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Autore: jennybrava    25/08/2011    8 recensioni
Si sà, i guai non arrivano mai da soli e, oltre a dover gestire un gruppo di sedici disadattati shinobi di Konoha in visita a Suna; uno più bizzarro dell'altro, fra gelosie, baci, romantiche storie d'amore e triangoli amorosi; Matsuri si ritroverà a gestire un'amica sull'orlo di una crisi di nervi perchè innamorata delusa, un'amico donnaiolo che si ostenta a trattarla come una poppante e una cotta per un ragazzo che altri non è che il suo sensei e il Kazekage in persona.
E chissà che, per una volta, non sia lei la protagonista di una favola romantica.
La tua storia d'amore.
"Ci sono domande?"
"Posso riavere indietro il mio kunai?"
"Sta zitto nanerottolo"

{ShikaIno} {GaaMatsu}
Accenni SasuSaku, NaruHina, NejiTen?, SuiKa?
Ultimo capitolo postato!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Matsuri, Sabaku no Gaara , Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flames Of Youth'
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Extra. Ultimo (?) spazio dell'autrice: Okei, con questo capitolo siamo davvero giunti al capolinea. Che dire, se non grazie grazie grazie? Grazie per la bellissima esperienza, grazie per aver sopportato i miei sproloqui settimanali, grazie sul serio.
Grazie ad Agnese_san,  per essere stata la prima vittima sacrificale di questa storia, e ad _ame_, che ha recensito ogni singolo capitolo di questa fanfiction (<3). Un grazie particolare e affettuosissimo alla mia lastscream (Detta anche Alè.) che nelle ultime settimane è stata la mia compagna fidata :3 Ti adoro, lo sai vero? <3
Ma un grazie immenso và anche a violetta_sumire (che adora GaaMatsu come me), LovelyKim (le tue recensioni allietano le mie giornate, cara!), Yami_Yume (Grazie grazie grazie! *__*), DarkGaara, MUSICAL, Giluna, Shana Flame Haze, Ixia.. grazie a tutti coloro che hanno recensito questa storia, ecco!
Grazie anche a tutti coloro che l'hanno inserita fra le preferite, ricordate, seguite o che l'hanno semplicemente letta. Grazie per avermi seguito tutto questo tempo e sò che questa parentesi potrà sembrare esagerata o svenevole, ma per me questa storia significa davvero tanto. E' a tutti gli effetti la prima long-fic che concludo in tutta la mia vita, e grazie a questa ho potuto anche conoscere gente meravigliosa! (Ogni riferimento è puramente casuale, eh <3)
Ammetto che un po' mi mancherà scrivere sulla mia Matsuri, oramai mi ci sono affezionata. :')
Questo capitolo è tutto per voi mie care (o cari, non si sà mai.), dedicato a tutte coloro che hanno recensito e mi hanno supportato! :3
- A questo proposito, lo special si concentra su tre diverse aree semantiche: la luce, il silenzio e il vento.
Ed  è in realtà molto diverso da cosa vi aspettate voi, miei cari lettori. Se vi aspettate infatti scene puccipucci con tanti bacini e risolini, beh.. vi sbagliate. 
Forse solo le scene NaruHina (che è stata la più dura da scrivere.) e ShikaIno hanno un'accenno fluff, ma per il resto è in realtà un capitolo molto riflessivo. Vi stupirete forse anche della differenza di lunghezza di alcune scene fra le altre. Questo non per mancanza di ispirazione, ma per voluta scelta stilistica. Alcune coppie necessitavano più parole, altre meno solo perchè quelle che c'erano, erano già sufficentemente intense.
Ed è questo quello che voglio trasmettervi con questo capitolo. Intensità.
Non voglio farvi fare "Awww :3" (o almeno non tanto xD), ma voglio che riusciate a palpare le differenti sensazioni che tramette ciascuna coppia in ciascun contesto differente. L'intensità dei loro sentimenti.
Spero di riuscirci.
Ah, vi consiglio di ascoltare questa traccia (che non è altri che la traccia che ho ascoltato io mentre scrivevo) durante la lettura del capitolo! :D
- PS: Per chi se lo fosse perso, ecco qui il prologo e il primo capitolo di "Non è la solita commedia scolastica" (SasuSaku).
Enjoy!
SHANNARO!





Kimi Ai No Monogatari
~ Il Fiore di Suna.
Special: The Way I Loved You.







[NaruHina~Wind Like You.]

