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Autore: TheGhostOfYou    29/08/2011    8 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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3 - Hogwarts


She had the most amazing... smile.
 I bet you didn't expect that
 She made me change my ways
With eyes like a sunset, baby
 
The maine – Into Your Arms.
 
Primo Settembre.
 
Le cinque del mattino. Severus aprì gli occhi, e sorrise al buio che lo circondava. Odiava dormire con la luce del sole che entrava dalla finestra, per questo motivo chiudeva sempre gli scuri, lasciando che il buio l’avvolgesse con il suo tocco delicato.
Ultimamente, gli era capitato di sorridere di più; la prospettiva di lasciare finalmente Spinner’s End lo aveva accompagnato in quella fine d’estate, e finalmente il giorno tanto atteso era arrivato. Quel giorno sarebbe cominciata la sua nuova vita.
Con un balzo energico scese dal letto e, quasi saltellando, andò ad aprire la finestra. Una lieve nebbiolina si stava lentamente diradando, lasciando posto ai primi raggi di sole, che illuminavano le foglie già bagnate dai caldi colori autunnali, nonostante fosse ancora troppo presto. Inspirò per un momento l’aria fresca, che gli solleticava le narici, poi aprì gli occhi. Nella finestra di fronte alla sua gli sorrideva Lily, con i capelli arruffati e gli occhi ancora gonfi per il sonno. Lo salutò con la mano e mimò una frase con le labbra.
Finalmente è arrivato il giorno.
Poi sparì, come era arrivata, lasciando in lui un profondo senso di malinconia.
Lily.
Severus era troppo piccolo per aver sperimentato l’amore. Ma sapeva benissimo che se avesse potuto innamorarsi, avrebbe provato le sensazioni che aveva provato da quando aveva parlato per la prima volta a Lily.
Da quel giorno, non c’era stata una singola volta in cui non si erano ritrovati a parlare sotto il grande albero sulla collina. Severus le aveva parlato di Hogwarts, della magia, e di tutto quello che faceva parte del loro mondo. Lily lo aveva ascoltato, rapita, sgranando di tanto in tanto quegli occhioni verdi così profondi. Petunia non si era più fatta vedere, e lei gli aveva spiegato che non le parlava più, che aveva cercato in tutti i modi di diventare una strega anche lei, arrivando addirittura a scrivere al professor Silente.
Severus aveva ignorato i primi segnali; pensava che quel mal di pancia fosse dovuto semplicemente alla voglia di andarsene, ma non aveva potuto ignorare i battiti del suo cuore e la voglia incessante di rivederla.
Sempre.
Piano piano, quell’estate era finita, ed entrambi si erano preparati minuziosamente, leggendo libri d’incantesimi e cercando di fare qualche piccola magia.
E si erano avvicinati, perché avevano qualcosa in comune.
Il desiderio di scappare da quel quartierino puzzolente e povero, dove si erano trovati per condividere qualcosa di meraviglioso.
- Severus, è ora.-
Il ragazzo tornò alla realtà, mentre la voce di sua madre lo incitava a cominciare a prepararsi. Tobias era partito per una settimana di lavoro, e lei sembrava quasi rinata. Lo aveva aiutato, pazientemente, a trovare tutte le cose per la scuola; gli aveva spiegato come erano le cose ad Hogwarts e si era raccomandata di non immischiarsi in cose più grandi di lui.
- Si, mamma, arrivo.- diede un ultimo sguardo alla finestra di fronte, poi prese in mano la sua bacchetta, di acero e piume di fenice, e la ripose delicatamente nel baule di Hogwarts, insieme alla sua divisa scolastica e ai suoi libri.
- Sei emozionato?-
Severus scosse le spalle, ma decise comunque di sorridere.
- Aspetto questo momento da anni.-
Eileen annuì, poi con un colpo di bacchetta sollevò il baule, che galleggiò per un attimo in aria, prima di trasformarsi in un piccolo baule, che la donna infilò prontamente in tasca.
- Come andiamo a Londra?-
- Dobbiamo prendere i mezzi babbani,- rispose lei. – Per questo abbiamo appena il tempo di fare colazione e poi partire.-
- I mezzi babbani?- Severus odiava doversi spostare senza la magia. Era stato solo una volta in metropolitana ed era stata forse l’esperienza più brutta di tutta la sua vita. molto meglio viaggiare con la Metropolvere o a cavallo di una scopa.
