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Autore: _M e l_    27/08/2011    0 recensioni
STORIA SOSPESA.
Storia scritta anni fa... spero possa piacervi :)
Tratto dal quarto capitolo:
E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi di un uomo che muore
 Aveva descritto perfettamente la situazione che avevo vissuto pochi… minuti, ore, fa?… non mi interessava più quanto tempo trascorresse, non dopo aver visto il volto agonizzante di una persona che sta per morire in maniera brutale e per giunta per mano tua.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ci ho pensato molto su e ho deciso di continuare la storia per quelle persone che ancora la seguono.
Premetto però che non modificherò assolutamente nulla, la posterò così come l'ho scritta tempo fa (naturalmente gli errori che troverò li aggiusterò ;)), e non scriverò altri capitoli, quindi quando avrò finito di postare i capitoli già scritti la storia sarà conclusa anche se il capitolo che la chiuderà non sarà il vero capitolo finale. Mi dispiace per coloro che la seguivano, ma proprio non riesco a continuarla... è uno stile troppo diverso.
Ora vi lascio all'aggiornamento :)



 

 

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Il giorno seguente mi risvegliai di soprassalto sentendo un tocco freddo sulla fronte. Aprendo gli occhi la prima cosa che vidi fu il dolce volto sorridente di Esme.
- Scusa, non volevo svegliarti… -
- Non preoccuparti – dissi alzandomi.
- Vieni con me, ti ho preparato la colazione – oh no. La colazione no! Già sapevo che dopo aver mangiato il primo morso, sarei corsa in bagno… ma non potevo dire di no a quel dolce faccino, per poi farlo rattristare.
- Ma… okay, va bene – sussurrai cedendo a quegli occhioni dolci che si illuminarono sentendo la mia risposta affermativa. Lentamente la seguì giù per le scale, trovandomi tutti gli occhi della famiglia Cullen addosso. A quanto pare stavano avendo una discussione, chissà su cosa… anzi ripensandoci forse era meglio non saperlo.
- Bella! Come stai? – domandò premurosa Alice.
- Meglio grazie – anche se per poco, aggiunsi, tristemente, nella mia testa.
- Vieni, Bella. Di qua c’è la cucina – disse Esme indicandomi il patibolo, che guardai con indifferenza, anche se dentro tremavo dal terrore.
- Stà tranquilla non è avvelenato! – mi sussurrò sghignazzando Jasper, in modo da non farsi sentire dagli altri. Probabilmente aveva percepito le mie emozioni e le aveva tradotte in modo errato. Rossa in volto per la figuraccia, con passo veloce (non correndo giusto per non far insospettire gli altri che già guardavano curiosi Jasper che se la stava ridendo di gusto) entrai in quella maledetta, quanto bellissima, cucina. Sul grandissimo tavolo, inutile, già era posizionato il mio pasto che guardai con la bocca spalancata.
- Scusa… so di aver un po’ esagerato… però non sapevo cosa poteva piacerti e allora… ho fatto un po’ di tutto… - un po’ esagerato?! Davanti a me c’era un pasto per almeno 20 persone! Ed ecco che il senso di colpa si abbatté su di me.
- Mi dispiace… avrai sgobbato sui fornelli per tutta la nottata! –
- O, tesoro, non devi preoccuparti. Sai, mi mancava così tanto cucinare che mi sono lasciata prendere un po’ la mano… - disse imbarazzata e, come per non cambiare, ecco il commento di Emmett.
- Solo un po’, mamma? Bella, immagina che per staccarla dai fornelli ho dovuto prenderla in braccio! – dichiarò ridendo. Mi era sembrato strano che ancora non avesse fatto una delle sue battutine. Mi girai verso Esme che guardava in cagnesco suo figlio, se avesse potuto sarebbe stata un peperoncino.
- Grazie, ma non ce n’era bisogno, davvero –
- Grazie al cielo Bella! Ti giuro che non sarei riuscito a trovare un altro modo per non farla cucinare, stanotte per poco non mi lanciava dalla finestra! –
- Emmett! – disse Esme, lanciandogli un piatto in faccia. Incominciarono così a correre per tutta la casa, Emmett per scappare dalla furia della mamma ed Esme per picchiarlo con una cucchiarella (come se poi gli facesse qualcosa!). Non riuscì a trattenermi e di conseguenza scoppiai a ridere, seguita subito dagli altri. Con un sospiro mi sedetti a tavola ed iniziai a mangiare. Cosa stranissima, dopo il terzo boccone non successe niente. “Meno male!”. Ma non appena pensai l’ultima lettera ecco arrivare un coniato di vomito.
