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Autore: Silvery Lugia    24/08/2011    2 recensioni
Una raccolta di quattro momenti della vita di Roy e Riza, accomunate da un tema: "una cosa da dire", diversa a seconda del momento.
Un'altra fan fiction per rendere omaggio ad una delle coppie più belle di FMA... ovviamente Royai! ;3
Possibili spoiler per chi segue il manga e per chi non ha visto l'ep. 64 di FMA: Brotherhood
E soprattutto... BUON ROYAI DAY!!!! :D
EDIT - rivisti e corretti tutti i capitoli da 1 a 8 :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali

Ed ecco a voi il terzo capitolo di questa fan fiction!

Ammetto che avrei voluto metterci meno tempo, ma dovevo ricopiare i vari dialoghi degli episodi che mi servivano, per non parlare di un paio di giorni impegnati, ma soprattutto il CALDO. Mi sta seriamente uccidendo, e mi fa passare la voglia di fare le cose… -_-’’’ Addirittura, avevo cominciato un disegno per mia zia da farle mettere in cornice, ma da quando sono tornata da mia nonna non l’ho più preso in mano… anche se, in generale, praticamente non sto disegnando. L’idea di mettermi concentrata sul foglio a disegnare… mi viene il panico. Ammetto che stare al computer me lo fa di meno… il perché non lo so… mah… XD

Vabbè, a voi delle mie paranoie sul caldo non ve ne frega una mazza, quindi la smetto e vi lascio al capitolo! XD

Buona lettura! ^_^

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A thing to say

 

Capitolo 3:  Angoscia

 

Un incubo. Un terribile incubo.

Ecco cos’era quel momento per Roy Mustang. Quando vide quella scena, il suo unico desiderio era quello di svegliarsi il prima possibile. Solo che tutto quello non era affatto un sogno.

Gli sembrò di vedere la scena al rallentatore: il taglio sulla gola di Riza, i suoi occhi che si spalancarono per lo stupore e il dolore, le gocce di sangue che seguirono la traiettoria della caduta su un fianco come la scia di una stella cometa. Infine lei a terra, con il sangue che cominciò a scorrere, formando una pozza sotto la donna, e cominciando a sporcarle i vestiti e i capelli color oro.

«Tenente! Tenente!» la chiamò Roy più volte, con voce disperata, quando si rese conto che era tutto vero. La bionda era a terra, gli occhi ancora sgranati, mentre si teneva una mano sulla ferita, nella vana speranza di far fuoriuscire meno sangue.

Quella specie di dottore, intanto, sorrise, come soddisfatto della reazione del moro. «E adesso, ti decidi ad aprire il portale, Colonnello Mustang?»

«Maledetto! Me la pagherai!» gli urlò Roy con tutto il fiato e la rabbia che aveva. Si sporse, come se si potesse così svincolare dalla presa di quegli uomini senza più un nome. E avrebbe tanto voluto liberarsi, riempire di pugni quel vecchio pazzo, togliendogli dalle labbra quell’odioso sorriso, e correre infine dalla sua Riza.

Il Flame Alchemist guardò nuovamente la bionda, mentre veniva portata da uno di quegli uomini su un cerchio di trasmutazione, trascinata e buttata come se fosse un oggetto o la carcassa di un animale, mentre sul terreno si disegnava una scia di sangue. Un’altra cosa che lo fece ribollire di rabbia.

«Tenente! Rispondimi!» le urlò ancora Roy, nella speranza di sentire la voce della donna.

«Avanti, » cominciò quel vecchio con voce calma «esegui una trasmutazione umana e diventa il quinto sacrificio... Se non ti sbrighi, questa donna perderà la vita!» Roy lo sapeva: non c’era bisogno che quel bastardo glielo ricordasse. E intanto, pensò quanto fosse disgustoso ricattarlo sfruttando la vita della persona a cui teneva di più. «Ah, ma forse ho capito: preferisci trasmutarla quando è già morta, non è così? Bè, anche questo è possibile…»

“Bastardo…” pensò il moro, digrignando i denti e sentendosi inutile, e soprattutto, in trappola.

