“Avete
fatto cosa? Ma siete impazziti?”
Keira
guardò James e Sirius come se…no,
perché di stupiva?
Non
erano sempre stati dei veri e propri pazzi?
Rise,
le lacrime agli occhi, gettando la testa all’indietro e
liberandosi di tutta
quell’ansia che aveva accumulato in quegli ultimi tempi.
“Volevamo
torturarlo un altro po’…avevamo un sacco di idee
per una lunga e tormentata
persecuzione, ma…”iniziò Sirius.
“Abbiamo
pensato di farla finita in fretta! Avresti dovuto vedere la sua faccia!
Era…era
pazzesca!”
Gli
occhi color nocciola di James brillavano di felicità e si
ritrovarono a
scambiare uno sguardo con quelli di Sirius.
“Riesci
a sentirne l’energia? Keira, sentila. Chiudi gli occhi ed
assaporala. Cosa
pensi che accadrà se ci provi?”
“Cadrò.
Cadrò sicuramente. Non la monto da anni e sono arrugginita.
Parecchio
arrugginita. Non ricordo neanche le regole del gioco!”
“Allora,
la Pluffa è questa palla rossa. I cacciatori, che sono tre,
se la lanciano e
cercano di centrare uno dei cerchi che il portiere difende. Ci sono due
Bolidi,
che hanno il compito di disarcionare i giocatori ed i battitori, che
sono due,
hanno il compito di mandarli via e di colpirli con la loro mazza. Il
cercatore
ha il compito di prendere il Boccino D’oro e così
la partita è conclusa. Vince
chi fa più punti.”spiegò James, in
fretta.
Era
circa mezz’ora che cercava di convincere Keira a salire sulla
scopa e volare.
La
ragazza era riuscita a salire, ma non aveva ancora il coraggio di darsi
lo slancio
e innalzarsi.
Stringeva
così forte il manico da rischiare di romperlo.
Sirius
ed Harry volavano in cerchio accanto a lei ed a James, ancora a terra.
“Andiamo.
Non c’è nulla da temere.”la
rassicurò Sirius e le tese la mano, ma la ragazza
scosse il capo e si strinse più forte.
Erano
nel giardino di casa, in un caldo pomeriggio.
Keira
lanciò uno sguardo a Lily che si godeva la scena, seduta sul
dondolo.
“Vengo,
se sale anche Lily sulla scopa.”
Lily
sbarrò gli occhi.
Salire
su una scopa?
“Non
ne sono capace!”
“Moglie
di un campione di Quidditch ed incapace di salire su un manico di
scopa.”disse
James, prendendola in giro e ricevette un’occhiataccia.
Lily
sospirò.
Se
era l’unico modo per tranquillizzare Keira…
Lily
detestava volare, o meglio, non le piaceva volare da sola.
Se
in compagnia di James, andava benissimo, ma non si sentiva sicura da
sola.
Sospirò
e si diede la spinta con i piedi, sollevandosi dal terreno.
La
brezza calda dell’estate le scompigliò i capelli,
legati a coda, ed osservò
Keira con un’espressione che sperava fosse rassicurante.
“Paura
di volare?”bisbigliò Harry.
Lily
annuì.
“Un
po’.”
Keira
si rassegnò a darsi la spinta, sempre stringendo con forza
la scopa.
La
brezza le accarezzò il viso e sentì la familiare
sensazione d’eccitazione mista
a paura che la prendeva ogni volta che le capitava di volare.
E
non volava da quasi 20 anni, ormai.
Aveva
dimenticato l’emozione di salire sempre più su, di
fondersi con il cielo, di
muoversi tra le nuvole…
Era
una sensazione fantastica, di pura libertà.
Bastò
pochissimo per riabituarsi a volare e stupì tutti iniziando
a fare giravolte e
volare sempre più su.
Con
un sorriso Sirius inclinò la sua scopa e la raggiunse.
