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Autore: FRC Coazze    25/08/2011    6 recensioni
Tre fratelli. Tre Doni. Uno morì per il potere. Uno morì per l'amore perduto. Uno salutò la Morte come una vecchia amica. I fratelli Peverell dite? No, non esattamente...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me, ma a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling, la trama di questa storia ed i personaggi originali presenti in essa sono invece di mia proprietà e pertanto occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.



 

  Parte I.  Uno morì per il potere
 



 

Così il fratello maggiore chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte!

Era sua. La bacchetta di Sambuco. La Stecca della Morte. La Bacchetta del Destino… era sua. Veramente sua.

Passò le sue dita gelide sul legno scuro, percepì il potere fremere dentro di esso, ansioso di dimostrare la sua potenza. Fece scivolare i suoi occhi infuocati sulla bacchetta, la contemplò … la ammirò in tutto la sua potenza, in tutto il suo splendore oscuro.

Era sua.

Ora era davvero il padrone della Bacchetta… nessuno avrebbe più osato ergersi davanti a lui. Si sarebbero inchinati. Tutti! Dal primo all’ultimo… Oh, li avrebbe spezzati… le loro schiene  si sarebbero curvate ed egli sarebbe passato sopra di loro.Avrebbero fatto del loro dorsoun suolo per lui, per la sua potenza ed egli li avrebbe calpestati. Tutti! Seguaci e oppositori.

Cos’erano loro in confronto al Signore Oscuro? Cos’erano? Miseri, putridi mortali! Lui avrebbe vissuto per sempre, la Bacchetta al suo fianco… sempre, perché nessuno sarebbe riuscito a sconfiggerlo, nessuno gliel’avrebbe mai portata via… era sua! Sua!

L’aveva rubata dalla tomba del suo ultimo padrone… non l’aveva vinta, l’aveva sottratta senza alcuna gloria… ma ora era diverso. Il suo vero padrone giaceva nella Stamberga Strillante e la Bacchetta era sua. Era lui il suo signore ora!

Il potere era la forza. E la sua potenza era immensa, la sua magia straordinaria… insieme, lui e la Bacchetta, avrebbero avuto in pugno tutto… il mare e la tenebra, le creature magiche e gli alberi delle foreste… avrebbe regnato sulla vita e sulla morte. La Morte… vecchia misera e incappucciata. Neanche aveva potere su di lui… avrebbe vissuto per sempre!

…una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte…

Rise.

Nessuno, nemmeno il Bambino Sopravvissuto, poteva fermarlo ora. La Bacchetta aveva cancellato quel fastidioso problema. Il ragazzo giaceva inerme e senza vita tra le braccia di Hagrid mentre si avvicinavano al castello. L’aveva spazzato via. E presto avrebbe distrutto anche i suoi compari.

Presto tutto si sarebbe compiuto.

Godette. Godette quando udì le grida disperate echeggiare per i cortili di Hogwarts.

Oh, piangete. Disperatevi, vili e insulse creature… il vostro dolore non tocca l’Oscuro Signore, né corrompe il potere della Bacchetta di Sambuco. Piangete! Urlate! Misero popolo della luce! Presto dovrete inchinarvi davanti alla potenza dell’oscurità.

“Harry!”

“E’ vivo!”

Vivo…

Puntò i suoi occhi, carboni ardenti, in quelli verdi e freschi del giovane in piedi innanzi a lui. Lo vide allontanare la folla intorno a loro. Piccolo insolente. Credeva davvero di poter sconfiggere la Stecca del Morte? E lui era il suo padrone! Lui!

Bla, bla, bla… parla quanto vuoi, Potter! Al Signore Oscuro rimbalzano addosso le tue parole… che importa dell’amore? Che importa della cerva d’argento? Lui lo avrebbe annientato, tutti sarebbero stati testimoni del suo trionfo!

Il potere della Bacchetta di Sambuco era suo! Lui l’aveva presa dalle mani contratte dalla morte di Albus Silente. Lui aveva ucciso Severus Piton! La Stecca era sua!

