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Autore: mikilily    26/08/2011    2 recensioni
Sono giorni che penso di scrivere qualcosa su Draco e Hermione. Ma non volevo stravolgere molto la storia cosi ho pensato di stravolgere solo l’ultimo capitolo del 7° libro.
Sono passati piu di 5 anni dalla fine della grande guerra Magica.
Hermione è un Auror come Draco Malfoy, tutti e due fanno parte della squadra speciale che ha per capo Harry Potter. Ma dopo che hermy riceve u invito, succedono tantissime cose. entrambi abbandonano il loro lavoro per poi rincontrarsi nell'unico posto in cui non avrebbero mai pensato di rincontrarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMAMI PER SEMPRE. '
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Erano passati tre giorni e di Draco non si sapeva più niente. Hermione finse di non essere in ansia, cancellando dalla mente i pensieri più brutti che l’avevano accompagnata.

Ogni giorno l’attesa della Gazzetta del Profeta era spasmodica, faceva le preghiere per non vedere il suo nome tra quello di qualche mago scomparso o in pericolo.

Prese l’abitudine di comprare tutti i giornali babbani.

Aveva una fottuta paura che fosse successo qualcosa. Magari, pensò la Granger potevano averlo aggredito, avrebbe potuto perdere la memoria e finire, così, in qualche ospedale babbano.

Per giunta aveva un nome strano: Draco Lucius Malfoy. Era un nome strano, troppo.

Sì, potevano prenderlo per matto, era questa una delle idee balorde che le vennero in mente una sera notevolmente afosa.

Lui era un po’ matto, in effetti.

 Se s’incavolava, faceva valere la sua anima Serpeverde, quella boriosa aria da guardatemi sono Draco Malfoy l’erede della casata dei Malfoy e dei Black.

 Inchinatevi alla mia purezza di sangue.

Sorrise amaro. Aveva intasato la segreteria di Harry, aveva contattato Narcissa tante di quelle volete, che ora sicuramente si era convita che Hermione si era innamorata del figlio.

Poi fu un lampo, come avevo fatto a dimenticarsi di Blaise Zabini.

Prese la guida telefonica, sfogliando avida. Cercò sotto la zeta...

Zalley, Zaceey, Zabini ecco Blaise Zabini. L’elenco telefonico per i maghi era una grande idea i gufi, a volte, erano fastidiosi soprattutto in ambiente medico.

 

Poi lo trovò...

Studio medimago, num 040.35.34.230 Studio privato. 340.23.24.555

Ora dove chiamo? Pensò Hermione ricordò che un tempo possedeva  il numero di casa ma a quest’ora, quel gran simpaticone, doveva  essere in ospedale e non aveva alcuna voglia di parlare con qualche segretaria.

Devo avere il suo numero di cellulare. Sì disse ancora

Pensa Hermione, pensa. Dove l’hai messo.

Perché avevi il suo numero. Sì per la festa a sorpresa a Draco.

Quella che avevi organizzato a casa sua, quella dove avevi scoperto il tuo fidanzato nella stanza da letto del festeggiato tra le braccia di Gabrielle. Il giorno che la tua vita è crollata.

Doveva esserci ancora quel numero.

Non buttava via niente, amava torturarsi e quei ricordi, erano dolorosi e lei amava le torture.

Aprii un cassetto e la vide. L’agenda rossa dove aveva annotato ogni dettaglio sulla festa. Sfogliò avidamente fino alla rubrica.

Le labbra si distesero in un sorriso soddisfatto.

Zabini! Ecco il numero del cellulare 339.34334331. Infine compose il numero, e fu felice nel constatare che era libero.

Attese con il cuore in gola.

Era certa che l’aveva sicuramente contattato. Draco non sarebbe mai andato via senza andare da Blaise.

Mai.

Il moro rispose dopo tre squilli.

-Zabini-, chiese.

-Sì, chi parla?-

Bene aveva cancellato il mio numero.

-Ciao, sono Granger. Hermione Granger . Ricordi? -

Oddio che stavo dicendo certo che sa chi è Hermione Granger.

Stava ridendo lo stronzo.

-Sì Granger, che c’è- rispose ridendo ancora senza alcuna vergogna.

Stronzo

-Scusa se ti disturbo. Volevo sapere se avevi sentito Draco, ultimamente?- domandò.

-Draco!-.

-Sì, Draco Malfoy: Alto, biondo, occhi grigi, lunatico, intrattabile il più delle volte.

Leale e pronto a darti tutto se entri nelle sue grazie. Questo però non lo disse.

