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Autore: myprettyoddromance    27/08/2011    2 recensioni
next generation, una Rose Weasley adolescente alle prese con il suo cuore e i pregiudizi della sua famiglia
Storia basata sul pairing Rose/Scorpius. Non anticipiamo altro.
Enjoy!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Note dell' autrice alias seccatura prelettura:
Bonjour a tutti! Eccomi qua con il capitolo 7... Mi spiace di avervi fatto aspettare! Enjoy ^^
Love, Ells


 Quei cinque giorni d’attesa volarono proprio via, e Hugo riuscì miracolosamente a finire il tema di Pozioni ed Erbologia. Mamma passava ogni singolo giorno a controllare se avessimo fatto i compiti, come avevamo preparato il baule, se avessimo per sbaglio dimenticato qualcosa, con papà che sbuffava, borbottava e rideva per questo ansioso comportamento tipico di mamma, che non stava ferma un attimo e girava per le stanze di casa come un’anima in pena o una trottola impazzita, e faceva la spola fra casa nostra e casa Potter, dove non regnava questo clima di ansia generale che vigeva da noi. Infatti io, preparato il baule, me la svignavo a casa Potter dove stavo in pace e dov’ero sempre la benvenuta.
 
Dormivo con la testa tappata sotto il cuscino fin quando quella maledetta sveglia magica non lanciò il suo urlo belluino. Come al solito saltai giù dal letto per spegnerla, ma evidentemente si era inceppata, e continuava a urlare. Uno zombie con i capelli rossi entrò in camera mia, mi strappò la sveglia dalle mani e la gettò a terra fracassandola. Dopodichè mi guardò con sguardo assassino e fece per tornarsene a letto. “Hugo! Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte!” dissi iniziando a saltellare. Non fece una piega. Lo tirai per un lembo della maglietta. “Ehi! Hugo!” Oh cavoletto. Aveva certe occhiaie viola lunghe un chilometro. “Hugie…” dissi abbassando la voce. “Cosa…Ti è successo?” Grugnì. “Ho passato la notte a finire il tema…di Erbologia…” disse caracollando verso il mio letto e buttandocisi. “Ma non l’avevi finito?” chiesi. “Sì, ma ho dovuto riscriverlo, mancava… una parte” disse sbadigliando e rannicchiandosi.

“Dai, che dobbiamo prepararci. Lo sai com’è mamma la mattina del Giorno Fatale”. Io e Hugo avevamo iniziato a chiamare così il giorno della partenza per lo stato iniziale di agitazione parossistica di nostra madre, e l’ansia di papà perché mamma era ansiosa, perché se mamma è ansiosa si ansieggia anche papà nel tentativo di farle sparire l’ansia, con il risultato di raggiungere livelli di ansia stratosferici. Come ad averla evocata, mamma aprì di scatto la porta della mia stanza facendo alzare in volo il mio baule per portarlo giù. “Ragazzi, vestitevi, ah, e la colazione è pronta, anche se è un po’ fredda, vabbè, se volete la scaldate, sbrigatevi che poi andiamo dai Potter, andiamo in macchina con loro…”

La testa crespa di mamma sparì per il corridoio chiudendo la porta. Io e Hugo ci avviammo lentamente verso le scale e caracollammo verso la cucina. Sul tavolo c’erano un paio di toast alla nutella (oh mamma!), che io divorai. In mezz’ora ero pronta ad uscire da casa. “Rosie, sei pronta?” gridava papà dal giardino. “Sì, papà, è Hugo che ancora si sta vestendo” gridai di rimando. “Digli di sbrigarsi, mamma si sta agitando” Corsi in camera di Hugo, con il risultato di incontrarlo mentre stava uscendo, perciò sbattemmo l’uno contro l’altra cadendo a terra. Per fortuna mio fratello è comprensivo, o forse era solo troppo stanco per litigare, perciò si limitò a rialzarsi e dire: “Mamma sta diventando ansiosa?” “Lo è già, se è per questo. Sta diventando ansiosa come quando le arrivarono i G.U.F.O.” Papà ci raccontava sempre quella storia, di come mamma era preoccupata ed eccetera eccetera.

