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Autore: Grouper    27/08/2011    5 recensioni
Harry cominciò il suo assolo verso la fine della canzone; già troppi sguardi erano stati scambiati tra i due, ma in quel momento la cosa diventò ovvia: quelle parole erano rivolte a lei, a lei soltanto. La spalla che l'aveva sostenuta durante tutto questo tempo, i riccioli con cui aveva giocato tante sere, gli occhi in cui poteva sempre rifugiarsi e la voce avvolgente che le dava la sicurezza per andare avanti... tutto ciò si tramutò in un incubo: per Harry era tutta una farsa per poter arrivare a qualcosa di più che un'amicizia, amicizia che per Vittoria era la cosa più bella che potesse esserle capitata.
Il suo cuore traboccava d'ansia e panico, e gli occhi ne erano la limpida riflessione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vittoria tirò un sospirone appena varcò la soglia della scuola. Stringeva forte la borsa per scaricare l'ansia che cominciava a salire più i passi aumentavano; quella scuola racchiudeva troppi ricordi che non riuscivano ad abbandonare la testa di Vittoria per un solo secondo. Chiuse gli occhi per un attimo, fece un altro respiro e cominciò a farsi strada tra i corridoi affollati;nessuno sembrava darle attenzioni: la pancia cominciò a svuotarsi di tutta l'ansia e il peso accumulati in neanche un minuto. Più lucida di prima si avviò verso il suo armadietto e con tutta tranquillità -solo per non dare nell'occhio- cominciò a svuotare la borsa di tutto il peso che si protava dietro e a riempire quel buco di metallo con ogni tipo di cianfrusaglia avesse con sè oltre ad un mucchio di libri. Piano piano ogni cosa cominciò a prendere posto: attaccò un piccolo calendario sulla parte interiore dello sportello, insieme ad un mucchio di foto di viaggi passati, fatti con la sua allora intatta famiglia. Cominciò a fissare quelle foto intensamente: il sorriso di sua madre mentre abbracciava una piccola Vittoria di soli 8 anni davanti al Colosseo, e i suoi occhi verdi le riempirono lo stomaco di nostalgia e di strane sensazioni. Se non fosse stata così brava ad evitare di piangere in pubblico, quello sarebbe stato uno di quei momenti in cui gli occhi cominciano a gonfiarsi lentamente e la gola a inasprirsi, ma non accadde.
Scrollò la testa e finì di appendere le ultime cose dov'era rimasto un pò di spazio, prese quelle due cose che le sarebbero servite per le prime due classi e chiuse l'armadietto in modo deciso pronta ad avviarsi, come un gong stabilisce l'inizio di uno scontro: Vittoria contro tutti. Tuttavia, non riuscì a muoversi immediatamente: restò per qualche secondo immobile a guardare davanti a sè la gente che passava sorridente in preda alle chiacchiere pettegole dell'ultimo momento; stava per andarsene quando sentì un colpo di tosse provenire dalla sua sinistra e si voltò di scatto, convinta che quella persona si stesse rivolgendo a lei. Le si aprì davanti un volto nuovo, sconosciuto: con il fare da -finto- impacciato e imbarazzato, un ragazzo dai riccioli castani e gli occhi chiari si aprì in un timido sorriso. " Scusami, sto cercando l'armadietto B25, sai per caso dirmi dov'è? " La sua voce era sorprendentemente bassa ma pur sempre giovanile: aveva un non so che di rassicurante e pacato, anche se il tono con cui aveva posto la domanda non era dei più imbarazzati o impacciato, ma bensì di uno che sapeva quello che stesse facendo, Vittoria non ci fece caso e in tono sarcastico disse " veramente ci sei davanti ! " .
Il ragazzo riccio si rivelò essere il vicino d'armadietto di Vittoria. " Ah, fantastico! Allora non mi ero perso come pensavo ... " disse con un altro sorriso, questa volta più sghembo e attraente. La ragazza ricambiò con una smorfia simile ad un sorriso, come se si fosse sentita in dovere di farlo. Stava per andare via quando il ragazzo prese nuovamente parola : " Di che anno sei? " , " Ultim'anno, fortunatamente!" rispose con finto entusiasmo Vittoria. "Ma davvero?" disse il riccio " Anch'io! Potrei chiederti un ultimo favore ? " chiese alzando le sopracciglia con fare supplichevole; Vittoria lo guardò di sbiego e annuì con la testa: " Non è che potresti dirmi dov'è la classe di Chimica dell'ultimo anno? " . Vittoria cominciò a pensare che quel gran bel pezzo di ragazzo fosse in realtà uno stalker: quella era in realtà la stessa classe che doveva frequentare la prima ora anche Vittoria; alzò gli occhi al cilo senza darlo troppo a vedere e disse girando i tacchi: " Sei fortunato, ci vado anche io. Vieni. "
Lei non lo potè vedere, ma il ragazzo fece un sorriso di compiacimento e la seguì in fretta e furia. " Mi chiamo Harry Styles! " a quelle parole Vittoria si voltò e con la solita espressione da presa in giro , sopracciglia alzate e finto sorriso esclamò " Fantastico! " e poi tornò immediatamente seria con lo sguardo rivolto in avanti. La maggior parte delle persone con una ragazza del genere avrebbero già perso le speranze e l'avrebbero mandata a quel paese, ma Harry la guardò con interesse e curiosità e sorridendo disse: " Ad Harry Styles farebbe piacere sapere il tuo nome " e dicendo così si mise di fronte al Vittoria. In quel momento la ragazza fece un sorriso spontaneo, anche questo curioso e interessato e mentre squadrava il volto e il sorrisetto di Harry con sguardo misterioso, disse: " Mi chiamo Vittoria, James è il mio cognome se per qualche motivo ti può interessare, ma non vedo come. " disse sempre con una piccola smorfia sulla bocca e schivando Harry che nel frattempo le si era piazzato davanti. " Certo che mi interessa: adesso posso aggiungerti su Facebook! " esclamò da più lontano il riccio mentre guardava Vittoria allontanarsi decisa da lui; lei si voltò e lo guardò non più sorridente, ma quasi ridendo. Si fermarono davanti alla porta di Chimica: per un paio di minuti Vittoria era riuscita a resettare il cervello, a fare completamente tabula rasa di tutte le preoccupazioni e le ansie con cui era venuta a scuola solo un quarto d'ora prima, ma ad un tratto tutto tornò come prima: nemmeno il sorriso di quel presunto Harry riuscì a distogliere i suoi pensieri da Mike, il ragazzo che intravedeva dal vetro squadrettato della porta. Cercò in tutti i modi di non pensare, e con finto interesse disse al riccio con tono scocciato: " Magnifico! Mi hai fatto perdere talmente tanto tempo che per colpa tua ora dovrò prendermi un posto in prima fila... Se va bene in seconda o in terza. Complimenti! " ma Harry le sorrise e le aprì la porta. 


Notaaaaaaaare bene: 
Non so se si era capito, ma in questa FF Harry non è famoso, è un ragazzo normalissimo. 
I One Direction esistono ( lo vedremo piùùùù avanti! ), ma lui - ovviamente -  non ne fa e non ne ha mai fatto parte. 
Dìn Dòn, arrivederci(: 
Spero vi sia piaciuto il capitolo, recensite e ditemi quello che ne pensate! 

  
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