Salve a tutti…
Questa settimana
ho finalmente deciso di aggiornare questa storia a discapito dell’altra… Mi è
un po’ dispiaciuto ma del resto era troppo tempo che veniva trascurata. E del
resto, chissà che non riesca a fare entrambe…
Non c’è altro da
aggiungere, direi, salvo le mie scuse anticipate per ogni eventuale errore
cronologico et incoerenza che vi prego di farmi notare onde porre tempestivo
rimedio. Per altro, sto lavorando –un po’ lentamente- alla correzione dei
capitoli precedenti che presto (si fa per dire…) verranno ripubblicati.
Divertitevi
suni
CAPITOLO 6
Un pomeriggio
qualunque di Felpato e Ramoso
“Per la barba di Merlino, che palle questi G.U.F.O.!!” sbotta Sirius
chiudendo di scatto il libro di Pozioni. La sua rumorosa esclamazione gli
attira addosso gli sguardi esasperati di buona parte degli studenti presenti in
biblioteca.
Remus leva per un attimo lo sguardo al cielo, con un sospiro.
“Manca meno di un mese agli esami, Sirius, e tu sei mostruosamente in
ritardo con il programma…” gli ricorda con un filo di severità.
“Posso cavarmela egregiamente in quasi tutte le materie, e…” iniziò lui
sulle difensive.
“Puoi strappare qualche Accettabile qua e là, sì, -concede Remus
scherzoso- ma per quanto riguarda Pozioni…” scuote lentamente la testa.
“Beh, non sono mica Mocciosus, che sforna un Eccellente dopo l’altro in
quell’orribile materia!!” scatta Sirius alzandosi e iniziando a raccogliere i
libri.
“Anche io prendo sempre Eccellente in Pozioni –replica
Remus risentito- ma non per questo… Ma dove stai andando?” chiede, mentre
Sirius si allontana.
“A cercare Ramoso… Sono stufo di fondermi il cervello” risponde Sirius
cupo, andandosene.
Remus fa spallucce e torna a concentrarsi su Aritmanzie: inutile
discutere con Sirius, è esattamente come fare a testate contro un muro. Gli
getta un’ultima occhiata mentre esce, e poi si immerge nello studio.
Io non so come cacchio fa Remus a stare sempre piegato sui libri…Per me
è fuori di testa. Considera Sirius
–momentaneamente dimentico delle innumerevoli giornate trascorse da Remus a
fare tutto fuorché studiare- entrando soprappensiero nella sala comune dei
Grifondoro e andando a sbattere contro qualcuno che ne stava uscendo.
“Che… Oh, buongiorno Evans!” brontola massaggiandosi la spalla contro
cui ha cozzato la testa della ragazza.
“Black… Dovevo aspettarmelo…” sibila lei lanciandogli un’occhiataccia
prima di uscire.
Sirius scrolla la testa e riprende a camminare verso il dormitorio.
Davvero non capisce cosa ci trovi Jim in quella. Per lui è semplicemente
insopportabile, perbenista e bacchettona. Sarà anche carina, ma Hogwarts è
piena di ragazzette con un bel sedere, e anche con un carattere un po’ meno
irritante.
Spalanca la porta della loro stanza per trovarla desolatamente vuota.
Non c’è nemmeno Frank.
Jim non sta studiando, visto che non era in biblioteca, e non sta
nemmeno perseguitando Lily Evans, dal momento che l’ha appena incrociata da
sola; perciò, escludendo che sia andato a tormentare l’Unticcio da solo,
rimangono solo un paio di posti in cui è probabile trovarlo: la cucina o il
campo di Quidditch… Stante che hanno pranzato –per la seconda volta- da poco
più di un’ora, Sirius afferra la propria scopa ed esce dal dormitorio di gran
carriera, precipitandosi giù per le scale. Un bel volo è quel che ci vuole per
scaricare la tensione accumulata in quei quaranta, lunghissimi minuti di
studio.
Si lancia attraverso l’atrio e sgomma appena in tempo per non franare
addosso al clan più insopportabile del castello, che stava appunto rientrando.
“Guarda guarda… Il signor Rinnegato…” commenta Lucius sprezzante.
