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Autore: MiaStonk    26/08/2011    17 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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                                                                A giu_ly96, con i miei migliori 

                                                                                                                            auguri di Buon Compleanno… anche se in ritardo!

            

18. Fidanzate anormali, una parola di troppo e rapimenti

 

Girata su un fianco, la testa sprofondata nel morbido guanciale, avverto le palpebre ancora terribilmente pesanti. Le dischiudo con fatica, ma nessuna luce arriva ai miei occhi insonnoliti. Il buio dato dalle tende del baldacchino ancora tirate, sembra avvolgermi come potrebbe fare una calda coperta. Eppure so che è mattina, sento i deboli cinguettii degli uccelli che, prima di me, si sono destati dal loro sonno.

 

Resto immobile, mentre i ricordi della notte appena trascorsa si affollano nella mia mente: sono immagine ancora ben nitide e chiare. Sospiro, non riuscendo ad impedire che le mie labbra si dischiudano in un sorriso pigro. Sento il mio corpo indolenzito, tuttavia mi sento bene: estremamente tranquilla e in pace con me stessa. E se questo è da considerarsi un passo avanti, un chiaro segno di una maturità che si fa spazio in me, o un semplice atto di puro egoismo, non saprei dirlo e in tutta sincerità non vi do peso.

 

Mi volto e non sono sorpresa di trovare Teddy, sveglio al mio fianco. Ha la testa poggiata mollemente sulla mano, il gomito sul cuscino. I nostri sguardi si incrociano per un istante, prima che lui lo distolga prontamente, abbassandolo e torturando il lenzuolo con la mano libera. Sorrido ancora, avvicinandomi a lui e prendendo le sue dita tra le mie. Rialza il capo, fissandomi con un misto di incredulità e imbarazzo.

 

<< Victoire, io… >>

<< ‘Giorno anche a te, Teddy Bear >>

Storce il naso al mio nomignolo, eppure ricambia il mio sorriso.

<< Forse dovremmo… >>

<< No, non dovremo >>

<< Ma io… >>

<< Puoi lasciarmi crogiolare ancora un po’ nella beata ignoranza? O vuoi che ti prenda a pugni per impedirti di sciorinare stupide congetture? >>

 

Sospira, riabbassando il braccio e sprofondando la testa nel guanciale. Resta diversi secondi immobile, a fissare il soffitto del baldacchino, pur continuando a giocherellare con le mie dita, strette nella sua mano. E poi si volta nuovamente, e i suoi occhi percorrono rapidamente il mio corpo ancora nudo, semi nascosto dalle lenzuola. Non sento imbarazzo o vergogna: quella sensazione di strano benessere che mi aveva avvolta non appena ho aperto gli occhi, persiste.

 

<< Mi dispiace per quelli >>

 

Seguo il suo sguardo, soffermandomi ad osservare piccoli lividi sulle braccia, che fino a quel momento non sapevo di avere. Scuoto il capo, tranquilla e per nulla turbata. Annuisce brevemente, distogliendo lo sguardo dal mio corpo, con un’ espressione appena sofferente.

 

<< Ehi, sto bene! Guardami Teddy, sto bene >>

 

Porto entrambe le mani ai lati del suo viso, costringendolo a fissarmi e gli sorrido, raggiante. I lineamenti del suo volto sembrano addolcirsi e mi sorride anch’egli, avvicinando la fronte alla mia, mischiando il suo respiro al mio. E’ naturale per me avvicinarmi a lui, sfiorarne la bocca con le mie labbra, forte di una sicurezza che non avevo mai avuto in simili circostanze. Ma con Teddy è tutto diverso: pur essendo queste le mie prime volte, sento di essere completamente a mio agio.

 

Dopo un attimo di esitazione, risponde al mio bacio, ancora titubante e incerto. Ma quando dischiudo le labbra, approfondendo il contatto, sembra rilassarsi; mi spinge delicatamente sul letto, carezzando con una mano la mia guancia sinistra e baciandomi con una dolcezza che ancora non avevo mai provato. Sorrido sulle sue labbra e mi stringo a lui, circondata dalle sue braccia, dal suo calore che, come un incantesimo riscaldante, mi avvolge.

