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Autore: _Veronica    27/08/2011    1 recensioni
Eloise Midgen, coetanea di Harry Potter, entrambi frequentatori di Hogwarts.
Questa storia non parlerà dell’Eloise adolescente.
Questa storia parlerà dell’Eloise adulta, donna, oscura.
Sarà una storia intricata, ricca di azione, follia e amore.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo X
I just wanna go far away from here.

 
I’ve been playing with Devil,
and He made me cry.
All alone in the Distance,
In the darkest night.
 
Già era strano vedere un’Eloise incinta girare per le vie di Nocturn Alley, completamente sorridente e stordita dalla gravidanza; ancora più strano era vederla alle prese con Sebastian, suo figlio.
« Euan! Non è che mi daresti una mano!? Ho solo due mani, io. » diceva sempre scocciata quando si trovava in difficoltà ed Euan si divertiva a guardarla con i capelli arruffati, mentre giocava col figlio o gli dava semplicemente da mangiare. Entrambi avevano gli occhi azzurri, come il cielo, limpidi, che si riflettevano l’un l’altro luce propria. Avevano la stessa fisionomia, viso longilineo e magro, piccolo naso a patatina, bocca carnosa.. Insomma erano molto simili, ma in quanto a carattere.. Beh sarebbe da stupirsi se il piccolo non avesse preso il carisma di Euan.

Undici anni dopo si trovavano di nuovo sul binario 9 e¾, erano passati parecchi anni, da quando loro, genitori, varcarono quel magico muro di mattoni, più di quanti ammettessero dire.
Per lei era quasi uno shock essere lì ed Euan lo sapeva cercava di metterla a suo agio le parlava, si complimentava con lei per il suo magnifico aspetto come ovviamente faceva ogni giorno lei ringraziava, sì, ma non dava a vedere il proprio dolore, la sua mise impeccabile a quasi quarant’anni distraeva ogni persona su chi fosse e cosa facesse o su cosa provasse in quel momento. Lo sguardo truce, però, attraverso quegl’occhi vitrei si vedeva fin troppo bene, ma dopo tutto era la mangiamorte più forte del momento dopo Bellatrix e niente aveva motivo di spaventarla.. Sebastian con la sua curiosità, però, interruppe i suoi pensieri.
« Mamma, guarda la! » Sebastian, ormai undicenne indicò  tutto emozionato i ragazzi del terzo e quarto anno che correvano attraverso il muro senza sbatterci contro « Sei sicura che non mi faccio niente? »
« Certo Tesoro. » Eloise si chinò sulle ginocchia dall’alto dei suoi tacchi per guardare meglio negli occhi il figlio.
« Ne abbiamo parlato giusto qualche giorno fa! » proruppe il padre « Tua madre non permetterebbe nemmeno a un sassolino di farti del male » Sebastian ed Eloise sorrisero insieme. Il ragazzo si fidava del padre. Dopo aver abbracciato la madre ed aver salutato con la mano l’emozionato padre prese il carrello per il lungo manico scuro e corse verso il muro dove vi entrò e sparì in pochi secondi.

« Eloise, mia cara, so che tuo figlio Sebastian si trova a Hogwarts. »
« È il suo primo anno, mio Signore. » se la voce di Eloise si fosse potuta definire gelida quella di Voldemort non aveva aggettivi a cui paragonarla.
« Vedo, e.. In che casa è stato smistato? »
« Serpeverde. » disse fiera la mangiamorte.
« Incantevole. » Voldemort girò su se stesso facendo frusciare il lungo abito nero. « E ha manifestato qualche.. Carattere particolare? »
« Non ancora, credo sia troppo piccolo mio Signore. » Eloise guardo Voldemort, e capì cosa intendeva.
« Perfetto. La nostra conversazione finisce qui. Per ora » La mangiamorte fece un inchino e sparì poco dopo.

