Erano
passati tre giorni
e di Draco non si sapeva più niente. Hermione finse di non
essere in ansia,
cancellando dalla mente i pensieri più brutti che
l’avevano accompagnata.
Ogni
giorno l’attesa
della Gazzetta del Profeta era spasmodica, faceva le preghiere per non
vedere
il suo nome tra quello di qualche mago scomparso o in pericolo.
Prese
l’abitudine di
comprare tutti i giornali babbani.
Aveva
una fottuta paura
che fosse successo qualcosa. Magari, pensò la Granger
potevano averlo
aggredito, avrebbe potuto perdere la memoria e finire, così,
in qualche
ospedale babbano.
Per
giunta aveva un nome
strano: Draco Lucius Malfoy. Era un nome strano, troppo.
Sì,
potevano prenderlo
per matto, era questa una delle idee balorde che le vennero in mente
una sera
notevolmente afosa.
Lui
era un po’ matto, in
effetti.
Se s’incavolava,
faceva valere la sua anima
Serpeverde, quella boriosa aria da guardatemi sono Draco Malfoy
l’erede della
casata dei Malfoy e dei Black.
Inchinatevi alla mia purezza
di sangue.
Sorrise
amaro. Aveva intasato
la segreteria di Harry, aveva contattato Narcissa tante di quelle
volete, che
ora sicuramente si era convita che Hermione si era innamorata del
figlio.
Poi
fu un lampo, come
avevo fatto a dimenticarsi di Blaise Zabini.
Prese
la guida
telefonica, sfogliando avida. Cercò sotto la zeta...
Zalley,
Zaceey, Zabini
ecco Blaise Zabini. L’elenco telefonico per i maghi era una
grande idea i gufi,
a volte, erano fastidiosi soprattutto in ambiente medico.
Poi
lo trovò...
Studio
medimago, num 040.35.34.230 Studio privato.
340.23.24.555
Ora
dove chiamo?
Pensò
Hermione ricordò che un tempo possedeva il
numero di casa ma a quest’ora, quel gran
simpaticone, doveva essere
in ospedale e
non aveva alcuna voglia di parlare con qualche segretaria.
Devo
avere il suo numero di cellulare.
Sì disse ancora
Pensa
Hermione, pensa. Dove l’hai messo.
Perché
avevi il suo
numero. Sì per la festa a sorpresa a Draco.
Quella
che avevi organizzato a casa sua, quella dove
avevi scoperto il tuo fidanzato nella stanza da letto del festeggiato
tra le
braccia di Gabrielle. Il giorno che la tua vita è crollata.
Doveva
esserci ancora quel numero.
Non
buttava via niente,
amava torturarsi e quei ricordi, erano dolorosi e lei amava le torture.
Aprii
un cassetto e la
vide. L’agenda rossa dove aveva annotato ogni dettaglio sulla
festa. Sfogliò
avidamente fino alla rubrica.
Le
labbra si distesero
in un sorriso soddisfatto.
Zabini!
Ecco il numero
del cellulare
339.34334331.
Infine compose il numero, e fu felice nel constatare che era libero.
Attese
con il cuore in
gola.
Era
certa che l’aveva
sicuramente contattato. Draco non sarebbe mai andato via senza andare
da
Blaise.
Mai.
Il
moro rispose dopo tre
squilli.
-Zabini-,
chiese.
-Sì,
chi parla?-
Bene
aveva cancellato il mio numero.
-Ciao,
sono Granger.
Hermione Granger . Ricordi? -
Oddio
che stavo dicendo certo che sa chi è Hermione
Granger.
Stava
ridendo lo stronzo.
-Sì
Granger, che c’è-
rispose ridendo ancora senza alcuna vergogna.
Stronzo
-Scusa
se ti disturbo. Volevo
sapere se avevi sentito Draco, ultimamente?- domandò.
-Draco!-.
-Sì,
Draco Malfoy: Alto,
biondo, occhi grigi, lunatico, intrattabile il più delle
volte.
Leale e pronto a darti tutto se entri nelle sue
grazie. Questo però non
lo disse.
-So
chi è Draco- rispose
serio.- Hermione, che ne dici se ci vediamo nel bar
dell’ospedale. Ho delle
visite ora e vorrei parlarti. Avrei dovuto contattarti io-
finì Zabini.
Il
suo tono di voce era tranquillo,
strano per lui. Hermione non gli certo simpatica almeno cosi sembrava
quando si
incontravano. sempre con Draco presente.
Poi
Hermione riprese
lucidità e chiese:
-che
è successo. Draco
sta male?
-No
tranquilla. Draco,
credo, stia bene. Non lo sento da un po’ ma se stesse male,
lo saprei. Fidati.
