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Autore: Clovely    23/08/2011    3 recensioni
Estate. Lily Evans passa le vacanze a casa sua, a Londra, nella sua famiglia babbana, cercando di non pensare ai problemi legati al mondo magico e ad Hogwarts. Ma i problemi, a quanto pare, la seguono ovunque lei vada: Severus, Petunia... addirittura James Potter e i suoi Malandrini. Pare che i guai non finiscano mai per la dolce Lily, nemmeno durante le vacanze estive.
Dal primo capitolo: " «Bene» Pensò la ragazza, sospirando al pensiero dell'estate che l'aspettava. James e i Malandrini da una parte. Severus e le sue arti oscure dall'altra. Ed entrambi alla ricerca delle sue attenzioni. Rivali come non mai. In quel momento Lily sentì freddo. Riusciva a pensare a sé stessa solo come ad un pezzetto di ghiaccio in mezzo a due fuochi".
Spero che la storia possa essere di vostro gradimento! Leggete e, se vi va, recensite!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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3) parole avvelente

Summer Memories

Capitolo 3: parole avvelenate


Passarono dei giorni tranquilli per Lily, che decise anche di tornare a lavorare dalla nonna. Non aveva più incontrato né Severus né Potter. Invece aveva visto qualche volta Maddie e gli altri, sempre al parco.
Avevano parlato moltissimo, ricordato i vecchi tempi e la ragazza era stata aggiornata sulla vita di tutte le ragazze. Era così facile parlare con loro, la facevano sentire a proprio agio, tanto che Lily si sentiva leggera ogni volta che lasciava il parco per tornare a casa. In qualche modo era più ottimista, sapendo che il giorno dopo le avrebbe riviste e avrebbe potuto parlare con loro ancora.

Il giorno dopo Lily tornò a lavorare dalla nonna. Ed era di buon umore, stranamente.
Uscì di casa di buon ora salutando con calore mamma e papà, che quel giorno sembravano tranquilli più del solito. La ragazza uscì sorridendo al sole che già brillava nel cielo, lasciando che ogni giorno i suoi raggi scaldassero l’intera città e tutti gli abitanti.
La nonna aveva già aperto il negozio e aveva già esposto in vetrina nuove torte meravigliose che solo lei era in grado di fare, di quelle alte e cosparse di glassa e perline colorate.
Il mattino passò più velocemente del previsto e Lily si ritrovò a chiacchierare con la nonna, tra un gelato e l’altro, degli avvenimenti dei giorni passati, finalmente con un sorriso sincero stampato sulle labbra. Aveva passato giornate abbastanza tranquille, aveva messo da parte le domande che le erano sorte al parco e... si era goduta i suoi momenti babbani. Chissà se anche quel giorno sarebbe andato così bene, si chiese Lily, cercando di ritrovare l’ottimismo perduto.


