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Autore: Linny    26/04/2006    0 recensioni
Sembra strano sentire la parola amore nei regni degli inferi. Eppure io so amare. Amo l’acqua, ed amo Andras. E poi amo anche lui:Arioch. (parte integrante di Nodo di Sangue)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solamente un addio cap1b

Solamente un Addio

Albinach

‘Cosa vedi quando ti perdi con lo sguardo in questo lago?’ era la domanda che mi ripeteva spesso il mio adorato fratello quando ero piccola.

Camminando a piedi nudi sulla riva del lago situato di fronte al mio modesto palazzo, posso solo sentire il profumo della libertà.

Quella libertà incondizionata che va oltre alla vita, oltre la morte.

Una libertà infinita che nessuno può veramente conoscere.

‘Al mondo c’è sempre un dominatore e coloro che sono dominati’ era un’altra frase che mi ripeteva in quel periodo mio fratello.

A quei tempi lui, Arioch e Berith erano coloro che sovrastavano tutti, o almeno fino a quando non è arrivato Lucifero, l’angelo ribelle che voleva impossessarsi del Paradiso. Mai nessuno aveva espresso un pensiero simile prima di lui.

Il suo fascino, la sua forza, la sua gloria l’aiutarono a divenire ciò che ancora adesso è: il re dell’Inferno. Anche mio fratello è stato costretto a chinarsi di fronte a quel demone. Mio fratello. Una delle creature più subdole e malvagie che siano mai state create, nonostante questo io gli voglio bene.

Sembra strano sentire la parola amore nei tetri regni degli inferi, eppure è questo sentimento che ogni demone anche se non lo ammette cerca disperatamente. Ed io so amare. Amo l’acqua di cui sono la dominatrice ed amo Andras, noi siamo come il giorno e la notte. Quando siamo assieme è come se ci completassimo a vicenda. Il flusso del suo potere danza sulla mia pelle aumentando il mio.

Però c’è un altro essere a cui rivolgo le mie attenzioni. Ad una delle divinità più antiche e più contrastanti che abbia mai conosciuto. Le sue parole per quanto vengono espresse nel modo più freddo che si possa usare, hanno un calore, degli ideali puri.

Non è il solo motivo per cui lo considero un demone dal doppio volto. Predica la giustizia ed è contro ad ogni prepotenza, ma la sua violenza è furiosa e colpisce chiunque.

Eppure amo anche lui.

Il mio Arioch.

Osservando le timide onde che si infrangono al contatto con le mie gambe non riesco a trattenere un sorriso. Il tocco di due mani sulle mie spalle mi fa trasalire e girare di scatto. Devo avere dipinta sul volto un’espressione di paura perché lui non riesce a trattenere un sorriso sarcastico. Mi rilasso e mi tuffo tra le sue calde braccia.

-Non farlo mai più- gli dico con grinta mentre il suo profumo di invade

-Dovresti migliorare i tuoi sensi- mi risponde lui serio –Devi essere una dominatrice e non una dominata- aggiunge

È da molto che sia lui che Andras tentano di convincermi ad allenarmi per aumentare il mio livello di forza, ma a me non interessa.

Lui è un principe e mio fratello un marchese. Io non sono nulla. Non faccio parte delle grandi schiere di demoni dai titoli altisonanti. Non ho ma aspirato ad esserlo.

Quello che importa è mantenere il controllo sulle tempeste ed i terremoti. Tutto il resto è polvere al vento. Anche il mio amore per i due demoni è molto importante.

Avere Arioch tutto per me mi ha sempre fatto inviare da metà Inferno. Quella parte costituita dai demoni femminili.

Essere la sorella di Andras invece mi fa desiderare dall’altra metà.

Sbuffo ed ovviamente lui mi lancia una delle sue solite occhiate gelide. Non ho mai capito come faccio ad essere attratta da lui

-Mi sei mancato. Perché non sei venuto prima a trovarmi?- chiedo mentre gli accarezzo il volto spostando una ciocca ribelle dei neri capelli

-Tsk. Tuo fratello è un cane senza guinzaglio- risponde sprezzante –Ed a me è stato affidato il compito di tenerlo a bada-

-Sai com’è fatto. Lui adora le battaglie-

-Prima o poi lo ucciderò- ringhia stringendo un pugno

Prima che possa aggiungere un nuovo commento sul comportamento di Andras catturo le sue labbra con le mie.

-Siete molto simili- sussurro per poi mettermi una mano sulla bocca

Potrei quasi giurare di aver visto passare nelle sue magnifiche iridi cobalto un lampo d’odio. Scuoto la testa dandomi della stupida poi mi scuso con lui. Eppure è la semplice verità. Sono molto più simili di quanto si possa immaginare è per questo che ogni pretesto è buono per confrontarsi. Eppure sono convinta che si rispettino tra loro.

