Summer Memories
Capitolo 3: parole avvelenate
Passarono
dei giorni tranquilli per Lily, che decise anche di tornare a
lavorare dalla nonna. Non aveva più incontrato né
Severus né
Potter. Invece aveva visto qualche volta Maddie e gli altri, sempre
al parco.
Avevano
parlato moltissimo, ricordato i vecchi tempi e la ragazza era stata
aggiornata sulla vita di tutte le ragazze. Era così facile
parlare
con loro, la facevano sentire a proprio agio, tanto che Lily si
sentiva leggera ogni volta che lasciava il parco per tornare a casa.
In qualche modo era più ottimista, sapendo che il giorno
dopo le
avrebbe riviste e avrebbe potuto parlare con loro ancora.
Il
giorno dopo Lily tornò a lavorare dalla nonna.
Ed era di buon
umore, stranamente.
Uscì
di casa di buon ora salutando con calore mamma e papà, che
quel
giorno sembravano tranquilli più del solito. La ragazza
uscì
sorridendo al sole che già brillava nel cielo, lasciando che
ogni
giorno i suoi raggi scaldassero l’intera città e
tutti gli
abitanti.
La
nonna aveva già aperto il negozio e aveva già
esposto in vetrina
nuove torte meravigliose che solo lei era in grado di fare, di quelle
alte e cosparse di glassa e perline colorate.
Il
mattino passò più velocemente del previsto e Lily
si ritrovò a
chiacchierare con la nonna, tra un gelato e l’altro, degli
avvenimenti dei giorni passati, finalmente con un sorriso sincero
stampato sulle labbra. Aveva passato giornate abbastanza tranquille,
aveva messo da parte le domande che le erano sorte al parco e... si
era goduta i suoi momenti babbani. Chissà se anche quel
giorno
sarebbe andato così bene, si chiese Lily, cercando di
ritrovare
l’ottimismo perduto.
~
Quando
Lily lasciò il negozio di nonna Evans sapeva già
dove andare.
Questo la rendeva inaspettatamente felice: di solito si ritrovava a
vagare inconsciamente per le strade di Londra, fino a ritrovarsi
davanti a casa, senza altri posti dove andare.
Ora
invece non furono i suoi piedi a guidarla, ma la sua mente. In meno
di dieci minuti si ritrovò davanti agli occhi il parco
giochi.
Lily
si avviò verso il posto che loro chiamavano il rifugio,
ovvero lo
stesso luogo dove Lily li aveva visti il primo giorno: lo spazio
seminascosto da legno e corde in prossimità di alberi e
panchine al
limite del parchetto.
Quel
pomeriggio il parco non era deserto ma brulicava di bambini urlanti
ed allegri che correvano da ogni parte e di mamme in gruppetti che
chiacchieravano, curavano i bambini, cullavano i più piccini
tra le
braccia.
-
Per fortuna so dove andare. - Pensò Lily.
Infatti
i ragazzi erano la. Almeno c’erano Maddie, Cassie e Nora, che
parlavano vicinissime, come se nessuno dovesse sentirle. Sobbalzarono
quando Lily le salutò. Non l’avevano sentita
arrivare, ma si
ripresero presto e la salutarono con calore, come il giorno prima.
«Sei
arrivata appena in tempo!» Esclamò Maddie
sorridendo.
«Aggiornala
tu sulla festa, ok? Noi dobbiamo scappare!»
Esclamò Cassie prima di
afferrare la sorella per il braccio, trascinandosela dietro.
Maddie
ridacchiò prima di rivolgersi a Lily. «Ieri si
sono dimenticate di
curare la loro sorellina. Per poco non scappava di casa! La loro
madre le ha messe in punizione ma sono riuscite ad evadere per
un’oretta. Ad ogni modo riusciranno a venire sabato. A
proposito!»
Esclamò la riccia, riprendendo fiato. «Devi venire
anche tu!