~


Quando Lily lasciò il negozio di nonna Evans sapeva già dove andare. Questo la rendeva inaspettatamente felice: di solito si ritrovava a vagare inconsciamente per le strade di Londra, fino a ritrovarsi davanti a casa, senza altri posti dove andare.
Ora invece non furono i suoi piedi a guidarla, ma la sua mente. In meno di dieci minuti si ritrovò davanti agli occhi il parco giochi.
Lily si avviò verso il posto che loro chiamavano il rifugio, ovvero lo stesso luogo dove Lily li aveva visti il primo giorno: lo spazio seminascosto da legno e corde in prossimità di alberi e panchine al limite del parchetto.
Quel pomeriggio il parco non era deserto ma brulicava di bambini urlanti ed allegri che correvano da ogni parte e di mamme in gruppetti che chiacchieravano, curavano i bambini, cullavano i più piccini tra le braccia.
- Per fortuna so dove andare. - Pensò Lily.
Infatti i ragazzi erano la. Almeno c’erano Maddie, Cassie e Nora, che parlavano vicinissime, come se nessuno dovesse sentirle. Sobbalzarono quando Lily le salutò. Non l’avevano sentita arrivare, ma si ripresero presto e la salutarono con calore, come il giorno prima.
«Sei arrivata appena in tempo!» Esclamò Maddie sorridendo.
«Aggiornala tu sulla festa, ok? Noi dobbiamo scappare!» Esclamò Cassie prima di afferrare la sorella per il braccio, trascinandosela dietro.
Maddie ridacchiò prima di rivolgersi a Lily. «Ieri si sono dimenticate di curare la loro sorellina. Per poco non scappava di casa! La loro madre le ha messe in punizione ma sono riuscite ad evadere per un’oretta. Ad ogni modo riusciranno a venire sabato. A proposito!» Esclamò la riccia, riprendendo fiato. «Devi venire anche tu! Assolutamente! Sabato sera ci sarà un festicciola all’aperto, è nel parco della nostra scuola. Non è niente di che, solo musica d’intrattenimento e un buffet. E’ una festa senza troppe pretese. La organizziamo sempre verso la fine dell’estate per stare tutti assieme, prima di vederci di nuovo tra i banchi di scuola.» Concluse con un’espressione schifata alla parola scuola.
«Sarà divertente, vedrai! E poi ci saranno tutti! Non ci vuole nessun invito speciale per partecipare, quindi non hai scuse. Non puoi proprio mancare!»
Lily aveva sentito parlare di quella festa. Negli anni passati aveva sentito Petunia che ne parlava con mamma. Ovviamente lei non ci era mai andata.
E Petunia non si era mai presa il disturbo di invitarla. Lily sorrise. Chissà cos'avrebbe fatto quando si sarebbe trovata davanti la sua sorella-mostro alla festa.
«Allora... vieni?»
«Sì, credo che verrò.» Rispose Lily, sentendo un enorme peso che la lasciava.
«Fantastico!» Maddie batté le mani, poi spostò lo sguardo alle sue spalle. «Puoi aspettare un attimo? Credo di aver visto Dav!»
Lily annuì mentre Maddie si allontanava. Era stata invitata ad una festa. Lei!
Stava ancora compiacendosi dell’evento quando una voce la fece voltare. Sul momento non la riconobbe ma poi vide il ragazzo e si tranquillizzò.
«Ciao Lily!» Era Brad, il ragazzo della compagnia di Maddie. Lily non ricordava di averlo mai visto o conosciuto, per di più nei giorni passati era stato abbastanza silenzioso. Ogni volta che Lily si girava verso di lui lo sorprendeva a guardarla. O meglio, a fissarla.
«Ciao.»
«Sei sola?» Disse lui guardandosi attorno. Lily annuì.
