Sotto di me il vuoto.
Il mio corpo cerca disperatamente di uscire da questa terribile situazione e purtroppo questa è l’unica soluzione. Il vento torbido mi sbatte in faccia, confondendosi con le lacrime.
Chiudo gli occhi.
“Amore mi senti?”
“Non ti sento bene, non c'è linea!”
“Che ti prende? Cosa succede?”
“Non posso scappare è tutto buio!”
“No tu puoi uscire… Ti prego, esci da lì, trova un modo!”
“Non riesco… Non ce la faccio. Saluta i bambini, per me è tardi”
Le urla della gente sono diventate insopportabili. Tra qualche istante sarà tutto finito… Almeno per me. Non sono l’unico che ha scelto questa via, è il metodo per soffrire di meno, è l’unica via disponibile.
Siamo stati costretti, l’aereo, lo schianto il fumo. Dio, perché?
Non c’è più tempo per pensare ancora. Tra un po’ il mio corpo si scontrerà con l’asfalto caldo e mi incontrerò con l’ignoto.
Questa volta è finita, è finita veramente.
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"Signora, questo è suo marito?"
Il lenzuolo bianco venne spostato, rivelando agli occhi lucidi della donna gli occhi vitrei del marito.
"No, non è lui."
Mentì. Lui non si sarebbe mai buttato da una torre, non lo avrebbe mai fatto. Voleva credere che suo marito stava lottando per uscire, all'interno dell'edificio, come avrebbe fatto un uomo forte.
Ma quello che non sarebbe mai riuscita a capire è che certe volte non serve morire da eroi.
_Enya.