’ spiazzate dal comportamento di Teddy, terribilmente OOC dal personaggio che avevo creato. Ma rammentate che, come Remus, segue solo il suo istinto durante la luna piena: sempre senza peli aggiuntivi! xD

La stessa immagine che ho scelto è abbastanza ‘diversa’! xD

Al d’altro canto, è completamente diverso in questo p.o.v : ora consapevole dei sentimenti che prova per Yvonne, dopo l’enensima prova (Amorentia), non vuole reprimerli, solo viverli. E piacevoli risvolti ci saranno nel prossimo capitolo di Y&M, per loro!

Ah, e si… Al ha sorriso! xD Sconvolgente vero?

Qui un video realizzato per la storia Y&M da BarbonaGirl:

http://www.youtube.com/watch?v=Z5LZSgX_YGk&feature=feedu

Io lo trovo assolutamente meraviglioso, voi?! xD

   
 
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