1) Returns and mad ideas
Primo settembre 2023
Erano
le due del pomeriggio ad Hogsmeade e nel grigio cielo scozzese erano
appena
apparsi in un caotico colorato ed enorme turbine un grande baule viola,
due
sgargianti moto babbane e una ragazza dai capelli lunghi.
Quest’ultima atterrò
senza grazia ma con precisione, quel genere di precisione che si
acquisisce
solo con tanta esperienza e un milione di lividi.
I suoi averi, invece, si
sarebbero
probabilmente distrutti nell’impatto se un uomo sulla
quarantina non fosse
intervenuto prontamente con un incantesimo.
“Grazie
per aver salvato ancora le mie cose, professor Paciock.”
“Non
c’è problema, signorina De Lupo. Immagino che le
moto vadano nello stesso box
dell’anno scorso.”.
“Immagina
bene professore.” Rispose la ragazza con un largo sorriso.
L’uomo agitò la
bacchetta e le due moto sparirono.
“
Come stanno sua moglie e suo figlio professore?” chiese lei
mentre uscivano dal
villaggio.
“Molto
bene, Daria, grazie. Comunque ti ho già detto che certe
formalità non servono
in ambito privato.”.
“
Hai ragione, scusa. È solo che è strano dare del
tu a un professore.”. La
ragazza assunse un’aria imbarazzata e prese a torturarsi una
ciocca di capelli.
“
Sei la migliore amica della mia figlioccia, sarebbe strano il
contrario” ribatté
lui sorridendo, “ com’è stata la tua
estate?”
“
Calda e assolata come tutte quelle italiane”, rispose lei con
allegria “cosa
che non penso si possa dire delle estati inglesi”.
“No,
infatti. Mi auguro che tu ti sia goduta il sole e l’abbia
salutato: non lo
vedrai per parecchio”.
“
Non si preoccupi gli ho detto addio in modo più che
adeguato, anche se devo
dire che ogni anno la separazione mi pesa sempre meno. Ormai mi sono
innamorata
dell’Inghilterra”. Daria sorrise serena. Era la
pura verità: l'Italia
era casa sua, il posto in cui era nata e cresciuta
e lo sarebbe sempre stato, ma l'Inghilterra e specialmente Hogwarts
erano
qualcosa di veramente unico, lei si sentiva al suo posto lì,
sentiva di
appartenere a quei luoghi con cui in fondo non aveva alcun legame.
Ed era una sensazione stupenda.
***
“Dormitorio,
dolce dormitorio” Daria entrò nella stanza e si
avvicinò al baule viola ai
piedi del letto più lontano dalla porta. Lo aprì
e iniziò a frugare nel
miscuglio di libri, boccette d’inchiostro, piume, pergamene e
vestiti, alla
ricerca della sua divisa scolastica, che alla fine estrasse con uno
strattone.
La
indossò con un tocco di bacchetta e si avvicinò
allo specchio per appuntare la
spilla da prefetto alla divisa e aggiustare la coda di cavallo in cui
teneva
intrappolati i suoi lunghissimi ricci color cioccolato al latte. Ricci
che,
senza il sole, si sarebbero scuriti fino a diventare quasi neri.
Daria
sorrise alla sua immagine: lei si piaceva, non aveva tutti i complessi
da cui
erano afflitte le sue coetanee. Certo c’erano parti del suo
corpo che detestava
cordialmente ed era conscia di non possedere la bellezza mozzafiato
della sua
migliore amica: aveva i fianchi larghi e le gambe leggermente
più grosse di
quelle di Rose, che pure era alta come lei, i suoi capelli erano un
intricatissimo groviglio e con l’umidità si
gonfiavano come un palloncino.
Però
sapeva anche di essere una ragazza carina: era alta 1 m e 75 cm circa
aveva
gambe lunghissime ed era magra, ma con le giuste curve. Inoltre aveva
un viso
regolare, bocca piccola con labbra carnose e grandi occhi di un blu
così scuro
da sembrare nero.
