A giu_ly96, con i miei migliori
auguri di Buon Compleanno… anche se in ritardo!
18. Fidanzate
anormali, una parola di troppo e rapimenti
Girata su un
fianco, la testa sprofondata nel morbido
guanciale, avverto le palpebre ancora terribilmente pesanti. Le
dischiudo con
fatica, ma nessuna luce arriva ai miei occhi insonnoliti. Il buio dato
dalle
tende del baldacchino ancora tirate, sembra avvolgermi come potrebbe
fare una
calda coperta. Eppure so che è mattina, sento i deboli
cinguettii degli uccelli
che, prima di me, si sono destati dal loro sonno.
Resto immobile,
mentre i ricordi della notte appena
trascorsa si affollano nella mia mente: sono immagine ancora ben nitide
e
chiare. Sospiro, non riuscendo ad impedire che le mie labbra si
dischiudano in
un sorriso pigro. Sento il mio corpo indolenzito, tuttavia mi sento
bene:
estremamente tranquilla e in pace con me stessa. E se questo
è da considerarsi
un passo avanti, un chiaro segno di una maturità che si fa
spazio in me, o un
semplice atto di puro egoismo, non saprei dirlo e in tutta
sincerità non vi do
peso.
Mi volto e non
sono sorpresa di trovare Teddy, sveglio al
mio fianco. Ha la testa poggiata mollemente sulla mano, il gomito sul
cuscino.
I nostri sguardi si incrociano per un istante, prima che lui lo
distolga
prontamente, abbassandolo e torturando il lenzuolo con la mano libera.
Sorrido
ancora, avvicinandomi a lui e prendendo le sue dita tra le mie. Rialza
il capo,
fissandomi con un misto di incredulità e imbarazzo.
<<
Victoire, io… >>
<<
‘Giorno anche a te, Teddy Bear >>
Storce il naso
al mio nomignolo, eppure ricambia il mio
sorriso.
<<
Forse dovremmo… >>
<<
No, non dovremo >>
<<
Ma io… >>
<<
Puoi lasciarmi crogiolare ancora un po’ nella beata
ignoranza? O vuoi che ti prenda a pugni per impedirti di sciorinare
stupide
congetture? >>
Sospira,
riabbassando il braccio e sprofondando la testa nel
guanciale. Resta diversi secondi immobile, a fissare il soffitto del
baldacchino,
pur continuando a giocherellare con le mie dita, strette nella sua
mano. E poi
si volta nuovamente, e i suoi occhi percorrono rapidamente il mio corpo
ancora
nudo, semi nascosto dalle lenzuola. Non sento imbarazzo o vergogna:
quella
sensazione di strano benessere che mi aveva avvolta non appena ho
aperto gli
occhi, persiste.
<<
Mi dispiace per quelli >>
Seguo il suo
sguardo, soffermandomi ad osservare piccoli
lividi sulle braccia, che fino a quel momento non sapevo di avere.
Scuoto il
capo, tranquilla e per nulla turbata. Annuisce brevemente, distogliendo
lo
sguardo dal mio corpo, con un’ espressione appena sofferente.
<<
Ehi, sto bene! Guardami Teddy, sto bene >>
Porto entrambe
le mani ai lati del suo viso, costringendolo
a fissarmi e gli sorrido, raggiante. I lineamenti del suo volto
sembrano
addolcirsi e mi sorride anch’egli, avvicinando la fronte alla
mia, mischiando
il suo respiro al mio. E’ naturale per me avvicinarmi a lui,
sfiorarne la bocca
con le mie labbra, forte di una sicurezza che non avevo mai avuto in
simili
circostanze. Ma con Teddy è tutto diverso: pur essendo
queste le mie prime
volte, sento di essere completamente a mio agio.
Dopo un attimo
di esitazione, risponde al mio bacio, ancora
titubante e incerto. Ma quando dischiudo le labbra, approfondendo il
contatto,
sembra rilassarsi; mi spinge delicatamente sul letto, carezzando con
una mano
la mia guancia sinistra e baciandomi con una dolcezza che ancora non
avevo mai
provato. Sorrido sulle sue labbra e mi stringo a lui, circondata dalle
sue
braccia, dal suo calore che, come un incantesimo riscaldante, mi
avvolge.
