Un Amore di pic nic
Diversamente
dalle altre
domeniche, quel giorno Ron e Hermione avevano deciso di fare un
picnic su una collina non lontana dalla loro casa. A lei sarebbe
piaciuto fare un salto in Scozia per qualche giorno, ma il loro
lavoro non lo avrebbe mai permesso. Perciò ripiegarono in
una
collinetta inglese, la cui vista sulla brughiera era capace di
mozzare il fiato.
Videro una cascina babbana
in lontananza e un gregge di pecore brucanti che catturò
l'attenzione del ragazzo per un po'.
Hermione era già stata lì
con Ron, Harry e Ginny un paio di volte, ma siccome non avevano mai
fatto un picnic, Hermione decise che era il posto migliore, dal
momento che era impossibile che qualche babbano vedesse Ron, incapace
di non fare magie.
Ron prese in braccio la
piccola Rose, mentre Hermione stendeva la tovaglia sull'erba soffice.
«Ron,
mettila qui » disse la ragazza, sorridendo al marito.
Ron
appoggiò la piccola sulla tovaglia, e lei iniziò
subito a
gattonare. Intanto Ron, aiutò Hermione a preparare la tavola
con i
panini, le pappette e le bibite che avevano portato da casa. Quando
si sedettero, Hermione era talmente emozionata che non riusciva a
stare seduta e ferma. Rideva; era stranamente felice e rilassata:
voleva far provare a Ron cose che facevano i babbani.
«Herm,
mi passi il cucchiaino per Rose? » chiese Ron, lasciando da
parte il
pranzo.
«Ron,
mangia tranquillo, gliela do io la pappa » gli disse,
cercando il
cucchiaino nel cestino.
Ron
prese in braccio la piccola e la adagiò sulle sue gambe.
«Per
una volta che posso godermela un po', voglio fare le cose per bene
»
disse, baciando il nasino della bambina.
Hermione
sorrise, aveva gli occhi lucidi, ma fece finta di niente. Gli porse
il cucchiaino e aprì la pappetta.
«Tu
avrai sicuramente la testa della tua mamma, perciò dovrai
diventare
una dottoressa o una professoressa, ma non dovrai essere
esageratamente severa, come la McGranitt. Oppure potresti diventare
auror come il tuo papà, anche se preferirei che evitassi di
mettere
a repentaglio la tua vita, quando potresti diventare quello che
vuoi»
iniziò a dire Ron, mentre imboccava la piccola.
Hermione
ascoltò divertita i discorsi di Ron. Passò dal
decidere del futuro
di sua figlia a spiegarle il Quidditch nei minimi particolari. Ron
amava il libro 'Quidditch attraverso i secoli', l'unico vero libro
che avesse letto come si deve.
«I
Cannoni di Chudley sono i migliori, ricordatelo. D'accordo, non vincono
da tempo, però sono ottimi giocatori. La mamma non si
impiccia di queste cose da maschi, ma tua zia Ginny era una
giocatrice provetta e ora è addirittura una giornalista
sportiva.
D'accordo, deciderai tu che fare, però sappi che renderesti
davvero
felice il tuo papà, se diventassi la migliore cacciatrice di
Grifondoro degli ultimi tempi » continuò Ron,
imperterrito.
La
bambina guardava rapita il suo papà quando parlava. Da
quando era
nata, Rose era sempre stata attratta da Ron, quasi fosse legata a lui
con una calamita. Ogni sera, Ron prendeva Rose e se la portava sul
divano. La faceva sdraiare sulla sua pancia e iniziava a raccontarle
le favole di Beda il Bardo, quelle che si ricordava meglio, ma la
piccola preferiva tirargli i capelli o vomitargli addosso, ridendo
subito dopo. Ron, però, non si arrabbiava mai con la
piccola,
nemmeno dopo un'intera giornata di lavoro, ma si alzava, si puliva e
chiedeva preoccupato ad Hermione se, per caso, la piccola non stesse
male.