Scendemmo giù in giardino e scavalcammo la piccola palizzata come facevamo sempre, e ci ritrovammo nel giardinetto dei Potter, dove zio Harry e zia Ginny stavano caricando in macchina i nostri bauli. “Ehi!” Un lampo con i capelli rossi mi corse incontro per abbracciarmi con foga. “Lils!” “Rosie!” mi gridò nell’orecchio rompendomi un timpano. “Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte!” gridò interrompendo l’abbraccio e cominciando a saltellare sul posto. Cominciai a saltellare anche io e a dire “Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte…” con Lily, sotto gli occhi del mio sarcastico fratellino. “Lily, calma!” disse una voce. Smisi di saltare e mi girai: Albus. Portava il suo manico di scopa girandolo tra le dita. “Ciao Al” salutai. “Rosie…” disse. “Zia Herm preoccupata come sempre?” disse ridacchiando e spostando lo sguardo su mamma. “Sì, non puoi capire cosa sono stati questi giorni, tra lei che girava come un’anima in pena per casa, papà che le stava dietro cercando di calmarla e Hugo che si rinchiudeva in camera sua per fare i compiti con la musica a palla…” Sospirai. “Meno male che ci sono i Potter.” “Eh già, meno male che ci siamo.” “Zia Ginny è sempre così calma, come zio Harry!” “Scaricano le loro tensioni durante la notte” ridacchiò. Scossi la testa.

“Ehi, Rose!” Ecco James. Indossava una delle sue mitiche magliette dei Cannoni di Chudley con dei vecchi jeans scoloriti, strappati e sformati (no, non li ha comprati così, ve lo assicuro) e un paio di All Star mezze distrutte dal colore indefinito. “James!” lo salutai abbracciandolo. “Ehm…James…” chiesi. “Ma ti lavi qualche volta ogni tanto?” Non mi rispose. “No, non si lava mai” soggiunse Lily. “Solo quando mamma lo caccia a forza sotto la doccia o impone ad Albus di cacciarcelo al posto suo.." Oh, questa mi era nuova! Guardai Albus con un’espressione tra il divertito e l’esterrefatto. “Ehm…Quando sono in punizione” disse lui tutto d’un fiato mostrando improvviso interesse per i lacci delle sue scarpe. “Ragazzi, in macchina, dai che altrimenti arriviamo in ritardo” gridò zia Ginny. Ci infilammo in macchina e partimmo per Londra.
 
“Eccoci” disse zio Harry fermandosi di fronte alla stazione di King’s Cross. Con bauli al seguito (ovviamente muniti di carrellini) ci dirigemmo verso i binari. Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto… nove. Ci fermammo davanti al pilastro con il cartello in plastica che indicava il numero nove. Zio Harry andò per primo, seguito da Albus, James, Lily e zia Ginny. Poi attraversammo noi, io, Hugo, papà e mamma.


Un mare di gente brulicava sulla banchina, davanti allo sferragliante treno rosso che portava i ragazzi ad Hogwarts. Zio Harry controllò l’orologio appartenuto a Fabian Prewett, fratello di nonna Molly. “Manca un quarto d’ora, ragazzi” disse. “Adesso dovremmo incontrarci con…” “Harrì!” Una voce familiare spiccò nel chiasso della banchina. Una donna bionda stava camminando in direzione di zio Harry, ancheggiando e sorridendo di un sorriso che le scopriva i denti perfetti. I suoi lunghissimi capelli biondi ondeggiavano appena scintillando. Zia Fleur, ovviamente! Apparvero dietro di lei zio Bill e i miei adorabili cugini Weasley-Delacour, Louis e Domi.

“Rosie!Lily!” Domi si precipitò ad abbracciarci. “Da quanto tempo” ghignò Albus. Domi non ci badò. “Allora!” disse sciogliendo l’abbraccio e sorridendo. Si avvicinò di più a noi e abbassò il tono della voce. “Avete già visto Warry, per caso?” Lily scosse la testa e io sbuffai alzando gli occhi al cielo. Mi misi a guardare la gente che stazionava sulla banchina. Intravidi Caroline, Natalie, Doug Thomas e Patricia Finnigan intenti a pomiciare, Corner, Warren Cervello-di-gallina McLaggen, qualche piccoletto del secondo anno (ero un Prefetto, li conoscevo…di vista), Smith, Finch-Fletchey, Malfoy… Malfoy!?