Allora ci vieni tra un’ora all’ospedale a prendere
un caffè- chiese ancora.
-Sì,
Certo. Tra un’ora
al San Mungo-terminò il medimago.
Zabini
sapeva qualcosa. Zabini sapeva sempre tutto.
Come
avevo fatto a non pensarci prima. Era certa che
si trattasse di Astoria, lui ne era innamorato e lei no. Quella stronza
l’aveva
lasciato.
Quando
uno lascia tutto, le donne c’entrano sempre,
Sì disse Hermione.
si
cambiò in fretta mettendosi
la prima cosa che vide nell’armadio: un vestitino in pizzo
san gallo che
arrivava a metà coscia.
Almeno era fresco,
l’aria afosa che da giorni
opprimeva Londra non la faceva respirare. Arrivò puntuale
all’appuntamento,
Blaise era già lì. Il camice bianco candido
avvolgeva il ragazzo alto e dalla
carnagione ambrata, i suoi capelli neri e corti, i suoi occhi verdi, lo
notai
per la prima volta, Zabini era un bell’uomo e non era certo
la prima volta che
lo vedevo.
Draco,
quando
organizzava le cene a casa sua, lo invitava sempre era il suo legame
tra il vecchio
Draco e il nuovo.
Tra il principe delle serpi
e l’auror.
-Ciao-
disse, attirando
gli sguardi del popolo femminile del bar. Quelle oche le stavano
sicuramente
lanciando qualche maledizione senza perdono. Doveva avere un fan club
Zabini,
ma non sembrava interessargli.
Sorrise
di rimando e si
sedette al mio fianco.
-Ciao,
avrei voluto un
tavolino, ma ho tenuto per la tua
incolumità-disse ridendo mentre guardava le infermiere che
avevano la bava alla
bocca.
Che
stronzo.
-Allora,
dove si è
cacciato Draco?- domandò senza più indugiare.
-Sono da
Mercoledì che non lo sento- finì
Hermione.
-Da
mercoledì-, fece lui,
pensieroso.
-si
mercoledì- ribadì
con cipiglio severo.
-Cavolo
Granger,
è passato un bel po’- disse -pensavo
che mi avresti contattato prima-.
-Avevo
altre priorità-
si scusò Hermione, mentre lui la guardava con un
sopracciglio alzato.
-Altre
priorità?-
domandò.
-Sì,
altre priorità-
rispose. Hermione evitò di dirgli che per due giorni ero
collassata nel divano
semi svestita e completamente ubriaca.
Risposi
solo che aveva
contattato Harry e Narcissa. In pratica avevo contattato solo loro,
tante volte,
solo loro due.
-Capisco-,
rispose.- E
che ti hanno detto-.
-Beh
Harry è in vacanza
in Grecia e l’ho sentito al volo. Niente di che e non mi ha
spiegato perché
Draco ha dato le dimissioni- rispose triste.
-Sei
convinta che lo
faccia?- domando guardandola negli occhi.
-Certo
,che lo farà-
replicò Hermione.
-Convinta
tu-.
Mamma
mia che nervi questo qua. Era logico che Harry
mi avrebbe detto tutto.
Quando anche lui
avrebbe saputo...
-Narcissa,
invece, mi ha
spiegato di Astoria e mi vuole convincere che la Greengrass non
c’entri nulla
con la scomparsa di Draco- disse vergognandosi un attimo dopo per
quella frase.
-Infatti,
Astoria non
c’entra nulla- disse Zabini sorridendo divertito.
-ah
ah ah, senti Zabini
io sono una donna e so per certo che quando un uomo scompare
c'è una donna di
mezzo. Quest’Astoria c’entra qualcosa- concluse.
-Draco
ne era innamorato
e lei non lo corrispondeva. Così lui che è un
puro-
Oddio
Draco non era proprio puro e che non avrebbe mai
accettato una donna che non lo amasse,
pensò
Hermione
-
l’ha lasciata libera.
-Che
teoria strampalata
Granger e pensare che eri la strega più brillante del nostro
anno- la canzonò.
È
ufficiale Zabini mi sta sulle palle. E forse l’ha
appena capito, dal mio sguardo pieno d’ira.
-Senti
Granger- riprese
il medimago, -Draco ha preso una pausa. Ci sono state delle situazioni
nella
sua vita che l’hanno sconvolto. Quindi cambiare aria, era
l’unica soluzione-.
-Non
mi ha avvertito di
questo- rispose Hermione agitandosi. -Io non sapevo niente.
Perché tu sì e io
no-. Disse pentendosi di aver detto questo.
-Evidentemente
Granger
io sono meglio di te come amico, non trovi-.
-No,
non trovo e credo
che anche Harry sa dove è Draco non solo tu
Zabini-replicò.