<< Il vento ti dona. >>
Fu un sussurro appena celato, divertito, e Hinata arrossì all'udirlo, voltandosi di scatto e scoprendro il sorriso luminoso, abbagliante, del ragazzo che le si era accucciato accanto.
Naruto si sedette, incrociando le gambe e continuando a sorriderle senza alcun remore.
C'èra silenzio attorno a loro, e il sole illuminava con i suoi piacevoli raggi quell'immensa terrazza dove Hinata Hyuuga fino a qualche istante prima assaporava dolcemente quella brezza estiva piacente.
I suoi occhi chiari cercarono quelli di lui, ridenti e allegri come sempre, che la osservavano con trasporto.
<< Mmm. >>
Non disse nulla lei, tornò ad abbassare lo sguardo e a stringersi le gambe al petto, i lunghi capelli scuri che si agitavano in aria.
Vento.
Fu lui a parlare di nuovo, e quando sentì le sua labbra premute contro la nuca, sobbalzò, affrettandosi a voltarsi. Ma lui era stato veloce e non le aveva nemmeno dato il tempo di dire qualcosa: l'aveva baciata sulle labbra con gentilezza, quasi con timore, mentre lei stringeva convulsamente la stoffa dei pantaloni che portava e gli sospirava contro, sentendo le guancie accaldarsi.
Il sole scottava, ma la brezza fresca e piacevole di quel sabato mattina la rinfrescavano, e i capelli di Naruto sembravano impalpabili fili di seta fra le sue dita.


***

[SasuSaku~She Is The Sunlight.]
Era quasi l'alba.
Striscie rossastre di cielo illuminavano le vie sabbiose di Suna a quell'ora, e i suoi capelli color confetto sembravano ancora più rosa.
Lei rallentò il passo e la mano che gli stringeva fermamente il braccio scivolò giù fino alle dita, intrecciandole alle sue.
Non disdegnò il contatto lui, ma rimase un poco perplesso. Sakura non era tipo da smancerie ingiustificate.
Innanzi a loro si apriva un immenso spiazzo, che poco aveva da somigliare ad una vera piazza, ma che troppo dissimilava da un luogo pubblico.
Sembrava un posto nascosto, o comunque poco frequentato.
Sasuke si chiese come Sakura potesse conoscerlo.
<< Fra tutto quello che c'è stato da fare non me ne sono nemmeno ricordata. >> la sua voce era bassa e musicale. Aveva lo stesso tono che era solita utilizzare quando gli sussurrava all'orecchio parole dolci. << Ma è sempre meglio tardi che mai. >>
Sasuke la osservò in tralice, un poco confuso. << Di che stai parlando? >>
<< Vieni. >> non gli rispose, ma lo strattonò gentilmente, rivolgendogli un sorriso.
Qualche fronda d'albero adombrava il terreno sabbioso, e due massi spuntavano da essi.
Una volta fattisi più vicini Sakura lasciò la sua mano, all'improvviso, e percorse i pochi passi che la separavano dalle due lapidi.
Lapidi.
<< Ohayo, Chiyo-baasama. >>
Stava accarezzando quella più a destra Sakura, percorrendo assorta le venature dei kanji incisi sopra la pietra con meticolosa precisione.
Sasuke non avrebbe voluto definirla tenerezza, o amarezza, ma non vi era dubbio che quello che stava provando era qualcosa molto simile ad essa.
Chiyo.
Era di spalle Sakura, inginocchiata, e sorrideva probabilmente.
Piangendo.
<< Questo è Sas'ke-kun. >>
Fu un soffio appena udibile e sicuramente lei pensò che non l'avesse sentito, ma Sasuke affondo le mani nelle tasche dei pantaloni e fece un passo avanti.
Uno solo, tanto quanto bastava ad affiancarla.
Sakura allora sorrise di nuovo, sfiorando nuovamente le incisioni.
Sospirò poi, con amarezza. << Non le ho nemmeno portato dei fiori. >>
La guardò.
D'un tratto un raggio di sole illuminò la sua mano, posata sulla lapide, cogliendo di sorpresa entrambi, e lui non riuscì proprio ad impediserlo: sorrise, osservandola mentre guardava affascinata quell'unico raggio lucente.
Era sorto il sole.
<< Non credo ve ne fosse il bisogno. >>
Poi lei si alzò, gli sorrise nel modo in cui sorrideva solo a lui, prima di circondargli il collo con le braccia e posare le labbra sulle sue.



***


[SuiKa~Between Two Lights.]