<<
Sai che non sarò mai la fidanzata perfetta, no? Che
non mi perderò in smancerie e che molte volte potrei urlarti
contro e
scagliarti decine di fatture solo per il gusto di farlo, vero?
>>
Sento il suo
corpo sussultare, poi scosso da un lieve
tremore. Rialzo il capo per osservarlo ridere silenziosamente e poi di
gusto,
dimentico che probabilmente potremmo non essere soli nella stanza.
<<
Immagino che riuscirò a sopportarlo >>
Il rumore della
porta che si apre e poi si richiude piano,
ci distrae dalla contemplazione abbastanza smielata
dell’altro. Teddy sbuca
dalla coltre del tendaggio rosso, facendomi segno di zittirmi.
<<
Al, sei tornato ora? >>
<<
Già, ho aiutato Yvonne con un compito e devo
essermi addormentato in Sala Comune mentre leggevo un libro. Vado a
farmi una
doccia. Tu stai bene? Sei strano >>
<<
Oh, chi io? No, sto bene! >>
Soffoco una
risatina nel cuscino: Teddy ha risposto così
velocemente che nemmeno io mi sarei bevuta la sua assicurazione.
Tuttavia non
sento la replica di Shacklebolt, ma solo l’aprirsi del suo
baule, in cui starà
rovistando.
<<
Ehm, hai visto Dylan? >>
<<
Sono qui, e tranquillo non ho visto niente!
>>
Mi rimetto
seduta, lanciando un’occhiata allarmata alla
schiena di Teddy che sembra aver appena sussultato.
<<
Cos’… >>
<<
Sono tornato che già dormivate, ho chiuso io le
tende. E no, Weasley, non ho sbirciato le tue grazie! >>
Infilo la
camicia d Teddy e sbuco fuori dalle rosse tende,
impigliandomi in esse e ricadendo sul pavimento. Rialzo lo sguardo su
Teddy che
è arrossito ferocemente e tossicchia in modo convulso; su
Dylan che ancora è
disteso sul suo letto e ha un sorrisetto divertito sul volto e su Al
che è
rimasto piegato sul suo baule, a fissarmi con espressione sconcertata.
Sbuffo una
risata, trovando la situazione estremamente
comica. Afferro la gonna, calze e scarpe , senza togliermi di dosso la
camicia
che non mi appartiene. Soffio un bacio veloce a Teddy e mi incammino
verso la
porta, aprendola e chiudendola alle mie spalle. Poi, come se nulla
fosse
accaduto, riscendo le scale per rifondarmi su quelle del dormitorio
femminile.
Apro la porta della mia stanza, trovandovi una Marie ancora insonnolita
che si
aggira tra i letti e una Yvonne arruffata, ma già vestita
che, non appena
compaio sulla soglia, si rialza in piedi, puntando il dito contro di me.
<<
Ah! Porti ancora i segni del disonore! Dove sei
stata? >>
<<
Ho fatto l’amore con Teddy >>
Rispondo
semplicemente, mentre la Summers inciampa in un
maglioncino lasciato a terra da Yvonne e quest’ultima scoppia
a ridere
sguaiatamente, tenendosi la pancia con le mani.
<<
Merlino, lo sapevo! Ah, ho una fiala di Amorentia
anche per te, sapevo che non avresti avuto tempo
di fartela da sola >>
<<
Oh, grazie! La consegna è oggi giusto? >>
<<
Vicky, Yvonne… >>
<<
Esatto! L’ha preparata Al… ti immagini la faccia
del tricheco quando le esaminerà? Credo di poter anche
sperare in un infarto!
>>
<<
Ma magari! >>
<<
VICKY! >>
Mi volto a
fissare Marie, ancora sul pavimento tra gli
indumenti di Yvonne.
<<
Oh, vuoi una mano? >>
L’aiuto
a rialzarsi, sorridendole e incamminandomi verso il
bagno. Necessito di una doccia calda.
<<
Come fate ad essere così tranquille? Vicky è un
passo importante, vuoi parlarcene? >>
<<
Mh, vuoi sapere che posizione… >>
<<
NO! >>
Marie si
affretta a negare, scuotendo il capo e colorandosi
di un tenue rosa: è adorabile quando è impacciata
a quel modo ed io ammetto di
divertirmi un casino a stuzzicarla. Scambio un’occhiata con
Yvy che annuisce,
cogliendo a volo l’occasione di divertirsi a torturare gli
altri.
