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Autore: RoSyBlAcK    30/04/2006    5 recensioni
Sono passati anni dalla sconfitta di Voldemort, ma certe ferite non si rimarginano. Soprattutto se hai una figlia di 11 anni, nascondi un terribile segreto, e hai perso i contatti con le persone più importanti della tua vita. Ma Hermione Granger e Ginny Weasley sono donne forti, e troveranno le risorse per sopravvivere, crescere e trovare quello che cercano, in un modo o nell'altro.

La mia prima e più grande sfida letteraria in campo di fanfiction, e richiede la vostra supervisione :P
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

Eccovi questo nuovo capitolo… è molto importante quindi ritagliatevi una ventina di minuti di solitudine per concentrarvi bene!!

 

Vorrei ringraziare tutte le meravigliose persone che mi hanno recensita e che giorno dopo giorno mi danno il coraggio di continuare a scrivere! Grazie! Spero che se non l’avete fatto leggiate presto anche le mie altre numerose ficc presenti nel sito…aspetto i vostri pareri, soprattutto su questo capitolo! Grazie mille! Un bacio foooorte forte XD vostra rosy!

 

Capitolo 14

Ancora coraggio

 

Herm… quanto immensamente mi emozionano le tue parole… quanto vorrei essere abbastanza forte da inviarti queste poche righe. Ma non ne sarò capace. Non posso riuscire a tornare… anche se vorrei. Lo vorrei con tutto me stesso. Ron… vorrei sentire la sua risata e poter essere felice, rivevere con voi e dentro di voi.  Sapere che non è con te mi rende colpevole, ancora più infelice. Vorrei poter tornare da voi. Vorrei riuscire a correre li ed abbracciarti, come non ho mai fatto davvero quando ho potuto. Ma non ci riesco, Herm… non riesco a pensare di rivedervi, di vedere il male che vi ho fatto. Per una volta, ti prego, permettimi di essere un codardo….

E non credo serva che io ti dica quanto vorrei rivedere Ginny, conoscere Lilian… non è passato un solo giorno in questi anni in cui io non abbia pensato a voi. A te, Hermione. A quello che hai fatto per me e che io non dimenticherò mai. vorrei vedere quello che sei diventata. Accompagnarti nelle difficolatà come tu hai accompagnato me. ma ‘Mione… tu non vuoi davvero vedere come sono diventato. Non vuoi, te lo assicuro. Non vuoi vedere quanto è immenso il male e il dolore che ho dentro…

Ti voglio un mondo di bene, non dimenticherò mai. tuo, Harry.

 

Hermione si porta le dita sulle guance, si asciuga le lacrime che però continuano a scorrere sulla sua pelle paonazza. La luce gioca trai suoi boccoli, come una piccola corona dorata sul suo capo tremante. Si morde il labbro, senza sapere cosa dire. Vorrebbe correre ad abbracciarlo, stringerlo come mai aveva fatto, baciarlo, riassaporare ancora quel vivo profumo d’amore che nasceva tra loro un tempo. Ma improvvisamente, non si sente abbastanza forte per farlo.

Ron nasconde le lacrime che gli scivolano sulle guance. Si mescolano con le lentiggini, si perdono nel latteo colore della sua pelle. Non sa cosa fare. Come sempre, non sa se prendere l’iniziativa. E quale poi è la più giusta?

-sei tornato…- afferma lei alla fine. Non si sente in grado di dire altro. Come una specie di piccola supplica, l’eco di una lontana preghiera ripetuta tante volte nella sua mente.

-se è quello che vuoi.- più di una supplica. Più di una domanda. Una richiesta di perdono senza speranza.

-Ron…perché?

Già… Ron si aspettava quel quesito. Si mette una mano nei capelli, spettinandoli appena.

-Hermione…vorrei poterti spiegare tutto.

-devi farlo.

Un ordine. Lei, la dolce sapientona. La madre attenta che a lungo gli era mancata.

Annuisce.

In fondo glielo deve.

-è… quella notte.