“Levati dalle scatole, Malfoy…” ringhia lui al ragazzo, ostentatamente
fermo tra lui e la porta. Piton sogghigna appoggiandosi al muro, mentre
Narcissa lo fissa con disprezzo.
“Fa’ meno lo sbruffone, cugino” lo ammonisce con astio.
Ed ecco, a completare il bel quadretto, giungere dal giardino
nientemeno che la coppia più bieca e intollerabile del paese, quel criminale
schizofrenico di Rodolphus con quel pazzoide delirante che è suo fratello
Rastaban. Insieme a loro, neanche a dirlo, l’ombra dei Lestrange: Regulus.
“Oh, sant’ippogrifo…” borbotta Sirius depresso. Ci mancavano solo i
peggio Serpeverde al gran completo.
“Come mai sei solo, Black? –lo apostrofa Rodolphus con sufficienza- i
tuoi amichetti Zuccavuota e Secchioncello si sono stufati di te?”
“Infila la testa nel water, Lestrange, e tira l’acqua a ripetizione!!”
lo raggiunge alle spalle la voce irosa di James, prima che Sirius possa
rispondere.
“Attento a quel che dici, Potter, se non vuoi una lezione…” lo minaccia
Lucius avvicinandosi a lui.
“Sto tremando di paura, Malfoy, non si vede?” replica James duro.
“Faresti bene ad averne, Potter.. Le tue doti magiche sono così scarse
che avresti la peggio anche contro un neonato in fasce.” Osservo Rastaban con
sprezzo.
Regulus scoppia a ridere apparentemente deliziato, e per un attimo
Sirius prova l’impulso di fare a testate contro il muro più vicino.
“Non perdiamo tempo con questi due sfigati, non ne vale la pena…”
osserva teatralmente Narcissa con aria schifata, facendo per allontanarsi.
“Sfigato a chi, cugina? Se non erro sei tu quella che si è dovuta
fidanzare con un imbecille per avere un briciolo di considerazione…” replica
Sirius sarcastico.
La ragazza si ferma di scatto e gli rivolge uno sguardo carico d’odio.
“Prima o poi le pagherai tutte, le tue stronzate, Sirius…” sussurra
inviperita.
“Sono già terrorizzato… Perché non te ne vai ai servizi col tuo
amichetto e gli tieni compagnia mentre segue il consiglio di James?” replica
lui astioso.
Lucius estrae la bacchetta e gliela punta contro, mentre James fa
altrettanto con lei. Piton sembra sul punto di imitarli, e infila la mano sotto
il mantello.
“Che sta succedendo qui?” li interrompe un vocione severo. I ragazzi si
voltano, per trovarsi a fianco la mole spropositata di Hagrid. Le bacchette
spariscono in un nanosecondo, mentre sui visi dei Serpeverde compaiono della
smorfie disgustate.
“Ci mancava solo il gigante ritardato..” mormora Rodolphus ai compagni.
“Niente, Hagrid –risponde Sirius- se ne stavano andando nei
sotterranei, non è vero?” sorride esageratamente alle cugine.
“Ma certo –risponde Malfoy mellifluo- Proprio così. A presto,
carissimi” conclude, mentre si allontanano con sguardi minacciosi.
“E voi due! –li ammonisce Hagrid tormentandosi il barbone- Non dovete
darci retta, a quelli! Gente sporca, nella testa, sono! Tutti quanti!” esclama,
con sguardo infastidito.
“Ciao Hagrid! Cosa ci fai qui?” saluta James con un gran sorriso,
ignorando del tutto il suo rimprovero.
“Devo parlare con Silente. Ma non confondermi! –Hagrid si acciglia-
Sempre a cacciarvi nei guai! Non ne vale la pena, ragazzi. Non li dovete
ascoltare, a quei… Buffoni” conclude.
“Ma se ci provocano…” protesta Sirius.
“Sì, ti conosco, a te! –ribatte Hagrid divertito- Basta che c’è da
bisticciare, e sei il primo in fila, Sirius. E te subito dopo –si volta verso
James- a fare gli sbruffoni. Per fortuna che c’è Remus che vi tiene d’occhio, a
voi due!” brontola sorridente, incamminandosi verso le scale.
