V. Family
Trascorsero
l’intero giorno seguente a letto, nutrendosi parcamente delle
provviste dei
Wilkins, e sgattaiolarono via all’alba
dell’indomani. Catturarono crema e
vaniglia nel cielo, e striature di rosa confetto, mentre il sole saliva
a galla
dal suo rifugio sottomarino. Passarono la mattinata sulla spiaggia,
sfidandosi
a bagnarsi i piedi nell’acqua ghiacciata e bevendo lunghi
sorsi di bibite
calypso alla frutta. Erano mesi che non si sentiva così
bene. Muscoli
flessibili, sensi svegli, mente fresca. Le piaceva il sole, anche se
l’aria era
fredda. I sorrisi di Ron erano diventati più mansueti,
più rilassati, e più
frequenti. Alcune volte sentiva una gatta risvegliarsi dentro di lei, e
le
sembrava di aver posto il suo marchio indelebile su di lui, da qualche
parte
sul suo petto. Si sentiva molto orgogliosa dei risultati delle sue
esplorazioni. Le piacevano le ombre rosse dei suoi morsi, adoranti
semilune.
Pranzarono
insieme in un ristorante sulla spiaggia, riso ai gamberi e
sémillon di prima
qualità.
‹‹Tanto
paga
Kingsley,›› diceva Ron con un sorriso da orecchio
a orecchio. Poi divenne più
serio. ‹‹Sei pronta?››
Le
palpitò il
cuore. Sorrise. ‹‹Credo proprio di
sì.››
‹‹Buongiorno,
noi siamo June e Mike, dell’Associazione Espatriati Inglesi,
e vorremmo farle
un paio di domande. Se è possibile,
certo,›› trillò Hermione quando sua
madre
le aprì la porta.
Monica
Wilkins,
un tempo Jeanne Granger, era cambiata poco nel corso di un anno. Aveva
lasciato
crescere un po’ i capelli, tinti di una sfumatura attraente
di castano e
tagliati in un caschetto. I suoi occhi scuri erano più
dolci; il suo volto
pareva più giovane.
Hermione
dovette
usare tutta la sua forza di volontà per trattenersi dal
buttarle le braccia al
collo, o scoppiare a piangere, o tutte e due le cose assieme.
‹‹Oh,
ehm,
certo, entrate pure,›› disse la donna, facendosi
un po’ da parte ed aprendo la
porta. ‹‹Wendell, scendi giù un
attimino!››
Ci
fu il suono
di passi attutiti nella moquette e un secondo dopo emerse dal vano
scale
Wendell Wilkins, un tempo Louis Granger, coi suoi capelli un
po’ radi e un
maglioncino di cachemire. Ron, che le stava un passo dietro, le
sfiorò con la
mano la schiena. Stava tremando così tanto?
‹‹Buongiorno,
signor Wilkins,›› trillò Hermione di
nuovo. All’improvviso si sentiva incapace
di controllare la sua voce: era alta, innaturale. Si sentiva vicina
all’esplosione. Un libro cadde giù da uno scaffale.
‹‹Sono
ragazzi
dell’Associazione Espatriati,››
spiegò Jeanne. ‹‹Sono venuti a farci
delle
domande per…››
‹‹…
per il nuovo
numero del Bollettino Mensile,›› disse Ron-Mike
in fretta.
Li
fecero
accomodare nelle poltrone in soggiorno, e la signora Granger
tornò con un
vassoio, quattro tazze di tè e due piattini carichi di
biscotti. Chissà se
aveva notato, pensò Hermione, che la confezione era
più che dimezzata rispetto
a come l’avevano lasciata prima delle vacanze.
‹‹Non vi ruberemo molto
tempo,››
disse Hermione con un sospiro. Lanciò un’occhiata
a Ron di sfuggita, e poi si
rivolse di nuovo ai genitori, ma presa com’era da quella
surreale, strana
sensazione non riuscì ad estrarre la bacchetta dalla borsa.
