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Autore: Grouper    28/08/2011    4 recensioni
Harry cominciò il suo assolo verso la fine della canzone; già troppi sguardi erano stati scambiati tra i due, ma in quel momento la cosa diventò ovvia: quelle parole erano rivolte a lei, a lei soltanto. La spalla che l'aveva sostenuta durante tutto questo tempo, i riccioli con cui aveva giocato tante sere, gli occhi in cui poteva sempre rifugiarsi e la voce avvolgente che le dava la sicurezza per andare avanti... tutto ciò si tramutò in un incubo: per Harry era tutta una farsa per poter arrivare a qualcosa di più che un'amicizia, amicizia che per Vittoria era la cosa più bella che potesse esserle capitata.
Il suo cuore traboccava d'ansia e panico, e gli occhi ne erano la limpida riflessione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la porta si aprì l'intera classe, dapprima intenta nel chiacchierare, si voltò verso i due arrivati e li fissò. Gli sguardi che Vittoria stava cercando di evitare da quando era entrata a scuola, tutt'a un tratto erano rivolti pesanti verso di lei; strinse i libri con le mani umide d'ansia e deglutendo cercò un posto dove sedersi. Gli ultimi tre posti rimasti erano messi a "L", e due di questi erano terribilmente vicini a Mike; Vittoria decise così di optare per quello un pò più lontano, ma in ogni caso sempre troppo  vicino a lui. Harry dal canto suo era un ragazzo che amava conoscere nuova gente e incontrare nuove classi non era affatto un problema; decise di sedersi accanto a Vittoria, proprio di fronte a quel Mike. Si sedette con un sorrisetto in bocca, forse ancora compiaciuto da come pensava di aver abbordato una ragazza, mentre Vittoria posò i libri e si mise seduta in una frazione di secondo, guardando verso il basso per schivare gli sguardi curiosi. Era la prima volta che quelli che una volta erano amici di Vittoria la vedevano dopo cinque mesi; cercò di non pensarci troppo, o almeno ci provò, prese un libro a caso e cominciò a scarabocchiare la prima pagina tenendo la testa bassa e il braccio sinistro accanto al viso come una barriera. Harry stava cercando ancora di orientarsi: guardava in giro tutti i banchi singoli messi in fila e quelli che vi sedevano sopra, notando che tutti avevano lo sguardo puntato a scatti verso Vittoria. Inarcò un sopracciglio e sempre guardandosi attorno le si avvicinò dicendo: " Io ti avrò fatto far tardi, ma per colpa tua nessuno mi degna di uno sguardo! " parlò a bassa voce, cercando di non superare il leggero brusio della classe. Vittoria si voltò a destra per cercare gli occhi verdi appena conosciuti con l'intento di sputarci sopra un bell'insulto, ma, quando incontrò il suo sguardo, Harry si aprì in un sorriso e le fece un occhiolino. Vittoria rimase lì per lì attonita, ma poi fece un piccolo sorriso e disse sottovoce: "Ops, colpa mia!". 
I due si guardarono a scatti per qualche secondo, sempre sorridendo, quando una voce interruppe quel momento di pace. 
" Ti sei fatta un nuovo amichetto, eh Vichi?! " a parlare era Mike, e subito dopo si levò la sua risata nauseabonda che faceva rabbrividire Vittoria ogni volta che le sfiorava i timpani. " Vittoria e il nuovo arrivato: che classe, non c'è che dire! " continuò a ridere e una parte della classe lo seguì, ma meno sonoramente. Harry non se la prese troppo per sè, ma guardò Vittoria, e la vide abbassare lo sguardo e stringere il pugno tra le gambe sotto il banco; si sentì in dovere di intervenire : " Non penso che tu sia la persona adatta a giudicare la classe di una persona: dovresti prima impegnarti ad acquisirne una, magari, e poi preoccuparti di quella degli altri. " disse con un sorrisetto sghembo girandosi verso Mike. Questo si irrigidì: " Sentiamo un pò: come si chiama il novellino che viene a farmi la predica con il suo accento da piccolo Lord, eh?! " disse l'energumeno dietro ad Harry alzando il mento in segno di sfida. " Mi chiamo Harry Styles, piacere. Tu dovresti essere il nuovo concorrente del Jersey Shore se non sbaglio, vero? Ho sentito così tanto parlare di te " disse sempre sorridendo con tono sarcastico. Vittoria si voltò per la prima volta verso Mike; in effetti il suo aspetto non era dei più sofisticati: era grande, muscoloso, capelli tra il perenne bagnato e il gellato, orecchini, collana nera e canotta; sembrava seriamente una versione più giovane e obiettivamente -grazie ai suoi occhi e al suo sorriso- più carina di un concorrente di qualche reality tamarro. Vittoria fece un mezzo sorriso cercando di trattenere una risata, che nel frattempo si era levata in tutto il resto della classe. Il viso di Mike nel frattempo era divampato, stava per alzarsi per probabilmente dare un pugno al bel faccino di Harry, quando la professoressa di Chimica entrò in classe e ripristinò l'ordine. Il riccio tornò dritto e composto sul suo banco; Vittoria continuava a fissarlo con un'espressione tra l'ammirazione, la gratitudine e la curiosità: in ogni caso sorrideva, ed Harry la guardò per un attimo sorridendo a sua volta, prima di ascoltare la professoressa parlare. 
