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Autore: Alchbel    23/08/2011    9 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~ KlaineSongs ~

 

 

7°_Baby it’s cold outside ~ Kurt

~ Quando cominci a chiederti se Natale abbia sostituito San Valentino ~

 





 

Dire che sono nervoso è dire poco. Sento l’impulso per nulla salutare di sbattere la testa contro il muro e allo stesso tempo di darmi dell’idiota per quello che provo.

È il fondo. Decisamente il fondo quello che sto toccando: non mi vergognerò mai più di me stesso come sto facendo ora – è una cosa tanto stupida!

 

Il picchiettare delle mie dita sul tavolino di alluminio del bar non mi aiuta certamente a sbollire la tensione, ma non riesco a fermarmi: devo fare qualcosa o diventerò pazzo… e non voglio che il mondo soffra per una perdita tanto importante!

 

«Kurt! Eccoti qui finalmente!»

 

Una voce mi scuote dalla mia crisi di panico mentale e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo voltandomi verso Mercedes che, con Rachel al seguito, mi ha finalmente raggiunto.

«Cos’è successo? Come stai? Di quale emergenza parliamo?» mi tempesta, mentre l’altra mi guarda con la stessa preoccupazione.

 

Devo aver esagerato con il messaggio: “Ho assoluto bisogno di voi. Massima urgenza. Sono al centro commerciale. Fate subito!”, ma ero davvero disperato e lo sono tuttora.

Le guardo per un istante, senza sapere di preciso cosa dire, ma sembra che Rachel non mentisse quando diceva di essere una sensitiva e di avere uno sviluppato sesto senso, perché i suoi occhi si fanno sottili ed affilati.

 

«Non avevamo detto nel week-end per la storia del regalo di Natale? E poi, ti pare normale farci correre qui in questo modo per un regalo?!» sbraita nervosa, ma devo aver fatto una faccia davvero sconvolta, perché la sua rabbia regredisce in un istante – un vero e proprio miracolo per chiunque conosca Rachel Berry.

 

«Kurt… siamo qui per il regalo da prendere a Blaine, vero?» mi chiede, il sospetto che le dipinge i lineamenti.

 

«Sì…» la tranquillizzo io – da quando, poi, io e lei siamo tanto gentili l’uno verso l’altra, resta un mistero «Non volevo allarmarvi tanto, ragazze. Sono solo nel panico più totale»

«Ok» prende parola Mercedes «Ora parti da capo, con calma»

 

Mi si siedono di fronte ed io prendo un bel respiro, per non sembrare ancora più stupido di quanto sarò dopo le mie parole – anche se non credo sarà possibile superare quel livello.

 

«Mi mancate così tanto» sussurro come se me ne fossi improvvisamente ricordato ed avessi bisogno di dirlo proprio ora.

I sorrisi di Mercedes e Rachel sembrano calmare un po’ il miscuglio di pensieri che rischia di farmi crollare da un momento all’altro.

«Manchi molto anche a noi, tesoro. Ora ci dici qual è il problema?»

 

«Blaine»

 

Le due ragazze mi lanciano lo sguardo più sorpreso di cui sono capaci.

«Il problema è Blaine?» chiedono per nulla convinte, sottolineando il nome.

«No, no! Blaine è fantastico!» nego di scatto: hanno frainteso la mia affermazione e mi guardano come se fossi impazzito.

Io sospiro e mi decido a dir loro tutto, per quanto quel po’ di orgoglio e sanità mentale che persiste in me m’implori di non farlo.

 

«Blaine è fantastico» ripeto «Ma è anche il mio problema. Il punto è che sto così bene con lui… è sempre tanto gentile con me e mi ha aiutato ad ambientarmi.. si preoccupa di come sto e passiamo molto tempo insieme…»

 

I sorrisetti delle ragazze bloccano quello che rischiava di  diventare un sogno ad occhi aperti. Ora la mia espressione è chiaramente interrogativa.

«Te ne sei innamorato. Da manuale» sentenzia Rachel con aria superiore.

«Non è la prima volta, Kurt» mi ricorda Mercedes.

 

«Sì, ma ora è diverso! Completamente! Non è come con Finn o Sam: quelle erano cotte, nulla di più! Ora vado in panico per un semplice regalo di Natale! Ed io sono il re dei regali! Che faccio?»

 

«Ti calmi, prendi un bel respiro e mi ascolti» mi ordina la mia migliore amica «Si capisce che con Blaine è qualcosa di più, ma non correre troppo, d’accordo. Per quel che ne sappiamo lui potrebbe essere tanto gentile senza che ci sia nulla di sottinteso, quindi per ora devi mantenerti con i piedi per terra»

 

«E poi… lo conosco da pochissimo…» sussurro, come a voler mantenere fermo quel pensiero.

