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Autore: Linny    26/04/2006    0 recensioni
Sembra strano sentire la parola amore nei regni degli inferi. Eppure io so amare. Amo l’acqua, ed amo Andras. E poi amo anche lui:Arioch. (parte integrante di Nodo di Sangue)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solamente un addio cap2

Arioch

Stingendo forte i pugni tento di trattenere il potere che sembra urlare dentro di me. Lucifero mi ha assegnato un nuovo incarico: controllare il temperamento di Andras. Forse non si è accorto di cosa mi abbia chiesto. Tenere a bada quello stupido è come tentare di accarezzare una tigre affamata.

Non mi spaventa questo compito, non ho affatto paura di lui. Ma quando gli sono vicino sento una voce farsi strada nella mia mente e continua a sussurrarmi di ucciderlo. Non so fino a quando potrò evitare di ascoltare quella deliziosa vocina che, secondo il mio parere, non fa altro che dirmi la cosa più giusta.

Con un’altra falcata sono in cima alla collinetta e lì posso vedere la più bella creatura che sia stata creata. È lì in riva al suo adorato lago e sembra essere così piccola ed indifesa. Sento il viso rilassarsi, mentre un calore mi avvolge. Devo stringerla tra le braccia o impazzirò.

Con passi silenziosi mi avvicino a lei. Possibile che quella ninfa sia realmente la sorella di quel maledetto? Ricordo ancora il mio stupore quando appresi la notizia da Andras. Albinach, era la sorella di colui che odiavo di più al mondo. Strano il destino a volte, ma quello poteva diventare un motivo in più per covare rancore nei riguardi di quel demone.

Sta osservando il lago, quando è immersa nei suoi pensieri la sua espressione diviene soffice, da quasi fastidio doverla destare. Lo so, lei non ha mai guardato nessuno nello stesso modo in cui si perde in quello specchio d’acqua. Forse sarà l’affinità che ha quel elemento, d’altronde lei è la dominatrice delle tempeste e dei terremoti.

Sussulta nel sentire il tocco delle mie mani sulle sue delicate spalle. Si gira di scatto con una faccia sconvolta. L’ho sicuramente spaventata ed ora come sempre mi mette il broncio. Non posso evitare di sorridere sarcasticamente. Sembra una bambina quando fa così.

Ma poi la trovo tra le mie braccia, che subito cingo attorno al suo fragile corpo. Ho quasi paura di poterla rompere. Paura. Questa espressione riesco ad associarla solo a lei. Se sparisse dalla mia vista non saprei cosa pensare o cosa fare. Sono impazzito per questa creatura. Io, il demone della vendetta, che non esito ad uccidere coloro che mi evocano, e che lo spargimento di sangue mi accende i sensi, posso provare paura.

-Non farlo mai più- mi dice con voce indispettita che non si adatta al sorriso raggiante che mi sta offrendo

-Dovresti migliorare i tuoi sensi- gli dico io seriamente -Devi essere una dominatrice e non una dominata-

Devo essere diventato monotono, non ricordo nemmeno quante volte glielo avrò ripetuto. A quel che so anche Andras non fa altro che rammentarglielo. Ma lui lo fa per una ragione differente dalla mia. Lui vuole che Albinach entri a far parte dei grandi gradi per i privilegi che spettano a coloro delle alte gerarchie. Io lo voglio solo per essere sicuro che quasi nessuno possa sconfiggerla. Il sono un principe, ma l’avere al mio fianco lei che non appartiene ad una classe alta non mi da peso. Anche se non glielo ho mai detto o dimostrato la voglio al mio fianco perché Albinach è Albinach.

La vedo sbuffare ed io non posso far altro che lanciarle una delle mie solite occhiate gelide.

-Mi sei mancato. Perché non sei venuto prima a trovarmi?- mi chiede mentre il tocco della sua delicata mano passa sul mio volto spostando una ciocca ribelle dei miei capelli neri

-Tsk. Tuo fratello è un cane senza guinzaglio- rispondo con sdegno, io un principe sono costretto a badare ai capricci di un marchese –Ed a me è stato affidato il compito di tenerlo a bada-

-Sai com’è fatto. Lui adora le battaglie- mi dice con occhi lucidi

Quando parla di suo fratello le brillano sempre gli occhi.

-Prima o poi lo ucciderò- ringhio stringendo un pugno. La mia è una promessa anche se lei non sembra averla intesa come tale.

Allento il pugno sentendo le sue morbide labbra appoggiarsi sulle mie.

-Siete molto simili- sussurra per poi mettersi una mano sulla bocca. Troppo tardi dolcezza. Mi hai appena detto le parole che mai avrei voluto sentire dalla tua voce.

Io ed Andras saremmo simili? Dove? Noi non siamo per nulla simili. Come può solo paragonarmi a lui? Sento la rabbia farsi spazio in me. Evidentemente si è accorta seriamente dell’errore appena commesso perché inizia a balbettare delle scuse mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Posso sperare che abbia capito lo sbaglio.

Con una spinta la faccio cadere sulla sabbia. Continuo a chiedermi perché solo lei mi faccia questo effetto. Tra tutte le donne che ho avuto solo lei riesce a farmi chiedere il permesso prima di osare fare un altro gesto.

-Albinach…- mormoro con voce bassa

-Si-

Sento a malapena un gridolino di dolore, probabilmente ha cercato di soffocarlo mentre con il mio fidato pugnale le ho segnato il braccio. Il sangue inizia a scorrere dalla ferita fresca. Sangue. Per me il sangue è la vita. Senza di esso nulla ha senso. Vedere le gocce scorrere lentamente sulla candida pelle non fa altro che eccitarmi.