- Si, Severus. King’s Cross non ha il collegamento con la metro polvere. E poi, meglio così.- la donna si voltò, senza aggiungere altro, uscendo dalla stanza. A Severus non rimase che seguirla, senza obiettare.
Poco dopo aver avuto appena il tempo di mangiare una fetta di toast imburrato, si ritrovò fuori di casa. Gettò uno sguardo alla casa degli Evans, mentre con passo sconsolato si dirigeva alla fermata dell’autobus strascicando i piedi. Il signor Evans stava caricando il pesante baule di Lily nella sua macchina, mentre la signora Evans spazzolava i lunghi capelli rossi della figlia. Petunia osservava la scena corrucciata da dietro la porta d’ingresso; sembrava arrabbiatissima, e quando Lily si sporse per salutarla, lei le voltò le spalle e tornò in casa. L’espressione sul volto della ragazzina fu inequivocabile: soffriva, anche se lui non l’aveva mai sentita lamentarsi. Soffriva perché Petunia era la persona che più amava al mondo, ma la sorella non capiva il mondo dei maghi.
Il loro mondo, il mondo di cui Lily ormai faceva parte.
- Andiamo, l’autobus è arrivato.-
In quel momento Lily alzò gli occhi e gli sorrise.
E tutto quello che lui riuscì a pensare fu che lei aveva semplicemente il sorriso più bello del mondo.
 
King’s Cross.
 
Lily Evans camminava tranquilla per la grande stazione londinese, continuando a guardare fissa quel biglietto, ormai stropicciato, che teneva tra le mani da quando erano partiti da casa, parecchie ore prima. Petunia non era voluta andare con loro, e non l’aveva nemmeno salutata. Lily aveva pianto, in macchina, mentre sua madre Alicia l’aveva consolata. Ma nulla poteva farla stare meglio. Aver perso Petunia per lei significava moltissimo.
In quei giorni, fortunatamente, Severus le era sempre stato accanto.
Lily era troppo piccola per potersi innamorare, lo sapeva, ma se si fosse innamorata avrebbe provato le stesse sensazioni che sentiva tutte le volte che incrociava lo sguardo di Severus.
Lui l’aveva presa per mano ed aiutata ad entrare nel mondo della magia, provocandole ogni volta un batticuore fortissimo ed inevitabile. E così, era diventato indispensabile vederlo almeno una volta al giorno, e passare le giornate a chiacchierare all’ombra degli alberi o in giro per Spinner’s End. Ed ora, la loro grande avventura stava per iniziare.
Lily tornò a leggere il suo biglietto, e sgranò nuovamente gli occhi, come la prima volta che l’aveva letto.
-Binario nove e tre quarti. Ma..- si voltò verso i suoi genitori. – Il binario nove e tre quarti non esiste, vero mamma?-
- Amore, fino ad un mese fa non credevamo nemmeno possibile che la magia esistesse.- le diede una carezza – Quindi il binario nove e tre quarti esiste.-
- Certo che esiste!-
Gli Evans si voltarono verso la voce, che proveniva dalle loro spalle, e che apparteneva ad un ragazzino alto e magro, con folti capelli neri e occhi scuri e profondi, accompagnato da una bellissima donna, alta ed austera, con un severo chignon sulla testa ed un abito sontuoso ed elegante. La donna strattonò il figlio, allontanandolo dalla famiglia.
- Ti ho detto  mille volte di non parlare ai Babbani, Sirius!- e lo spinse via. Il ragazzino si liberò per un momento, ed urlò a Lily – Basta che ti appoggi alla barriera tra i binari nove e dieci!- prima di scappare via, rincorso dalla madre che sembrava sconvolta.
Lily spinse con decisione il suo carrello, che era decisamente pesante per via del baule e del gatto che sua madre le aveva regalato il giorno prima, cercando di evitare la folla che a quell’ora era nel pieno.
Arrivò in poco tempo alla barriera che le aveva detto il ragazzino; si gettò un’occhiata intorno, sperando che nessun Babbano la vedesse, e cominciò a correre in quella direzione. Chiuse gli occhi, preparandosi allo scontro, che non avvenne. Continuò a correre mentre lei aprì gli occhi e si fermò a pochi centimetri da un ragazzo alto e dinoccolato con i capelli rossi. Alzò lo sguardo e rimase esterrefatta.
Una grande e antichissima locomotiva a vapore scarlatta stava sul binario, mentre un cartello, accanto ad un grande orologio, le suggeriva che era nel posto giusto.