Già,
ma a che serve avere gli occhi
blu, se tutti li vedono neri?
Si chiese guardandoli.
Poi si mise a ridere.
Che
razza di domande! Gli occhi servono per vedere, che siano blu o neri
non ha
importanza purché svolgano il loro compito! Guardò
l’orologio e sorrise: sono le tre,
gli altri arriveranno alle sei,
quindi ho circa tre ore per oziare. Si gettò sul
letto e appellò un libro e
un dizionario: l’Odissea era un’opera stupenda, era
contenta che gliel’avessero
consigliata, ma leggerla in lingua originale era una tortura.
Le
lingue saranno anche il mio
talento come dice pa’, però lo sfido a leggere in
greco antico senza testo a
fronte… A volte
detesto la mia decisione
di non leggere mai un libro in traduzione se conosco la lingua
originale. Sbuffando
aprì il dizionario alla disperata ricerca di una parola
sconosciuta.
E
visto
che di lingue ne conosco parecchie le volte in cui leggo in italiano
sono
limitate. Sospirò e chiuse il dizionario.
Se
penso che, quando sono arrivata
qui, mi sentivo tanto brava perché ne conoscevo quattro mi
viene voglia di
prendermi a calci. Sbuffò
ancora.
Che ingenua! Ero convinta di
sapere tutto,
quando in realtà sapevo poco o niente: parlavo solo quattro
lingue e pure male,
ero a mala pena in grado di trasmettere telepaticamente qualche
pensiero e qualche immagine e non riuscivo
nemmeno a sentire il battito dei cuori altrui.
Per
fortuna ora le cose erano cambiate: sapeva di avere ancora moltissimo
da
imparare, una scorta inesauribile e la cosa la esaltava da morire. Alla
fine
sorrise e si ributtò su libro e dizionario con rinnovato
entusiasmo.
***
“
Daria!” Lei non fece in tempo a rispondere che si
ritrovò avvolta in un
abbraccio stritolatore, degno di un boa constrictor.
“Rosie,
così la soffochi!”
“Zitto
James, non è vero!” ribatté la rossa,
lasciando però andare l’amica.
“
Marmellata1 ha ragione: abbracci come tua nonna
Molly.”
“
E brava Miss Sole e Spiaggia! Io ho sempre ragione!”
“
Certo James, l’importante è che ci creda
tu.” Lo zittì la cugina. “Senti un
po’
italiana, com’è che non hai preso
l’espresso nemmeno quest’anno? Tua sorella
c’era e tu no!”
“Lei
c’era solo perché è il suo primo anno e
ha deciso di fare come gli altri
primini, cosa che ho fatto anch’io, Ros. Dal prossimo anno
prenderà la
passaporta per Hogsmeade come me.”.
Raggiunsero
la Sala Grande chiacchierando del più e del meno.
James,
quando varcarono la soglia, schioccò un bacio sulla guancia
a Daria e salutò la
cugina con un gesto della mano e un gran sorriso e si
dileguò in direzione del
tavolo di Grifondoro.
Rose
grazie alla luce migliore prese a osservare l’amica quasi a
volerle fare una
radiografia,
“Come
sei abbronzata, Al!”
“
Io sono sempre abbronzata rispetto a voi. E quante volte devo dirti che
il
diminutivo di Alessia non è “Al” ma
“Ale”?”
“Dave!
Ciao! Come sono andate le vacanze” Rose salutò il
capitano della squadra di
Quidditch, Dave Zabini, senza prestare attenzione alla ragazza.
“
Benissimo, Rose, grazie. Le tue?”
“Come
al solito. Sono contenta che sia ricominciata la scuola: il chiasso
della mia
famiglia mi piace, ma a piccole dosi!”.
“Beh,
ma quando sei qui le cose non sono molto diverse, visto che quasi tutti
i tuoi
cugini frequentano Hogwarts.”
“Ma
sono tutti Grifondoro, quindi non possono stressarmi più di
tanto. Speriamo che
anche i due nanerottoli finiscano lì.”.