La lezione passò tranquilla: Vittoria si sentiva molto più sicura, sebbene se la fosse potuta cavare da sola tranquillamente usando qualche frecciatina o qualche sguardo acido. Riuscì comunque a seguire la lezione in modo sereno: studiare doveva essere l'unica attività ad impiegare le energie della ragazza quell'anno, secondo i suoi piani. Harry, invece, seguiva la lezione con meno interesse: talvolta scarabocchiava, altre volte prendeva veri appunti, a tratti disegnava, e altre volte guardava la bocca a coniglietto di Vittoria mimare le parole scritte sul quaderno. La stava proprio osservando quando la campanella improvvisamente suonò; la sua vicina di banco con uno scatto felino prese tutto ciò che le stava davanti e sfrecciò fuori dalla classe. Harry aveva pianificato di alzarsi e uscire con lei, ma non era di certo pronto per una mossa così repentina: come preso da una scossa fece altrettanto, ma con un ritardo di cinque secondi buoni. Uscì dalla classe e non la vide nel corridoio; scrollò le spalle tentando di ragionare su dove potesse essere andata: le probabilità di avere un'altra classe in comune erano piuttosto basse, così decise di incamminarsi verso i bagni nella speranza che quello scatto felino fosse dovuto ad una vera e propria necessità: negativo. Corse dunque verso gli armadietti, ma una volta arrivato si ricordò che Vittoria non aveva solo il libro di Chimica in mano, e che quindi non le sarebe servito tornare al suo armadietto. Non aveva idea di dove potesse essere finita Vittoria, e infatti non la trovò; storse il naso e barcollò verso la classe di Letteratura, mentre pensava al sorriso estasiato che le aveva rivolto dopo aver affrontato l'energumeno dietro di lui. 
Vittoria era già seduta sul suo banco preferito, quello accanto alla finestra, in penultima fila, quando tutto il resto della classe cominciò a farsi strada tra i piccoli banchi; tutti lanciarono una veloce occhiata alla ragazza, ma lei non ci fece caso, poichè troppo occupata a cercare uno svago per quei cinque minuti di imbarazzo che ci sarebbero stati in classe: decise di prendere il telefono e smanettare con il primo gioco le si fosse presentato davanti. La lezione passo in modo tranquillo e veloce, lei amava Storia, e il suono della campanella non era di sicuro il suo migliore amico durante quella lezione, ma in ogni caso, con il solito scatto, uscì dalla classe per seconda. I due non si incrociarono mai per il resto della giornata: nè agli armadietti, nè a pranzo, nè ai bagni. Harry decise di giocare d'astuzia, e uscì due minuti prima dall'ultima lezione con la scusa di non sentirsi bene e si piazzò di fronte all'uscita della scuola, sicuro di poterla vedere. Come per miracolo, anche se forse un pò Harry se lo aspettava, Vittoria fu tra le prime a varcare quella soia; lui era appoggiato alla macchina, con le braccia conserte e gli occhi socchiusi per il troppo sole; lei invece si scese le scale dell'entrata senza fare troppo caso a cosa o chi avesse davanti, ma quando alzò lo sguardo e vide il ragazzo dai capelli ricci, si fermò di scatto e alcune ciocche di capelli rimasero attaccati al lucidalabbra. Harry le sorrise e si avvicinò piano alla ragazza: " Se voglio essere il tuo custode, tu devi farti trovare un pò più facilmente! " disse con un tono dolcissimo, come se un padre stesse parlando alla sua bambina. Vittoria si tolse i capelli dalla bocca e con un'aria più che sorpresa e confusa gli disse: " E da quando tu saresti il mio custode? " - " Da oggi " rispose Harry senza staccare gli occhi da quelli di Vittoria. Lei annuì come se stesse parlando con un malato di mente, e si avviò verso l'uscita del parcheggio. " Ti dispiace se cammino con te ? " disse da dietro Harry che ovviamente non avrebbe accettato un no come risposta. Vittoria si voltò con uno sguardo serio e indagatore, ma vedendo il sorriso supplice del ragazzo, alzò gli occhi al cielo e acconsentì. Lui la raggiunse correndo, e mentre camminavano le fissava attentamente il  viso di profilo e poi sorrise, senza darlo a vedere troppo in viso. In realtà entrambi sorridevano dentro di sè, perfino Vittoria.


Notaaaaaare bene: 
Grazie per le recensioni e per i complimenti(:
Devo dire che non so ancora come andrà a finire questa storia, ma ho già in mente come voglio svilupparla !
Come vedete i capitoli coprono una piccola parte alla volta, e quindi la storia sarà bella dettagliata; spero che non vi annoierete e che mi continuerete a seguire anche nei prossimi capitoli. Ditemi quello che pensate nelle recensioni, pliz (?)

Un bacione, 
vichi. 

PS- mi sento un sacco realizzata ad aver trovato quella foto di Lucy Hale , perchè è esattamente l'espressione che cercavo di descrivere dopo la discussione di Harry con Mike. ( "un'espressione tra l'ammirazione, la gratitudine e la curiosità: in ogni caso sorrideva" tanto per capirci xD ) .
Ok adesso vado sul serio(: 

  
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