Anche
se le cose non erano rose e fiori come si sarebbe aspettata, Hermione
riusciva a gestire abbastanza bene tutti i suoi impegni e Ron cercava
di aiutarla il più possibile, tanto che Hermione non era
capace di
esprimergli la gratitudine che provava nei suoi confronti.
«Non
credi che dovrebbe essere lei a scegliere che cosa fare, in futuro?
Magari vorrà diventare un'erbologa o una babbanologa.
Sarebbe
comunque un lavoro degno di un'ottima mente. Oppure potrebbe entrare
nella Nazionale di Quidditch » disse Hermione, spalmando
della crema
di melanzana sul pane.
«Tu
non lo sopporteresti, se diventasse una sportiva » disse Ron,
spostando la sua attenzione su sua moglie.
«Se
la rendesse felice, vorrei che lo facesse. Oh, Ron, io sono sempre
stata fiera di te, quando eri portiere di Grinfondoro. Facevi
qualcosa che ti piaceva ed eri bravo, non c'era nulla di male, anche
se trovavo più importante lo studio, dello sport. L'ho
sempre
ritenuto importante per me, ma capisco che ognuno abbia
priorità
diverse » continuò lei, addentando il suo panino.
Ron
cambiò espressione e le sorrise. Era un sorriso dolce, che
le
ricordava perché si erano sposati, ma la piccola si
sentì messa da
parte e strillò.
«Ti
fai sentire, eh? Tieni. Guarda, abbiamo quasi finito di fare la
pappa. Ma come sei brava tu. Sei proprio la bimba più brava
del
mondo » prese a dire lui, imboccando la piccola.
«Ho
visto Ginny, ieri. Mi ha detto che Albus ha già incominciato
ad
alzarsi in piedi. Incredibile » disse Hermione, prendendo
dell'idromele e riempiendosi un bicchiere.
«E
allora? Albus Severus potrà pure incominciare a camminare
prima, ma
Rose diventerà qualcuno, ne sono sicuro » disse
Ron, sorridendo
alla bambina.
Hermione
si rammaricò per il continuo mettersi in competizione di
Ron. Era
quel suo sentirsi un completo fallito che lo faceva sentire
così.
Glielo aveva confidato una sera, dopo che lei gli aveva chiesto cosa
c'era che non andasse.
«Ron,
non credo che mettere i bambini in competizione sia una grande idea.
Smettila, su. Albus è comunque tuo nipote, ricordatelo
» disse
Hermione, con una nota di rimprovero nella voce.
Ron
annuì e la piccola finì di mangiare. Ron
l'appoggiò sulla sua
spalla e iniziò a battere piano piano sulla schiena della
bambina,
cercando di farle fare il ruttino. Herm preparò i panini
anche per
Ron e glieli porse, chiedendogli più volte se non volesse
darla a
lei la bimba.
«Ci
pensi Herm? È nostra.
Voglio dire, l'abbiamo fatta noi. Tu ed io. Non sono mai
stato in
grado di fare nulla e invece guarda cosa sono riuscito a combinare.
Senza di te non sarei capace di fare niente di buono » disse
Ron,
cercando di far addormentare la piccola.
Hermione
si alzò in piedi e andò a sedersi vicino a suo
marito e alla sua
bambina. Cercando di non disturbare la piccola, abbracciò
Ron e
appoggiò il mento sulla sua spalla.
«Non
essere sciocco, Ron. Non è grazie a me se sei stato capace
di fare
quello che hai fatto fino ad oggi » gli disse, baciandogli
una
guancia.
«Oh,
sì, invece. Miseriaccia, Herm, se non fosse stato per te,
Harry ed
io saremmo morti cercando la pietra filosofale! Anzi, molto
probabilmente non avremmo neanche mai scoperto cosa nascondeva il
cane. E io non avrei mai imparato l'incantesimo di levitazione
»
disse lui, appoggiando la testa contro la spalla della ragazza.