 

<< Sai che non sarò mai la fidanzata perfetta, no? Che non mi perderò in smancerie e che molte volte potrei urlarti contro e scagliarti decine di fatture solo per il gusto di farlo, vero? >>

 

Sento il suo corpo sussultare, poi scosso da un lieve tremore. Rialzo il capo per osservarlo ridere silenziosamente e poi di gusto, dimentico che probabilmente potremmo non essere soli nella stanza.

 

<< Immagino che riuscirò a sopportarlo >>

 

Il rumore della porta che si apre e poi si richiude piano, ci distrae dalla contemplazione abbastanza smielata dell’altro. Teddy sbuca dalla coltre del tendaggio rosso, facendomi segno di zittirmi.

 

<< Al, sei tornato ora? >>

<< Già, ho aiutato Yvonne con un compito e devo essermi addormentato in Sala Comune mentre leggevo un libro. Vado a farmi una doccia. Tu stai bene? Sei strano >>

<< Oh, chi io? No, sto bene! >>

 

Soffoco una risatina nel cuscino: Teddy ha risposto così velocemente che nemmeno io mi sarei bevuta la sua assicurazione. Tuttavia non sento la replica di Shacklebolt, ma solo l’aprirsi del suo baule, in cui starà rovistando.

 

<< Ehm, hai visto Dylan? >>

<< Sono qui, e tranquillo non ho visto niente! >>

Mi rimetto seduta, lanciando un’occhiata allarmata alla schiena di Teddy che sembra aver appena sussultato.

<< Cos’… >>

<< Sono tornato che già dormivate, ho chiuso io le tende. E no, Weasley, non ho sbirciato le tue grazie! >>

 

Infilo la camicia d Teddy e sbuco fuori dalle rosse tende, impigliandomi in esse e ricadendo sul pavimento. Rialzo lo sguardo su Teddy che è arrossito ferocemente e tossicchia in modo convulso; su Dylan che ancora è disteso sul suo letto e ha un sorrisetto divertito sul volto e su Al che è rimasto piegato sul suo baule, a fissarmi con espressione sconcertata.

 

Sbuffo una risata, trovando la situazione estremamente comica. Afferro la gonna, calze e scarpe , senza togliermi di dosso la camicia che non mi appartiene. Soffio un bacio veloce a Teddy e mi incammino verso la porta, aprendola e chiudendola alle mie spalle. Poi, come se nulla fosse accaduto, riscendo le scale per rifondarmi su quelle del dormitorio femminile. Apro la porta della mia stanza, trovandovi una Marie ancora insonnolita che si aggira tra i letti e una Yvonne arruffata, ma già vestita che, non appena compaio sulla soglia, si rialza in piedi, puntando il dito contro di me.

 

<< Ah! Porti ancora i segni del disonore! Dove sei stata? >>

<< Ho fatto l’amore con Teddy >>

 

Rispondo semplicemente, mentre la Summers inciampa in un maglioncino lasciato a terra da Yvonne e quest’ultima scoppia a ridere sguaiatamente, tenendosi la pancia con le mani.

 

<< Merlino, lo sapevo! Ah, ho una fiala di Amorentia anche per te, sapevo che non avresti avuto tempo di fartela da sola >>

<< Oh, grazie! La consegna è oggi giusto? >>

<< Vicky, Yvonne… >>

<< Esatto! L’ha preparata Al… ti immagini la faccia del tricheco quando le esaminerà? Credo di poter anche sperare in un infarto! >>

<< Ma magari! >>

<< VICKY! >>

Mi volto a fissare Marie, ancora sul pavimento tra gli indumenti di Yvonne.

<< Oh, vuoi una mano? >>

L’aiuto a rialzarsi, sorridendole e incamminandomi verso il bagno. Necessito di una doccia calda.

<< Come fate ad essere così tranquille? Vicky è un passo importante, vuoi parlarcene? >>

<< Mh, vuoi sapere che posizione… >>

<< NO! >>

 

Marie si affretta a negare, scuotendo il capo e colorandosi di un tenue rosa: è adorabile quando è impacciata a quel modo ed io ammetto di divertirmi un casino a stuzzicarla. Scambio un’occhiata con Yvy che annuisce, cogliendo a volo l’occasione di divertirsi a torturare gli altri.