“Non
era così male, visto? Ti devi solo
riabituare…”
“E’
bellissimo.”ammise lei, le guance rosse per
l’eccitazione.
I
capelli, tornati del colore naturale, castano, le svolazzavano attorno
al viso
e lei rideva.
Si
sentiva benissimo, nonostante il timore iniziale.
Aveva
rifiutato la magia nella sua vita per così tanto tempo che
vedere Lily, James,
Harry e gli altri usarla così spensieratamente
l’aveva messa un po’ a disagio.
Era
molto arrugginita anche con i semplici incantesimi e la sua bacchetta
l’aveva
quasi distrutta anni fa in un momento di rabbia e non sapeva che fine
avesse
fatto.
Doveva
procurarsene un’altra a e imparare di nuovo tutti gli
incantesimi più
importanti.
Amava
il mondo babbano, ma ora che aveva rivisto il suo vecchio mondo, quello
magico,
sentiva di non poterne fare più a meno.
Soprattutto
non riusciva a fare a meno di Sirius, che volava accanto a lei, i
capelli
scuri, leggermente brizzolati, scompigliati dalla brezza calda e gli
occhi
brillanti.
Si
vedeva quanto fosse felice e dopo tutto quello che aveva passato e
sofferto,
aveva il diritto di esserlo.
E
lei voleva renderlo felice.
Ora
che s’erano ritrovati non aveva intenzione di lasciarlo
andare.
Ma
il suo tour vedeva Londra come tappa, ma ne prevedeva anche molte
altre,
lontane da lì.
Sarebbe
dovuta andare via, allontanarsi dai suoi amici che solo pochi giorni fa
aveva
ritrovato…
“Stai
bene? Ehi? C’è qualcuno in casa?”
Keira
sussultò e per poco non cadde dalla scopa quando Sirius le
sventolò una mano
dinanzi al viso.
Si
riscosse dai suoi pensieri e si raddrizzò sul manico.
“S-sì.”
“Cos’è
successo? A cosa stavi pensando?”
Keira
era fin troppo pensierosa.
“Al
tour.”ammise lei.
Planarono
dolcemente in un campo, scendendo dalle scope.
Sirius
la guardava, incuriosito.
Il
tour?
Perché
la turbava tanto?
La
conosceva bene, ed anche se non si vedevano da anni, era in grado di
capire quando
qualcosa non andava.
Come
in quel momento.
“Ed
allora?”
“Mi
porterà lontano da qui, Sirius. La prossima tappa
è tra una settimana e sarà a
Los Angeles.”
Sirius
sgranò gli occhi, stupito.
Los
Angeles?
Così
lontano?
“E
non vuoi lasciarci così
presto.”indovinò.
“Giusto.”
Keira
iniziò a passeggiare per il parco, semi-deserto.
Essendo
un villaggio di maghi, nessuno s’era stupito di vederli
spuntare dall’alto a
cavallo di manici di scopa.
La
ragazza aveva un’espressione triste,
“Ci
sono le scope, la Polvere Volante, la Materializzazione per andare da
un posto
all’altro. Ci vedremo sicuramente, non è un
problema.”
“Lo
è per me! Non voglio separarmi da voi così
presto, Sirius! Non sono in grado di
smaterializzarmi, la mia bacchetta è chissà
dove…sono come un undicenne che
appena scoperto di essere una strega e che non sa dove mettere le
mani!”
Keira
si passò una mano tra i capelli, nervosamente.
Sentiva
lo stomaco stringersi in una morsa al pensiero di doversi separare dai
suoi
amici.
Aveva
vissuto con loro per quasi una settimana, in una sorta di limbo di
felicità,
aveva riscoperto il suono della risata di Lily, i battibecchi e gli
scherzi di
Sirius e James, la dolcezza e la simpatia di Dora e Remus,
l’amore di Sirius,
aveva imparato a conoscere Harry, così simile a suo padre,
eppure per tanti
versi così differente…
E
non era pronta a rinunciare a tutto questo e si chiese se lo sarebbe
mai stata.
