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Autore: GloriaWhiterose    25/08/2011    2 recensioni
Le linee con cui gli anni accarezzano la pelle sono nulla in confronto a quelle che vi incidono sotto. E forse gli anni portano un po' di sincerità, o forse danno nuovo alimento al fuoco delle vecchie bugie...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tutto quello che mi ci vuole è la mia famiglia, pensò con convinzione Harry mentre girava le chiavi nella toppa.
Non appena ebbe fatto un passo in casa, venne travolto dal calore degli affetti e di una cena pronta che lo aspettava sul tavolo, sensazione così familiare che però non smetteva mai di sorprenderlo e di farlo sorridere.
“Papà, papà! I fuochi d'attificio!” strillò James correndogli incontro.
Con un sorriso disteso, Harry allungò le braccia e lo sollevò facendolo volteggiare. “I fuochi d'artificio? Cos'è questa storia, vi siete divertiti senza di me?”
Si diresse in cucina, dove Ginny stava cercando di far mangiare un riluttante Albus. “Ebbene sì, la mamma oggi ha dimostrato che anche lei con la bacchetta sa fare qualcosa di bello”
Harry depose un lungo bacio sulla fronte della moglie, per poi chinarsi ad arruffare i radi capelli del figlio minore. “Sono sicuro che mi hai fatto ampiamente sfigurare, tesoro”.
Ogni sera, tornare a casa dalla sua famiglia era come un balsamo che leniva ogni difficoltà della giornata, non importava quanto pesante essa fosse stata.
Ogni sera, ritrovava quel senso di pace interiore che non aveva mai sperimentato in nessuna situazione prima di sposare Ginny.
Ogni sera, osservare lei ed i suoi figli lo riempiva d'orgoglio e felicità. Ma quella sera, qualcosa continuava a disturbarlo.
Qualcosa ai confini della sua coscienza, qualcosa che non poteva essere afferrato in nessun modo – qualcosa che somigliava curiosamente alla polvere nascosta sotto al tappeto per non doverla più vedere.
Qualcosa di scomodo, forse difficile, qualcosa che non voleva capire.
Harry agitò lievemente la mano davanti al viso, come per scacciare un insetto molesto. Era solo stanco, ecco tutto. Si impedì di rovinarsi così la serata e non ci pensò più.
Una volta che i bambini furono addormentati nei loro lettini, Harry e Ginny salirono le scale verso la loro camera, tenendosi per mano e sorridendosi ancora come due adolescenti.
Come quegli attimi rubati nel parco di Hogwarts, sotto un sole gentile, quando per un momento ogni preoccupazione perdeva di valore nel calore di un bacio.
Il loro era un matrimonio felice, basato sulla fiducia, sul rispetto, sulla gioia di esserci sempre l'uno per l'altra. Era un amore solido, indistruttibile, di questo Harry era assolutamente certo.
Ginny gli cirondò il collo con le braccia, avvolgendolo nel suo caldo dolce profumo, e posò le labbra sul suo collo in un bacio gentile. “Metto ordine in cucina ed arrivo. Aspettami a letto”.
Harry le accarezzò i capelli soffici con le mani e con la guancia prima di lasciarla andare. “Ti amo”. Esausto, si buttò di peso sul letto levandosi distrattamente gli occhiali. Subito tutto si sfocò, come se fosse calata una nebbia asciutta sul mondo intorno a lui.
Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi e di allontanare qualsiasi pensiero avesse a che fare con il lavoro e tutto ciò che non era la sua famiglia: perché niente di tutto ciò aveva importanza, quando sapeva che i suoi figli dormivano tranquilli nella loro camera e che sua moglie l'avrebbe raggiunto in pochi minuti, con il suo sorriso caldo e le sue braccia morbide pronte a stringersi intorno a lui. D'un tratto, sotto la mano abbandonata sul copriletto, avvertì qualcosa che non aveva la consistenza di quest'ultimo.
Gettò un'occhiata, curioso, e scorse un foglio di pergamena sgualcito che doveva essergli caduto dalla tasca dei pantaloni; lo afferrò, spiegandolo, e se lo portò davanti agli occhi, rimettendosi perplesso gli occhiali.
Una grafia elegante ma piuttosto confusa, forse per la fretta, aveva tracciato poche righe sconnesse.