Sì, proprio lui. Pelle diafana, capelli biondissimi (e lisci come quelli della pubblicità della Pantene, grr) che gli ricadono sugli occhi, migliore amico di mio cugino, alto, Serpeverde, antipatico. Pregai il Signore perché Al non se ne accorgesse in nessun modo… e perché Lily e Domi non si accorgessero di McLaggen. Purtroppo Albus per quanto riguarda Scorpius ha un sesto senso, perché si voltò esattamente quando ci passarono vicino. “Scorp!” Lo abbracciò con foga. I ragazzi attorno si misero tutti a ridacchiare, e Malfoy si colorì repentinamente. “Albus!” sussurrò come a rimproverarlo. Al sciolse l’abbraccio. I ragazzi attorno continuarono a ridacchiare, e Al e il suo migliore amico sparirono nella folla.

“Sono le undici meno cinque” annunciò mamma. “Cominciano a salire sul treno.” Ci diedero dei baci veloci in quanto noi siamo tanti, salutandoci e facendoci la solita vagonata di raccomandazioni. Albus però era come scomparso… Mi voltai per dirlo a zio Harry ma gli adulti erano già scomparsi, tornati nella stazione Babbana. “Albus non si trova” annunciai al parentado. Tutti mi guardarono. “Ma… il treno sta per partire” disse Domi. La banchina si stava già svuotando, e corremmo a cercarlo. “Sicuramente starà con il suo amichetto Malfoy” disse James storcendo la bocca. “Sicuro” confermai. “Albus!” chiamò Lily. Lo trovammo dietro un pilastro con le labbra rosse. “Al?” chiesi vedendo le sue labbra così innaturalmente e sentendo nell’aria uno stomachevole profumo Babbano e l’odore di un lucidalabbra alla fragola. Uh oh. Sospetti di natura abbastanza ambigua riguardo Al e il suo amichetto. Urgevano chiarimenti. “Al?” “Saliamo sul treno” disse lui sbrigativo. Salimmo sul treno appena in tempo. “Dobbiamo trovare uno scompartimento libero..” disse lui camminando nello stretto corridoio del treno.

Lo trascinammo nel primo che trovammo e lo facemmo sedere a forza. “Malfoy usa il profumo Babbano o cosa?” domandai inquisitoria. Albus mi guardò storto. “Il suo nome è Scorpius, non Malfoy, e comunque no!” disse. La bocca di James si distese in un ghigno. “Per caso…Dico, per caso… Hai visto una certa Della Smith?” Albus si prese la testa tra le mani. Della Smith, Serpeverde, lo assillava dal terzo anno. Era una delle ragazze più carine di Serpeverde, ma era la persona più appiccicosa del mondo, oltre che la più pettegola. Ovvio che ad Albus non piacesse. “No, per fortuna non era Della” disse in un sospiro Al. “Kristie Goldstein” disse Domi rompendo il silenzio. Albus arrossì di colpo. “Bingo” disse James. Nello scompartimento calò un silenzio di tomba.

“Scusa, Al, ma ho fatto ritardo e…” Un trafelato e scompigliato Malfoy aveva appena aperto la porta del nostro scompartimento con irruenza, rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato: forse anche Malfoy serve a qualcosa… Poi cadde di nuovo il silenzio. Malfoy arrossì e chiese timidamente: “Posso sedermi?” La faccia del mio adorabile cugino di nome Albus si illuminò, raggiante, e gli fece segno di sedersi vicino a lui, cioè nel posto (curiosamente) vuoto tra me e Albus. Il biondino chiuse la porta delicatamente e issò il baule sulla reticella, per poi sedersi accanto ad Al. Silenzio. “Bhe… Allora, Al, come va?” chiese Malfoy timido. “Tutto bene, Scorp.” Silenzio. Uh oh. Tutto ciò era molto preoccupante. “Ciao, Malfoy” salutò Lily. “Ciao” disse pigra Dominique tirando fuori una lima e iniziando a limarsi le unghie già perfette. James stava mangiando un panino, e Louis stava leggendo l’ennesimo, preistorico fumetto di “Martin Miggs, il Babbano matto”. Che atmosfera.

“Weasley” disse ad un certo punto Malfoy girandosi verso di me. “Sì?” “Bhe, ciao.” Ecco, vedete, questo era il genere di conversazioni (poche, tra l’altro) che si tenevano tra me e quell’ individuo così maledettamente alto e così maledettamente biondo... Pensandoci grugnii e mi arrampicai sulla sedia per prendere il mio baule dalla reticella. “Vuoi una mano, Weasley?” ridacchiò Malfoy dalla sua sedia, probabilmente convinto della mia –vera- imbranataggine. Stupido. “No, ce la faccio da sola” risposi. Per un pelo il baule non mi cadeva addosso! Finalmente riuscii a tirarlo giù e tirai fuori la mia nutella e un paio di consunti libri Babbani. “Te lo rimetto su io, Rose” si offrì James smettendo di mangiare il panino.