<<
Io voglio saperle invece >>
Si accascia sul
letto, posando una gamba sull’altra e
dondolandola. La Summers sgrana gli occhi, scuotendo ancora
più velocemente il
capo: credo che possa venirle la nausea e vomitare da un momento
all’altro.
<<
Non abbiamo bisogno dei dettagli. Piuttosto mi
premeva sapere cosa significa per te, per lui… ne avete
parlato? >>
<<
Più o meno… gli ho detto che non sarò
una fidanzata
molto normale, del resto io stessa non sono normale
>>
<<
Quindi state insieme? >>
<<
Bhè, si… >>
In un attimo, un
turbinio di capelli castani sono nella mia
visuale e due braccia magre mi stringono il collo fino a farmi male.
<<
Summers, lasciala respirare! >>
Ma Marie
è decisa a strozzarmi per esprimere la sua
felicità
ed io la lascio fare: non credo che qualcosa potrà intaccare
il mio malumore
oggi. Bhè, almeno fin quando Marie non riapre bocca, dopo
aver abbandonato il
suo tentativo di attendere alle mie vie respiratorie.
<<
Quindi ti eri sbagliata su Maggie? Non ha niente a
che vedere con Teddy, giusto? >>
Resto impietrita
per qualche breve istante, lasciando cadere
gonna, calze e scarpe. Alterno lo sguardo dalla Summers ad Yvonne, che
smette
improvvisamente di ridere, per riportare la sua completa attenzione su
di me.
<<
Non avete parlato di… >>
Mi fiondo alla
porta, ignorando i richiami delle mie amiche
per correre a velocità impressionante fino alla camera dei
ragazzi, lasciata
solo pochi minuti prima. Spalanco la porta, senza premurarmi di bussare
e per
nulla imbarazzata nel trovarli intendi a vestirsi.
<<
Victoire, che… >>
<<
Non mi hai ancora detto chi cazzo è Maggie!
>>
Ignoro il
tentativo malriuscito di Dylan di soffocare una
risata, così come lo sguardo esasperato di Al che si infila
la camicia come se
niente fosse. Teddy, dall’altro capo della stanza, mi fissa
incredulo e poi
annuisce, rassegnato. Mi si avvicina, ben attento a restare comunque a
qualche
passo di distanza, nel caso in cui volessi rifilargli un calcio o
simili.
<<
Una semplice amica che l’altra sera era venuta a
restituirmi un libro che le avevo prestato. Quando ci hai sorpresi, hai
completamente frainteso i suoi gesti. E’vero che avevo la
camicia aperta e lei
stava toccandomi, ma… >>
<<
Amico, non stai facendo un buon lavoro >>
<<
Zitto tu! Vai avanti… >>
Zittisco Dylan,
ringhiando verso di lui e agitando la mano
in modo che Lupin continui il suo racconto.
<<
Ma stava solo controllando che queste abrasioni…
>>
Sbottona la
camicia per lasciarmi vedere alcuni segni sul
suo petto, che nella foga della notte appena trascorsa non avevo notato.
<<
Non fossero nulla di serio. Ha frequentato un corso
estivo al San Mungo e ho pensato di chiedere a lei, piuttosto che
allarmare
Madame Pomfrey >>
Deglutisce, in
attesa di una mia reazione. Gli sorrido,
annuendo e riprendendo l’uscita come se non fossi mai entrata
nella loro camera
come una pazza furiosa. Chiudendomi la porta alle spalle, sento ancora
le
risatine ei bisbigli di Wood.
<<
Bhè, almeno ti ha avvertito di non essere proprio
normale… >>
***
Saranno stai gli
eventi della notte scorsa o quelli di
questa mattina, fatto sta che sono più affamata del solito.
Divoro ogni cosa
adagiata su vassoi e piatti del tavolo di Grifondoro, seduta accanto a
Teddy e
con un disgustato Al e un’allegra Yvonne di fronte a me.
L’attimo dopo riposo
la forchetta nel piatto, con un sordo tintinnio, rivolgendomi a Lupin
con un
cipiglio preoccupato.