- Bella, tutto bene? – mi chiese Alice che si era seduta affianco a me.
- Scusa Alice, dov’è il bagno? – dissi velocemente, alzandomi ed avviandomi nel salotto.
- Lungo il corridoio, la prima porta a destra! – maledetta me e i miei stupidi pensieri! Ma dico non potevo starmene zitta ancora un po’?! Non so come, ma mentre vomitavo l’anima, mi accorsi di una mano che mi sorreggeva i capelli. In un attimo di pausa alzai lo sguardo, e mi ritrovai specchiata in due occhi dorati che esprimevano niente più che preoccupazione, nulla a che vedere con lo sguardo carico d’odio che aveva la sera prima. Pensando che avevo finito, con delicatezza mi fece sedere a terra, ma, dato che qualcuno lassù c’è l’aveva a morte con me, feci la cosa più imbarazzante di tutta la mia vita.
Oddio non potevo crederci! Avevo vomitato addosso ad Edward! Per favore qualcuno mi dia una pala che io comincio a scavare immediatamente! Cavolo, ma perché non potevo sprofondare nella terra?!?!
- O dio mio! Scusami Edward! – dissi portandomi le mani sulla bocca e guardando il petto di Edward tutto sporco.
- Non fa niente Bella, ma credo che dovrei andare a cambiarmi prima che mi veda Emmett, se no non mi lascerà stare fino alla fine dei suoi giorni… e un vampiro ha una vita molto lunga – disse facendomi un occhiolino, per poi scomparire dalla mia vista. Sentivo ancora il fantasma della sua risata nell’aria. Ancora shockata non mi accorsi nemmeno che in bagno erano arrivate Esme e Alice.
- Scusami, Bella. È da tempo che non cucinavo… avrò sbagliato qualcosa… forse ho utilizzato degli ingredienti a cui tu sei allergica… mi dispiace tantissimo… io… - disse porgendomi un fazzoletto.
- Esme, non preoccuparti, non sei stata tu. Anzi quello che hai cucinato era squisito, ma vedi io sono incinta e purtroppo questo è uno degli effetti collaterali – la rassicurai con un sorriso sincero, dopo essermi pulita la bocca.
- Ehm… avete uno spazzolino? – aggiunsi imbarazzata.
- Si, certo. Ecco tieni Bella. Dovrò fare una bella ramanzina ad Edward… lasciare così una povera fanciulla in difficoltà! Non si comportano così i gentiluomini! – appena aggiunse le ultime cose, sputai tutta l’acqua che avevo immesso nella bocca per sciacquare i denti. Ecco ora doveva pure sorbirsi una ramanzina per colpa mia!
- Ehm… credo che se ne sia andato per colpa mia… davvero non c’è bisogno che lo sgridi per me… - biascicai, orami arrivata al culmine dell’imbarazzo.
- No, Bella. Mamma ha ragione, non avrei dovuto lasciarti senza averti aiutato. Scusa il mio imperdonabile comportamento – disse Edward facendomi l’occhiolino. Dio com’era bello. Non sarei mai riuscita ad abituarmi a tanta bellezza.
- Non… non devi scusarti di nulla… anzi scusa tu per quel… quel piccolo inconveniente… - risposi balbettando, ancora stralunata dalla sua sublime figura.
- No, no, no. Siete voi che non dovete scusarvi! Anzi per sdebitarmi, la prego di accettarmi come suo accompagnatore fino alla sua dimora, mademoiselle – disse.
- O… okay… - non so nemmeno io come feci a dirlo. Stupido vampiro del novecento! Come faceva ogni volta ad abbagliarmi così?
- Ma come Bella, già te ne vai? – disse triste Alice.
- Scusami Alice, ma veramente devo andare… sai devo fare i preparativi – le dissi con un sorriso tirato che subito svanì, lasciando posto al malumore. Come se fossimo state una sola cosa, anche il suo volto si rattristò e di slancio mi strinse a se.
- Beh… allora buona fortuna. Ci vediamo stasera… perché verrai, vero? – come facevo a dirle di no? Ma cavolo, era un vizio di famiglia allora!
- Va bene! – dissi, per poi far roteare gli occhi all’insù quando Alice incominciò a saltellare per tutta la casa. All’improvviso mi sentì sollevare da terra.
- Edward, riesco ancora a camminare – non che quel contatto mi diede fastidio, specifichiamo!
- No, no, una dolce donzelletta nelle vostre condizioni non deve sforzarsi! – disse, ed io (non per approfittarne, per carità!), ridendo, appoggiai la testa alla sua spalla, ispirando il suo buonissimo profumo. Ah, quanto l’amavo.