 

«A cosa avevi pensato per il regalo?» mi chiede l’altra ed io sorrido come chi ha la vittoria in pugno.

 

«Ho anticipato la nostra uscita apposta! Stamattina, mentre mi preparavo, ho notato che il Dior Homme di Blaine sta pericolosamente finendo. Ora… quel profumo, unito all’odore della sua pelle è qualcosa di… magnifico. Non oso immaginare se lo cambiasse!»

 

«Quindi si va in profumeria» sentenzia Rachel, mentre il sorrisetto di Cedes mi fa capire che ho di nuovo esagerato, ma non è una cosa che posso controllare: è l’effetto che mi fa Blaine.

 

Saliamo le scale mobili con una strana frenesia in corpo: sono certo che nessuno di noi credeva di poter tornare ad uscire insieme tanto presto! E nonostante tutto sono davvero felice di riaverle con me – sì, anche Rachel. Mi sono mancate più di quanto credessi – o sperassi, ma in fondo, in questo momento mi sembra che non sia cambiato nulla, che siamo sempre gli stessi compagni di scuola che vanno a fare shopping scambiandosi pettegolezzi e folli manie da adolescenti.

 

Quando entriamo nel negozio di profumo al primo piano, l’aria piena dei più svariati profumi mi fa quasi girare la testa – è sempre così in posti del genere. Mi basta un attimo, però, per riprendermi e correre allo scaffale maschile, alla ricerca della scatolina grigio chiaro. Il mio sguardo vaga tra gli scaffali, scorrendo lungo i diversi colori e le luci che si riflettono sui vetri di ampolle di diversa forma e sfumatura; per un attimo i miei occhi si fermano su un Bleu de Chanel – l’ho sempre desiderato – e sono tentato di prenderlo quando, proprio sullo scaffale sottostante allo stesso livello della scatolina blu, trovo quello che cerco.

 

Prendo in mano l’ampolla chiara ed, aprendola, spruzzo un po’ del suo contenuto nel tappo, dandogli qualche istante per evaporare e liberare così il suo profumo. Quando lo inalo, chiudo gli occhi rilassandomi ed inevitabilmente un sorriso mi allarga le labbra: per un attimo mi sembra che Blaine sia lì accanto a me… a quella fragranza manca giusto il pizzico di dolcezza che ottiene quando ruba l’odore della sua pelle. Se questo è un altro dei miei stupidi sogni ad occhi aperti, non svegliatemi.

 

Uno schiocco di dita mi riporta improvvisamente con i piedi per terra, giusto in tempo per vedere l’espressione perplessa di Mercedes ancora con la mano alzata, pronta a schioccare di nuovo.

«Terra chiama Kurt. Mi ricevi?» scherza ed io alzo gli occhi al cielo «Sei imbambolato così da svariato secondi!» si difende.

«Beh, l’ho trovato!» esclamo di nuovo al settimo cielo e lei sorride.

 

Mentre sto per avviarmi alla cassa con il regalo, mi accorgo che Rachel non è con noi, ma è ferma ancora davanti ai profumi, poco distante da dove ho preso il Dior. Scambio uno sguardo incuriosito con la mia migliore amica e torno sui miei passi.

«Ehi…?» la chiamo, poggiandole una mano sulla spalla – lei quasi sussulta al contatto «tutto a posto?»

 

«Oh… sì, Kurt: tutto ok. Hai trovato il profumo?»

Glielo mostro ancora sorridente, anche se il suo comportamento non mi convince del tutto. Lei sembra riprendersi subito perché mi spinge verso la cassa dicendomi di non perdere più altro tempo.

 

La cassiera ci accoglie con un lieve sorriso che si perde un attimo quando le porgo il Dior Homme chiedendole di incartarlo con tanto di fiocco. Poi salutiamo ed usciamo.

 

«Visto che siamo qui, potremmo approfittarne per fare gli ultimi regali…» propongo.

«In realtà io sono a posto» afferma con una certa soddisfazione Mercedes e Rachel annuisce concordando con lei. Io le guardo sbalordito.

 

«Sono davvero l’unico ad essere arrivato tanto vicino a Natale senza aver concluso il giro dei regali?» chiedo senza nascondere una punta di delusione.

«Se non fossi andato nel panico più totale per il regalo da fare a Blaine – e non negarlo, ormai ti conosco – avresti finito anche tu» mi canzona Rachel con la sua aria da maestrina – si è ripresa del tutto, non c’è che dire.