“Magari domani ti veniamo a trovare, Hagrid!” strilla James dalla
porta. L’omone fa un cenno prima di sparire di sopra.
Sirius si volta verso l’amico con un sorriso.
“Stavo per venirti a cercare al campo” lo informa, mostrandogli la
scopa. James fa altrettanto con la propria.
“C’è da aspettare una mezz’ora che finiscano di giocare i Tassorosso”
spiega.
“Sigaretta?” propone Sirius facendo spallucce.
“Andata…” sorride James.
La torre di astronomia è deserta, e Sirius e James si sistemano sul
tetto. C’è un po’ d’aria, ma il sole è caldissimo. Rimangono in silenzio per
qualche momento, mentre Sirius gira una delle sue sigarette “condite” con un
pizzico di Marijuana, roba Babbana. Mundungus gliel’ha mandata un mese prima, e
loro due, tentato l’esperimento, hanno deciso che non è male, e un paio di
volte l’hanno ripetuto. Remus non lo sa, ed è meglio che continui a non
saperlo. Jim ogni volta attacca la solfa dei favolosi anni Settanta.
“Studiavi?” chiede spezzando il silenzio. Sirius fa una smorfia prima
di accendere.
“Pozioni. Ma non ho retto. Tu hai deciso che gli esami non ti
riguardano?” chiede divertito.
“Naturalmente. Non ho bisogno di sottopormi a queste prove da comune
mortale!” scherza arruffandosi i capelli. Sirius ridacchia.
“Ho incrociato la Evans poco fa…”dice con noncuranza.
“Davvero? –James sobbalza e si anima di colpo- Dove? Era con qualcuno?
Che ti ha detto?” blatera, estraendo meccanicamente il Boccino dalle pieghe del
mantello.
“Black… Dovevo
aspettarmelo…” cantilena lui con
la voce in falsetto.
James lo guarda disorientato.
“… Che vuol dire scusa?” chiede perplesso.
“… Niente di che. Ci siamo scontrati in sala comune” replica Sirius
tirando una lunga boccata.
“Oh. Com’era vestita?” continua l’altro prendendo la canna che Sirius
gli porge.
“Che cacchio ne so, Jim!” sbotta Sirius.
“Scommetto che aveva quella fantastica maglia verde –sospira lui con
sguardo sognante- che si intona meravigliosamente con gli occhi. Oh, quegli
occhi! Mi fanno impazzire, Felpato, sul serio… Grandi, luminosi, e così… Così…”
“…Verdi” conclude Sirius reprimendo uno sbadiglio.
“Già! –James non coglie l’evidente sarcasmo- Splendidamente verdi e
dolci. E le labbra! Ha le labbra più belle del pianeta, così carnose… E quelle
gambe perfette… Oh, Sirius, io devo avere quella ragazza! Insomma, è così
bella, intelligente, generosa… E… E.. Credi che verrà a Hogsmeade con me? Magari
potrei prenderle dei fiori… Magari si metterà il vestitino nero che mi piace
tanto, e andremo ai Tre Manici e tu passerai per caso a controllare che sia
tutto ok, e ci troverai lì a chiacchierare, mentre lei dirà che…”
Sirius lascia crollare indietro la testa con esasperazione, e si sdraia
più comodamente, con un sospiro silenzioso, senza però dire nulla. In fondo, il
tuo migliore amico è quello che ti sta a sentire senza dirti quanto in realtà
gli rompono i tuoi monologhi infiniti sulla ragazza che ti piace.
“… Sono uno scemo ma che le mie
buffonate l’hanno sempre divertita e… Insomma, tutta Hogwarts ha un debole per
me –le solite sparate di Jim- perché proprio lei dovrebbe essere incrollabile?
Quindi passeggeremo fino alla Stamberga… Remus potrebbe entrare e mettersi ad
ululare, e lei si spaventerà e io la abbraccerò e…”
“Jim… Prima di entrare nel pornografico, ti avverto che Remus non si
presterebbe mai a questa buffonata” lo interrompe Sirius cercando di non
scoppiargli a ridere in faccia.