- Bene, messere. Allora mi accompagni a casa sul vostro crocchio – gli risposi, facendolo ridere ancora di più. Dopo aver salutato tutti, mi accompagnò alla macchina, dove mi posizionò delicatamente sul sedile del passeggero. In un attimo mi fu accanto e partimmo sgommando. Nel tragitto verso casa, ci fu un silenzio tombale. Io di sicuro non avrei incominciato una discussione! Di figuracce già ne avevo fatte abbastanza per quel giorno! Per fortuna, forse anche per via della sua guida spericolata (ma forse, è!), in una decina di minuti arrivammo a casa. Mentre mi accingevo a scendere, ecco di nuovo che quelle braccia diafane mi avvolsero stringendomi e avvicinandomi al suo petto.
- Ma allora non vuoi proprio capire! Fin quando ci sarò io nei paraggi non camminerai! – disse in modo solenne.
- Così perderò l’uso delle gambe – mi lamentai facendo il musino triste.
- Beh… questa è una possibilità da non scartare… - mi rispose. Ridendo gli diedi uno scappellotto dietro la testa.
- Ehi! Ok, ok. Ora ti metto giù! – aggiunse ridendo.
- Ma non vale, sono davanti alla porta! – davanti al suo viso d’angioletto non seppi resistere e gli risi in faccia.
- Ehi! – esclamò irritato, girandosi verso la macchina.
- Ok, scusami, ora la smetto… - ma purtroppo non ci riuscì e continuai a ridere. Lui arrabbiato si avviò alla macchina. Stupido orgoglio maschile.
- Aspetta. Ehm… vuoi entrare? – stupita dalla mia stessa domanda, lo guardai, sperando in una risposta affermativa.
- Ehm… certo! – si vedeva lontano un miglio che era imbarazzatissimo. Da brava proprietaria di casa, lo guidai fino al salotto.
- Aspetta un attimo qui. Vado a prendere il cellulare… sai dovrei chiamare a… -
- Non preoccuparti, vai pure – mi interruppe, con un sorriso. Salì di corsa le scale fino ad entrare nella mia camera per prendere il telefonino posto sulla scrivania. Digitai il numero e, come previsto, mi rispose la segreteria telefonica. Tentando il tutto per tutto lasciai un messaggio, sperando che quel cellulare lo avesse ancora lei.
- Ehm… Michelle, sono io Bella, forse non ti ricorderai nemmeno di me, ma avrei bisogno dell’aiuto dei ribelli… al momento mi trovo a Forks… ti prego ho urgente bisogno di voi… ciao, Bella – rassegnata scesi per andare da Edward, che trovai ad ammirare la mia chitarra.
- Nessuna risposta… - dissi per spezzare il ghiaccio.
- Non sapevo che suonassi la chitarra… - ottimo, non mi aveva nemmeno ascoltata.
- Beh, suonare è un parolone, so fare un paio di canzoni, ma nulla di più… -
- Posso sentirle? – quella domanda mi spiazzò. Non avevo più suonato da quel giorno…
- Beh… ecco… io… - non sapevo che dirgli.
- Oh, non preoccuparti se non vuoi… sai io suono il pianoforte, e ti capisco… anche io suono solo davanti a certe persone – sussurrò. Non riuscivo a vederlo così triste… ecco che ci ero cascata di nuovo! Beh, ormai ci dovevo fare l’abitudine!
- Okay… - dissi avvicinandomi a lui per prendere la chitarra.
- Che vuoi fare? – chiese preoccupato.
- Di sicuro non dartela in testa – aggiunsi ridendo e sedendomi sul divano. Con una mano lo invitai a fare altrettanto.
- Dai siediti. Voglio solo suonare – così mi assecondò avvicinandosi a me. Questa vicinanza di sicuro non mi faceva bene. Presi un bel respiro e iniziai a suonare. Le note di una delle canzoni di Dè Andre inondarono la stanza, colpendomi in pieno, trasportando con loro mille emozioni. Involontariamente una lacrima scivolò dai miei occhi, ma ebbe vita breve, dato che Edward, vedendola, l’aveva scacciata con un dito, fermando la mano sul mio volto. Mille scariche elettriche mi attraversarono il corpo e con lo sguardo scattai verso di lui, mentre le mani mi abbandonarono facendomi stonare e facendolo ridere.