 

Apro bocca per controbattere nel modo più affilato possibile, ma mi rendo conto che ci ha preso in pieno.

«E poi… pensavo: deve piacerti davvero molto per aver rinunciato, senza neanche pensarci su, al Bleu de Chanel  che avevi adocchiato» mi fa notare Mercedes.

«C-cosa?»

Accidenti a me e ai miei maledetti viaggi mentali!

«Non negarlo, ti ho visto» afferma sicura ed io sono con le spalle al muro.

 

Abbasso lo sguardo sconfitto ed entrambe cominciano a ridere col tono di chi la sa lunga.

«Smettetela, ragazze! E poi… per lui non sono altro che un buon amico, quindi…» ricordo loro – no, lo sto ricordando a me stesso, mentre gli occhi accarezzano la confezione dai colori natalizi nella bustina rossa.

 

Rachel fa un improvviso scatto in avanti, spaventandomi e mi si piazza di fronte con una strana luce negli occhi, simile alla determinazione. Incrocia il mio sguardo senza darmi possibilità di scampo.

 

«Ascolta, Kurt. Ti parlo per esperienza personale: non correre, non affrettare le cose. Se per te è una magnifica, fortissima amicizia, fa’ che sia solo questo e soprattutto goditela – prendi tutto il bene che provi quando stai con lui e fanne tesoro. È tanto bello vederti così felice: i tuoi occhi luccicano quando parli di Blaine ed è stupendo! Non trovarti ad avere rimpianti poi di cose che non hai fatto quando potevi. Credimi».

 

Mi bastano i suoi occhi per crederle. Alle volte – il più delle volte – Rachel Berry può essere l’ultima persona su cui fare affidamento, quella a cui mai chiederesti una mano e poi… ecco che se ne esce con simili frasi e sembra la persona migliore del mondo.

 

«Grazie» le rispondo sinceramente, abbracciandola «Allora, perché non troviamo un buon fast food e ceniamo? Offro io» propongo poi pimpante, saltellando verso le scale mobili.

«Allora dobbiamo proprio ringraziare Blaine appena lo vediamo!» mi prende in giro Mercedes, sfiorandomi con la spalla ed io sto per risponderle per le rime quando una voce mi gela.

 

«Ringraziarmi per cosa?» chiede con tono allegro Blaine ed io mi volto sicuramente rosso in viso e con chissà quale espressione shoccata – da quanto tempo ci sta sentendo? Cosa ha sentito?

Per la sorpresa lascio cadere il pacchetto incartato che si infrange a terra con il classico e preoccupante rumore di vetro rotto.

 

«Accidenti, Kurt! Si è rotto?!» si preoccupa lui, correndo verso di me e controllando il contenuto della bustina che, sfortunatamente, non è uscito illeso.

«Mi spiace così tanto! Io…» prova a scusarsi, mostrandomi quello che una volta era il suo regalo di Natale.

 

Io non so se essere più pallido per il profumo in frantumi o più rosso per il fatto che lui sia qui e che una fragranza che conosce tanto bene si sta disperdendo nell’aria. Blaine prende un bel respiro per sentire il profumo e decisamente prevale il rosso.

«Dior Homme» sentenzia con uno sguardo che sembra carico di sottintesi.

 

«È… era… per… per Finn» invento al momento, ma non sono mai stato bravo a mentire e credo se ne sia accorto anche lui a giudicare dal suo sorriso eloquente – o sono io ad essere semplicemente paranoico?

 

«È il Dior Homme che uso io di solito?» chiede con malcelata indifferenza.                 

«Sì» rispondo subito «è stato il tuo a darmi l’idea» confesso.

 

Di male in peggio, ma di certo non potevo dirgli che era per mio padre o soprattutto che era per lui…

 

Il rammarico sincero che leggo sul suo viso mi riporta alla realtà.

«Ascolta, Kurt: te lo pago. Dimmi quanto ti è costato che lo ripago – almeno così potrai ricomprarlo…» e caccia il portafogli dai suoi jeans scuri.

«Sei impazzito? Non ti dirò quanto è costato!»

«Non sarà difficile scoprirlo» controbatte il moro, voltandosi verso la profumeria.

 

«Blaine Anderson, resta fermo dove sei!» ordino      quasi gridando, ma almeno insieme agli sguardi scandalizzati della gente che ci sta passando accanto ottengo anche ciò che volevo: l’Usignolo è fermo sul posto, bloccato, uno sguardo sorpreso che gli illumina gli occhi.