‹‹Forse
sarà
strano,›› disse Jeanne, con tono pensoso,
‹‹ma mi ricordi molto qualcuno. Ci
siamo già incontrate?››
‹‹È
vero…›› mormorò
Louis. ‹‹In Inghilterra, forse? Hai un viso molto
familiare.›› E poi diede
un’occhiata incerta a Ron, ma non disse nulla.
‹‹Ho
– ho solo
una faccia comune,›› farfugliò
Hermione, fingendo di star cercando una penna
nella sua borsa.
‹‹Fallo
ora,››
disse Ron, rilassandosi contro lo schienale.
Fu
la spinta che
le serviva. Ficcò la mano dentro la borsa e ne tolse la
bacchetta, e, con un
solo fluido movimento la puntò contro i genitori. Wendell e
Monica Wilkins
rimasero paralizzati, del tutto spiazzati da quella bizzarra coppia che
ora
stava brandendo contro di loro uno stecco di legno.
‹‹Reverto incantatem, restituo
nomen, restituo
memoria,›› mormorò Hermione.
Dalla bacchetta uscì una luce argentea, come
se le memorie di un Pensatoio fossero diventate un vapore e fossero
state
lanciate sotto pressione verso i poveri coniugi Wilkins.
I
due non ebbero
nemmeno il tempo di dire qualcosa; la signora Wilkins fece un piccolo
balzo sul
cuscino del divano, e il signor Wilkins chiuse gli occhi, come se
avesse
mangiato qualcosa di molto amaro. Quando li riaprì, era
tornato Louis Granger.
‹‹Hermione?››
‹‹Herm
– ma
cosa… dove - ?›› iniziò la
signora Granger, rimanendo inchiodata al divano, e
guardando a turno Ron, Hermione, e la vista oltre la finestra. Era come
paralizzata: a parte il suo collo e i bulbi oculari il resto del corpo
era una
statua di marmo.
Hermione
quasi
balzò sul tavolino con un piccolo urlo di gioia, e si
catapultò sui genitori
che l’afferrarono prima che potesse rompere loro il naso.
L’abbracciarono, le
diedero piccoli, confusi colpetti sulla schiena mentre lei iniziava a
piangere
sui loro maglioncini e le chiesero cos’era successo.
‹‹Tu
sei…››
disse Alan in direzione di Ron, sopra la spalla della figlia,
‹‹tu sei Ronald
Weasley, vero?››
‹‹Sì,
signore,››
disse Ron con un tono di vaga apprensione.
‹‹Hermione,
potresti calmarti e dirci cosa sta succedendo?››
chiese la signora Granger,
allontanando la figlia da sé per un istante.
‹‹Vi
stavamo
cercando,›› disse Hermione con le lacrime agli
occhi. ‹‹Sono dei
giorni…››
‹‹Tu
e lui?››
chiese il signor Granger, disorientato, ‹‹da soli?››
‹‹Sì,
bè – ma
insomma -››
‹‹Ci
siamo persi
qualcosa, Hermione?›› chiese la signora Granger.
‹‹Ho come l’impressione che
siano successe molte cose.››
‹‹Oh,
mamma,››
disse Hermione. ‹‹È una lunga
storia.››
Ron
annuì,
passandosi una mano tra i capelli. ‹‹Lo
è davvero. Roba da non credere.››
*
NOTA
DELL’AUTRICE.
E
così Ron ed Hermione riuscirono a riportare indietro
dall’Inghilterra i signori
Wilkins:) Devo dire grazie grazie grazie a quei 31 (!) che hanno messo
la
storia tra le seguite, spero che per almeno alcuni di voi faccia il
salto nelle
preferite;D Il latino (che studio con profitto, lo giuro!) mi perdoni
per
quell’incantesimo in latinese:D Ovviamente grazie ancora a
tutti quelli che
hanno commentato, datemi le vostre impressioni sulla storia se vi va:)