“… Sono patetico, vero?” commenta Jim sconsolato.
“.. No… Solo un po’…” inizia Sirius.
“Cotto?” conclude Jim per lui.
“… Già” annuisce lui con un sorriso.
Jim lo guarda e sospira. Sirius ha ragione, ha davvero perso la testa.
Nemmeno lui stesso sa spiegarsi come e perché. Ma è successo, e ormai ci deve
fare i conti. Inutile continuare a tormentare l’amico, si sorbisce già
quotidianamente i suoi deliri.
“E tu? Che ne è di ...Erin?” chiede, incerto sul nome.
“Erika. –lo corregge Sirius prima di sbuffare- Mi ha stufato. Fine”
risponde con un sorriso.
“Come al solito. E la prossima è…?” continua Jim.
“Ho puntato Christine Modsay di Corvonero. Si vedrà. Lo sai, sono fatto
così. Piuttosto, per quanto riguarda Remus…” inizia rizzandosi a sedere.
“Credi veramente che Lunastorta sprecherebbe il suo preziosissimo tempo
da dedicare allo studio per una cosa futile come una ragazza, a tre settimane
dai G.U.F.O?” chiede James canzonatorio.
Sirius sospira sconfitto.
“Dimenticavo questa fondamentale scadenza. Però…” aggiunge, ma si interrompe
subito. James è scoppiato a ridere a crepapelle, leggermente inebetito,
ripassandogli la canna. Sirius lo guarda perplesso, mentre lui ride sempre di
più.
“Jim? Ci sei?” chiede sorridendo. E’ sicuro di stare per mettersi a
ridere anche lui.
“Pet…. –risata- Peter… Mpff – altra risata- Ieri pomeriggio…” balbetta,
prima di cominciare a sghignazzare tenendosi la pancia.
“Peter cosa?” ridacchia Sirius senza capire.
James fa un lungo sospiro per calmarsi, ma continua a ridacchiare
leggermente.
“E’… E’ andato da Beth Daniels, e le ha chiesto se… Voleva andare ad
Hogsmeade con lui… Ha… Ha risposto… -ride di nuovo-… Che piuttosto si sarebbe
chiusa per tutto il giorno nel bagno di Mirtilla… E si è allontanata …–Sirius
sta ridendo di gusto- Aspetta, aspetta- lo interrompe James cercando di non
fare altrettanto- Lui l’ha seguita… Ed è… Inciampato in una sedia e –ride di
nuovo, a lungo- E’ franato su un’armatura che si è sfasciata e… -Sirius sta
ridendo a crepapelle, e lui deve fermarsi un attimo, sghignazzando- Si è alzato
e… Gli è rimasta la lancia impigliata nel… -ha le lacrime agli occhi- nella
maglia e non… Non riusciva… a toglierla…” scoppia a sghignazzare senza ritegno,
insieme all’amico. Si rotolano in terra dal ridere, con gli addominali che
fanno male e gli occhi che lacrimano.
“Merlino… P-perché non c’ero?” commenta Sirius ridendo come un pazzo,
con quel suo latrato.
Ridono ancora, calmandosi pian piano, fino a rimanere in terra
scomposti e boccheggianti.
James sospira per riprendere fiato.
“Non.. Dovremmo ridere di lui.. E’ un Malandrino…” osserva con vaga
colpevolezza.
“Sì, ma… E’ così… Divertente!” balbetta Sirius. Riprendono a ridere
ancora per un attimo. Poi James si alza di scatto.
“I Tassorosso avranno finito…” osserva afferrando la scopa.
Sirius si alza, annuisce e fa altrettanto.
Hanno fatto avanti e indietro per il cielo per più di un’ora,
svuotandosi di tutte le energie in eccesso, e spintonandosi, tagliandosi la
strada e tentando di colpirsi a vicenda con le code delle scope. Poi sono scesi
a terra, si sono fatti una doccia allagando l’intero spogliatoio e inondando di
schiuma ogni angolo. Quando hanno finito, si sono accorti che l’ora di cena era
passata da un pezzo, e sono tornati in cucina per la seconda volta di oggi.
“Purè, un salame intero, due burrobirre… -James esamina il carico che
porta tra le braccia- Tu che cos’hai lì?” s’informa.