 

«Così va meglio» sentenzio con aria superiore, uscendo sorprendentemente bene da una delle situazioni più imbarazzanti che mi siano mai capitate – e questo è tutto dire.

Blaine rimane pietrificato ancora per qualche istante, poi scrolla le spalle ed incrocia le braccia al petto.

«Va bene, Kurt Hummel, come vuoi» sbotta falsamente offeso, sottolineando nome e cognome – io gli sorrido come se mi stessi scusando.

 

«Allora…» si riprende immediatamente «Avete programmi per la serata?» e guarda prima me e poi le ragazze.

«Kurt ci offre la cena in uno dei fast-food qui al centro» spiattella subito Rachel senza che io abbia il tempo o la possibilità di negare la cosa.

 

Se Blaine si unisce a noi è la fine. Non sto dicendo che non mi farebbe piacere, anzi non ci sarebbe di meglio… ma sono riuscito a rendermi tanto ridicolo in pochi minuti, non oso immaginare cosa potrei combinare in un’intera serata.

 

Guardandolo, neanche lui sembra del tutto convinto di volersi unire a noi.

«Magari un’altra volta, scusate. Ho dei regali da fare anch’io e sono in ritardo» declina con gentilezza «Spero non vi spiaccia» e mi punta gli occhi addosso.

«

Figurati! Non sono di certo finite le serate per cenare in compagnia! A stasera, allora! Ciao» e prima che possa ripensarci o anche solo ricambiare i nostri saluti, parto in quarta per allontanarmi quanto più possibile da lui, le ragazze che mi seguono confuse.

 

«Kurt, che stai combinando?! Ti pare il modo di comportarti?» mi sgrida Rachel.

 

«Scusate, ma sono sicuro che non sarei riuscito a resistere un altro secondo lì senza rendermi ancora più ridicolo di quanto già non fossi. E oltretutto devo ricomprare il Dior» sottolineo maledicendo la mia sbadataggine e il brutto vizio di Blaine di apparire dal nulla facendomi sobbalzare.

 

Mercedes scuote la testa con un mezzo sorrisetto.

«Kurt, sei irrecuperabile»   

 

 

~∞~

 

 

I really can't stay - Baby it's cold outside
I've got to go away - Baby it's cold outside
This evening has been - Been hoping that you'd drop in
So very nice - I'll hold your hands, they're just like ice

 

 

Sono certo al 100% che nella mia testa ci sia qualcosa di sbagliato. L’ho accettato e ci vivo più o meno tranquillamente. Stavolta, però, non è solo colpa della mia mente bacata: ci si mette anche lui con duetti assurdi! Baby, it’s cold outside! Ci rendiamo conto? Tralasciando quanto adori quella canzone, dopo una simile proposta secondo Rachel e Mercedes io dovrei restare calmo e tranquillo?

 

Parto per primo e spero che il dover cantare al massimo mi distragga da pensieri inopportuni. C’è da dire, però, che l’arrivo a sorpresa di Blaine mi ha salvato da una noiosa serata sui libri di storia, in cui Carlo Magno aveva sostituito la rimpatriata che quelli del McKinley mi avevano proposto al “Bel Grissino”. Non male. Non male davvero.

Adoro vederlo cantare: il modo in cui il suo corpo entra in contatto e in simbiosi con la musica è qualcosa che mi lascia puntualmente senza fiato ed anche ora sembra in ottima forma – lo odio.

 

 

My mother will start to worry - Beautiful, what's your hurry
My father will be pacing the floor - Listen to the fireplace roar
So really I'd better scurry - Beautiful, please don't hurry
Well Maybe just a half a drink more - Put some music on while I pour

 

La sua teatralità mi strega e mi travolge tanto che anch’io comincio a recitare seguendo il senso della canzone e vagando evasivo per la stanza, mentre lui mi prega di restare: che fretta c’è? Mi entusiasmo nel vedere le sue espressioni, l’intensità che mette in ogni cosa che fa: è una persona unica e per quanto non sia la prima volta che me ne rendo conto, in questo momento il pensiero quasi mi inorgoglisce.

 

Non riesco a trattenere un sorriso mentre, allontanatomi da lui, torno indietro sfiorandolo appena: forse sto cominciando a capire cosa intendeva Rachel con il suo discorso sul “prendi tutto il bene che ricevi”.