 

<< Io voglio saperle invece >>

 

Si accascia sul letto, posando una gamba sull’altra e dondolandola. La Summers sgrana gli occhi, scuotendo ancora più velocemente il capo: credo che possa venirle la nausea e vomitare da un momento all’altro.

 

<< Non abbiamo bisogno dei dettagli. Piuttosto mi premeva sapere cosa significa per te, per lui… ne avete parlato? >>

<< Più o meno… gli ho detto che non sarò una fidanzata molto normale, del resto io stessa non sono normale >>

<< Quindi state insieme? >>

<< Bhè, si… >>

 

In un attimo, un turbinio di capelli castani sono nella mia visuale e due braccia magre mi stringono il collo fino a farmi male.

 

<< Summers, lasciala respirare! >>

 

Ma Marie è decisa a strozzarmi per esprimere la sua felicità ed io la lascio fare: non credo che qualcosa potrà intaccare il mio malumore oggi. Bhè, almeno fin quando Marie non riapre bocca, dopo aver abbandonato il suo tentativo di attendere alle mie vie respiratorie.

 

<< Quindi ti eri sbagliata su Maggie? Non ha niente a che vedere con Teddy, giusto? >>

 

Resto impietrita per qualche breve istante, lasciando cadere gonna, calze e scarpe. Alterno lo sguardo dalla Summers ad Yvonne, che smette improvvisamente di ridere, per riportare la sua completa attenzione su di me.

 

<< Non avete parlato di… >>

 

Mi fiondo alla porta, ignorando i richiami delle mie amiche per correre a velocità impressionante fino alla camera dei ragazzi, lasciata solo pochi minuti prima. Spalanco la porta, senza premurarmi di bussare e per nulla imbarazzata nel trovarli intendi a vestirsi.

 

<< Victoire, che… >>

<< Non mi hai ancora detto chi cazzo è Maggie! >>

 

Ignoro il tentativo malriuscito di Dylan di soffocare una risata, così come lo sguardo esasperato di Al che si infila la camicia come se niente fosse. Teddy, dall’altro capo della stanza, mi fissa incredulo e poi annuisce, rassegnato. Mi si avvicina, ben attento a restare comunque a qualche passo di distanza, nel caso in cui volessi rifilargli un calcio o simili.

 

<< Una semplice amica che l’altra sera era venuta a restituirmi un libro che le avevo prestato. Quando ci hai sorpresi, hai completamente frainteso i suoi gesti. E’vero che avevo la camicia aperta e lei stava toccandomi, ma… >>

<< Amico, non stai facendo un buon lavoro >>

<< Zitto tu! Vai avanti… >>

Zittisco Dylan, ringhiando verso di lui e agitando la mano in modo che Lupin continui il suo racconto.

<< Ma stava solo controllando che queste abrasioni… >>

Sbottona la camicia per lasciarmi vedere alcuni segni sul suo petto, che nella foga della notte appena trascorsa non avevo notato.

<< Non fossero nulla di serio. Ha frequentato un corso estivo al San Mungo e ho pensato di chiedere a lei, piuttosto che allarmare Madame Pomfrey >>

 

Deglutisce, in attesa di una mia reazione. Gli sorrido, annuendo e riprendendo l’uscita come se non fossi mai entrata nella loro camera come una pazza furiosa. Chiudendomi la porta alle spalle, sento ancora le risatine ei bisbigli di Wood.

 

<< Bhè, almeno ti ha avvertito di non essere proprio normale… >>

 

                                                                       ***

 

Saranno stai gli eventi della notte scorsa o quelli di questa mattina, fatto sta che sono più affamata del solito. Divoro ogni cosa adagiata su vassoi e piatti del tavolo di Grifondoro, seduta accanto a Teddy e con un disgustato Al e un’allegra Yvonne di fronte a me. L’attimo dopo riposo la forchetta nel piatto, con un sordo tintinnio, rivolgendomi a Lupin con un cipiglio preoccupato.

