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Autore: AmhranNaFarraige    25/08/2011    2 recensioni
Per ogni persona che ama ce n'e' sempre un'altra che soffre a causa di questo amore. Non tutto e' rose e fiori e Sakura lo sa, offrendo cosi' la storia della coppia piu' amata e ammirata (SasuNaru) dal punto di vista di chi ama/odia.
Sakura e' pazzamente innamorata di Sasuke, lo e' da sempre e difficilmente si dimnetichera' di lui. Anche dopo un suo rifiuto. Anche dopo avvenimenti per lei tristi e demoralizzanti. Ma sempre al suo fianco ci sara' il fedele Naruto. Sempre la sapra' consolare e farle forza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’atmosfera era davvero molto piacevole: luci arancioni e rosse di lanterne di carta, appese qua e la’ lungo le vie del centro, schermavano la parabola del cielo notturno tanto da impedire la visione delle stelle che spiavano il mondo. File di colorate bancarelle che facevano vibrare nell’aria profumi di prelibatezze orientali e musiche folkroristiche tappezzavano i muri degli alti edifici storici, nascondendo cosi’ alla vista dell’uomo la loro vecchiaia. Famigliole felici con fanciullini elettrizzati sfrecciavano tra le stoffe alla rincorsa dell’ultima attrazione avvistata dai figli; coppiette affiatate passeggiavano mano nella mano, spalle a spalle lungo le strade affollate; allegre compagnie di amici cantavano canzoncine a malapena orecchiabili sospinti dagli effetti benefici di bevande luccicanti. In tutta queste categorie di gente, tra tutti questi individui cosi’ gioiosi, io non mi distinguevo di per certo per l’umore. Volteggiavo cosi’ tra frivoli pensieri proprio nel medesimo modo della gente a me attorno. Ero seduta su una panchina di legno all’esterno del negozio di fiori del villaggio, ancora aperto nonostante l’ora tarda. Aspettavo da tempo indeterminato, incurante persino di questo stesso, giocherellando con un portafortuna appeso alla vita dello splendido yukata, fiori rosa su campo bianco, che indossavo. Sara’ stato tutto merito dell’abito combinato all’ambiziosa acconciatura tutta fili di capelli dietro la nuca che si intorcigliavano in volute, curve e nodi dietro alla nuca, o per la spensieratezza di quel momento, ma devo ammettere, modestia a parte, che quella sera ero davvero bella! Non lo dico tanto per dire, o perche’ voglia vantarmi, sia mai! E’ solo che sarebbero le parole usate anche da un narratore esterno, ne sono assolutamente certa. E fidatevi, giacche’ la mia solita autostima non e’ che fosse tanto un gran cosa… Tuttavia quella sera mi sentivo fortunata. Non ambivo a nulla in particolare, ma mi si scaldava il cuore al solo pensiero di quanto l’amicizia fosse piacevole. Atro che amore e amore… Parole per ragazzine che gia’ si credono grandi! Mi ero davvero stancata di questi sentimenti sciocchi, o almeno cosi’ pensavo. Sappiate che e’ impossibile riuscire a sfuggire a cotanta potenza delle emozioni. Credetemi, c’ho provato a lungo ed ancora il mio cuore e’ in catene, costretto ad una prigionia sempre piu’ dura ed angosciante. Potrete pensare che la distanza alleggerisce il peso, lo pensai anche io allora, ma ho avuto l’occasione di ricredermi. Triste il destino.