È la nostra stirpe che lo richiede. Io, Andras e Berith siamo nati nel sangue, senza di esso non esiste un valido motivo per vivere. È il mio primo pensiero. Ogni nostra azione è in relazione a ciò. Ma lei è diversa da noi. Forse non riesce nemmeno a capire il motivo della nostra natura.

La sento mugugnare di piacere mentre entro in lei. Lei è mia. Tutto di questo corpo è mio. Le sue labbra, il suo seno, e soprattutto il suo sangue.

Mi libero in lei per poi uscire dal quel corpo anche se con malavoglia. Mi rivesto, il dovere mi chiama. Ho lasciato solo quel dannato demone e non ho la ben che minima idea di cosa possa avere combinato. Devo assolutamente trovarlo. Mentre mi sto allontanando sento afferrarmi il braccio, mi giro e Albinach mi bacia con passione. So benissimo cosa vuole. Ma non posso. Anche se lei desidera che le rimanga ancora un po’ accanto non posso. Il dovere è sempre al primo posto. E il mio dovere è verso Lucifero ed al compito che mi ha affidato.

Mi allontano senza voltarmi a guardala. So già cosa starà facendo: entrerà con maestosità nelle cristalline acque. Lo fa sempre. Credo anche di avergliene chiesto il motivo una volta, e lei mi aveva dato una risposta del tipo ‘La stabilità dell’acqua è molto fragile’ o un qualcosa del genere.

Non seguirò gli ordini di Lucifero in eterno. Arriverà il giorno in cui io sarò più potente di lui e prenderò il suo posto. Voglio diventare il nuovo re. Prendere il posto che mi è sempre spettato prima del suo arrivo. Ma per ora farò finta di ascoltarlo come un servo fedele. Finché mi farà comodo lascerò che mi impartisca ordini. Ma poi lui sarà il primo a morire, seguito da Andras.

Mi fermo, ho cercato quel maledetto per tutto l’Inferno, ma di lui non ho trovato alcuna traccia. Andras sta trattenendo la sua energia demoniaca per non farmi trovare le sue tracce. Tutto ciò è irritante.

Oramai è notte, riprenderò la ricerca domani, per ora tornerò nella mia dimora.

Entro nella mia stanza e mi lascio cadere pesantemente sul letto. Mi sdraio e guardo il soffitto tenendo le braccia sotto alla testa. In questo momento preferirei essere da Albinach, piuttosto che su questo materasso tutto solo.

Socchiudo gli occhi e mi sembra di vederla in tutta la sua bellezza. Eccola con i piedi immersi nell’acqua che si gira verso di me lasciando che il vento giochi con i biondi capelli.

‘Non posso più andare avanti in questo modo.

Non posso più sopportare tutto questo.’

Spalanco gli occhi improvvisamente. Mi è parso di sentire una voce. O meglio la sua voce. Poso una mano sui miei stanchi occhi. Forse ho bisogno davvero di un po’ di riposo. Domani andrò da lei, e al diavolo Andras. Che faccia pure ciò che vuole, per domani non mi importerà.

Alle prime luci, apro gli occhi. Il nuovo giorno è infine arrivato. Afferro i miei vestiti, li indosso in fretta. Ho intenzione di mettere in pratica i miei propositi di ieri. Arrivo in poco tempo davanti alla casa di Albinach, entro senza che nessuno mi dia il permesso di farlo, non ne ho bisogno. Sento un brivido percorrermi la schiena mentre per la prima volta quelle mura mi sembrano fredde e vuote. Non vedendola arrivarmi in contro, varco la soglia della sua stanza e ciò che vedo non mi piace per nulla: Andras seminudo sul suo letto che stringe tra le mani la camicia che solo ieri le avevo tolto di dosso.

-Dov’è Albinach?- la mia è una domanda molto esigente se non mi risponderà subito dubito che vivrà ancora per qualche tempo

Gli occhi di Andras incrociano i miei e per la prima volta vi leggo…disperazione? È veramente disperazione quella? Cosa diavolo è successo in questa casa dopo che me ne sono andato?

-Se n’è andata- mi dice –Per sempre-

Per sempre…perché queste parole mi sembrano così lontane e vuote? Perché non sbuca fuori all’improvviso dicendomi che era solo uno schiocco scherzo? Perché se ne andata?

Il disorientamento iniziale sta lasciando il posto ad un misto tra risentimento e sofferenza. Prima di uscire dalla camera tiro un pugno contro la porta mandandola in pezzi. La parola tradimento rimbomba nella mia mente. Vendetta. È il termine che la segue.

Quando c’è un tradimento c’è sempre una vendetta. Questa è la realtà.

Ma la vendetta deve essere seguita da un piano ben congeniato, altrimenti non ha lo stesso gusto.

Più volte sono venuto nel mondo umano per rivedere il suo volto, e la vita che ha scelto di seguire. Stupida. Ecco cosa è. Accanto a me avrebbe potuto avere tutto ciò che desiderava invece ha deciso di vivere come una mortale arrivando addirittura a fare voto a Dio di non utilizzare mai più i suoi poteri.

Ed ora dal fondo di questa chiesa posso vedere quello che ogni coppia umana definirebbe “il più bel giorno della loro vita”. Mi viene da vomitare nel vederla indossare l’abito bianco accanto a quel ragazzo.

Giuro che la mia vendetta sarà tremenda e che più di ogni altra cosa chi patirà maggiormente per il suo tradimento sarà la creatura meticcia che sta crescendo all’interno del suo grembo.

Preparati mezzosangue perché presto verrò a farti visita.

   
 
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