 

<< Dici che avrei dovuto imboccarti? >>

<< Cos’… no, non credo! >>

 

La risata cristallina di Yvonne mi scuote dal mio dubbio, facendomi voltare verso di lei e inarcare un sopracciglio. Credo che porre domande del genere sia abbastanza ovvio nel mio caso: questo ruolo di fidanzata, che impersono per la prima volta e da troppo poco tempo, mi crea qualche problemino. Non che m’importi agire nel modo perfetto che tutti vorrebbero, ma vorrei fare tutto ciò che è in mio potere per rendere felice Teddy: anche nelle sciocchezze di tutti i giorni.

 

Per così tanto tempo lui mi è stato accanto, proteggendomi e prendendosi cura di me senza chiedere nulla in cambio. L’ha fatto perché lui è così: buono e premuroso. Ed io vorrei ricambiare in qualche modo le sue attenzioni, quello che ha fatto per me. E quando sento le sue dita posarsi sulla mia mano e stringerla appena, ogni incertezza sembra svanire: farò del mio meglio, ma lo farò poco alla volta e spontaneamente.

 

<< Siete la coppia più strana che abbia mai visto! Ma è proprio questo che rende la cosa così divertente! >>

 

Ancora sghignazza Yvy, sputacchiando il suo caffè ovunque. Io annuisco raggiante, perfettamente in accordo con la sua ultima affermazione e rituffandomi sulle mie uova. Le ingurgito di fretta, ingorda come sono, assumendo un colorito pericolosamente viola nel momento in cui un minuscolo pezzettino di cibo decide di sostare nella mia gola. Teddy mi batte una mano sulla schiena, apparentemente tranquillo, ed io scampo un pericolo mortale.

 

Nello stesso istante, Marie si siede alla mia destra, sbattendo con forza i suoi libri sul tavolo e affondando il viso in una tazza di caffè bollente. Io ed Yvonne ci scambiamo un’occhiata, prima che lei si arrischi a chiederle qualcosa. Rare sono le volte in cui la Summers si infuria, ma in quei momenti è consigliabile starle lontana.

 

<< Ehm… è successo qualcosa? >>

<< Chiedilo al tuo amico! >>

 

Come richiamato da quelle parole, Dylan si siede accanto ad Yvonne, afferrando una fetta di pane tostato e portandoselo tutto alla bocca in una volta sola. Deglutisce rumorosamente, mentre Marie ancora lo fissa torva.

 

<< Cosa c’è? Vuoi togliermi qualche altra decina di punti? >>

<< Hai tolto punti a Dylan? >>

<< Certo che l’ho fatto! E’ mio compito punire chi si comporta da perfetto imbecille! >>

<< Questa poi! Hai solo usato una scusa per prendertela con me! >>

<< Hai buttato a terra tre piccoli Tassorosso solo perché ostruivano il passaggio >>

<< Bhè, si! Mi stavano tra i piedi! >>

 

Assistiamo al diverbio tra i due, alternando lo sguardo dall’uno all’altro come se seguissimo una partita di quello sport babbano di cui nonno Arthur mi ha parlato: temmis. Naturalmente non ci azzardiamo ad intervenire, seppur la situazione appare inusuale: Dylan è per natura un ragazzo burbero e decisamente suscettibile, ma Marie non ha mai amato le scenate pubbliche. Ora invece la maggior parte dei Grifondoro è voltata nella nostra direzione.

 

<< Quando la smetterai con questo atteggiamento? >>

<< E tu quando la pianterai di strami tra i piedi e rompermi i bolidi? >>

 

La Summers si rialza di scatto, completamente rossa in viso a causa della rabbia e dell’indignazione; afferra i suoi libri e, indispettita, lascia la Sala Grande. Yvonne ne approfitta per colpire Dylan dietro la nuca, tanto forte da fargli sbattere la testa sul tavolo. Trattengo una risatina e sospetto che Al, di fronte a me, stia facendo lo stesso; solo Teddy sembra in pensiero per le sorti del suo compagno di stanza.