-So chi è Draco- rispose serio.- Hermione, che ne dici se ci vediamo nel bar dell’ospedale. Ho delle visite ora e vorrei parlarti. Avrei dovuto contattarti io- finì Zabini.

Il suo tono di voce era tranquillo, strano per lui. Hermione non gli certo simpatica almeno cosi sembrava quando si incontravano. sempre con Draco presente.

Poi Hermione riprese lucidità e chiese:

-che è successo. Draco sta male?

-No tranquilla. Draco, credo, stia bene. Non lo sento da un po’ ma se stesse male, lo saprei. Fidati. Allora ci vieni tra un’ora all’ospedale a prendere un caffè- chiese ancora.

-Sì, Certo. Tra un’ora al San Mungo-terminò il medimago.

Zabini sapeva qualcosa. Zabini sapeva sempre tutto.

Come avevo fatto a non pensarci prima. Era certa che si trattasse di Astoria, lui ne era innamorato e lei no. Quella stronza l’aveva lasciato.

Quando uno lascia tutto, le donne c’entrano sempre, Sì disse Hermione.

si cambiò in fretta mettendosi la prima cosa che vide nell’armadio: un vestitino in pizzo san gallo che arrivava a metà coscia.

 Almeno era fresco, l’aria afosa che da giorni opprimeva Londra non la faceva respirare. Arrivò puntuale all’appuntamento, Blaise era già lì. Il camice bianco candido avvolgeva il ragazzo alto e dalla carnagione ambrata, i suoi capelli neri e corti, i suoi occhi verdi, lo notai per la prima volta, Zabini era un bell’uomo e non era certo la prima volta che lo vedevo.

Draco, quando organizzava le cene a casa sua, lo invitava sempre era il suo legame tra il vecchio Draco e il nuovo.

 Tra il principe delle serpi e l’auror.

-Ciao- disse, attirando gli sguardi del popolo femminile del bar. Quelle oche le stavano sicuramente lanciando qualche maledizione senza perdono. Doveva avere un fan club Zabini, ma non sembrava interessargli.

Sorrise di rimando e si sedette al mio fianco.

-Ciao, avrei  voluto un tavolino, ma ho tenuto per la tua incolumità-disse ridendo mentre guardava le infermiere che avevano la bava alla bocca.

Che stronzo.

-Allora, dove si è cacciato Draco?- domandò senza più indugiare.

 -Sono da Mercoledì che non lo sento- finì Hermione.

-Da mercoledì-, fece lui, pensieroso.

-si mercoledì- ribadì con cipiglio severo.

-Cavolo  Granger, è passato un bel po’- disse -pensavo che mi avresti contattato prima-.

-Avevo altre priorità- si scusò Hermione, mentre lui la guardava con un sopracciglio alzato.

-Altre priorità?- domandò.

-Sì, altre priorità- rispose. Hermione evitò di dirgli che per due giorni ero collassata nel divano semi svestita e completamente ubriaca.

Risposi solo che aveva contattato Harry e Narcissa. In pratica avevo contattato solo loro, tante volte, solo loro due.

-Capisco-, rispose.- E che ti hanno detto-.

-Beh Harry è in vacanza in Grecia e l’ho sentito al volo. Niente di che e non mi ha spiegato perché Draco ha dato le dimissioni- rispose triste.

-Sei convinta che lo faccia?- domando guardandola negli occhi.

-Certo ,che lo farà- replicò Hermione.

-Convinta tu-.

Mamma mia che nervi questo qua. Era logico che Harry mi avrebbe detto tutto. Quando anche lui avrebbe saputo...

-Narcissa, invece, mi ha spiegato di Astoria e mi vuole convincere che la Greengrass non c’entri nulla con la scomparsa di Draco- disse vergognandosi un attimo dopo per quella frase.

-Infatti, Astoria non c’entra nulla- disse Zabini sorridendo divertito.

-ah ah ah, senti Zabini io sono una donna e so per certo che quando un uomo scompare c'è una donna di mezzo. Quest’Astoria c’entra qualcosa- concluse.

-Draco ne era innamorato e lei non lo corrispondeva. Così lui che è un puro-

Oddio Draco non era proprio puro e che non avrebbe mai accettato una donna che non lo amasse, pensò Hermione

- l’ha lasciata libera.

-Che teoria strampalata Granger e pensare che eri la strega più brillante del nostro anno- la canzonò.

È ufficiale Zabini mi sta sulle palle. E forse l’ha appena capito, dal mio sguardo pieno d’ira.

-Senti Granger- riprese il medimago, -Draco ha preso una pausa. Ci sono state delle situazioni nella sua vita che l’hanno sconvolto. Quindi cambiare aria, era l’unica soluzione-.