La
bimba si addormentò ascoltando i suoi genitori parlare. Ron
le
accarezzò una guancia e la piccola sospirò.
«Agitare
e colpire » disse Hermione, sorridendo.
Ron
incantò la culla della bimba, affinché dondolasse
dolcemente, e la
sistemò tra le copertine di cotone. Rimase qualche minuto a
fissarla
mentre dormiva, incapace di non sorridere.
«Trovo
sia praticamente impossibile amare tanto una cosa così...
così
piccola. Scusami tanto, Herm, ma non ho mai amato
tanto
neanche te. Cioè... Morirei per lei subito. No, okay,
morirei subito
anche per te, però tu non sei mia. Nel
senso che non ti ho
fatta io, mentre lei è un po' parte anche di me. Ma anche tu
sei
parte di me, anche se non proprio in modo... Naturale?
»
concluse lui, arrendendosi.
Non
era sicuro di aver spiegato bene il concetto, ma vide che Hermione
rideva, perciò non doveva essersi offesa per le sue parole.
«Oh,
Ron, non puoi mettere a confronto l'amore che provi per me e quello
che provi per lei. È tu figlia e lo sarà per
sempre. È normale che
il tuo amore sia incondizionato. Quello che c'è tra di noi
è
diverso, è qualcosa che bisogna curare, che non è
per forza
spontaneo. Però quello che hai detto... è
bellissimo »
concluse lei, sussurrando le ultime due parole.
Ron
si avvicinò alla moglie e si sedette accanto a lei. Si
fissarono
senza dirsi niente, non servivano altre parole.
«Però
se tu mi lasciassi, probabilmente morirei » disse Ron,
guardandola
tristemente.
Hermione
lo abbracciò e lui la fece sdraiare su di sé.
«A
chi lo dici, testa di troll. Non sopporterei vedere una bionda
ossigenata accanto a te » disse lei, sorridendo.
«Perché
proprio una bionda ossigenata? » chiese lui, guardandola
torvo.
«Oh,
direi che hai dei precedenti con le bionde. E poi solo una gallina ti
sopporterebbe » disse lei, pizzicandogli una guancia.
«Ahia!
Tu hai dei precedenti con i bulgari. Mi stai dicendo che se ci
lasciassimo te ne andresti in Bulgaria? » chiese lui, facendo
confusione.
Hermione
scoppiò a ridere, ma Ron non perse l'espressione torva.
«Non
stavo proprio pensando a me, però effettivamente il tuo
ragionamento
fila » concluse lei, assumendo un atteggiamento professionale.
«Davvero?
» chiese Ron, fintamente stupito.
«Direi
di sì » concluse lei, appoggiando la testa sul
petto del marito.
«Fantastico
» disse lui, accarezzandole i capelli.
Rimasero
in silezio per un po'. Hermione respirava lentamente, cercando di far
combaciare il suo respiro con quello di Ron, ma non ci
riuscì. Lui,
invece, guardava le nuvole e ascoltava il lieve russare della bimba,
che era proprio accanto a loro.
Era
felice, ma soprattutto calmo. Non sentiva quella calma da quando era
bambino. Era quella sensazione che ti diceva che tutto andava bene e
che niente sarebbe andato storto, d'ora in poi.
Hermione,
invece, era irrequieta. Dopo il simpatico scambio di battute avuto
con Ron, un peso sullo stomaco le impediva di stare tranquilla.
«Ron?
» chiese, senza muoversi.
«Sì?
» chiese lui, alzando la testa da terra.
«Non...
Non dirlo mai più, ti prego » disse lei,
nascondendo il viso contro
il suo petto.
Ron
si chiese cosa avesse detto di male, dal momento che erano
più di
dieci minuti che non apriva bocca. Rimuginò sulle parole di
Hermione
per qualche secondo, ma non ne venne a capo.