 

<< Che cazzo ti prende? >>

<< A te piuttosto? Oh, Dylan sei un imbecille! Se la tua intenzione è quella di riconquistarla, non sei esattamente sulla strada giusta >>

<< Ma cosa vuoi che me ne importi di quella? Sai quante posso averne migliori di lei? >>

 

Trattengo il respiro, quando mi accorgo che Marie è tornata indietro e ha chiaramente ascoltato tutto. Yvonne si porta una mano alla bocca, guardandola con occhi sgranati mentre il rossore sul viso di Dylan è completamente scivolato via per lasciare spazio ad un pallore inquietante. Boccheggia, con gli occhi ancora sgranati per la sorpresa e sono certa che voglia dire qualcosa, ma abbassa lo sguardo e resta in un vergognoso silenzio.

 

<< Avevo dimenticato questo >>

 

Con una dignità che è solo sua, Marie avanza di qualche passo e afferra il libro che aveva lasciato sul tavolo. Si volta e va via, senza un accenno a ciò che è successo e senza sembrarne minimamente turbata. Tra tutte, è quella che più riesce a reprimere meglio le emozioni, cosa che trovo profondamente stupida in questo caso.

 

Il rumore che sento l’attimo dopo è causato dalla fronte di Dylan che sbatte nuovamente sulla superficie di legno del tavolo. Yvonne si strofina le mani con aria soddisfatta, facendomi cenno di seguirla. Stavolta Dylan non ci pensa nemmeno a protestare.

 

                                                                       ***

 

Nelle due settimane che sono susseguite, parlare con Marie o trovarla di umore tranquillo è stato pressappoco impossibile. E’ la prima volta, dopo anni, che mi ritrovo una Sumemrs completamente diversa da quella che ero abituata a conoscere: è perennemente distratta durante le lezioni, si è beccata, per la prima volta in vita sua, un richiamo dalla McGranitt che probabilmente era più costernata di Marie. Svolge pigramente i suoi doveri da Prefetto e più di una volta l’ho sorpresa ad ignora baruffe e infrazioni, camminando spedita lungo il corridoio, senza che la cosa sembrasse riguardarla.

 

Sembra sempre in allerta, come se qualche schiantesimo dovesse colpirla da un momento all’altro. Inutile dire che ha smesso di sedersi accanto a noi al tavolo dei Grifondoro, o in Sala Comune, che oramai è divenuta solo una stanza di passaggio, per lei. Dylan evita di commentare il comportamento atipico della sua ex ragazza, limitandosi a divenire più insopportabile del solito e ingurgitare più cibo di quanto ne mangi io, e secondo Yvonne, questo è un chiaro sintomo di inquietudine. Forse avrei dovuto offendermi per una cosa simile, ma… sono d’accordo con lei.

 

Ciò che mi spinge ad intervenire è anche un atto puramente egoistico, lo ammetto. Gli allenamenti con Wood sono divenuti insostenibili: persino Perrow, che sembra aver capito l’antifona e ci gira a largo, sembra esasperato. Ogni volta è una rissa e un urlarci contro, e a seguito dell’ultima partita, che ci ha visto miseramente sconfitti, ho creduto che stesse per lanciarci un’ Avada Kedavra ciascuno. Poi si è rifugiato nelle docce e da lì è uscito solo a notte inoltrata.

 

<< Sono d’accordo su te sul dover intervenire, ma… proprio ora? >>

 

Yvonne mi spinge lungo il corridoio del primo piano, mentre io struscio i piedi con evidente poca voglia di addentrarmi in quella stanza orribile che è la Biblioteca. Ho ragione di credere che orride creature vivano là dentro e che sperino di attentare alla mia persona.

 

<< E’ solo piena di libri e cose così, giusto? Non può mica nuocerci Vicky! >>

<< E come fai ad esserne sicura? Nemmeno tu ci hai mai messo piede! >>

<< Ma Marie, Al e Teddy si… e mi sembra che siano ancora integri >>

<< Ah! >>

 

Mi fermo di colpo, facendola ondeggiare e quasi perdere l’equilibrio, e intanto le punto un dito contro, forte dell’ illuminazione appena sopraggiunta.

 

<< Loro sono una prova evidente. Insomma… >>

Mi avvicino a lei con fare cospiratorio, sussurrando al suo orecchio.