« Non capisco perchè, Euan. » la sua espressione era diventata dura.
« Perché è un bambino, Eloise, un bambino! » si era trovato a scandire l’ultima parola fin troppo lentamente, cosa che le dava ai nervi. Non a caso si era versata del Whisky Incendiario nel suo bicchiere di vetro preferito, rigorosamente scuro.
« È grande abbastanza e poi l’hai visto anche tu.. » si interruppe, Euan non sapeva che loro figlio stava diventando la crudeltà fatta a persona.
« Cosa ho visto? » la donna scosse la testa.
« Sto solo dicendo che è quella la sua natura, sebbene sia un bambino.. »
Erano le Natalizie, ed era notte fonda, Sebastian dormiva ed Eloise e suo marito Euan cercavano di non farsi sentire dal figlio sebbene fosse al secondo piano della casa.
In quei giorni la donna era molto inquieta, sia per il fatto che il figlio si stava rivelando per ciò che sarebbe dovuto essere secondo lei, prossimo a diventare mangiamorte, sia perché Voldemort riusciva a farle pressioni dicendole che il ragazzo sarebbe stato capacissimo di compiere i suoi compiti anche solo dodicenne.
Euan dal canto suo non poteva molto, se si fosse opposto all’Oscuro Signore avrebbe rischiato la vita, sicuramente ed Eloise aveva ottenuto il tempo massimo di.. Scuse per trattenere suo figlio a casa.

I patti erano chiari.
Al sesto anno di Hogwarts, Sebastian sarebbe diventato un mangiamorte.
Il tempo era volato da quella sera d’inverno, adesso era estate, erano passati tre anni e i due coniugi si trovarono della stessa posizione forse per l’ultima volta.
« Allora è così che deve andare, Eloise? » lei lo guardò, dalla poltrona, si teneva le gambe con una mano, l’espressione stanca, dal mancato sonno nelle ultime settimane, si scostò una ciocca di capelli.
« Sì.. » mormorò.
Ultimamente era lei a concludere con estremo successo le missioni, era lei che procurava gloria alla propria famiglia, tra i mangiamorte ed era lei che prendeva le decisioni più importanti. Poteva decidere.
Euan si era ridotto a fare ciò che gli era comandato.
« Eloise devo dirti una cosa, una cosa che non ti piacerà. » proruppe nella stanza con la sua voce tonante. Lei alzò lo sguardo preoccupata. Sapeva che di li a quel momento tutto sarebbe andato male. « Non sono più sicuro di volerlo. » negli occhi della mangiamorte zampillarono rabbia e frustrazione. Aveva capito.
« Volere cosa? » il tono la tradiva, era schiva, era quasi impaurita da quelle parole.. Lei..
« Di volere questa vita! Sei tu che la vuoi, sei tu che non hai compassione nell’uccidere una persona, babbano o mago che sia. Sei tu a non provare nessun sentimento nel fare ciò che fai. » era serio. Ma quelle parole la ferirono.
« Se non ti piace ciò che faccio, o non ti piace la tua vita.. La porta è quella. »
« Elo.. »
« Non dire una parola. » disse piena di rabbia. « Che fai? Ti metti ad aiutare l’Ordine magari. Gli passi le informazioni eh? »
« È successo. » dopo aver pronunciato quelle parole il volto di Eloise era tra le mani. Le scendeva una lacrima ma non lo avrebbe mai ammesso.
« E così, vuoi far rischiare la vita di tua moglie e di tuo figlio, così? »
« Non voglio assolutamente farvi rischiare la vita! » ormai stava urlando! « Sto scomodo in questa vita, non ci so più stare! Tu e mio figlio siete la cosa più bella che ho in questa vita, ma così non riesco più a vivere.. » il tono da iracondo assumeva le forme di una supplica.
« Lo sai qual è la paga? Lo sai cosa ti potrebbe succedere se ti rifiutassi? Lo sai che.. »
« Morirei. »
« Vuoi morire? »
« Se servisse a non far morire voi. »
« Lo sai che Seb diventerà un mangiamorte. » era attaccata al braccio di Euan, lo stava supplicando con lo sguardo.
« Amore.. »
« Non andartene. »
« È l’unico modo per non farvi dare la caccia.. » aveva preso il volto della moglie tra le mani e la stava guardando dritto negli occhi. « Ti amo Eloise, ti amo da morire, ma non posso far si che tu soffra. Non posso far si che il tuo cuore cessi di battere per un mio capriccio. » si avvicinò al suo volto, e senza dirsi niente si baciarono, si baciarono a lungo assaporarono l’uno le carni dell’altra, erano avvolti dalla passione, sebbene un velo di tristezza continuasse ad avvolgerli.
« Sono costretto a lasciarti. » lei annuì. « Sii forte. Non puoi permetterti di essere debole hai capito? » essere tra le sue muscolose braccia le dava quasi alla testa, i corpi appiccicaticci che si strusciavano e quella voglia di non abbandonarsi vigevano padroni. « Non dovrai cercarmi per nessun motivo, nemmeno se sta per crollare il mondo.. »
« Euan, rimani. » disse calma con gli occhi socchiusi.
« Non posso.. Adesso dormi ne riparleremo domani mattina, ok? » lei annuì nuovamente e si lasciò cullare fino a che non sprofondò in un pesante sonno.