Binario 9 e 3/4 , espresso di Hogwarts.
Lily tirò un sospiro di sollievo e si guardò intorno. Migliaia di ragazzi di tutte le età erano in attesa di salire sul treno; alcuni di loro erano già vestiti con la loro uniforme, mentre la maggior parte indossava ancora abiti Babbani.
Molti ragazzi avevano un gufo; ce n’erano centinaia, di tutti i colori, che tubavano dietro le loro gabbie o dormivano con la testa appollaiata sotto l’ala. Prussia, il gatto di Lily, bianco e soffice, fece per un attimo le fusa e si acciambellò nella gabbia, apparentemente stanco.
Il ragazzo alto e dinoccolato si girò, e Lily notò che aveva appuntato al petto una spilla con scritto Prefetto.
Non riusciva a vedere Severus da nessuna parte.
- Credo che per noi sia ora di andare, cara.-
Il signor Evans aiutò Lily a caricare il bagaglio, poi l’abbracciò forte.
- Mi raccomando, scrivici.-
- Lo farò non appena posso, papà.- Lily lo abbracciò, mentre sua madre scoppiava in lacrime. Lily abbracciò anche lei, dandole un bacio sulla guancia. – Abbi cura di Petunia, mamma. Ne avrà bisogno.-
Senza dire altro, salì i gradini della carrozza e diede un ultimo saluto ai suoi genitori, mentre il treno partiva lentamente e con un sordo rumore.
La ragazzina si fece spazio tra i corridoi affollati. Si vedevano già  volare i primi incantesimi e Lily accarezzò la sua bacchetta, nella tasca sinistra dei suoi jeans, di faggio e corde di cuore di drago. Guardandosi intorno, Lily capì di essere davvero nel suo mondo.
Sin da piccola, aveva sempre saputo di essere di più, se lo era sempre sentito. E finalmente si sentiva completa; aveva aspettato quel giorno da tanto. Stava andando ad Hogwarts.
Gli scompartimenti erano quasi tutti pieni. In uno Lily trovò il ragazzino di King’s Cross seduto da solo, mentre osservava il finestrino. Sembrava molto triste e Lily provò l’impulso di andare a consolarlo.
Ma in quell’istante si sentì chiamare.
- Lily!-
Si voltò, ed incontrò immediatamente quegli occhi scuri che ormai conosceva bene. Severus era sulla porta di uno scompartimento in fondo al corridoio. Se ne stava lì, con quel sorriso stampato sulla faccia e i suoi abiti lisi di seconda mano, e la guardava.
Il solito batticuore si fece strada dentro di lei, mentre si avvicinava ed entrava silenziosamente nello scompartimento.
- Temevo di non trovarti, Severus.-
- Ti ho cercata ovunque.-
Lei sorrise e anche lui sentì il suo cuore battere all’impazzata. Cercò di non arrossire. Con la sua carnagione pallida, si sarebbe subito notato.
- Sei arrivata bene, fin qui?-
- Si, il ragazzo nello scompartimento di fianco mi ha aiutata, prima che sua madre lo trascinasse via.-
Severus storse il naso. Conosceva bene quella famiglia.
- Sirius Black è un porco. Come tutta la sua famiglia.- improvvisamente le prese una mano. – Guardati dai Black. Guardati da chiunque. Hogwarts è piena di figli di Maghi Oscuri.-
- Come te, per esempio, Mocciosus.-
Sulla porta dello scompartimento era apparso un ragazzino che doveva avere la loro età. La sua uniforme di Hogwarts era perfetta, senza una toppa e sembrava appena tornata dalla lavanderia. Aveva i capelli castano scuro, molto folti. Continuava a scompigliarseli con la mano. Un paio di occhiali incorniciava due occhi castani ed aveva un sorriso beffardo.
- James Potter.- sussurrò Severus a denti stretti, stringendo i pugni.
- Come stai, Mocciosus?-
Severus non rispose; quel ragazzo era davvero maleducato e Lily non capiva perché continuasse a chiamarlo con quel nomignolo irritante.
- Non rispondi? Vuoi chiamare quel babbano di tuo padre?-
Severus mosse la mano per prendere la bacchetta dalla tasca del mantello, ma Lily fu più veloce; puntò la bacchetta verso James.
- Furnunculus.- mormorò. Un fiotto di luce scarlatta e poco dopo, sulla faccia del ragazzino impertinente, comparvero grandi brufoli rossi. Lui si mise due mani sulla faccia e scappò via, suscitando le risate di Severus.