In quel momento, la voce flebile della bionda interruppe i pensieri del Flame Alchemist. «Io… non morirò…» disse rivolgendosi a quello scienziato «perché devi sapere che… ho ricevuto il preciso ordine… di non morire…» Nel sentire queste parole, Roy ebbe una fitta al cuore.

«Se si potesse ottenere un corpo immortale facilmente, non sarebbe molto leale, non trovi?» le rispose il vecchio “dottore”, serio, facendo notare la stupidità di quell’ordine. Poi si rivolse di nuovo verso Roy: «Mustang, mi comunichi la tua scelta? La tua preziosa donna sta per lasciarci... Se non fai niente, morirà dissanguata…» Un attimo di silenzio, in cui il vecchio si gustò tutto il dolore che il Flame Alchemist stava provando. Infilò una mano sotto il camice bianco, pronto a fare il suo colpo di scena: «Per fortuna, io sono un medico che sa usare l'Alchimia. Inoltre, il caso vuole che sia in possesso di una pietra filosofale» e con gesti lenti e calcolati, mostrò una piccola boccetta di vetro con del liquido rosso. «Questo significa che potrei, con assoluta certezza, salvare la vita di questa donna, e ci riuscirei senza fare il benché minimo sforzo. Ma… se lei muore prima che tu abbia preso la tua decisione, non potrò più fare nulla per poterla salvare.»

Roy seguì il discorso fino ad un certo punto. L’angoscia lo stava assalendo, non sapendo che fare, mentre il suo sguardo, a tratti sfocato dalla disperazione (o forse dagli occhi lucidi), si spostava dal rosso del sangue di Riza, al rosso della pietra filosofale. “Cosa devo fare? Cosa?!” si chiese il moro, pensando che forse fare quella trasmutazione, pur di salvare la vita di Riza, non fosse proprio una cattiva idea. Avrebbe dato un braccio, una gamba, o entrambi, pur di vederla ancora vivere.

Nel frattempo, lo scienziato aveva notato il silenzio della bionda. «Oh, che silenzio… è diventata molto taciturna, non vorrei che fosse già morta.»

Roy sgranò gli occhi: “No, no, no, non può essere morta! Non può!”

Ma la voce di Riza si sentì di nuovo: «Colonnello… non c'è alcun bisogno che lei… esegua una trasmutazione umana… non la faccia…» Lo supplicò con la voce e con lo sguardo, mentre ansimava e il corpo continuava ad essere scosso da tremiti.

«Ma tu la farai… » disse il vecchio «non è vero, Mustang?»

Roy strinse gli occhi. Cosa avrebbe dovuto fare? Non fare la trasmutazione, rischiando perdere Riza, oppure farla, salvandola ma deludendola?

«Allora?» lo incalzò lo scienziato. Non poteva aspettare troppo tempo, l’uomo doveva diventare il quinto sacrificio, il prima possibile.

Il moro guardò Riza, incrociando i suoi occhi color cioccolato, come se al loro interno potesse trovare la risposta al suo dilemma.

La donna lo guardò prima intensamente, poi spostò gli occhi verso l’alto. Da quel punto, aveva visto una cosa molto interessante sopra di lei. Sperò con tutta l’anima che il Flame Alchemist capisse.

Il moro la guardò sconvolto, poi abbassò la testa.

«D’accordo…» disse il moro con voce flebile.

Il “dottore” sorrise con fare insano. «Bravo! Allora, farai ciò che ti ho chiesto?»

La bionda guardò il suo superiore con tristezza: “Allora… non ha capito…

«D’accordo…» ripeté il Flame Alchemist «… Tenente. Non eseguirò una trasmutazione umana!»

Il vecchio rimase a bocca aperta. «La vuoi abbandonare? E' un gesto molto crudele.»

Roy sorrise con sicurezza: «Abbandonare? Non accetto critiche da chi tratta gli uomini come pedine da sacrificare.»

«Loro sono felici di dare la vita per una giusta causa. Li ho nutriti quando i genitori li avevano abbandonati. Sarebbero morti tutti di fame, se non fossi intervenuto io. Ho dato loro un'istruzione di prim'ordine. Ho dato loro un valido motivo per vivere. Per questo i miei uomini mi sono profondamente grati» gli rispose il vecchio con tono serio.

