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Autore: Seren_alias Robin_    27/08/2011    5 recensioni
 “Hermione…”sussurrò.
Il cuore di lei fece una capriola. Amava quando lui pronunciava il suo nome in quel modo. Per un attimo smise di accarezzarlo. “Cosa c’è Ron?”
“Io e te ci sposeremo,vero?”
Non sembrava affatto una richiesta,semmai solo un’inutile conferma.
***
La mia prima fanfiction,i titoli dei capitoli sono semplicemente le canzoni che mi hanno ispirato nello scrivere questa follia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quella mattina pioveva a dirotto.  La signora Granger era rimasta a casa,non avevano ancora riavuto il vecchio studio dopo quella sparizione ingiustificata di un anno,e lei e suo marito erano rimasti senza lavoro. Ma non se ne preoccupava ancora. L’unica cosa che le turbava il cuore era lo stato d’animo della sua unica figlia. Da quando erano tornate non l’aveva più vista sorridere. Non veramente.
Hermione se ne stava tutto il giorno tra i suoi libri,e quando usciva dalla sua camera girava a vuoto per casa. A volte apriva il frigorifero e lo richiudeva senza prendere nulla. Niente di quello che faceva,a parte aiutarla nelle faccende di casa,aveva un senso. Era come se volesse ammazzare un tempo che non passava mai,ma non sapeva cosa stesse aspettando,ne come aiutarla.
Una notte poi,tre giorni dopo il loro ritorno a casa,mentre tornava dal bagno,la sentì piangere. Si avvicinò in punta di piedi alla stanza della ragazza. Un altro forte sospiro carico di dolore. Per una madre era troppo avvertire un malessere tanto grande e non fare nulla. Bussò piano alla porta.
Hermione trattenne il respiro e si strofinò velocemente gli occhi. “Avanti!”
La signora Granger entrò cautamente in camera,chiudendo la porta,poi si sedette ai piedi del letto di Hermione,che se ne stava con la faccia affondata nel cuscino per nascondere quegli ultimi residui di lacrime.
“Tutto a posto piccola?” chiese la madre. In tutti questi anni,non aveva mai smesso di chiamarla così.
“Certo.” Rispose Hermione in un soffio. “Scusami mamma,vorrei riposare…”
Ma la signora Granger non sembrava affatto convinta. “Sicura che vada tutto bene? C’è qualcosa che vorresti dirmi?”
Hermione si sollevò un po’ e guardò la madre dritta negli occhi. “No,mamma. Voglio solo dormire. Ti prego.”
Mentre la signora Granger si alzava,Hermione fu scossa da un brivido inspiegabile,quasi volesse fermarla e piangere sulla sua spalle fino a finire le lacrime. Ma sapeva che neanche questo le avrebbe ridato indietro Ron.
C’era una cosa sola da fare.
Aspettò di sentire i passi di sua madre raggiungere la camera,poi si alzò di scatto dal letto,infilò la prima cosa che trovò nell’armadio e si smaterializzò.
Non sapeva nemmeno lei perché l’aveva fatto. Di certo sua madre si sarebbe preoccupata a morte se non l’avesse trovata nel letto. Era la cosa più folle che le fosse mai venuta in mente,ed era tutto dire. Folle,si.
Ma ora era lì,e non voleva pensare alle conseguenze.
Il cuore batteva all’impazzata. Nemmeno agli esami si era mai sentita così nervosa.
Erano le tre del mattino e lei era alla Tana.
Si avvicinò molto cautamente,mentre la parte razionale di lei prendeva il sopravvento. Cosa diavolo ci faceva alla Tana? A quell’ora poi…se qualcuno della famiglia l’avesse sentita probabilmente l’avrebbe scambiata per un ladro o qualcosa di simile,e le avrebbe scagliato una maledizione.
Ma non voleva ne poteva tornare indietro,lì c’era Ron e lei non avrebbe retto ancora quel silenzio. Gli avrebbe parlato e poi…e poi se ne sarebbe andata,oppure no.
Mentre formulava quei pensieri,con l’ansia che le scorreva nelle vene,sentì un rumore poco distante da lei. Sicura com’era di essere totalmente sola nel giardino dei Weasley si spaventò e cercò la sua bacchetta,mentre ascoltava. Erano dei passi. Finalmente trovò la bacchetta proprio mentre gli occhi distinguevano un’ombra in lontananza.