«Allora non ti dispiacerà se mi siedo qui con te.»
Non era una vera e propria domanda, ma Lily rispose lo stesso. «Non c’è problema.»
La ragazza gli fece posto sulla panchina. Brad si sedette, sorridendole. I due rimasero un poco in silenzio, un silenzio che Lily avrebbe definito imbarazzante. Lily rammentò che gli sguardi che lo aveva sorpreso lanciargli erano davvero... profondi.
«Quindi...» Disse schiarendosi la voce e puntando i suoi occhi profondi su di lei. «Tu hai cambiato scuola quando...?» Chiese lui, per fare conversazione.
«Quando avevo undici anni.»
«Accidenti!» Esclamò lui «Io sono arrivato qui a dodici. Se solo mio padre si fosse deciso prima a trasferirsi...»
Lily lo guardò con un mezzo sorriso. Ci stava... provando? Concluse imbarazzata. Si diceva così tra i babbani.
«Hey, ti hanno già detto della festa?» Continuò lui, vedendo che Lily non diceva nulla. Il suo sorriso divenne ancora più pronunciato.
«Sì, Maddie me lo ha detto qualche minuto fa.»
«Oh. Bè mi chiedevo... ti va di venirci con me?»
Lily sgranò gli occhi e lo guardò. Sì, fu la risposta alla sua precedente domanda. Ci stava provando davvero. Okay, forse si stava spingendo un po troppo in là. Un conto era riallacciare vecchie amicizie. Ma questa era un’altra cosa. Illudere un babbano...
Anche se l’idea di accettare stuzzicava la coscienza di Lily. E se per una volta, una sola volta se ne fosse infischiata? Se avesse dimenticato i suoi problemi con il mondo magico? O meglio con le persone di quel mondo.
Non c’era nulla di male nel trasgredire una volta. E poi Brad sembrava un ragazzo a posto: capelli castani ed ordinati, occhi sinceri dello stesso colore dei tronchi alle sue spalle.
«Perché no?» Disse Lily senza indugiare oltre.
«Fantastico!» Il ragazzo saltò in piedi e anche Lily si alzò, ridacchiando di rimando al suo sorriso smagliante. Il ragazzo allungò la mano e, con sorpresa di Lily, prese quella della ragazza. Stava anche per aggiungere qualcosa, le labbra erano già dischiuse e i suoi occhi erano felici, ma...
Ma improvvisamente un’ombra calò su di loro. Lily si coprì gli occhi. Fu come se fosse esploso qualcosa. Un fumo nero si levò tutt’attorno ai due ragazzi, poi una mano le agguantò il braccio, trascinandola lontano dall'esplosione mentre lei già iniziava a tossire.
«Che diavolo stai combinando?!» Una voce sibilò vicino al suo orecchio destro, bassa e strascicata, aspra come veleno.
Lily riuscì finalmente ad aprire gli occhi e nel suo campo visivo trovò un volto.
«S-severus?» Tossicchiò Lily, mettendo a fuoco. «Che cosa ci fai qui?» Esclamò. Poi si accorse del fumo nero alle spalle del ragazzo, che iniziava pian piano a diradarsi. «Che cos’è successo?» Esclamò la ragazza sottraendosi alla presa di Severus. Lily si allontanò di qualche passo scrutandolo.
Severus cercò di nascondere qualcosa dietro la schiena, ma Lily oramai aveva visto. Sembrava un ampolla di vetro, uno di quei recipienti dove si conservavano le pozioni. Immediatamente Lily fece due più due. Un’ampolla vuota, Severus che amava le pozioni e le arti oscure, un fumo nero del tutto innaturale...
«Che cos’hai fatto? Cos’hai fatto?!» Esclamò lei strattonandolo.
«Cosa stavi facendo tu! Come puoi uscire con i babbani? E accettare l’invito di quel lurido, sporco...»
