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Autore: emmevic    26/08/2011    7 recensioni
[Dedicata a Panda-chan]
AU incentrata sulle figure di Itachi e Sasuke alle prese con la difficile realtà della colazione.
Cit/: Il latte caldo è un elemento fondamentale per iniziare nel giusto modo la giornata, questo è quanto afferma Sasuke.
Secondo la filosofia adottata dall'Uchiha infatti, in base alla temperatura del liquido, alla consistenza della fetta biscottata pucciata e alla qualità della marca -perché c'è latte e latte-, un giorno può cominciare nel verso giusto come in quello sbagliato.
E' per questo che Sasuke ogni santissimo giorno si prepara da solo la colazione: se lo facesse qualcun altro l'equilibrio del suo latte caldo e della sua routine giornaliera andrebbe tranquillamente a farsi benedire.
Anche se quel qualcuno è Itachi.
Ecco dunque i tre motivi che costrinsero Sasuke a prendere la dolorosa decisione di provvedere lui stesso alla preparazione della propria colazione.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dedicata a Panda-chan che oggi compie gli anni.
Auguri, cara.

Spero vi piaccia, Buona Lettura.

Nota di prefazione: la parola Warmilk nella lingua inglese non esiste, essa è nata infatti nella mia mente - bacata - quando ho fatto la crasi della parola warm (caldo, tiepido) e della parola milk (latte). Il significato di questa parola è quindi latte caldo. Oltretutto mi sono accorta che nel termine Warmilk fa la sua comparsa anche la parola war (guerra), che secondo me è ben indicata per descrivere l'ingiurioso rapporto che Sasuke ha con il suo latte caldo. Perciò il titolo vuol dire sì latte caldo, ma ha anche molte altre connotazioni che scoprirete durante la lettura. ^^
IMPORTANTE: in questa shot, che è una AU, Sasuke e Itachi convivono sotto lo stesso tetto e hanno circa quindici e vent'anni.



Il latte caldo è un elemento fondamentale per iniziare nel giusto modo la giornata, questo è quanto afferma Sasuke.
Secondo la filosofia adottata dall'Uchiha infatti, in base alla temperatura del liquido, alla consistenza della fetta biscottata pucciata e alla qualità della marca - perché c'è latte e latte -, un giorno può cominciare nel verso giusto come in quello sbagliato.
Perché ogni mattina tutto deve essere perfettamente calcolato oppure l'equilibro di questi tre elementi s'incrinerà andando inevitabilmente a destabilizzare l'armonia delle seguenti ventiquattro ore.
D'altronde se il latte è troppo caldo, la lingua si scotterà; se la fetta biscottata è troppo inzuppata, l'incriminata si lascerà cadere brutalmente sul tavolo, afflosciandosi su se stessa; se la marca del latte è troppo scadente, il sapore sarà compromesso o, addirittura, si potranno trovare al suo interno degli sgradevoli grumi o strani aloni.
In ogni caso se anche solo uno di questi tre spiacevoli eventi si verifica, quella che sta per cominciare non si può di certo definire una buona giornata.
È per questo che ora Sasuke ogni santissimo giorno si prepara da solo la colazione: se lo facesse qualcun altro l'equilibrio del suo latte caldo e della sua routine giornaliera andrebbe tranquillamente a farsi benedire.
Anche se quel qualcuno è Itachi.
Ecco dunque i tre motivi che costrinsero Sasuke a prendere la dolorosa decisione di provvedere lui stesso alla preparazione della propria colazione.

WARMILK
(latte caldo)