- Grazie.- disse infine, con le lacrime agli occhi dalle risate.
- Come lo conosci?- Lily sembrava interessata. Si appoggiò al sedile e lo guardò con aria interrogativa.
Severus deglutì. Non era una bella storia. Magli occhi verdi e luminosi di Lily non gli diedero scampo.
- Mio nonno era.. un mago oscuro. O meglio, lavorava per Voldemort. Tu sai bene chi è, te ne ho parlato. Il padre di James è un cacciatore di maghi oscuri, un Auror, e l’ha catturato e torturato fino alla follia. Ora mio nonno è rinchiuso ad Azkaban, la prigione per maghi.- fece una breve pausa, mentre sembrava che Lily non fosse sconvolta dalla notizia. – James è fermamente convinto che anche io diventerò un mago oscuro.-
Gli occhi del ragazzo si fecero tristi, e smise di parlare. Aveva come un groppo alla gola che non riusciva a levare.
- Tu non sei  così, Sev. Non tormentarti per gli errori degli altri.- Lily prese una mano pallida del ragazzo e la strinse. – Tu non diventerai un mago oscuro.-
- Sai che odio i Babbani.- sussurrò lui.
- Ma solo perché tuo padre è quello che è. Ci sono Babbani migliori, te lo assicuro.-
Severus annuì ma in cuor suo non ne era per niente convinto, non dopo aver visto Petunia che si comportava quasi come se Lily fosse sporca, una ladra. Era lo stesso sguardo che suo padre aveva per lui ed Eileen. Disprezzo, voltastomaco.
E Severus si sentiva inadeguato.
Da una parte avrebbe voluto promettere a Lily che non sarebbe mai passato al lato oscuro, ma dall’altro non si sentiva di fare una promessa del genere. Sentiva dentro di se un’aurea oscura, malvagia, cresciuta pian piano dopo ogni maltrattamento subito.
Un’aurea che spariva solo quando stava con Lily.
Naturalmente, lui non disse nulla. Stette lì, con la mano di Lily sulla sua, chiudendo gli occhi fin quando non sentì il treno rallentare.
Allora seppe che era arrivato il momento.
Il treno si fermò poco dopo, mentre fuori albergava l’oscurità più profonda. Un’aria pungente li accolse mentre scendevano dalle carrozze. Lily si strinse nel suo mantello nero, ed avanzò verso l’unica luce che vedeva.
- Primo anno, da questa parte!-
Lily e Severus si fecero largo tra la folla di studenti; in fondo al binario li aspettava quello che con molta probabilità doveva essere un mezzo gigante con una folta barba nera ed un lungo pastrano rattoppato. Teneva in mano una grossa lanterna ed agitava l’altra in direzione degli studenti.
Pian piano, tutti quelli del primo anno raggiunsero il mezzo gigante, che fece strada e li condusse verso un piccolo porticciolo.
Ognuno di loro prese una piccola barca; una volta sistemati tutti, le barche si mossero da sole, su quello che scoprirono essere un grande lago. Dalla montagna lì sopra si affacciava il castello di Hogwarts. Lily rimase a bocca aperta, pensando di non aver visto niente di più bello. Tantissime torri e torrette sembravano quasi toccare il cielo stellato, mentre il castello era illuminato solo da qualche luce, riflessa poi nell’acqua.
La traversata durò pochissimo; poco dopo si ritrovarono a salire un’ampia scalinata di marmo. Si fermarono nell’atrio, davanti ad una grande porta di quercia. Lì li raggiunse la professoressa McGranitt, una donna alta, magra e dal viso severo che portava una lunga veste verde bottiglia e un cappello intonato.
- Benvenuti. Io sono la professoressa McGranitt. Tra pochi minuti verrete condotti nella Sala Grande e smistati nelle quattro rispettive case di Hogwarts. Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero. La vostra casa sarà un po’ come la vostra famiglia. I vostri successi faranno ottenere punteggio positivo alla vostra casa, ogni violazione delle regole, invece, punteggio negativo. Hogwarts sarà come la vostra nuova casa, vi chiedo di averne rispetto.- il linguaggio della donna ed il tono della sua voce non ammetteva repliche. Si voltò e con un colpo di bacchetta spalancò la porta, che dava sulla Sala Grande. Gli studenti rimasero a bocca aperta; quattro tavoli, rappresentanti le quattro case, si snodavano per la sala, mentre un quinto, quello degli insegnanti, era perpendicolare.