Il lenzuolo pareva imbevuto di luce.
Fu con quella visione che si svegliò lei, quella mattina.
Le tende erano quasi del tutto tirate, eppure un raggio di luce era riuscito a penetrare nella stanza e ad illuminare anche il suo viso.
Si era rigirata nel letto e aveva calciato via le coperte, ammucchiandole ai piedi e passandosi una mano sulla fronte madida di sudore.
L'aria era irrespirabile, calda, afosa e pesante.
Si alzò di scatto e cercò di raggiungere la finestra, per spalancarla e aerare un po' quella stanza chiusa e opprimente, ma un capogiro la colse alla sprovvista, annerendole la vista un'istante e costringendola ad appoggiarsi alla parete con una mano, reggendosi il capo con l'altra.
Maledetta pressione bassa.
<< Attenta. >>
Si era svegliato.
Capelli chiari che risplendevano a quell'unico raggio di luce, nessun sorriso sghembo o vagamente beffardo, solo uno sguardo serio e vigile.
<< Sai benissimo che non dovresti alzarti dal letto così in fretta, Karin. >>
Nè una battuta, nè uno sguardo irriverente, neanche un sorrisino di scherno o malizioso.
Suigetsu sedeva sul letto, a gambe incrociate, sfacciatamente nudo e completamente a suo agio.
E la osservava.
Karin si sentì arrossire inconsapevolmente, ma non per la sua palese nudità, quanto per le singolari sensazioni che quelle semplici parole avevano scaturito in lei.
La conosceva davvero così bene?
Si passò una mano fra i lunghi capelli rossi, sospirando.
Scoprì di non avere gli occhiali.
E allora perchè riusciva a vederlo così nitidamente?
<< Lo sò. >> sibilò, voltandosi di scatto, spalancando la finestra e tirando le tende con un gesto secco.
Il sole di quel sabato mattina l'accecò per un istante, mandandola in confusione.
Quella storia non andava bene.
<< Dovresti andartene. >>
<< Secondo te cosa sto facendo? >>
Non andava assolutamente bene.
Quelle parole affilate la destabilizzarono, ma non volle dare troppo peso a ciò che provava e accigliò lo sguardo, proferendo in tono seccato:
<< E allora spicciati. >>
Suigetsu si infilò il kimono della sera prima e lo allacciò alla ben meglio, scoccandole un occhiata in tralice.
<< Eravamo ubriachi ieri sera. >> asserì poi lei, incrociando le braccia al petto. << Tanto per la cronaca. >>
Come lo eravamo anche l'altra volta?
<< Aha. >> rispose lui. << Certo. >>
Non la salutò quando aprì la porta e la richiuse dietro di sè con naturalezza, ma quello che Karin si chiese fu il perchè non avesse infilato gli occhiali, una volta che lui se ne fu andato e lei si fu distesa di nuovo su quel letto che profumava di fiori, colonia e creme per la pelle.


***

[NejiTen~No words.]

Tirava vento quella mattina.
Sembrava quasi che al di fuori della città si stesse scatenando una tempesta di sabbia, e di questo Neji Hyuuga ne ebbe la conferma una volta uscito dal dormitorio.
Non c'èrano nessuno in giro, il Palazzo del Kazekage era completamente deserto.
Con tutte le probabilità di quel mondo i suoi compagni erano rimasti a poltrire nel letto, reduci dalla sbronza colossale della sera prima; chi magari stravaccato su un'altro, russando, chi allacciato al corpo morbido di una ragazza.
Quei pensieri non lo infastidivano veramente, ma di certo non lo lasciavano indifferente.
Sospirava Neji Hyuuga, percorrendo i corridoi del Palazzo del Kazekage.
Per cosa, poi?
Fuori il cielo era sereno, tirava solo quella brezza dispettosa, e gli spifferi di vento sibilavano come lontani echi in quel corridoi abbandonato.
E poi Neji la vide.
Superato l'iniziale stupore comandò ai suoi piedi di proseguire dritto, di superare il bivio dove lo avevano condotto, ma Neji rimase lì immobile. Fermo.
Riuscì soltanto a scostarsi un poco e nascondersi dietro all'angolo, gli occhi chiari sempre puntati sulla figura che, appoggiata al davanzale della  finestra aperta, osservava fuori con espressione assorta.
Non portava più l'aderente e scollato kimono rosso della sera prima, ma gli abiti sportivi con cui era sempre stato abituato a vederla, nascosti sotto una morbida e leggera vestaglia.
Niente in lei ricordava la donna che la sera prima aveva fatto stragi di cuori nella sala da ballo, se non i lunghi capelli scuri che le danzavano attorno al viso.
Sciolti.
Neji non capì perchè rimase lì ad osservarla a lungo, perchè si perse nella contemplazione di lei che osservava il panorama fuori da quella finestra, scostandosi di tanto in tanto ciocche di capelli dal volto, nè si chiese cosa effettivamente ci facesse a quell'ora di mattina, fuori dal dormitorio.
Rimase lì, immobile nel suo nascondiglio, avvolto in quel silenzio quasi surreale, solo il sibilo del vento che gli risuonava nelle orecchie.
Poi lei si sospirò, scostandosi dalla finestra e passandosi una mano fra i lunghi capelli, e così come era venuta sparì lungo il corridoio, lasciando dietro di se il vuoto.
Neji avrebbe potuto giurarlo.
Aveva guardato nella sua direzione.