Assolutamente! Sabato sera ci sarà un festicciola
all’aperto, è
nel parco della nostra scuola. Non è niente di che, solo
musica
d’intrattenimento e un buffet. E’ una festa senza
troppe pretese.
La organizziamo sempre verso la fine dell’estate per stare
tutti
assieme, prima di vederci di nuovo tra i banchi di scuola.»
Concluse
con un’espressione schifata alla parola scuola.
«Sarà
divertente, vedrai! E poi ci saranno tutti! Non ci
vuole
nessun invito speciale per partecipare, quindi non hai scuse. Non
puoi proprio mancare!»
Lily
aveva sentito parlare di quella festa. Negli anni passati aveva
sentito Petunia che ne parlava con mamma. Ovviamente lei non ci era
mai andata.
E
Petunia non si era mai presa il disturbo di invitarla. Lily sorrise.
Chissà cos'avrebbe fatto quando si sarebbe trovata davanti
la sua
sorella-mostro alla festa.
«Allora...
vieni?»
«Sì,
credo che verrò.» Rispose Lily, sentendo un enorme
peso che la
lasciava.
«Fantastico!»
Maddie batté le mani, poi spostò lo sguardo alle
sue spalle. «Puoi
aspettare un attimo? Credo di aver visto Dav!»
Lily
annuì mentre Maddie si allontanava. Era stata invitata ad
una festa.
Lei!
Stava
ancora compiacendosi dell’evento quando una voce la fece
voltare.
Sul momento non la riconobbe ma poi vide il ragazzo e si
tranquillizzò.
«Ciao
Lily!» Era Brad, il ragazzo della compagnia di Maddie. Lily
non
ricordava di averlo mai visto o conosciuto, per di più nei
giorni
passati era stato abbastanza silenzioso. Ogni volta che Lily si
girava verso di lui lo sorprendeva a guardarla. O meglio, a fissarla.
«Ciao.»
«Sei
sola?» Disse lui guardandosi attorno. Lily annuì.
«Allora
non ti dispiacerà se mi siedo qui con te.»
Non
era una vera e propria domanda, ma Lily rispose lo stesso.
«Non c’è
problema.»
La
ragazza gli fece posto sulla panchina. Brad si sedette, sorridendole.
I due rimasero un poco in silenzio, un silenzio che Lily avrebbe
definito imbarazzante. Lily rammentò che gli sguardi che lo
aveva
sorpreso lanciargli erano davvero... profondi.
«Quindi...»
Disse schiarendosi la voce e puntando i suoi occhi profondi su di
lei. «Tu hai cambiato scuola quando...?» Chiese
lui, per fare
conversazione.
«Quando
avevo undici anni.»
«Accidenti!»
Esclamò lui «Io sono arrivato qui a dodici. Se
solo mio padre si
fosse deciso prima a trasferirsi...»
Lily
lo guardò con un mezzo sorriso. Ci stava... provando?
Concluse
imbarazzata. Si diceva così tra i babbani.
«Hey,
ti hanno già detto della festa?»
Continuò lui, vedendo che Lily
non diceva nulla. Il suo sorriso divenne ancora più
pronunciato.
«Sì,
Maddie me lo ha detto qualche minuto fa.»
«Oh.
Bè mi chiedevo... ti va di venirci con me?»
Lily
sgranò gli occhi e lo guardò. Sì, fu
la risposta alla sua
precedente domanda. Ci stava provando davvero. Okay, forse si stava
spingendo un po troppo in là. Un conto era riallacciare
vecchie
amicizie. Ma questa era un’altra cosa. Illudere un babbano...
Anche
se l’idea di accettare stuzzicava la coscienza di Lily. E se
per
una volta, una sola volta se ne fosse infischiata? Se avesse
dimenticato i suoi problemi con il mondo magico? O meglio con le
persone di quel mondo.