<< Possiamo dire in tutta franchezza che nessuno di loro tre è dotato di buona salute mentale. Marie ha crisi di identità, Al è un sociopatico e Teddy ha serie difficoltà di adattamento >>

<< Teddy è il tuo fidanzato >>

<< E con questo? Non ho problemi ad ammettere che non è perfetto, insomma… >>

<< Marie è solo turbata e confusa da quello che le sta capitando e il comportamento di Dylan, non l’aiuta. E Al… bhè, lui è sempre stato così da quel che so, quindi la Bibl… quella stanza non deve aver liso la sua integrità mentale >>

<< Ma… >>

<< Che state facendo? >>

 

Ci voltiamo entrambe, non eccessivamente sorprese dalla presenza di Teddy e Alastor: i due topi di biblioteca più conosciuti ad Hogwarts. Mi illumino, afferrando il braccio del mio orsacchiotto e strattonandolo con poco delicatezza.

 

<< Teddy Bear! Devi farci un favore! >>

<< Dimmi… >>

<< Io starei attento a quel che ti chiede >>

<< Zitto tu! Teddy devi andare in bibl… in quella stanza lì e rapire Marie per portarla qui, dopo noi la trascineremo dietro quell’arazzo e la tortureremo >>

<< Cosa? >>

<< Ecco, te l’avevo detto io >>

 

Yvonne ridacchia sommessamente, scuotendo il capo e osservando, come me, la faccia di un Teddy decisamente perplesso. Insomma, sono stata chiara nelle mie direttive, cosa c’è da essere tanto titubante? Lo strattono con più violenza, ma sembra riscuotersi a fatica.

 

<< Quello che Vicky stava cercando di dire, Teddy… è che vorremmo parlare con Marie, ma ultimamente è difficile beccarla in un posto non affollato. Persino in camera, o torna tardi o presto e  fa finta d dormire. Ora che è in Bibl… lì, potremmo farlo, ma abbiamo dei piccoli problemini ad entrarvi… hai presente la kryptonite per Clark Kent? >>

<< Kryp… che? >>

<< Ho capito, Al aspetta qui con loro >>

<< Devo proprio? >>

 

Teddy ignora le sue proteste e i suoi malcelati sbuffi seccati e si incammina verso la Biblioteca. Spero che ne esca sano e salvo: non vorrei piangere la sua morte o la sua pazzia a poche settimane dalla nascita del nostro rapporto.

 

<< Non ti mangiamo mica se resti cinque minuti in nostra compagnia! >>

<< Non ne sono sicuro >>

Poggio la schiena al muro, osservando i due battibeccare e Yvonne guardarlo in cagnesco, ma con un sorriso aleggiare sul suo volto.

<< Domani ci sarà il vostro duello >>

 

Al sussulta impercettibilmente, mentre Yvonne scuote le spalle con noncuranza. Ora inscena un’espressione disinteressata, ma ho dovuto subirmi io le sue crisi nevrasteniche in merito alla mancata intenzione di scagliare fatture al ragazzo di cui è innamorata. E a giudicare dal cipiglio preoccupato di Shacklebolt, è in buona compagnia.

 

Sorrido pigramente, sbadigliando e voltandomi appena in tempo per vedere Teddy e Marie camminare verso di noi. La Summers cerca di svignarsela non appena incrocia il mio sguardo, ma Lupin la blocca ed io le sono dinanzi in un batter d’occhi, afferrandole un polso e trascinandomela dietro. Yvonne ci segue, salutando distrattamente gli altri due ed io ringrazio Teddy con un sorriso raggiante.

 

<< Ora stai ferma qui e parliamo >>

Spingiamo Marie dietro l’arazzo, piazzandoci davanti a lei.

<< Potrei mettervi in punizione se lo volessi, lo sapete? >>

<< Non che non lo faresti, ti conosciamo bene >>

<< Bhè, è anche vero che negli ultimi giorni sei stata di tutto tranne che la dolce Marie >>

<< Forse non voglio più esserlo! >>

 

Continua a fissarci con aria torva, massaggiandosi il polso e urlando di collera. Scuoto il capo, sospirando e poggiandole una mano sulla spalla; Yvonne poggia le spalle al muro, incrociando le braccia e osservandoci con aria attenta.