“Io ho rubato la Bacchetta dalla tomba del suo ultimo padrone! Io l’ho portata via contro il desiderio del suo ultimo padrone! Il suo potere è mio!”

E’ la bacchetta che sceglie il mago…

“Il vero padrone della Bacchetta di Sambuco era Draco Malfoy!” Stava urlando Potter.

Ah, sì? Che importanza aveva? Si sarebbe occupato di draco Malfoy… ma intanto la Bacchetta era sua! Era nelle sue mani! E il suo potere avrebbe annientato qual ragazzino arrogante…

E poi Potter non aveva più la sua bacchetta con la piuma di fenice, il loro collegamento era interrotto. Sarebbe stato un duello di pura abilità… avrebbe ucciso Potter e poi avrebbe pensato a fare completamente sua la Bacchetta.

“Mai sei arrivato tardi.”

Come?

“Hai perso la tua occasione. Sono arrivato prima io. Ho battuto Draco in duello settimane fa. Gli ho preso questa bacchetta…”

Oh, Potter! Che magnifico discorso!

“Sono io il vero padrone della Bacchetta di Sambuco.”

Gli occhi del Signore Oscuro si infiammarono, mentre la Bacchetta tremava nella sua. Sentiva il suo potere vivo, dimenarsi attraverso il crine di thestral ed il legno di sambuco, farsi strada fino a scalfire le sue dite bianche. No! Lui era il mago più potente del mondo! Lui era Voldemort! E la Bacchetta lo sapeva… percepiva il suo potere come lui sentiva il suo. Non si sarebbe ribellata al suo Signore!

…una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte…

“Avadakedavra!”

“Expelliarmus!”

Nessuno poteva sconfiggere il Signore Oscuro. Nessuno. Nessuno…

La Bacchetta di Sambuco volò in alto, scivolando dalla presa di Voldemort mentre il Signore Oscuro cadeva all’indietro. Colpì il pavimento di pietra, gli occhi rossi vuoti e vitrei, le braccia aperte come un paio d’ali.

La mano vuota. Vuota… non stringeva più alcun potere. Vuota. Solo dita bianche contratte nel vuoto.

… e fu così che la morte chiamò a sé il primo fratello.





E allora che ne dite? Voldemort e Antioch Peverell in questa prima parte.

Pensavo che ,alla fine, Voldemort credeva di avere comunque il controllo della Bacchetta… perché lui la possedeva e perché credeva che essa, nel suo potere, avrebbe accettato e servito la volontà dell’Oscuro Signore.

In realtà non è così perché come ha detto la Zia Jo: La Bacchetta di Sambuco è semplicemente la più imparziale e spietata delle bacchette visto che prende in considerazione solo la forza. Infatti ognuno si aspetterebbe un po' di lealtà dalla propria bacchetta. Se si viene disarmati o se si perde in un regolare duello, il legame che c'è tra il mago e la sua bacchetta non viene spezzato. Mentre per la Bacchetta di Sambuco chi vince l'incontro vince anche la sua lealtà. E' insensibile. Va solo dove si trova la forza. Cambia padrone senza che sia necessaria la morte di quello precedente. Ma, quasi inevitabilmente, attira maghi che sono disposti ad uccidere o ad essere uccisi per lei. O altri come Voldemort che confondono la predisposizione all'omicidio con la forza."

A mio parere, Voldemort credeva di essere talmente potente e aveva una talmente alta considerazione di sé stesso da credere di poter incarcerare la Morte e dominare la Bacchetta di Sambuco… ma come Antioch che si vanta nella locanda e viene assassinato e derubato della Bacchetta, così Riddle, nella sua presunzione, crede di avere in pugno il suo potere, ma viene tradito dalla bacchetta stessa che si rivolta contro di lui.

Ah! Le citazioni a inizio e fine storia sono tratte da “Le Fiabe di Beda il Bardo” e i dialoghi, ovviamente, da “Harry Potter e i Doni della Morte”.

E dopo questo spiegone, vi chiedo umilmente qualche recensione (fa anche rima ^^).

 

  
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