Non
c’era nulla di male nel trasgredire una volta. E poi Brad
sembrava
un ragazzo a posto: capelli castani ed ordinati, occhi sinceri dello
stesso colore dei tronchi alle sue spalle.
«Perché
no?» Disse Lily senza indugiare oltre.
«Fantastico!»
Il ragazzo saltò in piedi e anche Lily si alzò,
ridacchiando di
rimando al suo sorriso smagliante. Il ragazzo allungò la
mano e,
con sorpresa di Lily, prese quella della ragazza. Stava anche per
aggiungere qualcosa, le labbra erano già dischiuse e i suoi
occhi
erano felici, ma...
Ma
improvvisamente un’ombra calò su di loro. Lily si
coprì gli
occhi. Fu come se fosse esploso qualcosa. Un fumo nero si
levò
tutt’attorno ai due ragazzi, poi una mano le
agguantò il braccio,
trascinandola lontano dall'esplosione mentre lei già
iniziava a
tossire.
«Che
diavolo stai combinando?!» Una voce
sibilò vicino al suo
orecchio destro, bassa e strascicata, aspra come veleno.
Lily
riuscì finalmente ad aprire gli occhi e nel suo campo visivo
trovò
un volto.
«S-severus?»
Tossicchiò Lily, mettendo a fuoco. «Che cosa ci
fai qui?» Esclamò.
Poi si accorse del fumo nero alle spalle del ragazzo, che iniziava
pian piano a diradarsi. «Che cos’è
successo?» Esclamò la
ragazza sottraendosi alla presa di Severus. Lily si
allontanò di
qualche passo scrutandolo.
Severus
cercò di nascondere qualcosa dietro la schiena, ma Lily
oramai aveva
visto. Sembrava un ampolla di vetro, uno di quei recipienti dove si
conservavano le pozioni. Immediatamente Lily fece due più
due.
Un’ampolla vuota, Severus che amava le pozioni e le arti
oscure, un
fumo nero del tutto innaturale...
«Che
cos’hai fatto? Cos’hai fatto?!»
Esclamò lei strattonandolo.
«Cosa
stavi facendo tu!
Come puoi
uscire con i babbani? E accettare l’invito di quel lurido,
sporco...»
«Smettila!
Stai zitto! Che cos’hai fatto, Severus?» Quando
Lily si rese conto
di non poter ottenere risposte dal ragazzo, lo scansò con
furia e
avanzò verso il luogo dell’incidente. Si stava
già radunando una
folla attorno ad un corpo. Il corpo di Brad. Lily si portò
le mani
alla bocca. Il primo pensiero che la sua mente riuscì a
concepire
fu: è morto! Severus l’aveva ucciso!
Ma
poi il ragazzo si mosse. Prima una gamba, poi un braccio. Infine
aprì
gli occhi, sbattendo le palpebre più e più volte.
«C-c-che
succede?» Chiese Brad con voce tremante. Era coperto di
fuliggine
nera ma Lily non riuscì a capire cos’altro gli
fosse successo. La
sua pelle però era giallognola e i suoi occhi erano persi,
come il
suo sguardo. Sembrava chiedersi cosa ci facesse li, sdraiato a terra
in mezzo alla cenere.
Lily
incrociò lo sguardo allibito di Maddie. La ragazza stava
fissando
lei.
Con uno sguardo
orripilato. Cos’era successo? Cosa stava succedendo?
Perché la
guardava così? Come se fosse lei la colpevole...
Si
era cacciata in un enorme guaio.
Lily
arretrò e tornò da Severus, prendendolo per il
bavero della camicia
grigia.
«Adesso
mi dirai esattamente cos’hai
fatto a quel ragazzo, altrimenti giuro che alla fine di questa
giornata starai molto peggio di lui.» La sua voce era bassa
e...
carica di veleno. Questa era davvero l’ultima goccia.
«Ma
che t’importa di lui!»
«Non
mi importa di lui! M’importa
del fatto che l’hai quasi ucciso!»