«Smettila! Stai zitto! Che cos’hai fatto, Severus?» Quando Lily si rese conto di non poter ottenere risposte dal ragazzo, lo scansò con furia e avanzò verso il luogo dell’incidente. Si stava già radunando una folla attorno ad un corpo. Il corpo di Brad. Lily si portò le mani alla bocca. Il primo pensiero che la sua mente riuscì a concepire fu: è morto! Severus l’aveva ucciso!
Ma poi il ragazzo si mosse. Prima una gamba, poi un braccio. Infine aprì gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte.
«C-c-che succede?» Chiese Brad con voce tremante. Era coperto di fuliggine nera ma Lily non riuscì a capire cos’altro gli fosse successo. La sua pelle però era giallognola e i suoi occhi erano persi, come il suo sguardo. Sembrava chiedersi cosa ci facesse li, sdraiato a terra in mezzo alla cenere.
Lily incrociò lo sguardo allibito di Maddie. La ragazza stava fissando lei. Con uno sguardo orripilato. Cos’era successo? Cosa stava succedendo? Perché la guardava così? Come se fosse lei la colpevole...
Si era cacciata in un enorme guaio.
Lily arretrò e tornò da Severus, prendendolo per il bavero della camicia grigia.
«Adesso mi dirai esattamente cos’hai fatto a quel ragazzo, altrimenti giuro che alla fine di questa giornata starai molto peggio di lui.» La sua voce era bassa e... carica di veleno. Questa era davvero l’ultima goccia.
«Ma che t’importa di lui!»
«Non mi importa di lui! M’importa del fatto che l’hai quasi ucciso!»
«Ma che dici!» Esclamò Severus cercando di allontanare le mani della ragazza dal suo collo. «Era solo una pozione! E’ tutta scena! L’ho fatto per
te, Lily.»
«Quindi non era un veleno o qualcosa di simile? Si rimetterà, starà bene?»
Severus annuì vigorosamente. Lily lo lasciò andare e si avviò verso casa. Ovviamente Severus la seguì.
«Lily perché non lo capisci? L’ho fatto solo per te! Stavi andando a immischiarti in un gruppo di babbani traditori! Non avevano nulla di buono, quelli!»
«Non sei tu che devi decidere le persone che devo frequentare! Questa è la mia vita e decido io!» Esclamò la rossa, furiosa.
«Tu non hai sentito quello che ho sentito io! Non puoi fidarti di loro, Lily! Facevano solo finta di esserti amici! Li ho sentiti parlare! Facevano i gentili solo per avvicinarti e scoprire qualcosa di te! Scoprire se quello che diceva tua sorella era vero!» Le urlò dietro Severus mentre i due svoltavano nella via che portava alla casa di Lily. La ragazza si fermò di colpo, fissando Severus.
«Perché, cosa dice mia sorella di me?»
Severus deglutì, non del tutto sicuro di voler continuare. Ma ad uno sguardo di Lily, decise di svuotare il sacco. «Dice moltissime cose, Lily. Tutte false. Ha detto che a undici anni sei andata a frequentare una scuola per pazzi. Che eri ritardata. Per questo eri sparita.»
Lily accusò il colpo, come se si fosse appena gettata da un promontorio e avesse sentito l’impatto con l'acqua. Non sapeva se credere o no a Severus, ma la notizia l’aveva ferita. Anche se non lo diede a vedere.
«Bene.» Disse la ragazza, senza alcuna emozione nella voce.
Fino a quel mattino era felice, le sembrava di essere parte di un qualcosa. Si sentiva di nuovo apprezzata. Aveva creduto che i problemi si fossero allontanati per lasciarla respirare, finalmente.
Ma, com’era prevedibile, non era durato più di qualche misero, misero giorno.
Solo il tempo di un’illusione.