“Roxie
e Louis?”
“Già
sono al primo anno come la sorellina di Daria, a proposito tu dove
speri che
finisca la tua piccola sosia?”
“Per
me non c’è differenza, ma sono certa che
finirà a Grifondoro.”
“Davvero?”
“
Già. Certo è molto ambiziosa e potrebbe essere
una perfetta Serpeverde, ma è
così dannatamente orgogliosa.. Senza contare che pur di non
seguire le mie orme
e allo stesso tempo dimostrare di essere migliore di me sarebbe capace
di fare
una scenata in mezzo alla sala.”.
All’espressione
confusa di Dave, Rose sorrise. “ A Marta non è mai
andato giù il fatto di
essere paragonata alla sorella, cui per altro somiglia in modo
sconvolgente. E
il fatto che Daria sia brava in tutte le cose che fa non aiuta per
niente.”.
“Adesso
non esagerare, non sono io che ho
preso dieci E ai GUFO!”
“Vero
tu ne hai prese solo 9”
Ribatté Rose
con un sorriso ironico.
“Visto?
Quella brava in tutto sei tu, non io: Erbologia proprio non la
capisco!”
“Infatti,
hai preso soltanto O. Ammettilo non sei esattamente il tipo di
studentessa
facile da superare!”
“Tu
ci sei riuscita benissimo!”
“Solo
perché tu sei di una pigrizia incalcolabile!”
“Ahm
ragazze.. Sta iniziando lo smistamento.”
***
***
La
cena era appena finita e i
ragazzi aspettavano le ultime raccomandazioni del preside prima di
andare a
dormire. Rose stava osservando il tavolo di Grifondoro, dove James e
Fred
stavano tenendo banco con qualche racconto esilarante. Alla fine
Roxanne e
Louis erano davvero finiti nella stessa casa degli altri cugini. Rose
sospirò
rassegnata: quei due sono i più
piccoli
della famiglia, quindi la cosa è confermata: io sono
veramente l’unica
eccezione. L’unica Potter-Weasley non Grifondoro.
La
situazione ormai non le pesava
più così tanto, persino suo padre
l’aveva accettata di buon grado quando lei
gli aveva spiegato le ragioni del cappello: secondo quel pezzo di
stoffa
sgualcito lei era in grado di far cambiare mentalità agli
ultimi Serpeverde
conservatori. All’inizio lei non vi aveva badato, troppo
presa da altre cose.
Soltanto dopo qualche tempo Rose aveva scoperto che
quell’incarico era stato
affidato anche a Daria, a quel punto, insieme alla sua nuova amica si
era messa
d’impegno per svolgere il suo compito.
I
pensieri della ragazza vennero
interrotti dal piccolo preside che prese la parola. Vitious fece le
solite
raccomandazioni, ma, invece di concludere con l’usuale
“auguro un buon anno a
tutti”, prolungò il discorso.
“Quest’anno
ci sarà una novità. Siccome
ogni anno la scelta dei Caposcuola è sempre più
difficile, ho deciso che d’ora
in avanti i Caposcuola otterranno la carica in modo diverso: invece che
essere
nominati da me, gli otto studenti del sesto anno che hanno ottenuto i
migliori
risultati ai GUFO competeranno tra loro a coppie; i membri della coppia
vincitrice saranno i Caposcuola dell’anno successivo.
Ovviamente le coppie
saranno formate da un ragazzo e una ragazza e saranno scelte da
me.”
“Gli
otto studenti migliori, eh?
Scommettiamo che conosco l’identità della prima e
della seconda?”
“Non
c’è niente da scommettere,
Dave.” Disse Rose con un largo sorriso soddisfatto,
“ lo sappiamo tutti che
siamo io e Daria”.
“Mi
dispiace deluderti, Ros, ma
credo proprio che entrambe dovremo condividere la posizione con qualcun
altro”.