-Non mi ha avvertito di questo- rispose Hermione agitandosi. -Io non sapevo niente. Perché tu sì e io no-. Disse pentendosi di aver detto questo.

-Evidentemente Granger io sono meglio di te come amico, non trovi-.

-No, non trovo e credo che anche Harry sa dove è Draco non solo tu Zabini-replicò.

-Sicuro! Harry lo sa sicuro sei tu Granger, che non lo sai e so che la cosa ti da veramente fastidio-disse irriverente facendola innervosire ancora.

-Comunque quando ne avrà voglia, si metterà in contato con te-.

-Quando ne avrà voglia! Ma scherzi. Non penserai, anzi, non penserà che rimanga a casa aspettando sue notizie- Urlò Hermione e non le fregò nulla degli sguardi che ormai tutti avevano puntati su lei e Zabini.

-Beh non è quello che hai fatto da mercoledì. Un giorno in più uno in meno-. Disse Zabini, mandandola letteralmente in bestia.

-Se senti Malfoy mandalo all’inferno da parte mia-. Disse alzandosi e sparendo dal bar in un secondo.

Stronzo di un Serpeverde. Stronzissimo di un Malfoy, purosangue di cacca.

Era notevolmente offesa, lei stavo in casa e lui aveva detto all’amico del cuore, dove era, cosa faceva e soprattutto di non farne parola con lei.

Harry Potter l’altro giuda, sapeva. Hermione guardò l’orologio. Sarebbe tornato a ore dal viaggio in Grecia, come sorpresa ad attenderlo a casa avrebbe trovato anche una Hermione Granger incazzata.

 

Alcune ore dopo davanti a casa Potter...

-Hermione, che ci fai qui in giardino, nascosta dentro la casetta dei ragazzi?- domandò Ginny.

-Ciao, siete arrivati finalmente- disse,- ha cominciato a piovere improvvisamente, e non sapevo dove nascondermi. C’erano babbani in giro e mi sono nascosta qui- finì vergognandosi.

-Devo parlare con Harry- aggiunse infine. Ginny sembrò triste.

-è andato a lavoro. Aveva delle grane da risolvere- rispose..

-Tu lo sapevi? chiese di slancio alla sua migliore amica.

-Cosa ?- domandò Ginny preoccupata.

-Di Draco- aggiunse Hermione osservando ogni mossa delle signora Potter.

- No, l’ho saputo la settimana scorsa. Harry non mi ha detto nulla- spiegò Ginny.

-Capito- rispose Hermione tristemente. -Saluto i bimbi e vado anch’io- disse.

Stritolò la sua bella figlioccia e coccolò i due campioni di casa Potter e infine si recò al ministero.

Arrivata davanti alla porta di Harry e non vedendo la sua segretaria bussò senza aspettare risposta.

-Harry posso...- disse. Un mugugno che interpretò come avanti le fece aprire la porta.

Si gelo il sangue quando vide chi c’era davanti al suo migliore amico.

-Hermione- disse Harry. Facendo girare anche l’altro uomo che era nel suo studio.

Quando vide l’ ex fidanzato, ex amico Ron Weasley pensò di morire all’istante.

-Passo dopo- disse, farfugliando agitata la frase.

-Tranquilla Hermione, stavo andando via- disse lui, poi girandosi nuovamente verso il capo auror - Pensaci Harry, saremo come ai vecchi tempi-. scivolò via, dopo averle rivolto un gesto di saluto con il capo.

Hermione rimase immobile, esterrefatta dalla situazione grottesca in cui si ero cacciata.

-Perché, sei entrata senza bussare?- Chiese Harry, preoccupato per lo stato in cui ora Hermione si trovava.

-Ho bussato Harry- rispose ritrovando l’uso della parola.

-Hai visto la mia segretaria? Linda ti avrebbe detto chi c’era qui- domandò.

-No, Harry deve essere andata a prendere il caffè- rispose.

-Mi dispiace- disse lui, in evidente imbarazzo.

-Tranquillo, non dovete sempre difendermi senza farmi vedere la realtà. Sono grande Harry, lui se n’è andato e tra poco si sposa. Me ne devo fare una ragione- aggiunse.

-Stai bene Hermione?-

-Sì, avrei voluto dirgli che lo odio, che lo detesto, che neanche morta avrei dato a quella stronza della sua fidanzata la soddisfazione di vedermi al suo matrimonio, ma per il resto sto bene- disse ricevendo l’ennesimo sguardo compassionevole.

-Non si direbbe. Ma poi, perché sei qui se hai ancora due giorni di ferie?- domandò Harry felice di cambiare argomento.