<<
Dici che avrei dovuto imboccarti? >>
<<
Cos’… no, non credo! >>
La risata
cristallina di Yvonne mi scuote dal mio dubbio,
facendomi voltare verso di lei e inarcare un sopracciglio. Credo che
porre
domande del genere sia abbastanza ovvio nel mio caso: questo ruolo di
fidanzata, che impersono per la prima volta e da troppo poco tempo, mi
crea
qualche problemino. Non che m’importi agire nel modo perfetto
che tutti
vorrebbero, ma vorrei fare tutto ciò che è in mio
potere per rendere felice
Teddy: anche nelle sciocchezze di tutti i giorni.
Per
così tanto tempo lui mi è stato accanto,
proteggendomi e
prendendosi cura di me senza chiedere nulla in cambio. L’ha
fatto perché lui è
così: buono e premuroso. Ed io vorrei ricambiare in qualche
modo le sue
attenzioni, quello che ha fatto per me. E quando sento le sue dita
posarsi
sulla mia mano e stringerla appena, ogni incertezza sembra svanire:
farò del
mio meglio, ma lo farò poco alla volta e spontaneamente.
<<
Siete la coppia più strana che abbia mai visto! Ma
è proprio questo che rende la cosa così
divertente! >>
Ancora
sghignazza Yvy, sputacchiando il suo caffè ovunque.
Io annuisco raggiante, perfettamente in accordo con la sua ultima
affermazione
e rituffandomi sulle mie uova. Le ingurgito di fretta, ingorda come
sono,
assumendo un colorito pericolosamente viola nel momento in cui un
minuscolo
pezzettino di cibo decide di sostare nella mia gola. Teddy mi batte una
mano
sulla schiena, apparentemente tranquillo, ed io scampo un pericolo
mortale.
Nello stesso
istante, Marie si siede alla mia destra,
sbattendo con forza i suoi libri sul tavolo e affondando il viso in una
tazza
di caffè bollente. Io ed Yvonne ci scambiamo
un’occhiata, prima che lei si
arrischi a chiederle qualcosa. Rare sono le volte in cui la Summers si
infuria,
ma in quei momenti è consigliabile starle lontana.
<<
Ehm… è successo qualcosa? >>
<<
Chiedilo al tuo amico! >>
Come richiamato
da quelle parole, Dylan si siede accanto ad
Yvonne, afferrando una fetta di pane tostato e portandoselo tutto alla
bocca in
una volta sola. Deglutisce rumorosamente, mentre Marie ancora lo fissa
torva.
<<
Cosa c’è? Vuoi togliermi qualche altra decina di
punti? >>
<<
Hai tolto punti a Dylan? >>
<<
Certo che l’ho fatto! E’ mio compito punire chi si
comporta da perfetto imbecille! >>
<<
Questa poi! Hai solo usato una scusa per
prendertela con me! >>
<<
Hai buttato a terra tre piccoli Tassorosso solo
perché ostruivano il passaggio >>
<<
Bhè, si! Mi stavano tra i piedi! >>
Assistiamo al
diverbio tra i due, alternando lo sguardo
dall’uno all’altro come se seguissimo una partita
di quello sport babbano di
cui nonno Arthur mi ha parlato: temmis.
Naturalmente non ci azzardiamo ad intervenire, seppur la situazione
appare
inusuale: Dylan è per natura un ragazzo burbero e
decisamente suscettibile, ma
Marie non ha mai amato le scenate pubbliche. Ora invece la maggior
parte dei
Grifondoro è voltata nella nostra direzione.
<<
Quando la smetterai con questo atteggiamento?
>>
<<
E tu quando la pianterai di strami tra i piedi e
rompermi i bolidi? >>
La Summers si
rialza di scatto, completamente rossa in viso
a causa della rabbia e dell’indignazione; afferra i suoi
libri e, indispettita,
lascia la Sala Grande. Yvonne ne approfitta per colpire Dylan dietro la
nuca,
tanto forte da fargli sbattere la testa sul tavolo. Trattengo una
risatina e
sospetto che Al, di fronte a me, stia facendo lo stesso; solo Teddy
sembra in
pensiero per le sorti del suo compagno di stanza.
<<
Che cazzo ti prende? >>
<<
A te piuttosto? Oh, Dylan sei un imbecille! Se la
tua intenzione è quella di riconquistarla, non sei
esattamente sulla strada
giusta >>
<<
Ma cosa vuoi che me ne importi di quella?