-Sicuro!
Harry lo sa
sicuro sei tu Granger, che non lo sai e so che la cosa ti da veramente
fastidio-disse
irriverente facendola innervosire ancora.
-Comunque
quando ne avrà
voglia, si metterà in contato con te-.
-Quando
ne avrà voglia!
Ma scherzi. Non penserai, anzi, non penserà che rimanga a
casa aspettando sue
notizie- Urlò Hermione e non le fregò nulla degli
sguardi che ormai tutti
avevano puntati su lei e Zabini.
-Beh
non è quello che
hai fatto da mercoledì. Un giorno in più uno in
meno-. Disse Zabini, mandandola
letteralmente in bestia.
-Se
senti Malfoy mandalo
all’inferno da parte mia-. Disse alzandosi e sparendo dal bar
in un secondo.
Stronzo
di un Serpeverde. Stronzissimo di un Malfoy,
purosangue di cacca.
Era
notevolmente offesa, lei stavo in casa e lui aveva
detto all’amico del cuore, dove era, cosa faceva e
soprattutto di non farne parola
con lei.
Harry
Potter l’altro
giuda, sapeva. Hermione guardò l’orologio. Sarebbe
tornato a ore dal viaggio in
Grecia, come sorpresa ad attenderlo a casa avrebbe trovato anche una
Hermione
Granger incazzata.
Alcune
ore dopo davanti a casa Potter...
-Hermione,
che ci fai
qui in giardino, nascosta dentro la casetta dei ragazzi?-
domandò Ginny.
-Ciao,
siete arrivati
finalmente- disse,- ha cominciato a piovere improvvisamente, e non
sapevo dove
nascondermi. C’erano babbani in giro e mi sono nascosta qui-
finì vergognandosi.
-Devo
parlare con Harry-
aggiunse infine. Ginny sembrò triste.
-è
andato a lavoro.
Aveva delle grane da risolvere- rispose..
-Tu
lo sapevi? chiese di
slancio alla sua migliore amica.
-Cosa
?- domandò Ginny
preoccupata.
-Di
Draco- aggiunse
Hermione osservando ogni mossa delle signora Potter.
-
No, l’ho saputo la
settimana scorsa. Harry non mi ha detto nulla- spiegò Ginny.
-Capito-
rispose
Hermione tristemente. -Saluto i bimbi e vado anch’io- disse.
Stritolò
la sua bella
figlioccia e coccolò i due campioni di casa Potter e infine
si recò al
ministero.
Arrivata
davanti alla
porta di Harry e non vedendo la sua segretaria bussò senza
aspettare risposta.
-Harry
posso...- disse.
Un mugugno che interpretò come avanti le fece aprire la
porta.
Si
gelo il sangue quando
vide chi c’era davanti al suo migliore amico.
-Hermione-
disse Harry.
Facendo girare anche l’altro uomo che era nel suo studio.
Quando
vide l’ ex
fidanzato, ex amico Ron Weasley pensò di morire
all’istante.
-Passo
dopo- disse,
farfugliando agitata la frase.
-Tranquilla
Hermione,
stavo andando via- disse lui, poi girandosi nuovamente verso il capo
auror -
Pensaci Harry, saremo come ai vecchi tempi-. scivolò via,
dopo averle rivolto
un gesto di saluto con il capo.
Hermione
rimase
immobile, esterrefatta dalla situazione grottesca in cui si ero
cacciata.
-Perché,
sei entrata
senza bussare?- Chiese Harry, preoccupato per lo stato in cui ora
Hermione si
trovava.
-Ho
bussato Harry-
rispose ritrovando l’uso della parola.
-Hai
visto la mia
segretaria? Linda ti avrebbe detto chi c’era qui-
domandò.
-No,
Harry deve essere
andata a prendere il caffè- rispose.
-Mi
dispiace- disse lui,
in evidente imbarazzo.
-Tranquillo,
non dovete
sempre difendermi senza farmi vedere la realtà. Sono grande
Harry, lui se n’è
andato e tra poco si sposa. Me ne devo fare una ragione- aggiunse.
-Stai
bene Hermione?-
-Sì,
avrei voluto dirgli
che lo odio, che lo detesto, che neanche morta avrei dato a quella
stronza
della sua fidanzata la soddisfazione di vedermi al suo matrimonio, ma
per il
resto sto bene- disse ricevendo l’ennesimo sguardo
compassionevole.
-Non
si direbbe. Ma poi,
perché sei qui se hai ancora due giorni di ferie?-
domandò Harry felice di
cambiare argomento.
-ah
sì, Dove cazzo è
finito Draco Malfoy- Disse.
Harry
sbiancò appena
cercando di non guardarla in viso.