 

 

The neighbors might think - Baby, it's bad out there
Say, what's in this drink - No cabs to be had out there
I wish I knew how - Your eyes are like starlight now
To break this spell - I'll take your hat, your hair looks swell

 

Ora che lo guardo negli occhi, poco lontano da lui, rischio davvero di perdermi in quel colore a cui nessuno ha dato ancora un nome: non mi riferisco solo alla bellezza oggettiva, quella che tutti possono apprezzare – e credo sia inevitabile farlo. Quando penso a Blaine, i suoi occhi sono la prima cosa che mi viene in mente: credo siano il riassunto perfetto della sua essenza e mai è stata più appropriata la dicitura “specchio dell’anima”. L’ottimismo, l’entusiasmo, la voglia di mettersi sempre in gioco, il non riuscire a fermarsi mai; tutto salta fuori in un attimo e se lo guardi con più attenzione, riesci perfino a scorgere quel pizzico di insicurezza, punta di un iceberg che cela a tutti.

Mi alzo con disinvoltura e mi accorgo che il corpo segue ancora la musica nonostante la mia mente si sia persa di nuovo.

 

 

I tought to say no, no, no, sir - Mind if I move a little closer
At least I'm gonna say that I tried - What's the sense in hurting my pride
I really can't stay - Baby don't hold out
Ahh, but it's cold outside

 

Mi poggio allo schienale del divano, mentre una strana spensieratezza mi coglie quasi impreparato. Se questo duetto era iniziato come un’improvvisata di Blaine, adesso sento di non poter fare a meno di cantare con lui e questo non perché mi piace, o almeno, non solo per questo. Ho perfettamente chiaro il messaggio che Rachel ha voluto mandarmi: se stai tanto bene con una persona, non complicare nulla, non far nascere problemi. Ed io con Blaine sto bene.

Mi si avvicina, seguendo il senso delle parole che cantiamo ed io sorrido imbarazzato, senza sapere se spostarmi o meno, mentre con le parole faccio ancora resistenza alle sue suppliche.

 

 

I've got to go home - Oh, baby, you'll freeze out there
Say, lend me your comb - It's up to your knees out there
You've really been grand – I thrill when you touch my hand
But don't you see - How can you do this thing to me

 

 

Ancora una volta mi sono spostato in quella che sembra più una caccia dai contorni mitologici che la prova per un’esibizione natalizia e mentre la musica scorre per alcuni istanti senza il nostro canto, Blaine l’accompagna con alcune note al piano accanto al quale sono seduto – ovvio che lo sappia suonare.

 

Quando riattacco con le parole, mi sposto di nuovo verso il camino acceso e davvero fatico a tenere la voce ferma perché la felicità immotivata che sta salendo dal cuore è qualcosa di travolgente.

Non m’importa se Blaine per ora mi vede solo come un amico – me lo sono detto ogni volta che le sue attenzioni mi hanno fatto sussultare, ma ora ne sono pienamente convinto.

 

 

There's bound to be talk tomorrow – Think of my life long sorrow
At least there will be plenty implied - If you caught pneumonia and died
I really can't stay - Get over that old out
Ahh, but it's cold outside

 

 

La canzone sta per finire e l’unica cosa che sento è lo stesso entusiasmo che vedo riflesso negli occhi di Blaine. Mi rendo improvvisamente conto che questa è stata la prima volta che abbiamo cantato un duetto insieme e non posso fare a meno di pensare che siamo stati perfetti.

 

Per la prima volta siamo sulla stessa frequenza, perfettamente allineati e mentre lui mi si avvicina tanto che posso sentire il suo respiro sul mio viso, sento svanire anche l’imbarazzo che dovrei provare.

Al diavolo le mie insicurezze, le paranoie e tutte le situazioni imbarazzanti in cui mi sono ficcato finora – in questo momento siamo solo io e lui e tutto quello che ci lega.

 

La canzone finisce trovandoci seduti vicini – dopo che lui mi ha offerto di farlo per primo. Un sorriso ampio e sincero ci illumina i visi e anche se solo per un attimo mi sento la persona più felice del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE:

Qui è di nuovo Alchimista che vi parla!

Boh, con questo caldo pensare a Natale è un suicidio e un refrigerio mentale allo stesso tempo… >.< *respira a fatica*. Boh, io immagino Kurt paranoico… voi che dite?

Come la mia controparte ha già detto.. ci piace molto il rapporto Kurt/Rachel, quindi mi sa che (anche per ovvie ragioni) non sarà l’ultima volta che la vedrete! Non credo debba dire qualcosa riguardo quel duetto.. insomma lo amo.

Va beh… mi eclisso, va! Nonostante il caldo, non rinunciare ad una recensione, anche piccina piccina – ci rendereste davvero felici! Un grazie speciale, quindi, a chi ha espresso il suo parere *-* o in qualche modo ha fatto sentire la sua presenza!

A presto. Baci.

 

-*Alchbel

 

 

   
 
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