“Mmh… Torta di mele, vino bianco e lasagne” risponde Sirius
soddisfatto.
“Splendido. Dove possiamo andare? Passiamo a prendere il mantello?”
chiede James.
“Buona idea, così al ritorno evitiamo di farci beccare. Facciamo dalla
Torre di nuovo, ok? Ti aspetto su.” risponde Sirius incamminandosi guardingo
verso la torre.
“Ok!” replica James ritornando verso il dormitorio dei Grifondoro.
Quando vi arriva, nota con rammarico l’assenza della Evans –sperava proprio di
poterla almeno vedere- come degli altri amici: Remus in biblioteca sicuramente,
e Peter a ripassare con qualcuno un po’ più ferrato di lui e meno scansafatiche
di loro due –magari Remus stesso-. Sospira aprendo il baule e raccoglie il
Mantello dell’invisibilità di suo padre, quindi riscende in sala comune.
“Hey Jim –lo chiama Frank, seduto a giocare a scacchi con Norton, del
sesto- dà un’occhiata, mi conviene muovere il cavallo o quest’alfiere qui?”
“Non vale chiedere suggerimenti…” borbotta Norton senza troppa
convinzione.
James si avvicina con aria da intenditore e scruta la scacchiera.
“Mm… La torre” risponde con sicurezza.
Frank ridacchia.
“Non sono molto portato vero?” chiede scrollando le spalle.
“Beh, non tutti nascono campioni come me…” replica James
scompigliandosi i capelli con un buffo sorriso. Gli altri due ragazzi
ridacchiano.
“A proposito di campioni… Ancora complimenti per la partita, Potter!
Siete stati strepitosi!E la tua presa…” commenta Norton.
“Già. Nessuno era al mio livello…” James fa spallucce mentre Frank ride
silenziosamente.
“Sempre il solito…” commenta.
“Beh, a dopo ragazzi!” saluta James uscendo di gran carriera e
rischiando di travolgere un paio di ragazzine del primo anno che in tutta
reazione lo guardano adoranti. Lui si arruffa di nuovo la capigliatura e
sorride seducente.
“Sempre a pavoneggiarti, Potter…” lo raggiunge una meravigliosa voce scocciata.
“Sono felice che tu sia gelosa, Evans… Non..” inizia avvicinandosi alla
rossa.
“Gelosa, Potter? Mentre volavi invece di studiare ti è caduto
dall’orecchio il poco cervello rimasto?” replica lei con espressione schifata.
“Andiamo, Lily… Sappiamo tutti e due che è così… -si avvicina con aria
sorniona- Esci con me per festeggiare i G.U.F.O.?” chiede, facendo per
prenderla a braccetto e ricevendo in risposta una decisa gomitata intercostale.
“Festeggiare e Potter non sono due parole che accosterei mai. –replica
lei infastidita- Buonanotte” conclude dirigendosi verso il suo dormitorio. James
incassa il colpo con una smorfia melodrammatica e raggiunge frettolosamente la
Torre di Astronomia.
Sirius è stravaccato in terra e ha sparpagliato sul pavimento la sua
parte di provviste, subito raggiunte da quelle di James, che si accuccia al suo
fianco.
“Si inizi il banchetto…” esclama questi sorridendo.
“Se ci vedesse Remus…” ridacchia Sirius tirandosi a sedere.
James si acciglia e prende un’espressione seria.
“Siamo a tre settimane dai G.U.F.O. e vi date ai bagordi! Io davvero
non so più cosa fare con voi!” esclama, puntando il dito verso Sirius e
imitando la voce dell’amico.
Sirius scoppia a ridere e addenta le lasagne tenendole in mano, con
conseguente sbrodolamento.
“Aaagh… Fai schifo, Felpato, sei davvero un cane!!”
commenta James fingendosi scandalizzato. Quindi comincia a tagliare il salame.
“Ma avrà studiato tutto il pomeriggio?” chiede Sirius perplesso. James
annuisce.
“Ti dirò di più… Secondo me sta ancora studiando adesso…” commenta con
disapprovazione.
Sirius deglutisce rumorosamente.