Sai quante posso averne migliori
di lei? >>
Trattengo il
respiro, quando mi accorgo che Marie è tornata
indietro e ha chiaramente ascoltato tutto. Yvonne si porta una mano
alla bocca,
guardandola con occhi sgranati mentre il rossore sul viso di Dylan
è
completamente scivolato via per lasciare spazio ad un pallore
inquietante.
Boccheggia, con gli occhi ancora sgranati per la sorpresa e sono certa
che
voglia dire qualcosa, ma abbassa lo sguardo e resta in un vergognoso
silenzio.
<<
Avevo dimenticato questo >>
Con una
dignità che è solo sua, Marie avanza di qualche
passo e afferra il libro che aveva lasciato sul tavolo. Si volta e va
via,
senza un accenno a ciò che è successo e senza
sembrarne minimamente turbata.
Tra tutte, è quella che più riesce a reprimere
meglio le emozioni, cosa che
trovo profondamente stupida in questo caso.
Il rumore che
sento l’attimo dopo è causato dalla fronte di
Dylan che sbatte nuovamente sulla superficie di legno del tavolo.
Yvonne si
strofina le mani con aria soddisfatta, facendomi cenno di seguirla.
Stavolta
Dylan non ci pensa nemmeno a protestare.
***
Nelle due
settimane che sono susseguite, parlare con Marie o
trovarla di umore tranquillo è stato pressappoco
impossibile. E’ la prima
volta, dopo anni, che mi ritrovo una Sumemrs completamente diversa da
quella
che ero abituata a conoscere: è perennemente distratta
durante le lezioni, si è
beccata, per la prima volta in vita sua, un richiamo dalla McGranitt
che
probabilmente era più costernata di Marie. Svolge pigramente
i suoi doveri da
Prefetto e più di una volta l’ho sorpresa ad
ignora baruffe e infrazioni,
camminando spedita lungo il corridoio, senza che la cosa sembrasse
riguardarla.
Sembra sempre in
allerta, come se qualche schiantesimo
dovesse colpirla da un momento all’altro. Inutile dire che ha
smesso di sedersi
accanto a noi al tavolo dei Grifondoro, o in Sala Comune, che oramai
è divenuta
solo una stanza di passaggio, per lei. Dylan evita di commentare il
comportamento atipico della sua ex ragazza, limitandosi a divenire
più
insopportabile del solito e ingurgitare più cibo di quanto
ne mangi io, e
secondo Yvonne, questo è un chiaro sintomo di inquietudine.
Forse avrei dovuto
offendermi per una cosa simile, ma… sono d’accordo
con lei.
Ciò
che mi spinge ad intervenire è anche un atto puramente
egoistico, lo ammetto. Gli allenamenti con Wood sono divenuti
insostenibili:
persino Perrow, che sembra aver capito l’antifona e ci gira a
largo, sembra
esasperato. Ogni volta è una rissa e un urlarci contro, e a
seguito dell’ultima
partita, che ci ha visto miseramente sconfitti, ho creduto che stesse
per
lanciarci un’ Avada Kedavra ciascuno. Poi si è
rifugiato nelle docce e da lì è
uscito solo a notte inoltrata.
<<
Sono d’accordo su te sul dover intervenire, ma…
proprio ora? >>
Yvonne mi spinge
lungo il corridoio del primo piano, mentre
io struscio i piedi con evidente poca voglia di addentrarmi in quella
stanza
orribile che è la Biblioteca. Ho ragione di credere che
orride creature vivano
là dentro e che sperino di attentare alla mia persona.
<<
E’ solo piena di libri e cose così, giusto? Non
può
mica nuocerci Vicky! >>
<<
E come fai ad esserne sicura? Nemmeno tu ci hai mai
messo piede! >>
<<
Ma Marie, Al e Teddy si… e mi sembra che siano
ancora integri >>
<<
Ah! >>
Mi fermo di
colpo, facendola ondeggiare e quasi perdere
l’equilibrio, e intanto le punto un dito contro, forte
dell’ illuminazione
appena sopraggiunta.
<<
Loro sono una prova evidente. Insomma… >>
Mi avvicino a
lei con fare cospiratorio, sussurrando al suo
orecchio.