All’espressione confusa dei due amici si affrettò
a spiegare “il preside ha
cominciato a chiamare gli otto studenti a partire da quello con i
risultati più
scarsi e ha detto che si era classificato sesto. Questo vuol dire che
ai primi
due posti ci sono dei pari merito.”
“Non
è possibile!” disse Rose con
aria leggermente disperata e molto arrabbiata
“l’unica persona che potrebbe
uguagliarmi, che è anche l’unica da cui potrei
accettarlo, sei tu!”
“Non
fare la melodrammatica: non è
mica la fine del mondo”
E
prima che la rossa potesse
ribattere che sì lo era, la voce del preside interruppe il
loro
discorso/battibecco.
“
Secondi pari merito con nove
Eccezionale e un’ Oltre Ogni previsione, Daria Alessia De
Lupo e Albus Severus
Potter.” La sua amica si alzò con indifferenza e
lei invidiò la sua calma e la
sua capacità di controllo.
Se
mi avessero appena detto che devo condividere il mio posto sul podio
con la
persona che più detesto in tutta Hogwarts, avrei dato fuoco
a lui, al preside e
a tutti gli insegnanti che hanno osato permettere un simile abominio.
Anche
se, in effetti, Daria si
limitava ad ignorarlo – di tutti i ragazzi del loro anno lui
era l’unico con
cui lei non avesse mai avuto una conversazione decente, in cinque anni
si erano
parlati sì e no tre volte- non lo detestava.
Almeno
non nel modo in cui io detesto Malfoy.
“
E infine al primo posto, con
dieci Eccezionale, Rose Minerva Weasley e Scorpius Hyperion
Malfoy.”
Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Merlino, dimmi, che cosa
ho fatto di
male per meritarmi questo?!
Con
una forza tirata fuori dal
nulla, la figlia di Ron Weasley si mise in piedi e si diresse verso il
tavolo
degli insegnanti, la stessa camminata di un condannato a morte e lo
stesso sguardo
di chi sta per commettere molti omicidi in poco tempo.
Poi, quando aveva finalmente
raggiunto la meta
ed era pronta a fare una delle sue scenate epiche, una mano si
posò sul suo
braccio. Rose non ebbe nemmeno
bisogno
di spostare lo sguardo, con cui stava incenerendo il responsabile della
sua
disgrazia, per sapere che quella mano apparteneva a Daria. Si
calmò
all’istante.
-Grazie- le comunicò col
pensiero, certa che l’altra l’avrebbe
percepito. E infatti: -di niente-
La
ragazza si guardò intorno, per
distrarsi, e identificò gli altri quattro ragazzi: Georgia
Walkins e Cedric
MacMillan di Tassorosso e Selina Goldstein e Hector Steeval di
Corvonero.
“
Bene!” esclamò Vitious
visibilmente entusiasta “formiamo le coppie! Walkins e
Steeval, MacMillan e
Goldstein”
-
devo essere in coppia con Al. Per forza.-
-
me lo auguro anch’io. Tu e Malfoy finireste col dare fuoco
alla scuola solo
guardandovi.-
-non
te lo devi augurare: il preside sa i rischi che correrebbe. Non
oserà.-
Ultime
parole (o pensieri) famose.
“
De Lupo con Potter e Weasley con
Malfoy”.
1) Siccome il diminutivo di
James è Jam, Daria
lo chiama marmellata in italiano.
Spazio
autrice:
Okay,
alla fine recensioni o no ho aggiornato comunque (l’avevo
detto di essere
lunatica e indecisa, no?)
Nel
capitolo non succede niente di importante, fatta eccezione per la fine.
Al
momento la storia risulta probabilmente abbastanza insensata, ma le
cose si
sgarbuglieranno pian piano.
Ah
volevo aggiungere un dettaglio: la protagonista si chiama come me.
Questo per
tanti motivi: adoro il mio nome, mi sembra che stia bene al personaggio
e
inoltre per alcune cose, tipo i ricci ingestibili, la Daria della
storia
somiglia a quella vera.
Baci,
Daria