1] Quando a rompersi non fu solo la corda della pazienza di Sasuke.
Erano passati solo pochi minuti da quando Itachi, preso a spalmare di burro le fette biscottate, aveva acceso il gas e posto il pentolino grigio con dentro il latte sulla fiamma del secondo fornello di destra.
Tale azione, dettata più dall'abitudine che da altro, era stata compiuta 5 minuti e 21 secondi addietro, relativamente poco tempo prima, dunque.
Eppure, in questo piccolo intervallo di tempo, era iniziato un processo chimico assai fastidioso che non si può giustificare se non additando la distrazione come causa scatenante della reazione avvenuta nel pentolino.
Il latte infatti, lasciato al suo infausto destino, aveva cominciato a bollire, o meglio, la schiuma, che ormai fuoriusciva incontrollata dalla pentola, indicava semplicemente che il liquido si era scaldato troppo.
Così, quando Itachi distolse la sua attenzione dal coltello imburrato - che aveva appena terminato di usare - e, date le spalle al tavolo su cui stava lavorando, volse gli occhi verso i fornelli e vide quel culinario disastro, non poté fare a meno di passarsi la mano tra i lisci capelli corvini e socchiudere gli occhi vagamente annoiato.
Non gli risultava affatto gradevole il pensiero d'essersi distratto tanto da permettere a quel latte di montarsi e riempire così la cucina gas di candide bolle e densa schiuma bianca.
Proprio non gli andava.
E poi adesso avrebbe dovuto pulire tutto.
Dunque leggermente indisposto nei confronti di quel latte, Itachi non esitò a prendere la spugna che giaceva inerte sul bordo del lavabo e a passare l'attrezzo grondante d'acqua sul ripiano ormai colmo di schiuma. Ovviamente tutto questo dopo aver spostato il pentolino dal maledetto fornello.
In due scarsi minuti, con suo sommo piacere, tutto era già lindo e pulito, neanche avesse passato il Cif.
Ad ogni modo, quando Sasuke, con gli occhi ancora pesanti per il sonno e i capelli scarmigliati, fece la sua entrata in scena trascinandosi assonnato nel suo pigiama azzurro verso il tavolo della cucina, Itachi s'apprestò a porgere al fratellino le fette biscottate imburrate in precedenza, quelle che ogni giorno Sasuke amava pucciare nel latte caldo.
Gli porse anche la sua grande tazza bianca e rossa dentro cui era stata versata la parte salvabile del latte (ossia tutto ciò che non era divenuto fastidiosa schiuma, perché Sasuke, Sasuke la odiava la schiuma).
Eppure accadde.
Nel momento stesso in cui le labbra di Sasuke toccarono il liquido bollente, le dita del ragazzo lasciarono la presa sulla tazza. Quanto mai.
Itachi per la seconda volta in quella mattina si passò la mano fra i capelli, sintomo che era decisamente tediato.
Dopotutto la vista della tazza in frantumi, disintegrata a terra in mille frammenti, non era affatto piacevole. In più sommando il tutto alla voce perforante e stizzita del suo dolce otouto, il quale aveva inizialmente bofonchiato qualcosa che poi si era trasformato in una parola tutt'altro che cordiale, la situazione che si veniva a creare non era delle migliori. Proprio no.
Itachi prese un bel respiro di fronte al sonoro vaffanculo¹ di suo fratello.
Non amava le parolacce, soprattutto in bocca a Sasuke, il quale attualmente pareva meditare un certo risentimento verso la tazza frantumata.
«Itachi.»
«Sì otouto?» domandò.
«E' tutta colpa tua.»
Il maggiore guardò rassegnato Sasuke, non rispose quindi alla falsa accusa che gli era stata mossa.
Dopotutto non era nel suo carattere cercare di proposito un pretesto per litigare, cosa che però, pensandoci, riusciva particolarmente bene al suo otouto.
Brutta cosa l'adolescenza.
Nel frattempo Sasuke, con gli occhi strizzati per l'ira, rifletteva piuttosto acidamente che, ora, il suo caro aniki non era neanche capace di trovare la giusta temperatura per una buona tazza di latte caldo.
Se fosse successo ancora, ci sarebbero stati dei cambiamenti, pensò infastidito.
D'altronde non poteva certamente permettersi di rovinare così la propria giornata, solo perché il latte era troppo caldo.