<<
Possiamo dire in tutta franchezza che nessuno di
loro tre è dotato di buona salute mentale. Marie ha crisi di
identità, Al è un
sociopatico e Teddy ha serie difficoltà di adattamento
>>
<<
Teddy è il tuo fidanzato >>
<<
E con questo? Non ho problemi ad ammettere che non
è perfetto, insomma… >>
<<
Marie è solo turbata e confusa da quello che le sta
capitando e il comportamento di Dylan, non l’aiuta. E
Al… bhè, lui è sempre
stato così da quel che so, quindi la Bibl… quella
stanza non deve aver liso la
sua integrità mentale >>
<<
Ma… >>
<<
Che state facendo? >>
Ci voltiamo
entrambe, non eccessivamente sorprese dalla
presenza di Teddy e Alastor: i due topi di biblioteca più
conosciuti ad
Hogwarts. Mi illumino, afferrando il braccio del mio orsacchiotto e
strattonandolo con poco delicatezza.
<<
Teddy Bear! Devi farci un favore! >>
<<
Dimmi… >>
<<
Io starei attento a quel che ti chiede >>
<<
Zitto tu! Teddy devi andare in bibl… in quella
stanza lì e rapire Marie per portarla qui, dopo noi la
trascineremo dietro
quell’arazzo e la tortureremo >>
<<
Cosa? >>
<<
Ecco, te l’avevo detto io >>
Yvonne ridacchia
sommessamente, scuotendo il capo e
osservando, come me, la faccia di un Teddy decisamente perplesso.
Insomma, sono
stata chiara nelle mie direttive, cosa c’è da
essere tanto titubante? Lo
strattono con più violenza, ma sembra riscuotersi a fatica.
<<
Quello che Vicky stava cercando di dire, Teddy… è
che vorremmo parlare con Marie, ma ultimamente è difficile
beccarla in un posto
non affollato. Persino in camera, o torna tardi o presto e fa finta d dormire. Ora
che è in Bibl… lì,
potremmo farlo, ma abbiamo dei piccoli problemini ad
entrarvi… hai presente la
kryptonite per Clark Kent? >>
<<
Kryp… che? >>
<<
Ho capito, Al aspetta qui con loro >>
<<
Devo proprio? >>
Teddy ignora le
sue proteste e i suoi malcelati sbuffi
seccati e si incammina verso la Biblioteca. Spero che ne esca sano e
salvo: non
vorrei piangere la sua morte o la sua pazzia a poche settimane dalla
nascita
del nostro rapporto.
<<
Non ti mangiamo mica se resti cinque minuti in
nostra compagnia! >>
<<
Non ne sono sicuro >>
Poggio la
schiena al muro, osservando i due battibeccare e
Yvonne guardarlo in cagnesco, ma con un sorriso aleggiare sul suo
volto.
<<
Domani ci sarà il vostro duello >>
Al sussulta
impercettibilmente, mentre Yvonne scuote le
spalle con noncuranza. Ora inscena un’espressione
disinteressata, ma ho dovuto
subirmi io le sue crisi nevrasteniche in merito alla mancata intenzione
di
scagliare fatture al ragazzo di cui è innamorata. E a
giudicare dal cipiglio
preoccupato di Shacklebolt, è in buona compagnia.
Sorrido
pigramente, sbadigliando e voltandomi appena in
tempo per vedere Teddy e Marie camminare verso di noi. La Summers cerca
di
svignarsela non appena incrocia il mio sguardo, ma Lupin la blocca ed
io le
sono dinanzi in un batter d’occhi, afferrandole un polso e
trascinandomela
dietro. Yvonne ci segue, salutando distrattamente gli altri due ed io
ringrazio
Teddy con un sorriso raggiante.
<<
Ora stai ferma qui e parliamo >>
Spingiamo Marie
dietro l’arazzo, piazzandoci davanti a lei.
<<
Potrei mettervi in punizione se lo volessi, lo
sapete? >>
<<
Non che non lo faresti, ti conosciamo bene >>
<<
Bhè, è anche vero che negli ultimi giorni sei
stata
di tutto tranne che la dolce Marie >>
<<
Forse non voglio più esserlo! >>
Continua a
fissarci con aria torva, massaggiandosi il polso
e urlando di collera. Scuoto il capo, sospirando e poggiandole una mano
sulla
spalla; Yvonne poggia le spalle al muro, incrociando le braccia e
osservandoci
con aria attenta.