«Cosa
ho detto di male? » chiese, tirandosi su, sui gomiti.
«Non...
Non mettere mai più in dubbio che tra noi possa finire. La
verità,
è che sono io quella persa senza di te e non il contrario.
L'ho
capito durante l'ultimo anno, ad Hogwarts, ma sono stata troppo
orgogliosa e troppo stupida per ammetterlo. Ron, sono sempre stata
saccente, coraggiosa e spavalda perché sapevo che qualsiasi
cosa
fosse successa o che mi avessero detto, ci saresti stato tu. Con
Malfoy, con Harry, perfino con Piton, non ti sei mai fatto problemi a
farti avanti per difendermi. Hai addirittura vomitato lumache, per me
» disse lei, sorridendogli. Ron si mise a sedere ed Hermione
era di
fronte a lui, sulle sue gambe.
«Non
essere sciocca, Hermione. Tu sei stata la strega
più brillante
della tua età! » disse Ron, riferendosi
alla nomina che aveva
ricevuto Hermione, durante gli anni a Hogwarts.
Hermione
abbracciò Ron e lo strinse quanto più forte
poté.
«Hermione è nulla senza Ron» disse lei,
chiudendo gli occhi. Ron rimase
pietrificato. Hermione non era mai stata così. In genere era
lui
quello romantico, quello che le diceva come si sentisse. Lei era
più
restia a confessargli i suoi sentimenti. Certo, era stata lei a
dirgli che lo amava, la prima volta, ma lo aveva fatto dopo che Ron
si era messo a nudo sui suoi sentimenti. Poche volte lei aveva fatto
lo stesso.
«E
Ron è nulla senza Hermione. Te lo posso assicurare, amore
»
disse lui, allontanandola da sé. La guardò in
volto e sorrise:
nonostante fossero marito e moglie, nonostante fossero insieme da
sempre, nonostante avessero una figlia insieme, Hermione sembrava
l'undicenne dai dentoni sporgenti che aveva conosciuto molti anni
prima. Era indifesa e a Ron parve particolarmente bella.
Rose
emise un lamento, ed entrambi si voltarono nella sua direzione. La
bimba, però, smise subito. Probabilmente stava sognando
qualcosa.
«Neanche
Rose è qualcosa senza Hermione e Ron » disse lui,
facendola ridere.
Ron
prese il volto di sua moglie e la baciò. Lei pianse, ma non
si
ritrasse. Dopo anni, era finalmente riuscita a dirgli quello che
sentiva davvero. Finalmente anche lui sapeva come si sentiva, per una
volta non era stata una comunicazione univoca.
C'erano
voluti tre anni di fidanzamento, cinque di matrimonio e una figlia,
ma finalmente ci era riuscita.
«Sei
la cosa migliore che mi sia mai capitata » le
sussurrò Ron,
abbracciandola.
«Sappi
che questo non ti dispenserà dal lavare i piatti, stasera
» disse
Hermione, sorridendo contro il suo petto.
«Te
l'ho già detto che ti amo? » chiese lui, divertito.
«Quando
mi hai chiesto di sposarti. Ma non vale più, devi lavare i
piatti,
ti tocca » continuò lei, sghignazzando.
«Oh,
d'accordo. Ma sappi che li lavo per lei, non per te
» disse,
riferendosi alla piccola.
«Ti
amo, Ron » concluse lei.
«D'accordo,
li laverò anche per te » disse, prima di baciarla.
Allora,
che ne pensate? Ultimamente sono molto ispirata dal fandom di Harry
Potter, tanto che ho già preparato un'altra one-shot su Ron
ed Hermione che pubblicherò a breve.
Ad ogni modo, mi piacerebbe sapere se vi è piaciuta. Credo
sia un po' esagerata, in effetti, però ho pensato che non
sarebbe stato impossibile che lei si esponesse tanto. In fondo sono
marito e moglie, no?
A presto :)