Giunsero infine i miei compagni di giochi, gli amici della serata, stranamente assieme. Non ci feci caso. “Avranno finito di studiare da poco” pensai ingenuamente. Naruto mi aveva detto che continuava il suo programma di studio con Sasuke nonostante la mia indisposizione nei suoi confronti. Mi ero stancata di come mi trattava, di come trattava tutti, o forse ero solo semplicemente offesa. Tuttavia sopportavo di sentire quella parola venire pronunciata dalla bocca del mio migliore amico. Lo facevo per lui, sembravano essersi avvicinati abbastanza in quel periodo -anche se non sospettavo tanto!- ed allora sopportavo quel grave fardello. Lui avrebbe fatto lo stesso per me, ed in passato aveva dimostrato di sapermi ascoltare, nonostante i miei interminabili discorsi complessati, pertanto desideravo ricambiare in qualche modo.
Questo ragazzo cosi’ comprensivo e logorroico quasi quanto me mi si avvicino’ correndo a braccia spalancate, sbraitando il mio nome a tutti i venti e dimostrando, come sempre, il suo grandioso entusiasmo per ogni cosa che facesse. Un tantino mi vergognai per l’attenzione che attirammo, ma quel suo modo di fare aveva iniziato a farmi piacere in una maniera incomprensibile, forse mi faceva sentire speciale per almeno qualcuno. Le mie gote si tinsero di un leggero rossore puerile, mente ridevo a denti scoperti nel vedere il mio amico inciampare cosi’ goffamente non si sa in che cosa lungo la strada. Appena si fu ripreso mi raggiunse, stringendomi in un forte abbraccio maschile, accompagnato da un delizioso aroma al muschio bianco. Solo allora vidi dietro alle sue spalle che l’alta figura in kimono lungo non s’era mossa di un solo centimetro. Sasuke ergeva, come inchiodato a terra, nello stesso posto che avevo scorso al suo arrivo, con la stessa espressione incomprensibile. Mai avrei capito, e mai capiro’,che cosa si celasse dietro a quegli occhi all’apparenza cosi’ gelidi e distaccati. Cio’ che nascondevano non era destinato a me. Dopo due stritolate o piu’ Naruto si stacco’ dal mio corpo ormai stremato per quello sforzo fuori dalla mia portata –lui era incredibilmente energico- e si volse verso il nostro terzo ed ultimo compagno. Gli stampo’ davanti un sorriso che lo invitava caldamente ad avvicinarsi alla nostra dolce scenetta e quello gli ubbidi’! Stentai pure io a crederci, lo so che e’ una cosa assurda, ma cosi’ fu’, giuro su cio’ che di piu’ caro ho al mondo. Croce su cuore. Una volta radunati, Sasuke ancora non aveva spiattellato la minima parola –da quanto e’ che non lo sentivo parare?-, fu l’altro a ravvivare la situazione che gia’ iniziava a raffreddarsi, portando in quella notte che si faceva sempre piu’ gelida un raggio di sole che solo lui era capace di richiamare. Poggio’ non troppo delicatamente le mani sui miei fianchi e inizio’ a spingermi lungo la strada che ci si apriva davanti, zoppicando ogni tanto nelle infradito di legno, mentre l’altro seguiva a distanza eccessivamente ravvicinata –come facevo a non capire?!- ogni suo passo.

-Dai, Sakura-chan, muoviti! No, non da quella parte, noi dobbiamo andare a destra!

-Ma come diavolo faccio a saperlo?! Mi vuoi dire dove stiamo andando?

-Ma come?! Ti sto portando in paradiso, in un posto superspecialissimo. Ci saranno tutti quanti!

-Che?! E da dove t’e’ salt…

Inutile dire che non mi lasciava parlare, ne tanto meno era intenzionato a darmi qualche informazione in piu’. Dio, quant’era testardo allora! Dovreste vedere che agnellino e’ diventato al giorno d’oggi. Pero’ devo ammettere che la sorpresa c’era stata. Girammo l’angolo ed entrammo nella piazza del mercato, quel giorno svuotata delle solite bancarelle di frutta e verdura, rimpiazzate temporaneamente da carretti di zucchero filato e venditori di stelle filanti. Al centro spendeva un maestoso albero in fiore, non troppo grande ma comunque elegantissimo, grazie ai nastrini colorati che ragazze speranzose nella realizzazione del oro desiderio avevano appeso a quelle fronde. Ma cio’ che davvero mi aveva stupita era la presenza di tutta quella gente a me tanto cara. Mi volsi in direzione di colui che aveva organizzato tale raduno per scoccargli un bacio affettuoso sula fonte per poi dirgli qualcosa come “Ma allora anche la tua testa bacata ogni tanto sa come si fa a funzionare!”. Quello nemmeno piu’ faceva caso ai miei insulti, ormai erano quotidianita’, e li tramutava immediatamente nelle parole di gratitudine che effettivamente avevo intenzione di riferirgli. Ricambio’ con uno di quei suoi sorrisi cosi’ carini ed infine mi lascio’ col resto dei nostri amici, piu’ che altro compagni di scuola. Se solo avessi girato lo sgurado un’ultima volta verso quei due mi sarei accorta che stavano abbandonando la piazza. Loro da soli. Loro che intrecciavano cosi’ teneramente l’uno le dita dell’altro. Ma non lo feci, e aggiungo, per fortuna. La cosa mi avrebbe rovinato la serata, che procedeva cosi’ dannatamente bene.

Non mi curai del fatto di non vedere piu’ i miei accompagnatori tra tutta quella folla. Certamente erano in giro a fare cose da maschi –non chiedete cosa sono… Non ne ho la piu’ pallida idea, essendo io femmina- con quei disgraziati che erano nostri amici. Poco importava, me ne sarei restata li’ a gongolare e a fare pettegolezzi su qualunque cosa possibile ed immaginabile con le mie amiche. Mi faceva cosi’ piacere vederle, temevo un po’ di averle trascurate a causa della mia amicizia da poco trovata, ma quelle se la passavano alla grande comunque. Tenten mi osservo’ con occhi spaventosamente indagatori, per poi esordire col suo discorso.