«Ecco perché rimarrai molto sorpreso, dottore» gli rispose a tono Roy.

«Ma che cosa…» cominciò lo scienziato, stupito dal cambiamento del moro, ma non finì la frase e sparì da sotto gli occhi dei presenti.

«E’ scomparso…» sussurrò Scar con lo sguardo confuso.

Proprio in quel momento, la boccetta con il denso liquido rosso cadde sulla testa di uno di quei pretendenti a diventare Comandante Supremo. Alzò lo sguardo, e con sorpresa vide che in una specie di buco nel soffitto, proprio sopra il cerchio di trasmutazione e Riza, c’era il vecchio, catturato con la particolare bava appiccicosa di Jelso.

Mentre il “dottore” supplicava la chimera di liberarlo, dicendo che era l’unica possibilità per salvare la vita della bionda, dal buco scesero May e Zampano. Approfittando della sorpresa creata dalla loro comparsa improvvisa, la ragazzina di Xing e il cinghiale-chimera lanciarono rispettivamente i pugnali e gli aculei contro i nemici. Grazie al loro intervento, sia Roy che Scar riuscirono a liberarsi.

Il Flame Alchemist ne approfittò immediatamente per correre verso Riza, e senza rendersene conto lanciò via la boccetta con la pietra filosofale, facendo disperare la povera May. Al moro in quel momento non gliene fregava niente della pietra: la sua unica priorità era la sua Riza. Ma uno degli uomini senza nome gli si piazzò davanti.

«Levati di mezzo!» urlò Roy, lanciando una fiammata con la mano sinistra, che indossava il guanto ancora intero.

Per un attimo, gli sembrò che la donna fosse una meta inarrivabile: gli sembrava di continuare a correre senza riuscire ad avvicinarsi. Quando finalmente la raggiunse, la prese tra le braccia: «Tenente, non mi devi abbandonare! Tenente, apri gli occhi! Tenente! Tenente!» La sua voce, nel vedere Riza con gli occhi chiusi e svenuta, ormai allo stremo, era colma di disperazione.

La battaglia intorno a lui scomparve, mentre pensava ad una soluzione per salvare la bionda. Non si accorse nemmeno di uno dei nemici, che provò a colpirlo alle spalle. Fortunatamente, intervenne Darius in tempo, che lo cacciò via con un calcio.

«Va tutto bene?» chiese l’uomo gorilla, ma non ebbe alcuna risposta dal Flame Alchemist, che continuava a chiamare la bionda.

«Non morire! Tenente, resta con me!» Per un attimo la voce di Roy s’incrinò: aveva già perso Hughes, il suo migliore amico, non voleva perdere anche l’altra persona più importante della sua vita. Ormai la disperazione aveva preso il sopravvento del famoso e fortissimo Flame Alchemist, mentre sentiva le lacrime salirgli agli occhi.

Fu proprio quella voce disperata a colpire May. Lasciò perdere la pietra filosofale, il motivo per cui aveva fatto quell’infinito viaggio attraverso il deserto, e corse verso i due militari: «Lei è più importante!»

Roy si voltò verso la ragazzina, mentre quest’ultima cominciava a tracciare un cerchio con il sangue di Riza. «Ci penso io!» urlò la moretta, ansimante, cercando di fare il più in fretta possibile.

Da rosso, il cerchio sul pavimento si accese di una luce azzurrina. Quando il lampo scomparve, Riza strinse gli occhi: stava lentamente riprendendo conoscenza.

«Tenente!» disse Roy, sporgendosi immediatamente verso la bionda. La prese tra le braccia e la strinse teneramente, assaporando il calore del corpo della donna. Al diavolo le regole e tutto il resto: l’importante era che Riza fosse salva.

«Per il momento ho fermato l'emorragia, ma devi trovare subito un vero medico!» disse la ragazzina di Xing.

Il Flame Alchemist la guardò con gli occhi colmi di gratitudine: «Grazie, ti sono debitore…»

La moretta, come risposta, gli sorrise. In quel momento non era per niente dispiaciuta della scelta che aveva fatto.