2] Quando la forza della gravità decise di mettersi contro Sasuke Uchiha.
Sasuke amava il burro e questo Itachi lo sapeva bene.
Sebbene la profonda avversione del suo otouto per i dolci, il maggiore era infatti perfettamente a conoscenza dell'enorme piacere che una fetta biscottata imburrata poteva dare a Sasuke.
Già. Poteva capire facilmente dall'espressione che si dipingeva sul volto del ragazzino, quando addentava la fetta, che quell'alimento era decisamente di suo gusto.
Ogni mattina Itachi preparava quindi quelle fette tanto amate e scaldava il latte per il suo fratellino, il quale, dopo l'evento della settimana prima - la tazza rotta per il latte troppo caldo -, non aveva preso nessuno dei provvedimenti di cui aveva tanto parlato.
Provvedimenti che lo vedevano intento a prepararsi da sé il latte caldo.
Itachi, che però conosceva bene il suo scoiattolo², era alquanto scettico di fronte ad un'affermazione del genere, dato che Sasuke in casa era praticamente una frana, un completo disastro. Nel senso che, per quanto riguardava la sua camera, il ragazzo era pignolo come pochi, per quanto riguardava la casa invece, se ne sbatteva altamente.
Questo perché, a sua detta, non era quello il suo dovere: il suo dovere era infatti studiare e basta.
La casa e anche la cucina erano quindi interamente affidate a Itachi, dato che, dopo l'incidente in cui i suoi genitori avevano perso la vita, si era visto costretto a provvedere a se stesso e al suo adorabile otouto.
Così quella mattina - come ogni volta - Itachi, armato di coltello, spalmava tranquillo il burro mentre osservava distrattamente alla televisione il telegiornale, che veniva trasmesso quotidianamente alle 7.00 del mattino.
Quando però il telegiornale terminò e cominciò la pubblicità, il ragazzo repentinamente poggiò il coltello sul tavolo e s'accinse a spegnere il televisore. Trovava infatti inutile la pubblicità e quindi perdere tempo davanti a spot del genere gli pareva uno spreco di tempo.
E mentre Itachi spegneva il diabolico aggeggio, come Mikoto un tempo lo chiamava, Sasuke entrava con passo tranquillo nella cucina e prendeva posto su una delle quattro sedie del tavolo.
«Le fette biscottate sono già pronte, il latte è nella tazza. Ti assicuro che oggi è quasi freddo, non ti scotterai di sicuro.»
Sasuke non rispose al fratello, dopotutto trovava inutile rispondere ad un'affermazione, mica era una domanda.
Rimanendo sulla sedia si voltò quindi verso i fornelli e prese la tazza che stava affianco al lavabo.
Era fin troppo fredda forse, ma non disse niente. Era troppo presto per litigare, avrebbe rimproverato Itachi più tardi.
Posta la tazza davanti a sè e presa fra le mani la prima fetta imburrata, Sasuke non si gingillò oltre e pucciò quindi la sua delizia nel latte tiepido.
Dopo poco tirò su il suo adorato cibo, ma c'era n problema. Essendo il latte solo tiepido, la fetta biscottata non si era inzuppata sufficientemente a parer suo.
Era un bel problema questo.
Ributtò quindi la fetta biscottata nel latte, cosicché potesse impregnarsi ben bene.
Dopo due minuti buoni la risollevò, ora era zuppa al punto giusto, anzi forse un po' troppo, ma non ci fece molto caso.
Mosse quindi la fetta ormai grondante verso la bocca, intento ad accogliere quella delizia nelle proprie fauci; ma qualcosa andò storto.
Nel tragitto che andava dal tavolo alla bocca successe infatti l'ennesima disgrazia: la fetta s'afflosciò, collassò e cedette inevitabilmente alla forza di gravità.
Le gambe di Sasuke, coperte solo dal celeste pigiama, si sporcarono quindi di una poltiglia beige.
A Itachi scappò un sorriso: aveva assistito alla scena e avrebbe scommesso che sarebbe accaduta una cosa del genere.
Dopotutto il suo otouto aveva fatto fare una bagno troppo lungo a quella fetta.
Sasuke, infastidito dall'ilarità suscitata nel fratello fece quindi quello che in istantaneamente gli parve la cosa migliore: tentò la via dell'insulto.
«Itachi, perché non te ne vai un po' affan-³»
Il maggiore non gli permise però di terminare la frase, divertito gli parlò infatti sopra.
«Secondo me ultimamente stai diventando troppo sboccato. Se continui così ti farò lavare la bocca con il sapone.»
L'occhiataccia lanciata dall'otouto parve non suscitare l'effetto desiderato, il sorriso di Itachi rimase infatti stampato su quella bocca. La provocazione cadde nel vuoto.
Dopotutto la sua era una semplice constatazione e poi stava a Sasuke interpretare le sue parole. D'altronde lavare la bocca con il sapone era solo una minaccia, non sarebbe mai arrivato a tanto; cioè l'avrebbe fatto solo se il suo fratellino fosse divenuto un macchinetta spara insulti.
Cosa poco realistica effettivamente, ponderò Itachi.
«Comunque non sono affatto sboccato. Semplicemente sono gli altri che hanno orecchie troppo fini. Se fossi sordo, non sentiresti di certo i miei insulti.»
«Otouto, se ne sei convinto tu.»
Forse era meglio riprendere a un'ora più decente la discussione, meditò il maggiore. Quella non era decisamente l'ora adatta a tergiversare.
Intanto Sasuke, alzandosi dalla sedia, si diresse in bagno per levarsi i pantaloni ormai fatalmente sporchi di quell'orrenda poltiglia beige.
Nel frattempo, ad onta di quanto gli avesse appena fatto notare Itachi, volavano maledizioni che era una meraviglia.
Ma le maledizioni non sono insulti, sia chiaro.