Che
aveva? perché faceva così?
- Ha dato le dimissioni,
credo che hai letto il
giornale no-.
-si
l’ho letto. Ma tu
perché non mi hai detto niente e soprattutto,
perché non mi ha chiamato, tu l’hai
sentito?-
-Io...
Eh sì. Ieri. Sta
bene- disse Harry sempre più pallido.
-Dov’è?
Perché non mi
chiama?
-Vuole
un po’ di pace-.
-è
per Astoria vero,
c’entra quella. Non ha ragione Zabini dimmelo Harry che
è successo?-
-Hermione,
non posso.
Non vuole. Mi dispiace se vorrà, sarà lui a
cercarti anche sua madre è stata
tagliata fuori. Non sei la sola-.
Quelle
frasi furono un
pugno nello stomaco, l’aveva tagliata fuori dalla sua vita.
-Mi
stai dicendo che
Draco Malfoy, quello che consideravo un mio amico, mi ha mollato in
punto in
bianco e io non so e non posso sapere perché e tu si . Tu e
quel grande stronzo
di Blaise Zabini-.
-Hermione...
-.
-Fanculo
Harry- disse di
impeto.
-Hermione,
dobbiamo
parlare- . Disse,
-Non
ho niente da dirti
se tu non mi dici dove cazzo, è finito Malfoy-
-Ron
vuole tornare in
squadra, qui con noi- Harry lanciò la bomba prima che lei
girasse i tacchi e
uscisse dal suo ufficio. Il mondo le crollò addosso,
-
ora che Draco è andato
via, siamo uno in meno-.
-Me
ne vado Harry-.
Dissi.
Erano
giorni che ci pensavo dovevo lasciare da tempo.
Dalla batosta della festa di Draco.
-Che
dici Hermione, non
puoi-
-Certo
che posso. Voglio
un permesso un anno sabatico, cosi si dice.
Ho
lavorato sotto stress per mesi, quando tutti
volevate che restassi a casa. Io, nonostante il cuore sanguinante sono
rimasta al
mio posto, sempre in prima linea. Dovevamo catturare Dolorov ricordi-.
-sì-
-ora
voglio un anno di
riposo-.
-che
farai?-
-Non
lo so, forse
accetterò un lavoro. Il primo lavoro che mi diedero dopo il
diploma-.
-Hogwarts-
disse
spalancando gli occhi.
-si.
Credo di si. Pensi
che non potrei cavarmela con dei ragazzetti-.
-che
volevi insegnare?-
-trasfigurazione,
incantesimi, anche divinazione se la Preside vuole. Ma Harry voglio
andare via
da qui al più presto-.
-trasfigurazione,
la
McGranitt ha bisogno di un insegnante per quel ruolo-.
-grazie
Harry-
-so
che non posso
trattenerti, ma chiama e dillo tu a Ginny, so che
s’incavolerà di brutto se sa
che te ne vai perché torna il fratello e pure mia suocera.
-mi
spiace- disse, sapendo
che Harry Potter sarebbe stato in mezzo al fuoco delle donne Weasley,
le uniche
che avevano preso male la relazione di Ron con la sorella di Fleur.
Le
uniche che le
volevano bene: una come figlia e l’altra sorella.
***
Carissima
Hermione
Sono
felicissima di accettare la tua
candidatura a insegnante di Trasfigurazione.
Ti
aspetto il 1 settembre al castello
(prendi tranquillamente l’espresso da Londra al binario 9 e
¾, credo non ci
siano problemi per te per raggiungerlo).
Cordiali
saluti la preside:
Minerva
McGranitt
Rilesse
più e più volte
la lettera dell’ ex insegnate ora preside della scuola di
magia e stregoneria
di Hogwarts.
Sì
aveva fatto la scelta
migliore. Avrebbe insegnato a giovani menti una materia che amava, che
avevo
sempre amato. Avrebbe dedicato anima e corpo a istruire quei ragazzi,
insegnandoli ciò che sapeva, ciò che aveva
appreso anche lei non meno di cinque
anni prima.
Partiva
per una nuova
avventura, tornava al magico castello. Dove, Hermione Granger era
diventata: la
strega del trio, l’amica di Potter, la fidanzata di Weasley.
Tornava come auror,
senza più Weasley come fidanzato ma sempre Harry come amico.
Unica diversità
rispetto ai cinque anni antecedenti erano la lacerazione per la
mancanza del
suo nuovo amico.
Quello che era scappato
senza darle alcuna
spiegazione, non la considerava degna proprio come anni prima non
considerava
puro il suo sangue . Erano particolari. Forse piccoli ma tornava al
castello
con una sola certezza: Draco Malfoy non la riteneva ancora meritevole
della sua
amicizia.