Subito dopo, Roy guardò con dolcezza la sua Riza. Nella sua testa risuonava un solo pensiero, incessantemente: “E’ ancora viva”.

In quel momento, la bionda aprì lentamente gli occhi. Sentì il calore di un corpo e delle braccia che la stringevano. Poi vide cha la persona in questione indossava un cappotto nero. Capì immediatamente chi era: Roy.

Lo guardò sorridendo: «Colonnello, mi dispiace molto…». Si sentiva in colpa per tutto quello che era successo, e soprattutto per la paura che gli aveva fatto provare.

«Non parlare, pensa a riposare» disse il moro, accigliandosi appena.

Ma la donna continuò, guardandolo con affetto: «Mi creda, sono così felice... che si sia accorto del mio cenno…» Non ci sperava molto, non era facile da capire.

«Siamo stati insieme talmente a lungo…» disse lui, sorridendole di nuovo con dolcezza, mentre ripercorreva velocemente la vita trascorsa insieme fino a quel momento. « Ho visto che… mi lanciavi delle occhiate come per dire “se osi eseguire la trasmutazione, ti sparo”…»

Riza sorrise alla piccola battuta, anche se, in effetti, era vero.

Roy si sentì alleggerito nel vederla sorridere, e l’abbracciò nuovamente, mentre il cuore cercava ancora di calmarsi dall’angoscia provata pochi minuti prima. E in quel momento si rese conto di una cosa.

Riza aveva detto lo avrebbe seguito se lui fosse morto, perché la sua vita non avrebbe avuto più alcun senso. Gli sembrava una roba assurda, quando lei lo disse, ma ora… capì che lui avrebbe fatto lo stesso. Perché senza di lei, non avrebbe avuto la forza di andare avanti. E poi… doveva dirle quella cosa, e per questo l’avrebbe seguita ovunque. Che fosse stato tra le stelle del paradiso o tra le fiamme dell’inferno. “Molto più probabile la seconda…” si disse Roy con una punta di amarezza.

Scosse la testa: non doveva pensare a queste cose. Ormai era tutto finito.

… per il momento.

 

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Note finali 

Olè! Ce l’ho fatta! :D

Allora, anche qui alcune note finali su questo capitolo:

1. Non sono impazzita nell’usare le stesse frasi iniziali dello scorso capitolo, ma la cosa è voluta. E per un semplice motivo: entrambi sono terribilmente scossi dai due avvenimenti, e quindi li ho voluti, in qualche modo, accomunare da questo elemento. ^_^

2. Siccome la cosa fondamentale in questa raccolta è il rapporto tra Roy e Riza, ho eliminato alcuni elementi (non ho specificato troppo sulla battaglia), e alla fine ho aggiunto un dolce abbraccio in più… u///u (perché, come nello scorso capitolo, lo volevo… anzi, pure qui c’era la versione con bacio… ehm, ehm… u////////u)

3. Mi rendo conto di non aver reso molto le emozioni come sono riuscita a fare col capitolo 2. :/ Eppure ho guardato l’episodio in questione con molta attenzione, cercando di notare ogni piccolo particolare utile, ma più di questo non sono riuscita a fare… -.-’’ Insomma, non mi sento soddisfatta così come lo ero dello scorso capitolo. :/

4. Nella mia testa, oltre ad una versione diversa della fine di quest’avvenimento, c’era anche quel pensiero che ho scritto alla fine, cioè che anche Roy si sarebbe tolto la vita nel caso Riza fosse morta. Ne sono più che convinta: Roy era disperato in quella situazione, e di sicuro quell’idea gli è passata per la testa. Glielo si leggeva in faccia. Ma questo è solo un mio parere. ^_^

Anche qui un finale un po’ disgustoso. Ma è per un semplice motivo: la battaglia finale non è ancora finita. Per loro, almeno, non so per la fan fic: sono ancora un po’ indecisa. Vabbè, lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo! XD

Ringrazio tutti coloro che seguono e commentano la storia, sia su EFP che su DeviantArt! Grazie! (_ _)

Al prossimo capitolo! ^_^

   
 
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