<<
Perché non vorresti più essere la ragazza
smielata
e secchiona che tutti amiamo? >>
<<
Se la insulti un po’ di più, Vicky…
credo che la
convinceremo ad aprirsi con noi >>
Agito la mano,
intimando ad Yvonne di zittirsi. Marie si
morde il labbro, e nemmeno cerca di fermare le lacrime che iniziano a
bagnarle
le guance. Vorrei stringerla tra le mie braccia e dai gesti nervosi di
Yvy, so
che sta pensando lo stesso. Ma deve parlare, o non potremo aiutarla.
<<
Forse, forse ho sbagliato tutto. Ho creduto
importanti cose che non lo erano, o perlomeno non così
tanto. Ho creduto di non
potere avere entrambe le cose che desideravo, accorgendomi troppo tardi
che
rifiutando una, ho perso di conseguenza anche l’altra
>>
<<
Eh? >>
Yvonne sbuffa
una risata, scostandomi delicatamente e
scrollando Marie per le spalle. Io continuo a fissare entrambe con
sguardo
vitreo: Merlino solo sa che non ho capito un accidente di quello che il
pulcino
ha blaterato.
<<
Sei ancora in tempo per riprenderti entrambe le
cose >>
<<
Forse una, e non come vorrei… ma per l’altra... >>
<<
Dylan è ancora innamorato di te Marie, lo conosco
abbastanza per non dubitarne >>
<<
Seppur fosse vero, con quale coraggio posso andare
da lui e aprirgli il mio cuore, dopo tutto quello che gli ho fatto?
>>
<<
Col coraggio di una Grifondoro! >>
Mi faccio spazio
tra loro, guardando la Sumemrs diritto
negli occhi.
<<
Non sono un’esperta in simili faccende, ancora
cerco di capire se trattare Teddy come un Mangiamorte tratterebbe un
elfo
domestico, è la strada giusta! >>
<<
Ma… >>
<<
Il punto è che non c’è giusto o
sbagliato, coraggio
o vigliaccheria: se c’è amore basta questo.
Naturalmente eviterei di togliergli
altri punti o dirgli che non è la tua priorità,
cosa che abbiamo appurato non è
veritiera. Lasciati guidare da ciò che provi nel momento in
cui lo hai di fronte:
prima di farci l’amore, io non avevo idea di provare qualcosa
per Teddy
>>
<<
Questo perché sei cretina >>
<<
O perché in questi casi ci si sente sempre
costantemente confusi o sull’orlo di un precipizio. Cosa
fare? Cosa non fare? E chi
può dircelo! Nessuno…
siamo noi a scegliere il prossimo passo, ma se fatto col cuore, non
può non
riempirti di gioia >>
L’attimo
dopo Marie sguscia fuori dall’arazzo, suppongo per
andare incontro a Wood. Io ed Yvonne stiamo già gongolando,
quando il rumore di
passi del pulcino di ferma e udiamo chiaramente il suo rantolo
strozzato.
Sbuchiamo anche noi nel corridoio, andando a sbattere contro la schiena
della
Summers e trovando Dylan dinanzi a noi: è poggiato con le
spalle al muro e le
braccia incrociate; il suo sguardo è tutto per Marie, forse
nemmeno si è
accorto di noi.
<<
Ho sentito ogni parola. Era la verità? >>
<<
Io… >>
<<
Hai capito quello che diceva? >>
<<
Zitta Vicky! >>
<<
Era la verità? >>
<<
SI! >>
Restano a
fissarsi per qualche minuto, lasso di tempo nel
quale io e Yvonne potremmo svignarcela con una scusa e lasciarli soli,
ma la
cosa non sembra sfiorarci minimamente. Restiamo impalate a pochi passi
da loro,
osservandoli e attendendo la prossima mossa con ansia.
<<
Hai rinunciato a noi, a me… e questo mi ha ferito
>>
<<
Lo… lo so! Se sei ancora furioso con me, se non mi
ami più…va bene, non ti biasimerei per questo. Mi
preme solo chiedere il tuo
perdono, sperando che un giorno tu possa ancora…
>>
Abbassa lo
sguardo e asciuga una lacrima sul suo viso, con
un gesto secco della mano. Dylan non risponde, resta immobile a
guardarla come
se fosse stato pietrificato. Marie indugia qualche altro secondo, poi
allunga
una gamba, pronta ad andarsene; la voce di Wood la blocca sul posto.