Poi tutto si era frantumato, come uno specchio colpito da un enorme macigno. Ed ora Lily andava a fondo, attaccata ad un ancora di problemi.
Severus, sua sorella, i suoi falsi amici babbani che la credevano una pazza. Brad a terra coperto di fuliggine e balbettante. Ora gli altri ragazzi avrebbero creduto che era stata lei a fargli del male. Che era davvero pazza e che aveva ferito Brad solo perché l’aveva infastidita.
«Ora capisci perché l’ho fatto Lily?» La voce di Severus si addolcì, mentre il ragazzo azzardava un passo versò di lei.
Lily indietreggiò come se l’onda d’urto dell’esplosione di prima l’avesse colpita.
«Sta lontano da me.» Sussurrò a capo chino.
«Co-cosa?»
«Stai lontano da me.» Ripeté Lily. La sua voce era colma di un veleno che non credeva di possedere. «Hai già fatto troppo per me, Severus. Non ho bisogno di altro. Ora puoi anche sparire. Torna dai tuoi mangiamorte.»
Il ragazzo rimase colpito, ma non demorse. «Senti, Lily, dammi un ultima possibilità. Volevi andare ad una festa con quel ragazzo, vero? Vieni con me. Vieni alla festa con me.» Disse lui ostentando sicurezza.
Lily rimase in silenzio, mentre sentiva dei passi in avvicinamento. Lily sapeva già di chi si trattasse ancora prima di sentirne la voce.
«Lily?»
Severus non degnò nemmeno di uno sguardo James Potter. «Ti prego, Lily. Vieni alla festa con me.»
La ragazza era esausta e aveva capito che non c’era altro modo per farlo smettere. Per farlo allontanare una volta per tutte. C’era un solo modo di ferire Severus Piton. Lui aveva già ferito lei, in modo irreparabile. Ma non si arrendeva.
Bene, pensò Lily, sentendosi malvagia come mai in vita sua. Avrebbe usato l’unico modo che conosceva per allontanarlo una volta per tutte.
«No. Non verrò con te al ballo Severus. Ci andrò con lui.» Lily lo sentì di nuovo, il veleno nella sua voce, mentre si girava ad indicare Potter che osservava la scena senza capire. Lily arretrò e afferrò il braccio del ragazzo, che la fissava confuso.
«Quindi smettila di insistere. Sparisci, non voglio più vederti. Hai superato il limite Severus. Sei giunto al punto di non ritorno. Sei arrivato a spiarmi e ad avvelenare un babbano che non aveva fatto nulla di male. Ti sei inoltrato troppo a fondo in una strada che non sono disposta a percorrere, come tu già ben sai. Quindi sparisci. Non voglio parlarti mai più.»
Il ragazzo fissò la mano di Lily stretta attorno al braccio di James Potter per qualche secondo, prima di voltarsi e sparire nel buio.
Lily lasciò andare James, e sospirò, immensamente stanca.
«Che diavolo sta succedendo?!» Esclamò James.
Lily scosse la testa. «Niente, Potter. Torna a casa.»
«La festa. Di chi festa parlavi?»
«Non c’è nessuna festa.»
«Hai detto che saresti venuta con me ad una festa. Mi chiedevo se era la stessa festa per la quale ero venuto qui adesso. La festa dove volevo invitarti.»
Lily lo guardò e vide qualcosa in James Potter. Era davvero lì per quello, era davvero confuso per quello che aveva visto.
Ma lei non era in vena di parlare. Non era proprio in vena di esistere. Scosse la testa prima di salire i gradini che portavano alla porta di casa sua.
«Così mi hai usato come scusa? Non intendevi davvero venirci con me?» Urlò James, ma la sua domanda rimase senza risposta. «Bene.» Disse. Lily sentì i suoi passi che si allontanavano prima di sbattersi la porta alle spalle.