Sentì
le lacrime farsi strada e prima che potesse rendersene conto si
ritrovò tra le
braccia di Sirius.
Il
giovane la guardava con affetto e la strinse a sé,
carezzandole i capelli
scuri.
“So
che non vuoi allontanarti da noi, ma potremo sempre vederci ed appena
imparerai
a smaterializzarti, verrai tutte le volte che vorrai. Keira, questa
è casa tua.
Noi siamo la tua casa e non ti lasceremo solo perché devi
andare in tour.”le
promise con affetto.
Ispirò
il profumo dei suoi capelli, le sfiorò la pelle liscia,
abbracciandola.
Quanto
gli era mancata!
Prima
non se n’era mai reso conto appieno, ma ora…
Averla
sempre accanto a sé era stato magico, davvero incredibile e
la prospettiva di
lasciarla andare, anche solo per un tour ed essere limitati dalle
distanze, con
o senza l’aiuto della magia, non gli andava affatto bene.
“Vieni
via con me.”disse lei d’un tratto.
Non
seppe cosa la spinse a dirlo, ma tacque subito dopo.
Sirius
si staccò piano da Keira e la guardò.
“Cosa?
Venire via?”
Keira
scosse immediatamente il capo.
“Scusa,
non avrei dovuto dire nulla! Qui hai il tuo lavoro, la tua casa, la tua
famiglia…non…scusami, ho detto una cosa
stupida.”
Keira
fece per allontanarsi, il cuore di piombo, ma Sirius la prese per un
braccio.
Era
rimasto perplesso alla sua richiesta.
Andare
via da Godric’s Hollow?
Non
c’aveva mai pensato prima d’ora.
Era
l’unico posto stabile in cui avesse mai vissuto dopo anni ed
anni di prigione
ad Azkaban e di vagabondaggio.
Era
la sua casa, un rifugio sicuro, con Lily, James ed Harry e tutti gli
altri.
Ed
ora Keira gli chiedeva di venire via con lui.
Guardò
la donna di fronte a sé.
Era
la sua Keira.
La
ragazza diciassettenne che l’aveva travolto con la sua
testardaggine, simpatia
ed irruenza durante l’ultimo anno ad Hogwarts, la giovane con
cui aveva
condiviso le sue più intense esperienze d’amore,
di passione, di paura…aveva
vissuto con lei per quasi tre anni, prima della morte dei loro migliori
amici,
quando tutto era stato stravolto.
Ed
ora era lì, di fronte a lui, invecchiata leggermente,
più seria e malinconica,
ma sempre la sua donna.
“D’accordo.
Verrò via con te.”le promise, prima di chinarsi su
di lei e baciarla con
passione.
Lasciò
che le loro labbra si sfiorassero dolcemente per un po’ prima
di approfondire
il bacio e lasciare che le loro lingue s’intrecciassero e
danzassero nelle loro
bocche.
Sirius
accompagnò Keira nell’ufficio di registrazione,
rimanendo ad ascoltarla
cantare.
La
voce riempiva l’abitacolo ed era dolce e potente come se la
ricordava.
Di
colpo fu sommerso dai ricordi di tutte le loro prove nella Stanza delle
Necessità, di tutte le volte in cui l’aveva
aiutata a comporre un brano od
aveva cantato con lei, del saggio di fine anno…
Ogni
canzone scritta durante il loro periodo ad Hogwarts ricordava i loro
sentimenti
di quel momento: la paura, l’agitazione per la guerra che
imperversava, il
bisogno di sostenersi l’un l’altro, nonostante le
differenze, nonostante le
lontananze…le loro amicizie erano cambiate nel corso del
tempo, i vecchi amici
di Hogwarts erano cambiati, erano scappati, per timore, per
vigliaccheria…
Sirius
ricordava bene la paura di quei momenti in cui nessun posto sembrava
sicuro.