“Ma io gnon so… -riprende a mangiare- Come fa… Insomma, è domenica”
“Non per niente il Prefetto è lui, mica tu...” osserva James
sorridendo. Sirius gli fa una smorfia, poi apre la bottiglia di vino e ne beve
una sorsata, prima di passargliela.
Jim ne beve una lunga gollata e sospira soddisfatto, prima di dedicarsi
a sua volta alla cena.
“Poi sono io che faccio schifo…” commenta Sirius storcendo il naso,
mentre l’amico ingoia d’un colpo un boccone di lasagna assolutamente
spropositato.
James ridacchia. D’un tratto si ferma con la forchetta a mezz’aria e
tace per un attimo.
“Malfoy” dice pensieroso.
“Malfoy cosa?” domanda Sirius aggrottando le sopracciglia.
“Ti ha puntato la bacchetta addosso!” esclama James con aria risentita.
Sirius fa spallucce.
“E Regulus che se la ride…” borbotta astioso.
“Già… Fortunato a non essersi preso un pugno in faccia…” commenta James
scuotendo lentamente il capo, con conseguente dondolio di una consistente
ciocca di capelli ritta sulla sua testa.
“Ho già in mente un paio di ritorsioni niente male, Ramoso, gli faranno
passare la voglia di sghignazzare” risponde con superiorità.
James sospira.
“La guerra dei Black non suona male come titolo di un libro, se
lo scrivo probabilmente diventerà un best-seller e farò un sacco di soldi…”
pondera ridacchiando.
“Sappi che mi devi i diritti, amico, e non scenderanno sotto il
venticinque percento…” replica sostenuto Sirius servendosi di purè.
“Cooosa? Già il dieci sarebbe un furto!!” protesta James
indignato.
“Venti, e non parliamone più” concede Sirius bevendo un altro po’.
“D’accordo –brontola James- ma sei uno strozzino…”
Ridacchiano finendo di mangiare.
“Tetto?” propone James svuotando la burrobirra.
“D’aaaccordo! –Sirius si alza e, raccogliendo le bottiglie rimaste, si
arrampica stentoreamente fuori, seguito dall’amico.
James si lascia cadere sulle tegole con un lungo sospiro, e sorride
guardando il cielo.
“Sirio… -dice sottovoce- la stella più luminosa…”
Sirius sbuffa.
“Credo che mia madre conoscendomi ora, se potesse tornare indietro mi
darebbe ben altro nome…” commenta sarcastico. James sghignazza brevemente.
“Sì, -dice divertito- qualcosa tipo Omuncolus, oppure Rubbish…”
Sirius ridacchia a sua volta, e guarda il cielo come lui. Rimangono in
silenzio per un po’.
“Felpato?” sussurra James senza distogliere lo sguardo dall’Orsa
Minore, che stava osservando intensamente.
“Mmh?” gli giunge come unica risposta.
“Non ti vengono in mente discorsi filosofici quando guardi le stelle?”
chiede piano, incerto.
“Tipo qual è il senso della vita, dove stiamo andando e cose del
genere?” ribatte Sirius, e James percepisce una coloritura vagamente ironica
nella sua voce.
“… Esatto” risponde sentendosi un po’ scemo.
“Assolutamente sì, Ramoso” lo spiazza Sirius improvvisamente serio.
James sorride tra sé.
“Cosa credi che.. sarà di noi, Sirius?” chiede con uno strano nodo allo
stomaco.
C’è qualche momento di assoluto silenzio, in cui si sentono solo i
versi degli animali e il battito d’ali degli uccelli nella Foresta Proibita.
Poi un sospiro.
“E’ proprio la stessa cosa che stavo chiedendomi anche io Jim… Non
trovi che sia una domanda terrificante?” risponde Sirius con un leggerissimo
tremito nella voce.
Stavolta è James a esitare.
“Un mondo enorme, pressoché infinito, con una miriade di possibili
avvenimenti, molti dei quali tremendi… E due piccoli, microscopici Felpato e
Ramoso che camminano soli soli e senza difese in quest’oceano di possibilità…”
cantilena con un misto di ironia e angoscia nella voce.