~


James non indugiò più di un secondo davanti a casa Evans. Si voltò veloce iniziò a camminare a passo di marcia, le mani strette a pugno, gli occhi offuscati dalla rabbia e dalla delusione.
L’aveva usato. Usato.
Lily Evans aveva usato James Potter per scaricare Mocciosus.
Poteva sopportare il fatto che lei lo rifiutasse ogni volta che le chiedeva di uscire, poteva perfino sopportare l’idea di Mocciosus che le girava attorno, tanto Lily non lo considerava più. Ma non poteva sopportare il fatto di essere usato come ripiego.
No, quello no.
James affondò le mani nelle tasche della felpa e continuò a camminare. I suoi piedi lo guidavano per strade che non aveva mai percorso, ma a James non importava.
Era arrabbiato, James Potter. Davvero arrabbiato.
Camminò a lungo, fino a quando i muri delle case si strinsero attorno a lui, diventando alte muraglie di mattoni scuri e decrepiti, che formavano pareti all’apparenza poco stabili. Doveva essere capitato in un quartiere povero. Come a conferma di ciò, dei topi gli passarono di fianco, correndo frenetici. James arricciò il naso. Non aveva mai amato i topi, li sopportava solo da quando Codaliscia aveva deciso di trasformarsi proprio in un ratto, ma questo non l’aveva portato ad amarli, no.
James continuò a camminare, fino a quando sentì delle voci. Quando il ragazzo ne riconobbe una, si premette con astio contro uno di quei muri sporchi, nascondendosi nell’ombra.
«Severus!» Urlò la voce di una donna. «Dove ti eri cacciato?! Ti avevo detto di andare a comprare del cibo. Dov’è?» La voce della donna, che doveva essere sua madre, era tutt’altro che amabile. James si sporse di poco per vedere la scena: la donna stava sul ciglio di una porta di legno, che sembrava essere marcia in più punti. Le mani poggiate sui fianchi, l’espressione furente. Davanti a lei, di schiena, stava un ragazzo vestito interamente di nero, con i capelli unticci che ricadevano sulle spalle. Il ragazzo, Mocciosus, si strinse nelle spalle.
«Entra dentro! E vedi di darti una regolata, ragazzo! Oppure ti ritroverai a mangiare pane secco e formaggio stantio fino a quando non ritornerai nella tua maledetta scuola!» La donna si scansò e spinse dentro il ragazzo a forza, sbattendosi la porta alle spalle. James avrebbe scommesso che la porta si sarebbe spaccata a metà, invece rimase intatta, anche se traballante, come il resto delle altre case.
James si scansò dal muro, spazzolandosi la felpa dalla polvere nera dei mattoni, e riprese a camminare, senza degnare di un ulteriore sguardo la casa di Piton.


~


Da quando Lily Evans, la dolce, buona Lily Evans era così cattiva? Non aveva mai parlato così a qualcuno, se non a James Potter, anche se molto raramente. Adesso invece sentiva dentro di lei una furia incontenibile.
Sapeva già su chi sfogarla. Salì le scale sbattendo i piedi sulla moquette fino a ritrovarsi al primo piano. Senza indugiare si diresse sino a una ben nota porta di legno laccato in bianco. Non si prese nemmeno la briga di bussare. Spalancò la porta facendola sbattere con furia.
Una ragazza dai lunghi capelli castani sobbalzò sulla sedia, girandosi a guardare la porta con una sorpresa spaventata negli occhi. Quando vide Lily sulla soglia balzò in piedi, assumendo uno sguardo disgustato.
«Allora, Tunia. Credo sia arrivato il momento di parlare. Che ne dici di iniziare dalle frottole che racconti su di me?»
Lo sguardo duro della sorella lasciò spazio ad un’espressione sorpresa.
«Sai che sono una persona buona con tutti. Ma oggi è proprio il giorno sbagliato per farmi arrabbiare. Quindi... svuota il sacco.»
Petunia fissò sua sorella. Non aveva mai visto Lily Evans così furiosa.
Anzi, Lily Evans non era mai stata così furiosa in tutta la sua vita.

~


SPAZIO AUTORE

Eccomi qui ragazzi, sono tornata!
Wow, è passato una sacco di tempo, siamo già a metà agosto se non oltre, ma non so voi... per me il tempo è davvero voltato! Proprio non voglio che finiscano le vacanze! ç___ç
Bè, per fortuna posso consolarmi con il fatto di aggiornare la storia... spero che ciò renda felici anche voi!
Spero il capitolo sia stato di vostro gradimento! Direi che Lily ha raggiunto l’apice della sopportazione e alla fine... è scoppiata! E come sempre, il povero James si ritrova in mezzo e, devo dire, non ne esce mai incolume, vero???
Bè, non so che altro dire, solo che spero continuerete a seguire la storia, anche se è passato un poco di tempo da quando l’ho aggiornata!
E... chi ha voglia di vedere l’amorevole rapporto fraterno tra Lily e Tunia?? ;)
Ok, concludo ringraziando le persone che hanno commentato il capitolo precedete:
Un grazie davvero di cuore!
A presto e al prossimo capitolo! Buona continuazione delle vacanze!








   
 
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