Con una spinta mi fa cadere sulla sabbia mentre i suoi occhi già mi annunciano cosa sta per accadere. A volte mi chiedo se lui provi un qualcosa per me oppure vuole solo il mio corpo. Per lui sarei pronta a morire ma lui si sacrificherebbe mai per me? No, non credo.

-Albinach…- mormora con voce bassa

-Si- gli dico prima che me lo chieda

Credo che sia uno dei pochissimi demoni che prima di sfogare la propria lussuria ti chiedono il permesso, o forse mi rispetta ed è questo il motivo.

Soffoco un gridolino di dolore mentre da un taglio fresco iniziava a scorrere un fluido rosso. Per lui il sesso è una cosa violenta come quando compie vendette. Deve essere doloroso e deve esserci sangue. Molto sangue.

È la loro stirpe che lo richiede. Arioch, Andras e Berith sono nati nel sangue, senza di esso non vedrebbero un valido motivo di vita. È il loro primo pensiero. Tutto ciò che fanno è dovuto a ciò. Per me non è così. Io sono stata cullata dalla cristallina acqua, finché non sono entrata in contatto con loro. Non mi piace la violenza ma ne sono attratta. Forse c’è qualcosa di sbagliato in me. Ma va bene così, almeno fino a quando potrò avere al mio fianco uno di loro. Quando tutto questo cambierà non so cosa ne sarà di me.

La prima volta in cui l’ho visto uccidere non riesco a scordarla, ho provato cos’è il vero terrore, e lui sembrava eccitato oltre che dal sangue dalla mia sempre più crescente paura. Ho versato tutte le lacrime che avevo a disposizione, quando ci ripenso posso ancora avvertire il senso di nausea dovuta al mio pianto disperato, ma non per il motivo che ha pensato il mio adorato demone, ma per l’esatto contrario.

Mugugnai di piacere nel sentirlo affondare in me. Ero sua. Schiava di un amore nato in un regno dove il solo nominare tale sentimento era una cosa disgustosa. Ad ogni spinta non erano i miei occhi che guardava, non erano le mie labbra che baciava, ma il sangue che sensualmente leccava dalla ferita che mi aveva inferto con il suo pugnale. Mi erano rimaste alcune cicatrici, testimoni della sua ‘passione’.

Dopo essersi liberato in me lo sentire uscire dal mio corpo e lo vidi rivestirsi. E ciò mi strinse il cuore. Lo fermai per poi baciarlo con passione non volevo che se ne andasse così presto.

Ma non si può stringere un nodo attorno ad un cuore in cui non vi è alcun sentimento. E nonostante la mia disapprovazione lui senza guardarmi se ne andò lasciandomi nella più cupa solitudine. Odiavo vederlo allontanarsi da me. Non sapere dove si stesse dirigendo, o con chi.

La gelosia è una brutta compagna.

Appoggiando la mano sul taglio sento una fitta. Mi guardo la mano e mi avvicinò tranquillamente all’acqua. Continuo ad avanzare finché il livello del lago non raggiunge il mio ombelico, a quel punto non posso far altro che tuffarmi.

La posso sentire. La voce del mio elemento mi sussurra all’occhio mentre la lacerazione si rimargina ed un senso di calore avvolge il mio corpo dato dal potere sprigionato dalla mia aura che si estende in tutto il lago ristabilendone l’equilibrio. Devo fare tutto questo dopo aver subito una ferita di qualsiasi genere. La stabilità dell’acqua è molto fragile. Basta poco per infrangerla.

Riemergo in superficie per vedere due profonde pozze nere guardarmi con interesse. Chiudo gli occhi trattenendo il respiro. Non avrei mai pensato di ricevere anche la sua visita. Li riapro per nuotare fino da lui.

-Ma che bella coppia- mormora una voce piena di ironia ed una nota di risentimento

Spalanco gli occhi dalla sorpresa. Ci aveva visto. A stento riesco a trattenere un brivido. I suoi occhi non sono i soliti in cui amo vedere il mio riflesso, ma quelli della belva in cui si trasforma nel momento della lotta.

Indietreggio mentre i miei sensi stanno per impazzire per questo attimo in cui lui mi fissa senza fare nulla.

La sua mano mi blocca, costringendomi a fermarmi. Abbasso lo sguardo. Contro di lui non posso fare nulla. Sono una bambola nelle sue mani. È sempre stato così e lo sarà per sempre.

-Tu sei mia- mi dice in modo aggressivo –Hai capito-

Non è una vera e propria domanda per cui non rispondo. Non faccio nulla se non guardarlo fisso negli occhi.

La sua stretta si fa sempre più forte. Di cosa hai paura Andras? Vedo che lui attende un qualcosa.

-Hai ragione- sussurro

Il polso pian piano viene liberato. E le sue iridi finalmente tornano normali. Riprendo a respirare normalmente mentre il battito del mio cuore torna stabile.