-ah sì, Dove cazzo è finito Draco Malfoy- Disse.

Harry sbiancò appena cercando di non guardarla in viso.

Che aveva? perché faceva così?

-  Ha dato le dimissioni, credo che hai letto il giornale no-.

-si l’ho letto. Ma tu perché non mi hai detto niente e soprattutto, perché non mi ha chiamato, tu l’hai sentito?-

-Io... Eh sì. Ieri. Sta bene- disse Harry sempre più pallido.

-Dov’è? Perché non mi chiama?

-Vuole un po’ di pace-.

-è per Astoria vero, c’entra quella. Non ha ragione Zabini dimmelo Harry che è successo?-

-Hermione, non posso. Non vuole. Mi dispiace se vorrà, sarà lui a cercarti anche sua madre è stata tagliata fuori. Non sei la sola-.

Quelle frasi furono un pugno nello stomaco, l’aveva tagliata fuori dalla sua vita.

-Mi stai dicendo che Draco Malfoy, quello che consideravo un mio amico, mi ha mollato in punto in bianco e io non so e non posso sapere perché e tu si . Tu e quel grande stronzo di Blaise Zabini-.

-Hermione... -.

-Fanculo Harry- disse di impeto.

-Hermione, dobbiamo parlare- . Disse,

-Non ho niente da dirti se tu non mi dici dove cazzo, è finito Malfoy-

-Ron vuole tornare in squadra, qui con noi- Harry lanciò la bomba prima che lei girasse i tacchi e uscisse dal suo ufficio. Il mondo le crollò addosso,

- ora che Draco è andato via, siamo uno in meno-.

-Me ne vado Harry-. Dissi.

Erano giorni che ci pensavo dovevo lasciare da tempo. Dalla batosta della festa di Draco.

-Che dici Hermione, non puoi-

-Certo che posso. Voglio un permesso un anno sabatico, cosi si dice. Ho lavorato sotto stress per mesi, quando tutti volevate che restassi a casa. Io, nonostante il cuore sanguinante sono rimasta al mio posto, sempre in prima linea. Dovevamo catturare Dolorov ricordi-.

-sì-

-ora voglio un anno di riposo-.

-che farai?-

-Non lo so, forse accetterò un lavoro. Il primo lavoro che mi diedero dopo il diploma-.

-Hogwarts- disse spalancando gli occhi.

-si. Credo di si. Pensi che non potrei cavarmela con dei ragazzetti-.

-che volevi insegnare?-

-trasfigurazione, incantesimi, anche divinazione se la Preside vuole. Ma Harry voglio andare via da qui al più presto-.

-trasfigurazione, la McGranitt ha bisogno di un insegnante per quel ruolo-.

-grazie Harry-

-so che non posso trattenerti, ma chiama e dillo tu a Ginny, so che s’incavolerà di brutto se sa che te ne vai perché torna il fratello e pure mia suocera.

-mi spiace- disse, sapendo che Harry Potter sarebbe stato in mezzo al fuoco delle donne Weasley, le uniche che avevano preso male la relazione di Ron con la sorella di Fleur.

Le uniche che le volevano bene: una come figlia e l’altra sorella.

***

 

Carissima Hermione

Sono felicissima di accettare la tua candidatura a insegnante di Trasfigurazione.

Ti aspetto il 1 settembre al castello (prendi tranquillamente l’espresso da Londra al binario 9 e ¾, credo non ci siano problemi per te per raggiungerlo).

Cordiali saluti la preside:

Minerva McGranitt

 

Rilesse più e più volte la lettera dell’ ex insegnate ora preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Sì aveva fatto la scelta migliore. Avrebbe insegnato a giovani menti una materia che amava, che avevo sempre amato. Avrebbe dedicato anima e corpo a istruire quei ragazzi, insegnandoli ciò che sapeva, ciò che aveva appreso anche lei non meno di cinque anni prima.

Partiva per una nuova avventura, tornava al magico castello. Dove, Hermione Granger era diventata: la strega del trio, l’amica di Potter, la fidanzata di Weasley. Tornava come auror, senza più Weasley come fidanzato ma sempre Harry come amico. Unica diversità rispetto ai cinque anni antecedenti erano la lacerazione per la mancanza del suo nuovo amico.

 Quello che era scappato senza darle alcuna spiegazione, non la considerava degna proprio come anni prima non considerava puro il suo sangue . Erano particolari. Forse piccoli ma tornava al castello con una sola certezza: Draco Malfoy non la riteneva ancora meritevole della sua amicizia.

   
 
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