“Potter,
non chiedermi il perché di questo biglietto. Non lo so.
Sapevo che saresti venuto qua, prima o poi.
Qualcuno vuole incastrarmi, in modo anche poco furbo, ma non capisco se sia chi ritiene che dovrei marcire ad Azkaban, o qualcuno dei vecchi sostenitori di Tu-Sai-Chi, che mi considerano un venduto.
Voglio una risposta alla domanda che mi ha perseguitato in questi anni, Potter.
Vieni qua, devo parlarti.
Da domani, sarò da solo per una settimana. Anche mia moglie mi considera un fallito. Chissà cosa penserà mio figlio.

D.M.”

Harry fissò incredulo il foglio e si accorse che gli tremava la mano.
Non poteva credere ai suoi occhi: per quanto confusa e piena di contraddizioni, quelle righe sembravano proprio una richiesta d'aiuto.
Se Malfoy si abbassava a chiedere aiuto a lui, dopo anni passati a fargli la guerra, doveva davvero essere disperato.
Ma in cosa mai avrebbe potuto aiutarlo?
Voglio una risposta alla domanda che mi ha perseguitato in questi anni.
Non aveva idea di cosa volessero dire quelle parole.
Era come se sapesse qualcosa nel profondo di se stesso, come se il suo inconscio capisse quello che Malfoy voleva dire, ma più ci pensava meno riusciva ad afferrarlo.
Era come tentare di afferrare l'acqua con le mani: rimaneva solo un momento, troppo poco per osservarla bene, e poi colava via da ogni parte.
Il suono dei passi di Ginny sulle scale lo riportò alla realtà; abbandonò il biglietto nel cassetto del comodino e si impedì di rimuginare ancora sulle parole che conteneva o sulla mente contorta del suo autore.
Non era importante, in fondo, e probabilmente non sarebbe nemmeno andato ad incontrarlo. Anche se la curiosità era forte e la sua indole altruistica lo spingeva ad aiutare chiunque fosse in difficoltà, non aveva dimenticato come Malfoy l'aveva sempre trattato. Era una stupida rivalità fra ragazzini – o almeno, così era cominciata – ma restava difficile da cancellare in un attimo, anche dopo anni. Certo Malfoy non era più che l'ombra di chi era stato, a quanto aveva visto, e gli aveva suscitato una certa, sincera compassione.
Forse si trattava di qualcosa di importante.
O forse si sentiva così disperato e solo e fallito, da tentare di ricercare un amico persino in lui. Forse non sapeva nemmeno più di vivere da quanto la solitudine e l'amarezza l'avevano divorato, al punto che forse anche il suo vecchio rivale gli appariva come una compagnia desiderabile.
Ma la cosa non è reciproca, Malfoy, pensò, archiviando mentalmente la questione per il momento.

***



In casa Malfoy, il silenzio sembrava così denso e forte da poter sfondare le pareti.
Una volta che la casa si svuotava dei versetti spensierati di Scorpius, calava in ogni stanza un senso di oppressione ed insoddisfazione che toglieva il respiro.
Nessuno dei due coniugi era contento del matrimonio: si erano sposati perché andava fatto, perché era un unione conveniente per entrambi, per noia e per curiosità.
Ma non erano mai stati innamorati, e non era nata nemmeno quella complicità ed intesa che rende un matrimonio molto più semplice, anche senza un sentimento davvero forte.
Semplicemente, si trascinavano giorno per giorno, ipocrisia in pubblico e scenate in privato, parole amare e false tregue.
Dalla poltrona nel suo studio in cui era sprofondato per riflettere, Draco poteva chiaramente sentire le mezze parole velenose di Astoria, chiusa nella stanza attigua.
Chiuse gli occhi e ne escluse la voce: ormai gli riusciva tristemente facile.
Lasciò che la mente vagasse, ed essa spontaneamente andò a posarsi dove non avrebbe dovuto, come sempre accade quando si fa l'errore di concedersi un momento di riflessione libera pur sapendo che si vorrebbero evitare alcuni argomenti imprigionati nella propria mente.
Scosse la testa, amareggiato dalla sua stessa debolezza.
Non si era mai considerato una persona forte, ma quello che aveva fatto non era solo mancanza di forza: era stupidità, era imbarazzante, era volersi mettere in ridicolo di proposito.
“Non verrà mai” mormorò, mentre un sorriso triste gli adombrava il volto, lasciando gli occhi freddi e spenti.

***

Note
Colgo l'occasione per ringraziare chi ha iniziato a seguire questa storia, in particolare MusicAddicted che ha recensito :)
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, e come al solito i commenti mi rendono molto allegrissima *w*

Namarie,
G.W.
  
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