«Ma
che dici!» Esclamò Severus cercando di allontanare
le mani della
ragazza dal suo collo. «Era solo una pozione! E’
tutta scena! L’ho
fatto per te, Lily.»
«Quindi
non era un veleno o qualcosa di simile? Si rimetterà,
starà bene?»
Severus
annuì vigorosamente. Lily lo lasciò andare e si
avviò verso casa.
Ovviamente Severus la seguì.
«Lily
perché non lo capisci? L’ho fatto solo per te!
Stavi andando a
immischiarti in un gruppo di babbani traditori! Non avevano nulla di
buono, quelli!»
«Non
sei tu che devi decidere le persone che devo frequentare! Questa
è
la mia vita e decido io!» Esclamò la rossa,
furiosa.
«Tu
non hai sentito quello che ho sentito io! Non puoi fidarti di loro,
Lily! Facevano solo finta di esserti amici! Li ho sentiti parlare!
Facevano i gentili solo per avvicinarti e scoprire qualcosa di te!
Scoprire se quello che diceva tua sorella era vero!» Le
urlò dietro
Severus mentre i due svoltavano nella via che portava alla casa di
Lily. La ragazza si fermò di colpo, fissando Severus.
«Perché,
cosa dice mia sorella di me?»
Severus
deglutì, non del tutto sicuro di voler continuare. Ma ad uno
sguardo
di Lily, decise di svuotare il sacco. «Dice moltissime cose,
Lily.
Tutte false. Ha detto che a undici anni sei andata a frequentare una
scuola per pazzi. Che eri ritardata. Per questo eri sparita.»
Lily
accusò il colpo, come se si fosse appena gettata da un
promontorio e
avesse sentito l’impatto con l'acqua. Non sapeva se credere o
no a
Severus, ma la notizia l’aveva ferita. Anche se non lo diede
a
vedere.
«Bene.»
Disse la ragazza, senza alcuna emozione nella voce.
Fino
a quel mattino era felice, le sembrava di essere parte di un
qualcosa. Si sentiva
di nuovo apprezzata. Aveva creduto che i problemi si fossero
allontanati per lasciarla respirare, finalmente.
Ma,
com’era prevedibile, non era durato più di qualche
misero, misero
giorno.
Solo
il tempo di un’illusione.
Poi
tutto si era frantumato, come uno specchio colpito da un enorme
macigno. Ed ora Lily andava a fondo, attaccata ad un ancora di
problemi.
Severus,
sua sorella, i suoi falsi amici babbani che la credevano una pazza.
Brad a terra coperto di fuliggine e balbettante. Ora gli altri
ragazzi avrebbero creduto che era stata lei a
fargli del male. Che era davvero pazza e che aveva ferito Brad solo
perché l’aveva infastidita.
«Ora
capisci perché l’ho fatto Lily?» La voce
di Severus si addolcì,
mentre il ragazzo azzardava un passo versò di lei.
Lily
indietreggiò come se l’onda d’urto
dell’esplosione di prima
l’avesse colpita.
«Sta
lontano da me.» Sussurrò a capo chino.
«Co-cosa?»
«Stai
lontano da me.» Ripeté Lily. La sua voce
era colma di un veleno
che non credeva di possedere. «Hai già fatto
troppo per me,
Severus. Non ho bisogno di altro. Ora puoi anche sparire. Torna dai
tuoi mangiamorte.»
Il
ragazzo rimase colpito, ma non demorse. «Senti, Lily, dammi
un
ultima possibilità. Volevi andare ad una festa con quel
ragazzo,
vero? Vieni con me. Vieni alla festa con me.» Disse lui
ostentando
sicurezza.
Lily
rimase in silenzio, mentre sentiva dei passi in avvicinamento. Lily
sapeva già di chi si trattasse ancora prima di sentirne la
voce.
«Lily?»
Severus
non degnò nemmeno di uno sguardo James Potter. «Ti
prego, Lily.
Vieni alla festa con me.»