Ricordava
James che tentava di sdrammatizzare con delle battute ogni situazione,
ma lui,
Sirius, era l’unico a vedere quanto fosse teso il suo volto
quando si perdeva
nei suoi pensieri, mentre osservava il fuoco del camino della casa di
Grifondoro spegnersi o quando stringeva i suoi amici.
Tutto
ora era diverso.
C’era
ancora agitazione perché molti Mangiamorte erano a piede
libero e tutti
volevano vendicarsi su Harry per aver ucciso Voldemort, ma finalmente
la paura
si stava dissolvendo.
Udì
Keira finire la sua canzone e si riscosse dai suoi pensieri.
Keira
si tolse le cuffie ed il microfono e lo raggiunse fuori dallo studio.
“Non
capisco perché usi questi attrezzi babbani per poter
registrare o cantare. Sei una
strega, no? Usa la magia.”
“Se
mi ricordassi come si fa…”
“Ah,
ora vuoi riprendere ad usarla?”
Sirius
ridacchiò.
Keira
s’era impuntata a non voler usare la magia per nulla prima
d’allora.
Lei
rise.
“Sì,
ora voglio usarla!”
Le
sembrava un’ottima idea, anche se era difficile ricominciare
tutto daccapo.
“Qualche
incantesimo lo ricordo, ma ho bisogno di una nuova bacchetta. Devo
andare da
Olivander.”
Sirius
sorrise.
Era
come seguire una scolaretta ai suoi primi passi nel mondo della magia.
Quella
sera Molly aveva invitato tutti a cenare da loro ed il giardino dei
Weasley era
ancora più confusionario e schiamazzante del solito.
La
famiglia Weasley al completo, più Fleur e la famiglia Lupin,
Potter, Sirius e
Keira affollavano il gigantesco tavolo.
Era
una serata splendida, rinfrescata da una brezza lieve.
Hermione
e Ginny, ed anche la signora Weasley a dirla tutta, non
s’erano ancora abituate
ad avere con loro Keira che era una vera e propria celebrità
nei due mondi,
babbano e magico.
L’ascoltavano
incantate mentre parlava ed arrossivano come scolarette di fronte al
loro idolo
se lei rivolgeva lo sguardo verso di loro.
D’altro
canto anche Keira si sentiva un po’ strana a stare con tutte
quelle persone.
Non
era affatto abituata ad essere circondata da amici.
Era
spesso circondata da persone, ma facevano parte del suo staff, erano il
suo
manager, la sua truccatrice Iolanda…mentre loro erano
semplicemente tutti amici.
“Dimmi,
dov’è la prossima tappa del tour?”chiese
Hermione, interessata.
“A
Los Angeles. Tra una settimana.”
Tutti
si voltarono a guardarla, soprattutto Lily e James.
“Cosa?
Te ne devi andare via così
presto?”esclamò Lily. “Ma non puoi! Sei
appena
arrivata! Non puoi rimandare?”
Keira
scosse il capo tristemente.
Tutti
l’osservavano, in attesa che parlasse.
“Non
posso, purtroppo. È già una fortuna avere avuto
la possibilità di fare questo
tour, non posso rimandare oltre.”ammise.
Gli
dispiaceva separarsi da loro.
Era
scappata per così tanto tempo e la musica, i viaggi, i
concerti erano stati dei
modi per fuggire.
Ma
ora che aveva trovato stabilità doveva andarsene di nuovo e
non voleva.
“Ti
insegneremo di nuovo tutto sulla magia, sui viaggi con la Polvere
Volante e
tutto il resto e ci manterremo in comunicazione. Mi hai detto che il
tour
finisce tra un paio di mesi, no?”disse Lily, allegra.
Non
aveva molta voglia di separarsi dalla sua migliore amica, ma non era
neanche
giusto costringerla a rimanere.
“Non
puoi farti accompagnare e tornare qui?”chiese Ginny.