“Proprio così. Voglio dire quante sono le probabilità che le cose ci
vadano bene?” continua Sirius raddrizzandosi leggermente sui gomiti.
“… Vediamo… 0,00001 percento?” commenta James sconfortato.
Sirius annuisce lentamente. Nella penombra, James vede i suoi occhi
brillare di una luce decisa. Sospira.
“… Io ci voglio credere, Felpato. Voglio credere che realizzeremo
qualcosa… Che… Non lo so. Che saremo felici.” Scrolla le spalle.
“Ma noi siamo felici, Jim. Non è già molto questo? C’è un
sacco di gente che non è felice mai in tutta la vita” replica Sirius con un
sorriso.
“Siamo felici e siamo liberi e siamo insieme… Abbiamo talento,
speranze, affetto vero, abbiamo l’un l’altro, Remus, Peter…” elencò James
allegramente.
“Esatto. Dov’è il problema?” chiede Sirius vivacemente, aprendo una
burrobirra.
“Il problema è il futuro, Sis! Per di più con questa guerra alle
porte! Quanto credi che durerà tutto questo che abbiamo ora?” insiste James
serio.
“Non lo so! –Sirius allarga le braccia- Ma non è già molto sapere che
c’è, questo? Sangue di Spinato, non è già molto pensare che un giorno potrai
voltarti indietro e dirti che per sette fottuti anni sei stato FELICE, cazzo,
veramente felice?” chiede gesticolando animatamente.
“Certo che sì!! –tace, e di nuovo li culla il silenzio- Sis?” chiama
dopo un po’.
“Cosa?” sussurra Sirius.
“… Neanche io so quanto durerà tutto questo… Tranne una cosa…”
bisbiglia con convinzione.
“Cioè?” chiede Sirius aggrottando le sopracciglia.
“…Io e te, Felpato. Io e te siamo per sempre, non è vero?” lo dice con
serenità, con sicurezza.
Le labbra di Sirius si dischiudono in un sorriso raggiante.
“Fino alla fine dell’eternità racconteranno la storia Di Felpato,
Ramoso e dei Malandrini… Di James e Sirius. Degli amici perfetti.” Annuncia
solennemente, senza rendersi conto di suonare ridicolmente enfatico –cosa che
neanche l’amico, del resto percepisce-..
Si guardano negli occhi.
E si abbracciano stretti.
Una luce li colpisce all’improvviso, facendo loro socchiudere gli
occhi. Il panico li assale al pensiero di cosa succederà loro se la persona che
li ha trovati è un professore, o il custode. Nelle loro menti scorrono in una
frazione di secondo una serie di fantasiose quanto improbabili scuse per
giustificare la loro presenza lì.
“Ragazzi –li raggiunge una ben nota voce- Mi sono perso qualcosa
sull’evoluzione dei vostri costumi sessuali ultimamente?”
“Aaaah! Va’ al diavolo!” sbotta Sirius sciogliendosi dall’abbraccio.
“Mi hai fatto prendere un colpo, Lunastorta!” protesta James
lanciandogli contro il mantello e sospirando di sollievo.
Remus ridacchia abbassando la luce.
“Che ci fai qui?” chiede Sirius ancora seccato passandogli la
bottiglia.
Remus fa spallucce e beve un piccolo sorso.
“Ho appena finito di studiare e ho visto sulla Mappa che eravate qui…”
spiega.
“Di studiare? Fino a adesso??” esclama James allibito.
“.. Così ho pensato di farvi un salutino” prosegue Remus del tutto
ignorandolo.
“E hai fatto bene, Lunastorta! –sorride Sirius- Siediti qua e bevi con
noi!”
Remus sospira con disapprovazione.
“… Ragazzi, fra tre settimane…”
“RAAURGH!!!” Sirius gli balza addosso imitato da James, e prendono a
strattonarlo e picchiarlo amichevolmente, ignorando le sue proteste.
“Aaah!! No!!… NO RAGAZZI!! –si lamenta, e ride- Smett… Smettetela!
NOO!! –Sirius gli sta violentemente sfregando le nocche sulla testa- Basta!!!
Ok, ok, passatemi del vino!!!”
TO BE
CONTINUED…