Il soffitto, incantato, era illuminato da migliaia di candele che galleggiavano per aria, mentre si poteva vedere una fedele riproduzione del cielo fuori.
Intimoriti, i ragazzini del primo anno fecero il loro ingresso; su uno sgabello, proprio davanti al tavolo dei professori, c’era un cappello tutto rattoppato e liso.
- Non appena chiamerò il vostro nome venite qui, infilatevi il cappello in testa. Lui sceglierà per voi una delle quattro case.-
La professoressa cominciò a chiamare in ordine alfabetico i nomi dei ragazzi. Severus prese la mano di Lily, che era sudaticcia per l’emozione.
- Spero che finiremo entrambi a Serpeverde.- sussurrò lui, mentre lei sorrideva cercando di smorzare la tensione.
- Evans, Lily!-
La ragazzina rivolse un ultimo sorriso a Severus, prima di avvicinarsi allo sgabello. Si sedette, mettendosi in testa il cappello.
Improvvisamente, sentì una voce, vicino al suo orecchio.
- Bella testa. Coraggio, fegato, lealtà. Non c’è dubbio, sei perfetta per GRIFONDORO!- l’annunciò fu subito seguito da applausi provenienti dal tavolo sulla sinistra. Lily sorrise, mentre si avviava verso i suoi nuovi compagni, e si voltò verso Severus.
Sembrava deluso, ma le sorrise comunque.
Dieci minuti dopo, dopo che Sirius Black e James Potter furono anche loro smistati a Grifondoro, fu il momento di Severus.
- Piton, Severus.-
Il ragazzo era uno dei pochi rimasti ancora in piedi; si avviò tremando verso lo sgabello, sentendosi osservato da tutti; era una sensazione che odiava, ma tuttavia cercò di non pensarci. Di lì a qualche secondo, sarebbe finito tutto. Cercò per un attimo con lo sguardo Lily, ma la vide impegnata in una fitta conversazione con una Grifondoro, quindi chiuse le mani in due pugni e serrò le mascelle.
Il cappello impiegò di più per decidere quale sarebbe stata la sua casa.
- Sei difficile, eh, ragazzo? Sicuramente, hai un’intelligenza particolare. Ma vedo anche egoismo, e voglia di arrivare. Potresti finire a Corvonero, ma la casa giusta per te è  SERPEVERDE!-
Il tavolo sull’estrema destra scoppiò in un fragoroso applauso mentre Severus depositava il cappello nelle mani della professoressa McGranitt e si andò a sedere vicino a quello che doveva essere il Prefetto della sua nuova casa.
E così, lui e Lily erano in due case diverse, due case che da secoli si odiavano. Doveva immaginarselo, che lei sarebbe andata a Grifondoro. Leale, coraggiosa e babbana di nascita. Anche lui era mezzosangue, ma vantava una stirpe come quella di suo nonno, da generazioni Purosangue. Erano diversi come il giorno e la notte.
Durante la cena, fu Lily ad avvicinarsi a Severus.
- Non mi importa se siamo in case diverse. – disse, guardandolo negli occhi. – Saremo sempre amici. Me lo prometti?-
Questa, Lily, è una promessa che non posso fare.
Come dirle che erano troppo diversi? Che, da bravo Serpeverde, avrebbe dovuto odiarla?
Non glielo disse. Si limitò a prenderle la mano e a sorriderle, per non vederla stare male. Per non abbandonarla come aveva fatto Petunia.
- Si.- mormorò.- Te lo prometto. Saremo amici per sempre.-
 
***
Ed eccomi con il terzo capitolo. Scusate per il ritardo, come avevo già detto nella mia pagina, ho avuto problemi di connessione.. (:
ho lavorato tantissimo al capitolo, e mi lascia soddisfatta. Ho immaginato che Silente fosse già preside e la McGranitt e Hagrid, che andavano a scuola con Voldemort, fossero già presenti a scuola.
Inoltre, è facile credere che Voldemort operasse già a quel tempo.
Mi sono immaginata le storie delle loro famiglie, dato che la Rowling non ci da nessuna notizia e così Potter è un cacciatore di maghi, e Prince è un mago oscuro.
Spero vi piaccia!
Vi ricordo la mia pagina Faceook, se volete passare ne sarei felice! Basta cliccare qui.
Un bacio.
Ghost.
   
 
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