Fu
Hermione a rispondere.
“Lei
fa concerti anche per i Babbani. Come giustificherebbe
l’apparire ed il
riapparire da un posto all’altro? E poi è
difficile. C’è il rischio che
qualcuno scopra della magia e via dicendo.”
Keira
annuì gravemente.
“Avevo
chiesto a Sirius di accompagnarmi in questi ultimi due
mesi.”rivelò,
incautamente.
Cadde
il silenzio.
James
la guardò, tacendo.
Sirius?
Lanciò
uno sguardo al fratello che non guardava nella sua stessa direzione.
“Ti
avrà detto di no, immagino.”mormorò
James e solo allora Sirius lo guardò.
“Veramente
le ho detto di sì, Jamie.”
“Ah.”fu
il solo commento di James che rivolse lo sguardo al suo piatto.
Due
mesi.
Sirius
voleva andarsene?
Anche
Lily, Harry e Remus guardarono Sirius.
Aveva
davvero deciso di accompagnare Keira nel tour?
Per
due mesi?
“Vuoi
andartene?”
La
domanda di Harry scombussolò Sirius che alzò lo
sguardo verso quegli occhi
verdi.
Vi
lesse rabbia, frustrazione.
Dannazione,
Sirius era appena tornato e già voleva andarsene? Per quella
donna?
“Harry,
io…”iniziò, ma il ragazzo
rifiutò di ascoltarlo, voltando il capo verso
l’altro
lato.
Sentiva
un peso sul cuore.
Anche
James evitava il suo sguardo, ma Sirius sapeva che avrebbe riservato la
sfuriata a più tardi.
Lo
conosceva troppo bene per non capire quanto la semplice decisione di
allontanarsi per Keira l’avrebbe ferito.
Lo
conosceva da tutta la sua vita e non erano mai stati separati, se non
quando
James era morto.
“Non
posso credere che tu le abbia detto di sì! Non me ne hai
neanche fatto parola!”esclamò
James, chiudendo la porta del salotto e voltandosi verso Sirius come
una furia.
Non
riusciva a crederci!
“Che
cosa avrei dovuto dire, James? Era così afflitta al pensiero
di doversene
andare che…”
“Hai
deciso di andartene anche tu dall’altro capo del mondo? Per
due mesi?”
“Se
si fosse trattato di te e di Lily cosa avresti
fatto?”gridò anche Sirius.
“Io
non avrei lasciato la mia famiglia, dopo essere appena tornato dalla
morte, per
spassarmela con la prima ex che mi si presenta alla porta!”
James
tacque, rendendosi conto di essersi spinto un po’ oltre.
“Tu
non vuoi che me ne vada.”disse Sirius, calmandosi, dopo un
attimo di silenzio.
Incrociò
gli occhi color nocciola dell’amico che non rispose, ma era
scontato.
“No,
lo sai benissimo.”ammise. “Qui
c’è la tua casa, la tua famiglia, i tuoi
amici…so
che la ami, ma vuoi davvero andartene da qui?”
“Sono
fuggito da Azkaban, credi che non me la sappia cavare
oltreoceano?”
“No,
voglio solo dirti che non sono d’accordo che tu te ne vada. E
puoi stare certo
che neanche Harry lo sarà.”
Sirius
guardò James, gli occhi serrati.
“Non
puoi mettermelo contro!”
“Non
voglio farlo, ma hai visto come ha reagito oggi quando ha saputo che te
ne
andavi!
Dannazione,
se non vuoi farlo per noi amici, farlo per lui! Sei morto davanti ai
suoi
occhi, sei tornato da pochissimo e state sempre insieme…come
pensi che reagirà
se tu te ne andrai?”
Sirius
tacque.
Davvero
non sapeva cosa dire.
Finalmente sono tornata!!!!!
Spero che vi piaccia questo capitolo e prometto (spero) di essere molto più presente d'ora in poi!