***

[ShikaIno~The Most Troublesome Silence.]


Le nuvole erano bianche quel giorno.
Incredibilmente bianche e soffici, quasi impalpabili e irraggiungibili tanto parevano in alto.
E lei parlava, chiaccherava, probabilmente su cose senza senso, e Shikamaru si chiese quando precisamente avesse iniziato a trovare la sua voce straordinariamente dolce.
Quando avesse iniziato a pensare che si armonizzasse così bene a quell'intenso cielo azzurro.
Come i suoi occhi.
Il cortile a quell'ora era vuoto, tutti probabilmente dopo pranzo si erano rintanati nelle loro camere a fare un riposino, e Shikamaru in qualche strano modo non se ne dispiaceva, perchè seduto lì, su quella panchina, a prendere sole, e ad osservare lei che saltellava avanti e indietro allegra, era la miglior seccatura che potesse capitargli.
Sorrideva lei, la lunga coda bionda che si agitava in aria seguendo le folate di vento, e gli raccontava annedoti del tutto insignificanti, e lui non l'ascoltava precisamente, si beava soltanto del ronzio della sua voce e del silenzio quasi surreale che li avvolgeva.
Ino smise di parlare poi, così, tutto d'un tratto, e gli si avvolse attorno, sedendosi sulle sue gambe e circondandogli il collo con le braccia, mormorando parole dolci e sconnesse al suo orecchio.
Shikamaru allora si chiese, ricambiando la stretta e godendosi la piacevole sensazione di calore che gli infondeva, come si riuscisse a provare una simile sensazione di intimità col soltanto abbracciarsi.
Una folata di vento li colpì in pieno e Ino si strinse di più a lui, rabbrividendo.
Non parlarono, e lui alzò di nuovo lo sguardo al cielo.
Le nuvole erano sempre più bianche.


***

[GaaMatsu~Whispered Sunset.]

C'èrano cose della serata prima che Matsuri non era ancora riuscita ad elaborare a pieno, e non le era bastata un intera giornata per riuscire a farlo.
Leggeri e silenziosi i suoi passi si perdevano in quei corridoi vuoti, anche quando oramai stava calando la sera, e la conducevano nell'unico posto in quel Palazzo che un poco la rilassava e che, con i pensieri di adesso, probabilmente le avrebbe fatto chiarire un poco le idee.
Non era un posto segreto, ma poco frequentato sì.
Dopo aver salito tre piani di scale la sua mano si era posata sulla superficie ruvida e legnosa di quel portone, quasi con timidezza.
Fu con insolita calma che lo spinse, mettendo piede nella grande e desolata terrazza del Quartier Generale degli shinobi.
La porta si chiuse con un cigolio e quando Matsuri si voltò, sorrise nello scorgere il cielo tinto di rosso e arancio; il sole che brillava nell'orizzonte, nascosto dalle prominenti dune di sabbia al di là delle mura.
<< Chi va là? >>
Sobbalzò all'udire quella voce e il cuore le mancò un battito, mentre si affrettava ad osservarsi attorno. Poco più in là, proprio nella prominenza più allungata della terrazza, la figura e gli occhi ghiaccio del Kazekage la scrutavano con sussiego.
<< Matsuri. >>
Sbarrò gli occhi lei. << Gaara-sensei. >> rantolò, prima di chinare il busto in un accenno di inchino, in imbarazzo.
<< M-Mi dispiace.. >> sussurrò. << Non volevo disturbala.. v-vado.. vado subito via.. >>
<< No. >>
No.
<< Resta. >>
Se vuoi.
Arrossì Matsuri, di gioia e di imbarazzo, e i bagliori tenui e dorati del tramonto le illuminarono il volto sorpreso e rosso.
Rigidamente gli si avvicinò, fermandosi proprio ad una spanna dalla spalla di lui.
Era più alto di lei Gaara-sensei.
Non si dissero nulla, perchè gli occhi di ghiaccio di lui, anche se Matsuri non poteva vederli, erano gentili e sorridenti.
<< Che spettacolo. >> fu l'unica cosa che disse lei, ed era vero.
Perchè la meraviglia della sua terra appariva ancora più bella se con lei c'èra Gaara-sensei a condividerla.
E il tramonto di quel sabato illuminava i loro profili e oscurava le loro ombre, che si intrecciavano fra loro tanto quanto erano vicine.
E Gaara sorrise, un sorriso appena accennato, quando una folata di vento più intensa delle altre la colpì dritta in faccia, mozzandole il respiro.
Davanti a loro, solo il rosso e l'arancio del tramonto che si univano assieme.



***



- Il titolo dello Special si ispira all'omonima canzone di Taylor Swift.
Grazie.




Jennybrava.





   
 
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