 

<< Perché non vorresti più essere la ragazza smielata e secchiona che tutti amiamo? >>

<< Se la insulti un po’ di più, Vicky… credo che la convinceremo ad aprirsi con noi >>

 

Agito la mano, intimando ad Yvonne di zittirsi. Marie si morde il labbro, e nemmeno cerca di fermare le lacrime che iniziano a bagnarle le guance. Vorrei stringerla tra le mie braccia e dai gesti nervosi di Yvy, so che sta pensando lo stesso. Ma deve parlare, o non potremo aiutarla.

 

<< Forse, forse ho sbagliato tutto. Ho creduto importanti cose che non lo erano, o perlomeno non così tanto. Ho creduto di non potere avere entrambe le cose che desideravo, accorgendomi troppo tardi che rifiutando una, ho perso di conseguenza anche l’altra >>

<< Eh? >>

 

Yvonne sbuffa una risata, scostandomi delicatamente e scrollando Marie per le spalle. Io continuo a fissare entrambe con sguardo vitreo: Merlino solo sa che non ho capito un accidente di quello che il pulcino ha blaterato.

 

<< Sei ancora in tempo per riprenderti entrambe le cose >>

<< Forse una, e non come vorrei… ma per l’altra...  >>

<< Dylan è ancora innamorato di te Marie, lo conosco abbastanza per non dubitarne >>

<< Seppur fosse vero, con quale coraggio posso andare da lui e aprirgli il mio cuore, dopo tutto quello che gli ho fatto? >>

<< Col coraggio di una Grifondoro! >>

Mi faccio spazio tra loro, guardando la Sumemrs diritto negli occhi.

<< Non sono un’esperta in simili faccende, ancora cerco di capire se trattare Teddy come un Mangiamorte tratterebbe un elfo domestico, è la strada giusta! >>

<< Ma… >>

<< Il punto è che non c’è giusto o sbagliato, coraggio o vigliaccheria: se c’è amore basta questo. Naturalmente eviterei di togliergli altri punti o dirgli che non è la tua priorità, cosa che abbiamo appurato non è veritiera. Lasciati guidare da ciò che provi nel momento in cui lo hai di fronte: prima di farci l’amore, io non avevo idea di provare qualcosa per Teddy >>

<< Questo perché sei cretina >>

<< O perché in questi casi ci si sente sempre costantemente confusi o sull’orlo di un precipizio. Cosa fare? Cosa non fare? E chi può dircelo! Nessuno… siamo noi a scegliere il prossimo passo, ma se fatto col cuore, non può non riempirti di gioia >>

 

L’attimo dopo Marie sguscia fuori dall’arazzo, suppongo per andare incontro a Wood. Io ed Yvonne stiamo già gongolando, quando il rumore di passi del pulcino di ferma e udiamo chiaramente il suo rantolo strozzato. Sbuchiamo anche noi nel corridoio, andando a sbattere contro la schiena della Summers e trovando Dylan dinanzi a noi: è poggiato con le spalle al muro e le braccia incrociate; il suo sguardo è tutto per Marie, forse nemmeno si è accorto di noi.

 

<< Ho sentito ogni parola. Era la verità? >>

<< Io… >>

<< Hai capito quello che diceva? >>

<< Zitta Vicky! >>

<< Era la verità? >>

<< SI! >>

 

Restano a fissarsi per qualche minuto, lasso di tempo nel quale io e Yvonne potremmo svignarcela con una scusa e lasciarli soli, ma la cosa non sembra sfiorarci minimamente. Restiamo impalate a pochi passi da loro, osservandoli e attendendo la prossima mossa con ansia.

 

<< Hai rinunciato a noi, a me… e questo mi ha ferito >>

<< Lo… lo so! Se sei ancora furioso con me, se non mi ami più…va bene, non ti biasimerei per questo. Mi preme solo chiedere il tuo perdono, sperando che un giorno tu possa ancora… >>

 

Abbassa lo sguardo e asciuga una lacrima sul suo viso, con un gesto secco della mano. Dylan non risponde, resta immobile a guardarla come se fosse stato pietrificato. Marie indugia qualche altro secondo, poi allunga una gamba, pronta ad andarsene; la voce di Wood la blocca sul posto.