3] Quando il bianco divenne un optional.
Itachi amava fare la spesa, lo trovava un passatempo riposante.
Camminare fra gli scaffali pieni di scatole, buste, barattoli, vasetti e bustine colorate lo rilassava in maniera straordinaria, era per questo che provvedeva lui al sostentamento alimentare della casa. Non che Sasuke si fosse mai offerto di svolgere lui stesso quest'attività, chiaramente.
Sasuke ultimamente era davvero intrattabile, la morte di mamma e papà anni addietro l'aveva sconvolto mica male, constatò Itachi mentre allungava la mano ad afferrare una bustina di prosciutto.
In ogni caso a quello avrebbe pensato più tardi e chissà magari ne avrebbe parlato anche con il ragazzo in questione.
Quando con il carrello si trovò quindi davanti al frigorifero in cui una gran varietà di latte era esposto -da quello parzialmente scremato a quello intero a lunga conservazione-, sgombro da pensieri opprimenti, osservò attentamente i vari cartoni e le molteplici bottiglie che gli stavano davanti.
Con delusione notò che la marca preferita di Sasuke era finita. Mannaggia.
Prese così senza riflettere ulteriormente uno dei tanti cartoni.
Dopo di ciò andò nell'area ortaggi, dove, agguantata una cassetta di pomodori, si diresse definitivamente verso la cassa.
Erano passati solo pochi giorni da quel pomeriggio, eppure il frigorifero era già sconsolatamente vuoto.
Giusto il latte comprato quella volta vi rimaneva dentro.
Ad ogni modo, quando la mattina seguente Sasuke aprì il frigorifero e trovò solamente quel cartone di latte, ne rimase parecchio deluso.
Eppure, quando, appoggiato il recipiente accanto ai fornelli, si mise a guardare la televisione mentre Itachi versava il contenuto nel pentolino, pareva essersi già ripreso dalla delusione iniziale.
Dopotutto era pur sempre latte, no?
Mai pensare una cosa del genere, mai.
«Sasuke, non vorrei distrarti dal televisore, ma questo latte non ha un aspetto molto invitante.»
Non appena colse il significato della frase, al ragazzo si corrugarono le sopracciglia.
Non ha un aspetto molto invitante, in che senso?
Corrucciato, spense quindi il televisore e s'accosto al fratello per vedere cosa non andava in quel maledetto latte.
«È bluastro.»
Quella era una giornata fondamentalmente sbagliata, Sasuke ne era certo.
Perché non poteva avere tanta iella.
Cioè, il latte non poteva essere così scadente da avere dei toni bluastri. Era una cosa assurda.
«D'ora in avanti me lo comprerò da solo il latte. E mi preparerò anche la colazione, dato che ho colto un'essenziale dogma.»
Itachi guardò stralunato suo fratello. Adesso si metteva anche a farneticare?
«E quale sarebbe questa sacra verità?»
Chiese sinceramente curioso.
«Semplicemente che Itachi Uchiha è negato in ogni ambito che riguardi il latte.»
Il maggiore non riuscì a trattenere un risolino, suo fratello il latte ce l'aveva giusto nel cervello.
In ogni caso da quella volta Itachi constatò piacevolmente che il proposito del suo otouto non era affatto uno scherzo. Era infatti serio quando aveva detto che avrebbe pensato lui stesso alla propria colazione.
E da quella volta ogni mattina si scaldava da solo quel dannato latte e s'imburrava pure le fette biscottate.
Forse quelle tre sventure a qualcosa erano servite.

Note:
1] Scusate la volgarità, ero indecisa se inserirla o no, ma riflettendoci ho deciso di sì, dato che se a me succedesse una cosa del genere, molto probabilmente anche io potrei dire una bestialità del genere.
Dunque cercate di comprendere Sasuke. Dopotutto si è appena scottato la lingua e ha lasciato pure cadere la tazza! Quale danno. u.u
2] Lo so, è orrendo da dire, ma ci stava. XD
Cioè non ho resistito dall'inserire quella frase. Un po' come mia madre che dice "Eh, sì io conosco i miei polli" riferendosi a me e ai miei fratelli.
Si, va be, vi sto annoiando terribilmente.
3] Avete visto quanto è diventato sboccato Sas'kè?! Mamma mia, spero di non averlo fatto diventare OOC.
Ed ecco che Warmilk è già giunto al suo epilogo. O forse no. Vedremo, se mi viene l'ispirazione potrei farne anche un seguito. u.u
In ogni caso spero che dopo questa lettura non vi sia nato nel più remoto angolo del vostro cuore un profondo odio verso il latte. Per di più non so neanche come questa OneShot abbia avuto modo d'essere partorita dalla mia mente. Boh.
Comunque tuttora non capisco come ho fatto ad associare Sasuke al latte caldo.
Poco importa. XD
Spero solo che la lettura non sia stata troppo noiosa e vi auguro di fare tutti i giorni una buona colazione. (L)

Beh, salve a tuuuutti,

Emmevi
   
 
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