“Grazie James” e nel dirlo guardai Malfoy, che aveva preso in mano uno dei miei libri e lo stava osservando. James non  poteva soffrire Malfoy, e gli lanciò un’occhiataccia . Tornai a sedermi al mio posto, accanto a Malfoy. Aprii il coperchio della nutella. Lo richiusi perché, Biondino Platinato compreso, mi stavano guardando tutti abbastanza biecamente. Sbuffai e aprii uno dei miei libri Babbani. Stranamente non avevo la minima voglia di leggere… Così lo tenni aperto e mi misi ad osservare il profilo di Malfoy. Viso sottile, capelli biondi che gli ricadono sugli occhi, maledettamente alto (arriva senza sforzo al metro e ottanta) e pelle diafana come la mia. Solo che il suo viso non è costellato di lentiggini. Malfoy si voltò verso di me per una frazione di secondo, poi arrossì. Arrossii anche io (fino alla punta delle orecchie) e sprofondai la faccia nel libro.

La porta del nostro scompartimento si aprì: era la vivandiera che passava col carrello. Albus la fermò immediatamente e comprò cibo per un reggimento, anzi, per un esercito intero. “Oh oh, fratellino, me le daresti un paio di Cioccorane?” chiese James saltando su una sedia. “Tieni” disse Albus passandogliene un paio. James faceva la raccolta ogni anno… Come si dice? Grande, grosso e giuggiolone. E’ per questo che mi sta tanto simpatico, forse. Albus mi porse una decina di Gelatine Tuttigusti+1. “Rose..” disse mentre sorrideva. Anche tutti gli altri iniziarono a sorridere, tranne Malfoy che probabilmente non ci stava capendo nulla. Albus scartò una gelatina. “Curry” disse. Domi ne scartò un’altra: “Cioccolato”. Ma non le capitavano mai le gelatine dai gusti impossibili?? “Fragola” disse Louis. “Erba!” disse Lily divertita. “Sale” disse James. “Uova” dissi io schifata. “Sardine” disse Malfoy ridacchiando. “Gli hai raccontato del gioco, Al?” feci io. Era tradizione fare questo gioco in treno, sin dal mio primo anno, l’aveva inventato James. Perché l’aveva detto anche a LUI? In un certo senso ero gelosa… Gelosa del migliore amico di mio cugino?? Grugnii. “ Arrosto di patate” disse Albus ricominciando il giro.
 
Erano già passate tre ore e questo viaggio era una noia mortale. Avevamo finito le gelatine, avevano parlato del più e del meno, avevano fatto a gara a chi vedeva più cose dal finestrino, ed eccetera eccetera. James sonnecchiava rannicchiato sul sedile, Malfoy lo guardava con evidente curiosità, Louis leggeva il solito fumetto, Domi e Lily parlottavano e io facevo finta di leggere uno dei due libri Babbani. Che divertimento.

La noia stava rasentando il livello di tetraggine più assoluta quando qualcuno aprì la porta dello scompartimento. Si sentirono delle risatine femminili da fuori e delle voci concitate ed eccitate. “Dai, lo chiamo io” tra le voci ne spiccò una. Si affacciò alla porta Kristie Goldstein, capelli lisci e castani, occhi azzurri, che piaceva ad Albus da un’infinità di tempo. James aprì gli occhi e saltò sul sedile: quando si trattava di fare il cretino con le ragazze era sempre pronto. Anche Domi si alzò e si mise a salutare tutte le ragazze fuori della porta, tra cui intravidi Della Smith. Lily salutò un’ amica e tutti uscirono fuori dallo scompartimento seguendo il gruppo di ragazze.

Eravamo rimasti nello scompartimento solo io e Malfoy. “Tu non vai, Weasley?” mi chiese dopo qualche secondo di silenzio. Alzai gli occhi dal libro e lo guardai. “No” risposi secca. Non avevo troppe amiche, specialmente nella casa di Al. “E tu?” gli domandai. “Neanche” mi rispose guardando fuori dal finestrino. Mi alzai dal sedile e mi sedetti al posto di James (vicino al finestrino), all’opposto di Malfoy. “Mi presteresti un libro, Weasley?” Rialzai gli occhi dal libro che stavo leggendo, sorpresa. “Che libri sono?” chiese. “Letteratura Babbana” risposi secca riabbassando gli occhi sul libro. “E’ molto interessante, mi piace” disse lui.