 

<< Qualcuno poco fa ha detto che non c’è giusto o sbagliato, coraggio o vigliaccheria: se c’è amore basta questo. Che ci si sente confusi o sull’orlo di un precipizio, sempre… >>

<< L’ho detto io, l’ho detto io! >>

Yvonne mi tappa la bocca, tenendomi ferma e impedendomi di saltellare come stavo facendo solo pochi secondi prima.

<< Mi ci sono sentito così, molte volte. Credevo di non darti abbastanza, di non essere abbastanza; ogni giorno rimuginavo su quello che avrei potuto fare per essere alla tua altezza e… >>

<< Tu non… >>

<< Lasciami finire. Riflettevo senza trovare nient’altro che avrei potuto fare; e come avrei potuto? Ti avevo idealizzata, avevo creduto scioccamente che tu fossi perfetta, ma non lo sei e quando mi hai lasciato, ma soprattutto in questi ultimi giorni, ne sono stato sicuro. Amavo l’idea di te, no te… ora l’ho capito >>

<< Brutto figlio di … >>

 

Stavolta è Al a trattenere Yvonne, dopo che lei mi ha lasciata andare per fiondarsi su Dylan e probabilmente rompergli il collo. Ma sia lui che Marie non sembrano toccati dal teatrino che abbiamo inscenato: Shacklebolt che, annoiato, tiene Yvy stretta a sé e Teddy che per pura precauzione, mi ha preso la mano, stringendola.

 

Marie intanto sembra esterrefatta dalle parole che il ragazzo che ama ha appena pronunciato. I suoi grandi occhi verdi sono sgranati e la bocca è dischiusa, nell’atto di replicare o solo di respirare meglio perché sono convinta che a quelle parole, la poca aria nei suoi polmoni si sia totalmente estinta.

 

<< Ma è successo altro in questi giorni: non solo ho capito che prima, di te, ero solo infatuato, ma assurdamente mi sono innamorato di te >>

<< Ma sei scemo? >>

Dylan ignora Yvonne e continua, sotto il nostro sguardo incredulo.

<< Mi sono innamorato sul serio delle tue imperfezioni, perché ti hanno resa ancor più vera e reale ai miei occhi. Ti ho adorato quando mi hai urlato contro, quando mi hai punito e appellato coi peggiori epiteti. Ti ho amata per quello che sei e non per quella che io pensavo o desideravo tu fossi e mi rincuora il fatto di non dovermi sentire costantemente in prova, perché so che io e te siamo simili >>

<< Oddio, proprio simili no… inoltre… >>

<< CAZZO, SIETE ANCORA QUA VOI? VE NE ANDATE UN Po’ A FARVI FOTTERE? >>

 

Sghignazzando e sgomitandoci, ci allontaniamo dal corridoio e ancora udiamo la risata cristallina e felice di Marie, anche dopo aver svoltato l’angolo.

Tutto è bene quel che… bene!

 

 

 

 

E dite che vi ha sorpreso la reazione di Vicky, su! Dove nascondeva tutta questa maturità? Probabilmente da nessuna parte… è nata tutta durante la notte! xD Teddy è Teddy: sempre preoccupato per ogni cosa, ma confido sul fatto che Vicky possa sbloccarlo un po’!

Il discorso di Marie era un po’ confuso, lo spiego meglio: aveva lasciato Dylan convinta di non poter dedicarsi sia a lui che alla sua brillante carriera scolastica e al suo futuro. Tuttavia, non aveva calcolato che, lasciando il ragazzo che amava, non sarebbe stata in grado di continuare come se niente fosse e concentrarsi su ciò che voleva. E poi ha capito che può avere entrambe e cose.

Il ragionamente di Dylan, d’altro canto non è tanto assurdo: aveva sempre idealizzato Marie, e in questo modo era impossibile amarla… ma conoscendo altri aspetti di lei è stato altrettanto impossibile non amarla.

Ah, e temmis non è un errore di battitura! xD

Nn ci sarà un p.o.v perché… bhè, c’è tutto qui!

Vi amo! :*

 

 

 

 

   
 
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