“Lumos” sussurrò.
Non appena vide il viso nascosto dall’ombra che l’aveva tanto spaventata,la bacchetta caddè dalle sue mani per lo stupore.
“Hermione.”
Ron era davanti a lei,vestito e con la bacchetta in mano come lei. L’espressione dapprima spaventata e guardigna come quella di Hermione,ora era una maschera di stupore e sollievo.
“Hermione…”ripetè,avvicinandosi a lei. “Cosa diavolo ci fai qui?”
Un sorriso sfuggì all’autocontrollo di Hermione. Era così contenta di vederlo.
“E tu,che fai,passeggiatine notturne tra gli gnomi? Romantico.”
Ron arrossì sotto i raggi della luna,che quella sera aveva deciso di essere più luminosa del solito. “Non si risponde a una domanda con un’altra domanda,me l’hai insegnato tu.”
Hermione per evitare di rispondere si chinò e raccolse la bacchetta da terra.
Fu di nuovo Ron a parlare.”Sai,è buffo. Stavo venendo proprio a casa Granger e mi ritrovo questa meravigliosa streghetta in giardino. È il mio giorno fortunato.”
Di nuovo la bacchetta le scivolò dalle dita. “Stavi venendo da me? Sul serio?”
Ron le raccolse la bacchetta. “Sul serio.”
“Ma perché?”
Ron si fece ancora più vicino,tanto che Hermione chiuse gli occhi. Non c’era vento quella sera. Il cielo era dipinto di stelle che lei non poteva vedere. Sentiva il battito del suo cuore e il respirò di Ron. Erano quasi sincronizzati. Prima ancora che si abituasse,le labbra calde di lui si posarono sulle sue. Era un bacio nuovo,lento e incerto. Ron la stava mettendo alla prova. Non sapeva come avrebbe reagito.
Eppure non avrebbe dovuto preoccuparsi. Hermione si aggrappò con tanta forza a quel bacio che dovette staccarsi lui stesso. Non appena le sue labbra furono libere da quelle di Ron,Hermione iniziò a blaterare frasi di scusa. Inutilmente. Quello che importava a Ron era che lei fosse lì. Di nuovo tra le sue braccia.
Alla fine la ragazza riuscì a dire solo: “Come al solito,ti ho preceduto.”
Ron rise stringendola a sé. “Mi sei mancata,Mione.”
“Anche tu.”
Un brivido di freddo le attraversò la schiena,che non sfuggì a Ron “Entriamo dentro.”
Ma Hermione scosse la testa. “Devo tornare a casa,prima che mia madre chiami i carabinieri. Ti prego non fare quella faccia…”gli disse,vedendo sparire il sorriso del rosso. “Domani mattina sarò da te…quando vuoi tu,appena ti svegli ti raggiungo” e prese a baciarlo.
Quel nuovo bacio rallegrò nuovamente Ron. “Metto la sveglia alle sei. Anche prima.”
“Sei uno scemo” sorrise Hermione,con un altro bacio. “Allora vado…”
“No,ti prego!” Ron la afferrò per un braccio.
“Ronald,sono le tre del mattino.”
“Si sono le tre del mattino,e io ti amo.”
Gli occhi di Hermione cercarono immediatamente l’azzurro dei suoi. Sul suo volto si dipinse chiaramente la sorpresa. Non se lo aspettava,e per un attimo temette di aver capito male.
“Sono le tre del mattino,e mi ami?”
“Già” sospirò Ron. “E mi metterei anche ad urlarlo,ma non voglio che mia madre si svegli e mi uccida. Voglio sposarti prima di morire.”
“Oh Ron!” si buttò dritta fra le sue braccia,mentre nuove lacrime le rigavano il viso senza che se ne rendesse conto o potesse impedirlo. Ron era impietrito.
“Miseriaccia Hermione,ti dico che ti amo e tu piangi?”
Lei si tirò sul col naso e fece un sorriso acquoso. “Ti amo anche io. Non mi lasciare più,non permetterti mai più a farlo,Ronald Weasley!”
Ron si rilassò e la strinse più forte. “Non ti ho mai lasciato veramente Hermione.”
E lei lo sapeva quanto avesse ragione. Lo fissò per un istante,per poi baciarlo ancora,ancora e ancora…
“Resta tra le mie braccia.”
E la notte scivolò via come le ultime lacrime,per fare spazio all’alba.
 
 
 
 
  

 

   
 
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