Sgranai leggermente gli occhi. “Anche a te piace?” chiesi. Non era facile trovare qualcuno a cui piacesse leggere in primis, figuriamoci poi la Letteratura Babbana. “Sì, abbastanza” disse. “E’ interessante” aggiunse. “Oh, tieni” dissi porgendogli uno dei due libri (il Macbeth che avevo comprato quel giorno a Londra). “Shakespeare” disse dopo aver osservato a lungo la copertina. “E’ facile leggere l’autore sulla copertina, Malfoy” dissi sospirando. “Non sono mica stupido” disse lui. “Davvero?” dissi alzando gli occhi e guardandolo in faccia con un’espressione sarcastica. “Sì, davvero, Weasley. Non sei divertente.” disse acido seppellendo la faccia nel libro. 
 
“Siamo quasi arrivati” dissi. “Dovremo cambiarci” dissi arrossendo un pochino. Oh. A questo punto il fantasma di Al nella mia testa iniziò a immaginare una serie di situazioni abbastanza spiacevoli. “Hem hem” Malfoy continuò a leggere. “Potresti, di grazia, uscire?” Malfoy arrossì, gli si colorirono le guance pallide. “Oh. Sì, certamente…” posò il libro sul sedile e si avviò ad aprire la porta. La maniglia andava giù ma la porta non si apriva. Clac clac clac. Ebbi un flash in cui Al si chiudeva dietro la porta e scattava la serratura… “Siamo chiusi dentro” annunciò Malfoy dando voce ai miei pensieri.

“L’avevo notato” risposi laconica. Oh miseriaccia, come dice papà, e adesso? Inspirai e chiusi gli occhi. “Ti puoi anche cambiare, Malfoy, io non guardo” rannicchiandomi su un sedile. Uno stupido, stupidissimo sorrisino gli si dipinse in faccia. Arrossii violentemente. “E cambiati!” sbottai imbarazzata. “Che ci sarà mai da vedere, no?” continuai sempre più rossa. Lui, zitto, prese l’uniforme dal baule che aveva tirato giù. “Quant’è tonto l’amichetto tuo” mugugnai. Sentii un fruscio leggero, probabilmente si era tolto la camicia. “Lo so” fece laconico. “Fa una stupidaggine dietro l’altra, e io lo ascolto” disse, e sentii che sorrideva. “Ho finito di cambiarmi” disse secco. Alzai la testa.

“Bene, Malfoy, ora tappa i tuoi occhietti da Serpe che devo vestirmi” lo canzonai. Tirai giù il baule rischiando di farmelo finire addosso, presi l’uniforme e controllai che Malfoy fosse girato. “E girati!” gli dissi seccata. Mi sfilai i jeans e infilai la gonna tempestivamente, poi piegai i jeans, e dovetti fare tutto ciò che concerneva scarpe e calzini. “Cazzo Malfoy!” urlai isterica stringendo la camicia della divisa addosso. Il biondino arrossì peggio di prima. “E io che ne sapevo che…” urlò senza finire la frase. Mi ero appena tolta la maglietta e lui, credendo che avessi finito, aveva alzato la testa dimostrando che le sue convinzioni erano errate. “Porca miseria, ci hai messo trent’ anni, credevo che avessi finito!” sbottò ancora rosso in faccia. Mi infilai la camicia ancora scandalizzata e fumante. In quel preciso momento la porta si aprì ed entrarono i miei adorabili cugini, tra cui il degenere Potter che mi aveva chiuso dentro col suo stupido BFF.  
Allora, seccature post lettura: Scusate per il ritardo nel pubblicare... Vorrei ringraziare tutte quelle che hanno messo nelle seguite, ricordate, preferite... Grazie grazie mille! Un grazie soprattutto a Allis Weasley, della quale mi sono autopromossa beta e mi sto cuccando i capitoli della sua storia in anticipo XD Carols è in vacanza... Ma quando tornerà pubblicheremo un altro capitolo col POV di Scorpius. Grazie a tutte quelle che recensiscono (cosa farei senza di voi?) e ... *manina che si alza dai recessi della stanza* me la fate sapere la vostra opinione? Ripongo le mie speranze in voi (ecco che fa la tragica... :/) e buonanotte a tutte voi <3 Baciiiiii < br/> Ells <3 P.S. Io e il codice HTML stiamo combattendo ancora una feroce battaglia. Perlomeno ho imparato come si va a capo.
   
 
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