- Beh, devo ammettere che un po’ avevi ragione. Questo non si può definire suonare, specialmente ascoltando il finale – disse sghignazzando. Con questa affermazione aveva seriamente rischiato che la chitarra, accidentalmente, gli finisse in testa. In un momento di lucidità però mi ero resa conto che non dovevo rompere una cosa così importante per me… però di sopra avevo un pianoforte… chissà se ora che ero umana sarei riuscita ad alzarlo per lanciarglielo addosso… no, non ci sarei riuscita... ma sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto non appena fossi stata capace di ritrasformarmi. Un sorriso malefico mi spuntò sul volto, disorientandolo. Era stupendo essere l’unica persona di cui non riusciva a leggere nella mente. Ripensando al mio piano malvagio, una morbosa curiosità mi invase. Chissà come suonava… e chissà se avrebbe suonato davanti a me…
- Vieni – gli dissi prendendolo per la mano e conducendolo al terzo piano.
- Ehm… scusa, non te l’ho nemmeno chiesto… ma, ecco… mi chiedevo se… se ti andava di suonare per me – chiesi esitante. Vidi il suo sguardo vagare per la stanza, per poi fermarsi sull’elegante figura del pianoforte, stupito. Stavolta fu lui a condurre, portandomi sullo sgabello al suo fianco. Con estrema lentezza e delicatezza, come se fosse fatto di cristallo, alzò il copritasti del piano e, con altrettanta cura, le sue dita affusolate, iniziarono a sfiorare i tasti, producendo melodie stupende, tra le quali riconobbi Debussy. Quando smise di suonare la mia vista era appanata, tante erano le lacrime che avevo versato. Come prima, anche in quel momento, mi asciugò il viso, prendendolo tra le mani e avvicinandolo al suo. Quando ormai mancavano pochi centimetri a dividerci, scattò in piedi, allontanandosi da me. Fu solo dopo pochi secondi che, rivolto verso il muro, cominciò a parlare.
- Bella… io… io non c’è la faccio più, devo dirtelo. Io… io ti amo. Dalla prima volta che ti ho visto, dal primo sguardo che ci siamo scambiati, dalla prima volta che ho sentito la tua voce. Ti amo. È come se fossi nato solo per te, per amarti. So di essere un mostro, e ti capirò se non mi vorrai più vedere. Io… - di scatto mi avvicinai e gli posai un dito sulle labbra.
- Shh… Edward… io… io non so che dire… - sussurrai sconvolta.
- Ti prego, dì solo la verità, anche se con quella mi farai soffrire dilla, preferisco così a posta che essere illuso di nuovo da te – quelle parole mi ferirono. Ora capivo perché quell’odio della sera prima. Io gli avevo mentito, e lui ora mi odiava.
- Allora è per questo che mi odi… - sussurrai abbassando lo sguardo. Prontamente scostò il mio dito, che era ancora posato sulle sue labbra, e mi prese il volto con una mano, costringendomi a guardarlo negli occhi.
- Bella, non potrei mai odiarti! Cosa ti ha fatto penare questo? – disse, senza alcuna traccia di smentimento verso le parole appena affermate.
- Ieri… ieri, quando te ne sei andato, mi hai guardato e non provare a dire di no! Si vedeva lontano un miglio che il tuo sguardo era ricco d’odio – singhiozzai.
- Oh, Bella – disse abbracciandomi.
- Ti ripeto che non potrei mai odiarti. Io ti amo… -
- Ma ieri… -
- Ieri ero arrabbiato con me stesso! Bella sono un mostro che ha condannato la vita della donna che ama. Mi faccio schifo da solo. Più che altro sei tu che dovresti odiarmi. È questo quello che provi per me? Mi odi? – come poteva anche solo minimamente pensare a una cosa del genere?
- No! – urlai scostandomi e facendolo sussultare.
- Edward, come puoi pensare una cosa del genere? Io… io… io ti amo Edward Cullen – ecco, finalmente l’avevo detto.
- Tu… tu mi ami? – chiese sconvolto.
- Si, stupido vampiro! – risposi avvicinandomi.
- Ti prego ripetilo… - sussurrò.
- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo… - con un bacio bloccò le mie parole, ma non smisi mai di sussurrarglielo. Ogni volta che mi staccavo per respirare glielo dicevo, e lui prontamente mi rispondeva. Ormai la stanza era intrisa dal nostro sentimento che, con nuove note, aveva dato vita ad una nuova melodia.


---
Ringrazio _Hilary_ e yuuky_love per aver recensito :).
DANYMARIE per aver messo la storia tra le preferite e yuuky_love per volerla mettere :).
alice91, cuoricina1996, DANYMARIE, iaia_twl, josy Cullen, luna2, milkywa2, UAUI84 e yuuky_love per aver messo la storia tra le seguite :).
Vostra,
_M e l_

   
 
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