La
ragazza era esausta e aveva capito che non c’era altro modo
per
farlo smettere. Per farlo allontanare una volta per tutte.
C’era un
solo modo di ferire Severus Piton. Lui aveva già ferito lei,
in modo
irreparabile. Ma non si arrendeva.
Bene,
pensò Lily, sentendosi malvagia come mai in vita sua.
Avrebbe usato
l’unico modo che conosceva per allontanarlo una volta per
tutte.
«No.
Non verrò con te al ballo Severus. Ci andrò con lui.»
Lily
lo sentì di nuovo, il veleno nella sua voce, mentre si
girava ad
indicare Potter che osservava la scena senza capire. Lily
arretrò e
afferrò il braccio del ragazzo, che la fissava confuso.
«Quindi
smettila di insistere. Sparisci, non voglio più vederti. Hai
superato il limite Severus. Sei giunto al punto di non ritorno. Sei
arrivato a spiarmi e ad avvelenare un babbano che non aveva fatto
nulla di male. Ti sei inoltrato troppo a fondo in una strada che non
sono disposta a percorrere, come tu già ben sai. Quindi
sparisci.
Non voglio parlarti mai più.»
Il
ragazzo fissò la mano di Lily stretta attorno al braccio di
James
Potter per qualche secondo, prima di voltarsi e sparire nel buio.
Lily
lasciò andare James, e sospirò, immensamente
stanca.
«Che
diavolo sta succedendo?!» Esclamò James.
Lily
scosse la testa. «Niente, Potter. Torna a casa.»
«La
festa. Di chi festa parlavi?»
«Non
c’è nessuna festa.»
«Hai
detto che saresti venuta con me ad una festa. Mi chiedevo se era la
stessa festa per la quale ero venuto qui adesso. La festa dove volevo
invitarti.»
Lily
lo guardò e vide qualcosa in James Potter. Era davvero
lì per
quello, era davvero confuso per quello che aveva visto.
Ma
lei non era in vena di parlare. Non era proprio in vena di
esistere. Scosse la testa prima di salire i gradini che
portavano
alla porta di casa sua.
«Così
mi hai usato come scusa? Non intendevi davvero venirci con
me?» Urlò
James, ma la sua domanda rimase senza risposta.
«Bene.» Disse. Lily
sentì i suoi passi che si allontanavano prima di sbattersi
la porta
alle spalle.
~
James
non indugiò più di un secondo davanti a casa
Evans. Si voltò
veloce iniziò a camminare a passo di marcia, le mani strette
a
pugno, gli occhi offuscati dalla rabbia e dalla delusione.
L’aveva
usato. Usato.
Lily
Evans aveva usato James Potter per scaricare Mocciosus.
Poteva
sopportare il fatto che lei lo rifiutasse ogni volta che le chiedeva
di uscire, poteva perfino sopportare l’idea di Mocciosus che
le
girava attorno, tanto Lily non lo considerava più. Ma non
poteva
sopportare il fatto di essere usato come ripiego.
No,
quello no.
James
affondò le mani nelle tasche della felpa e
continuò a camminare. I
suoi piedi lo guidavano per strade che non aveva mai percorso, ma a
James non importava.
Era
arrabbiato, James Potter. Davvero arrabbiato.
Camminò
a lungo, fino a quando i muri delle case si strinsero attorno a lui,
diventando alte muraglie di mattoni scuri e decrepiti, che formavano
pareti all’apparenza poco stabili. Doveva essere capitato in
un
quartiere povero. Come a conferma di ciò, dei topi gli
passarono di
fianco, correndo frenetici. James arricciò il naso. Non
aveva mai
amato i topi, li sopportava solo da quando Codaliscia aveva deciso di
trasformarsi proprio in un ratto, ma questo non l’aveva
portato ad
amarli, no.
James
continuò a camminare, fino a quando sentì delle
voci. Quando il
ragazzo ne riconobbe una, si premette con astio contro uno di quei
muri sporchi, nascondendosi nell’ombra.