<<
Qualcuno poco fa ha detto che non c’è giusto o
sbagliato, coraggio o vigliaccheria: se c’è amore
basta questo. Che ci si sente
confusi o sull’orlo di un precipizio, sempre…
>>
<<
L’ho detto io, l’ho detto io! >>
Yvonne mi tappa
la bocca, tenendomi ferma e impedendomi di
saltellare come stavo facendo solo pochi secondi prima.
<<
Mi ci sono sentito così, molte volte. Credevo di
non darti abbastanza, di non essere
abbastanza; ogni giorno rimuginavo su quello che avrei potuto fare per
essere
alla tua altezza e… >>
<<
Tu non… >>
<<
Lasciami finire. Riflettevo senza trovare nient’altro
che avrei potuto fare; e come avrei potuto? Ti avevo idealizzata, avevo
creduto
scioccamente che tu fossi perfetta, ma non lo sei e quando mi hai
lasciato, ma
soprattutto in questi ultimi giorni, ne sono stato sicuro. Amavo
l’idea di te,
no te… ora
l’ho capito >>
<<
Brutto figlio di … >>
Stavolta
è Al a trattenere Yvonne, dopo che lei mi ha
lasciata andare per fiondarsi su Dylan e probabilmente rompergli il
collo. Ma
sia lui che Marie non sembrano toccati dal teatrino che abbiamo
inscenato:
Shacklebolt che, annoiato, tiene Yvy stretta a sé e Teddy
che per pura
precauzione, mi ha preso la mano, stringendola.
Marie intanto
sembra esterrefatta dalle parole che il ragazzo
che ama ha appena pronunciato. I suoi grandi occhi verdi sono sgranati
e la
bocca è dischiusa, nell’atto di replicare o solo
di respirare meglio perché sono
convinta che a quelle parole, la poca aria nei suoi polmoni si sia
totalmente
estinta.
<<
Ma è successo altro in questi giorni: non solo ho
capito che prima, di te, ero solo infatuato, ma assurdamente mi sono
innamorato
di te >>
<<
Ma sei scemo? >>
Dylan ignora
Yvonne e continua, sotto il nostro sguardo
incredulo.
<<
Mi sono innamorato sul serio delle tue
imperfezioni, perché ti hanno resa ancor più vera
e reale ai miei occhi. Ti ho
adorato quando mi hai urlato contro, quando mi hai punito e appellato
coi
peggiori epiteti. Ti ho amata per quello che sei e non per quella che
io
pensavo o desideravo tu fossi e mi rincuora il fatto di non dovermi
sentire costantemente
in prova, perché so che io e te siamo simili >>
<<
Oddio, proprio simili no… inoltre…
>>
<<
CAZZO, SIETE ANCORA QUA VOI? VE NE ANDATE UN Po’ A FARVI
FOTTERE? >>
Sghignazzando e
sgomitandoci, ci allontaniamo dal corridoio
e ancora udiamo la risata cristallina e felice di Marie, anche dopo
aver
svoltato l’angolo.
Tutto
è bene quel che… bene!
E dite che vi ha sorpreso la reazione di
Vicky, su! Dove nascondeva tutta questa maturità?
Probabilmente da nessuna
parte… è nata tutta durante la notte! xD Teddy
è Teddy: sempre preoccupato per
ogni cosa, ma confido sul fatto che Vicky possa sbloccarlo un
po’!
Il discorso di Marie era un po’ confuso,
lo spiego meglio: aveva lasciato Dylan convinta di non poter dedicarsi
sia a
lui che alla sua brillante carriera scolastica e al suo futuro.
Tuttavia, non
aveva calcolato che, lasciando il ragazzo che amava, non sarebbe stata
in grado
di continuare come se niente fosse e concentrarsi su ciò che
voleva. E poi ha
capito che può avere entrambe e cose.
Il ragionamente di Dylan, d’altro canto
non è tanto assurdo: aveva sempre idealizzato Marie, e in
questo modo era
impossibile amarla… ma conoscendo altri aspetti di lei
è stato altrettanto
impossibile non amarla.
Ah, e temmis
non è un errore di battitura! xD
Nn ci sarà un p.o.v
perché… bhè, c’è
tutto qui!
Vi amo! :*