-Sakura, tesoro, allora… Come te la passi col caro Naruto?

-Bene bene, ci vediamo molto ultimamente, si e’ davvero riscattato!

-Uoh, la nostra Sakura-chan ha fatto centro!

-Eh? Nono, non e’ vero affatto, che stai dicendo?! Dio, non pensavo stessi parlando di quello… Tsk, non me lo sognerei mai nemmeno se fosse un incubo! Ok, siamo solo amici, null’altro!

-Seee, e noi ci dobbiamo fidare, vero?!

Da quando le mie amiche erano diventate cosi’ sospettose nei miei confronti? Certo, ultimamente passavo piu’ tempo con Naruto che con loro, ma i nostri rapporti erano comunque grandiosi ed avrei raccontato loro ogni cosa che non avessi promesso di mantenere segreta, come la situazione sentimentale del mio amico. Tenten continuava ad indagare sui nostri rapporti, sapendo che non c’era nulla davvero, ma divertendosi comunque un mondo a vedermi in imbarazzo, ma mai quanto la povera Hinata che si agitava cosi’ tanto per il tema della nostra conversazione. Guai mettere quel nome in una frase, potreste farla cadere a terra cosi’ miseramente! Oh, com’era dolce quella ragazza… Un po’ mi dispiaceva, ma non avevo la minima intenzione di distruggere i suoi sogni ne’ tantomeno di infrangere una promessa fatta. D’altronde era una bella immaginetta, noi tre a parlare cosi’ spensieratamente degli argomenti piu’ futili che potessero apparire sulle nostre labbra rosate. Era sciocco, ma comunque divertente. Una serata un po’ tranquilla, senza nulla di particollare, ci voleva davvero. Ce ne stavamo in un angolino della piazza bella ed illuminata, sedute su una panchina verniciata di rosso scuro, adornata da dei fiori di carta coloratissimi. Ma quella tranquillita’ venne spezzata da una figura in corsa che si fermo’ col fiatone proprio di fronte a noi. S’aggiusto’ i biondi capelli usciti dall’elastico che li legava in una lunghissima cosa con forcine nere recuperate da chissadove. Ino fece un tentativo di calmarsi respirando piu’ lenamente, per come poteva ed ancora con i polmoni che andavano a mille mi guardo’ negli occhi. La vidi allora. Una goccia luccicante, che rifletteva le luci calde e confortevoli della festa, le si era fermata su una guancia, mentre le altre lacrime continuavano a scivolare giu’ lungo quella pelle cosi’ incredibilmente perfetta. Gli occhi suoi belli come il cielo estivo s’erano arrossati ed un po’ erano diventati turgidi, mentre la linea di matita nera che li circondava s’era fatta un po’ sbavata lungo la scia che le lacrime si erano scavate al confine di quelli. Era una strana visione, certo, quella ragazza cosi’ bella non avrebbe mai permesso di rovinare cosi’ il suo bel visino. Mi feci subito preoccupata, per questo. Doveva essere successo qualcosa di davvero terribile, mi alzai dunque e cercai di chiederle dolcemente che fosse successo.

-Sakura… Devo parlare… Con te… Un momento…

Mi rivolsi alle mie precedenti interlocutrici e chiesi loro scusa per allontanarmi cosi’ in disparte con la bionda.

-Cosi’, va bene, non ci sentira’ nessuno. Ora dimmi perche’ ti ritrovo cosi’ in questo stato.

Le lasciai il tempo per calmarsi dopodiche’ trovo’ la forza di rispondermi.

-Oh, Sakura… Non ci crederesti mai, e’ terribile!- le lacrime ripresero a sgorgare copiosamente sulle sue gote in fiamme –Non posso dirtelo… Dovresti aver visto tu per capire!

-Cerca di spiegarmi, io mi fido davvero delle tue parole!

-Sasuke…- Oh, quel pianto era per Sasuke… Era stata anche lei, allora, nella mia medesima situazione -… e Naruto. Loro stavano…

Si blocco’, incapace di ripensare a cio’ che le si era mostrato davanti ai suoi occhi. Mi feci dunque forza, anche se le sue parole, il suo tono di voce, il suo viso mi mettevano una paura tale di quello in cui mi sarei imbattuta. Stressi tra le dita i lembi della gonna e cominciai a correre lungo i ciottoli levigati, giu’ per la via da cui la mia amica aveva fatto il suo ingresso, lasciandola alle cure amorevoli di Tenten e Hinata. Qualche minuto e finalmente anche io capii. Mi ero fermata proprio davanti alla panchina su cui prima li stavo aspettando e rimasi’ li’ bloccata, incapace addirittura di respirare.
  
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