«Severus!»
Urlò la voce di una donna. «Dove ti eri cacciato?!
Ti avevo detto
di andare a comprare del cibo. Dov’è?»
La voce della donna, che
doveva essere sua madre, era tutt’altro che amabile. James si
sporse di poco per vedere la scena: la donna stava sul ciglio di una
porta di legno, che sembrava essere marcia in più punti. Le
mani
poggiate sui fianchi, l’espressione furente. Davanti a lei,
di
schiena, stava un ragazzo vestito interamente di nero, con i capelli
unticci che ricadevano sulle spalle. Il ragazzo, Mocciosus, si
strinse nelle spalle.
«Entra
dentro! E vedi di darti una regolata, ragazzo! Oppure ti ritroverai a
mangiare pane secco e formaggio stantio fino a quando non ritornerai
nella tua maledetta scuola!» La donna si scansò e
spinse dentro il
ragazzo a forza, sbattendosi la porta alle spalle. James avrebbe
scommesso che la porta si sarebbe spaccata a metà, invece
rimase
intatta, anche se traballante, come il resto delle altre case.
James
si scansò dal muro, spazzolandosi la felpa dalla polvere
nera dei
mattoni, e riprese a camminare, senza degnare di un ulteriore sguardo
la casa di Piton.
~
Da
quando Lily Evans, la dolce, buona Lily Evans era così cattiva?
Non aveva
mai parlato così a
qualcuno, se non a James Potter, anche se molto raramente. Adesso
invece sentiva dentro di lei una furia incontenibile.
Sapeva già su chi
sfogarla. Salì le scale sbattendo i piedi sulla moquette
fino a
ritrovarsi al primo piano. Senza indugiare si diresse sino a una ben
nota porta di legno laccato in bianco. Non si prese nemmeno la briga
di bussare. Spalancò la porta facendola sbattere con furia.
Una ragazza dai lunghi
capelli castani sobbalzò sulla sedia, girandosi a guardare
la porta
con una sorpresa spaventata negli occhi. Quando vide Lily sulla
soglia balzò in piedi, assumendo uno sguardo disgustato.
«Allora, Tunia. Credo
sia arrivato il momento di parlare. Che ne dici di iniziare dalle
frottole che racconti su di me?»
Lo sguardo duro della
sorella lasciò spazio ad un’espressione sorpresa.
«Sai che sono una
persona buona con tutti. Ma oggi è proprio il giorno
sbagliato per
farmi arrabbiare. Quindi... svuota il sacco.»
Petunia fissò sua
sorella. Non aveva mai visto Lily Evans così furiosa.
Anzi,
Lily Evans non era mai
stata così furiosa in tutta la sua vita.
SPAZIO
AUTORE
Eccomi
qui ragazzi,
sono tornata!
Wow, è passato una
sacco di tempo, siamo già a metà agosto se non
oltre, ma non so
voi... per me il tempo è davvero voltato! Proprio non voglio
che
finiscano le vacanze! ç___ç
Bè, per fortuna posso
consolarmi con il fatto di aggiornare la storia... spero che
ciò
renda felici anche voi!
Spero il capitolo sia
stato di vostro gradimento! Direi che Lily ha raggiunto
l’apice
della sopportazione e alla fine... è scoppiata! E come
sempre, il
povero James si ritrova in mezzo e, devo dire, non ne esce mai
incolume, vero???
Bè, non so che altro
dire, solo che spero continuerete a seguire la storia, anche se
è
passato un poco di tempo da quando l’ho aggiornata!
E... chi ha voglia di
vedere l’amorevole rapporto fraterno tra Lily e Tunia?? ;)
Ok, concludo
ringraziando le persone che hanno commentato il capitolo precedete:
Un grazie davvero di
cuore!
A presto e al prossimo
capitolo! Buona continuazione delle vacanze!