Quella notte mio fratello dicendo di volermi pulire dove lui aveva ‘sporcato’ mi ha fatto più male del solito. Non si trattava solo del dolore fisico, ma anche quello del mio animo.

Non posso più andare avanti in questo modo.

Non posso più sopportare tutto questo.

Uno dei due deve sparire dalla mia vita per sempre. Calde lacrime scorrono lungo le mie guance, non riesco a fermale o forse è più giusto dire che non voglio che si fermino. Perché in quel momento dovrò prendere la decisione che cambierà la mia vita.

C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo. Sono io quella che stona in una melodia rossa sangue.

L’Inferno non è più casa mia. Non lo è mai stata. Me ne devo andare, altrimenti questo luogo e le persone che lo abitano o meglio quei due demoni mi distruggeranno.

Proprio così. Distruggeranno tutto quello che sono.

Io non sono fatta per il dolore.

Io non sono adatta per vivere accanto a te fratello mio. E nemmeno accanto al vendicatore.

Io non sono una creatura adeguata all’oscurità. Non lo sono mai stata.

Io voglio vivere in pace, in tranquillità. E poi ciò che desidero veramente è vedere la luce.

Voglio vedere il sole. Camminare sui verdi prati della terra. Voglio sentire il calore del cuore dato da un amore vero e puro. E non solo un gesto per placare la lussuria. E tutto questo qui non posso averlo.

«…Con questo sacrificio io ti evoco Albinach dominatrice delle tempeste e dei terremoti…»

Un leggero canto si fa spazio nella mia confusa mente.

«…O grande dea io chiedo il tuo aiuto…»

Qualcuno mi sta evocando. Il suo è un grido inconsolabile. Sento il cuore colmarsi della disperazione di quel giovane che con tanta difficoltà mi sta chiamando.

«…Almeno tu non mi lasciare…»

Le mie lacrime non sono più rivolte al mio tormento, ma a lui. Finisci il rito e verrò da te anima in preda allo sconforto. Insieme troveremo il modo di placare il tormento dei nostri cuori.

«…Albinach accetta questo sacrificio di sangue e carne ed appari a me…»

Si. Aspettami e sarò da te.

Addio Andras. Quando i tuoi occhi si apriranno io non sarò più qui.

Addio anche a te Arioch. E che il tuo cuore trovi un modo per perdonarmi.

-Mi hai chiamata?- chiedo al giovane ragazzo fradicio di fronte a me

Annuisce lasciando cadere una povera lepre ormai senza vita. Cade ai miei piedi in un pianto senza fine. Mi inginocchio accanto a lui appoggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto.

-Cosa posso fare per placare il tuo dolore?-

-…rta…- singhiozza –Riporta in vita i miei genitori-

-Non è nei miei poteri questo- rispondo dispiaciuta –Non posso contrastare l’opera dell’Angelo della Morte-

Non posso restare a guardarlo senza fare nulla. A diciassette anni ha visto morire i suoi genitori.

-Non ho nessuno- mi dice tra i singhiozzi

-Ci sono io- sussurro mentre i suoi occhi verdi mi guardano sorpresi –Starò accanto a te finché vorrai-

-Allora…resta per sempre- mi dice prima di darmi un bacio sulla fronte –Puoi restare con me per sempre?-

Le mie labbra si inarcano in un dolce sorriso. É la prima volta che sorrido in questo modo. Sembra strano anche a me.

-Si-

Un lieve calore inizia a colmarmi il cuore. Forse il mio desiderio si potrà realizzare qui sulla terra con lui.

A volte mi sembra di sentire il richiamo di Andras. Ma più che un richiamo credo che mi stia maledicendo. Di Arioch non ho più avvertito nemmeno l’aura. Forse sarà occupato con il suo lavoro. Forse avrà trovato qualchedun’antro a cui rivolgere le sue attenzioni.

Ma di notte mi capita spesso di svegliarmi nella speranza di trovarlo accanto al letto, e quando con delusione vedo che non è lì, le lacrime mi rigano il volto.

Ho atteso che crescesse, che divenisse un uomo. Ed ora finalmente è il giorno in cui mi legherò a lui. Non con un patto come fanno i demoni. Ma con una promessa che sancisce un legame fino alla morte. Diventerò sua moglie.

I miei poteri demoniaci non possono essere cancellati, ma posso fare voto a Dio di non utilizzarli mai più.

Non potrò cancellare tutti i secoli trascorsi all’Inferno ma potrò vivere come un’umana. Appoggio la mano sul mio ventre. Una dolce creatura sta crescendo di me. L’unica cosa che posso sperare ora è che il suo destino non debba mai incrociare quello dei due demoni.

Per questo ti prego Dio proteggi il mio piccolo Heiji. Non permettere che Andras o Arioch intacchino la sua anima. Fa che cresca come un normale essere umano. Non merita di soffrire come ho sofferto io nella mia vita.

   
 
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