Mi starai odiando vero?
Me ne sono andato così senza dirti niente.
Ma eri così beata nel sonno eri così perfetta.. Che pensare di doverti svegliare per darti un addio così doloroso.. Mi distrugge.
Ricordi ieri sera? Ti ho chiesto di non cercarmi, e spero che tu lo faccia per non mettere nei guai nostro figlio.
Digli pure che suo padre è un codardo, arriverebbe a pensarlo da solo.. Suo padre che fa parte dell’Ordine, inconcepibile!
Ho ripensato a noi stanotte, alle cazzate fatte quando ancora non eravamo sposati a come ci siamo conosciuti, a quanto siamo stati bene insieme, insomma..
Era vero.. Era tutto vero, mi hai colpito, Eloise Midgen, hai colpito il mio cuore, l’hai fatto a pezzettini e lo hai anche riparato, ma sappi che quel cuore, che dovrebbe battere nel mio petto, batte nel tuo.
Hai anche il mio cuore, è sempre stato tuo infondo..
Proteggilo..
Ti amo, Euan.


Era tutto finito, i sogni di invecchiare insieme, di vedere crescere i figli di Sebastian, di trovarsi una casa in campagna, di avere magari un altro bambino, lei sperava in una femmina lui invece in un altro maschietto.
Era tutto distrutto.
Si toccò il petto e le parve di sentire due battiti sfasati.
Sorrise.
Molti anni dopo trovò quella lettera i un cassetto, ormai stava invecchiando aveva perso tutta la bellezza giovanile, la moglie di Sebastian Cathlynn era incinta, mangiamorte anche lei sia chiaro, le ricordavano molto lei e Euan agli inizi e sperava che non facessero tutte le loro scelte sbagliate.
D’altro canto Euan era sempre stato uno spirito sempre pieno di se, ma mai narcisista, lo conosceva bene ma non fino in fondo.
Trovò a guardarsi quel marchio un’altra volta, l’ennesima volta, su quella pelle ancora tonica ma non così giovane, e se lei avesse fatto ogni sorta di scelta sbagliata? Chissà. L’unica cosa che le rimaneva era morire in pace e serenità, con o senza Euan.
« Eloise, scusi! Mi può aiutare? Credo mi si siano rotte le acque! » Cathlynn interruppe i suoi pensieri. Sorrise, era la sua prima nipotina. Si sistemò la giacchetta e corse giù al piano inferiore.
Aspettava solo di morire in pace..

I tried to be perfect 
But nothing was worth it 
I don’t believe it makes me real 
I thought it’d be easy 
But no one believes me 
I meant all the things I said 


The End.

  
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