Hermione chiude gli occhi. Eccolo, il rumore, il sapore di sangue, la luna lontana, con il suo perfido ghigno argentato. Eccole, le mani di Ron strette sulle sue spalle, la spingono in una grotta sotto gli scogli. Il sapore del mare in quel piccolo bacio d’addio. Il rimorso, la paura. tutto quello che avevano troppo a lungo esitato a dirsi, diventa cio che non si sarebbero mai detti. I progetti, i sogni, il futuro, sospesi in bilico sul confine di un ultima grande, crudele, sfida.

Ron sospira. Vede i suoi ricci assopirsi nel buio della grotta, in quel buio dal quale per anni e anni non erano riemersi. E sente il dolore lancinante degli incantesimi bruciare sulla sua pelle. E non può tenere gli occhi aperti, sprofonda nella sabbia gelida, sotto l’ammiccare lontano delle stelle. E poi li riapre, e l’alba pallida illumina quello scenario bagnato di sangue. E Harry non c’è…si china su un mangiamorte. E urla. Dov’è Harry? l’uomo ride, “è morto, con il Signore Oscuro”….poche parole, un suono che Ron non avrebbe dimenticato. Lo uccide, e scappa. Scappa. Scappa.

-Ron?

-e poi quella mattina…

Hermione rabbrividisce, stringendosi nel maglioncino grigio. La sabbia d’oro che balugina sotto il manto rosato della mattina. I corpi di tanti uomini, abbandonati al suolo, dimenticati. Cio che erano stati in vita non conta ora, nella morte. Stesi a terra, i visi soffocati sotto il peso della fine. Le lacrime le scorrono sulle guance, il terrore fondato di non rivedere mai più le uniche persone che aveva realmente amato. E ancora una volta il viso cereo di Voldemort si specchia nella sua memoria, le labbra livide in un ultimo sospiro, una tacita preghiera per redimersi da tanto dolore, forse, o forse un ultimo disperato tentativo di non abbandonare la vita.

Lei annuisce. Sorride appena, incitandolo a continuare.

-Harry è morto, così…

lei singhiozza forte. Rivede il corpo di Harry, steso tra le sue braccia, addormentato in un ultimo sonno tranquillo. gli occhi serrati davanti alla fine di tante sofferenze. Davanti al suo ultimo aiuto.

-così non credevo di essere in grado di vivere Hermione… mi sono visto con te, con il ricordo della sua morte, dei giorni che avevamo passato insieme…- inizia a singhiozzare. –non ero stato in grado di aiutarlo abbastanza, e lui è morto! Come potevo vivere ogni giorno una vita serena e felice, consapevole di questo? ero terrorizzato all’idea di vedere la tua faccia quando ti avrei detto che era morto… saresti stata così immensamente disperata, delusa…

Hermione fa un passo verso di lui. uno solo, supera quel confine che li divide. Era tutta colpa sua. Rimorso, delusione, paura. tutta colpa sua. Aveva accettato di assecondare quell’ultimo capriccio del suo amico, distruggendo tutto cio che insieme li aveva resi felici. Distruggendo Ron, Ginny… ma anche se stessa, e Harry. allunga una mano bianca e l’appoggia sul braccio di Ron. Lui la prende, e la stringe. Brividi caldi si rincorrono sulla loro schiena, sulle loro braccia.

-volevo che tu fossi nella posizione di dare a Lilian una vita felice, un nuovo padre, un padre tranquillo…ma tu non l’hai fatto…

-no, non l’ho fatto.

-ti prego, perdonami Hermione…avrei dovuto saperlo. Avrei dovuto sapere che solo insieme ce l’avremmo fatta.

-come faccio…?

-lo so, lo so… lui è morto, e noi siamo qui. Ho scelto per entrambi, andandomene. Ora tocca a te.

Hermione piange, stringendo le dita calde di Ron avvolte nelle sue. Singhiozza. No, non hai scelto tu. Sono stata io. Anzi, è stato Harry… come al solito. Come ogni volta. Lui…

Ti amo. Ti amavo. Ma adesso? Volevo ricominciare, e tu ora sei qui. Proprio come avrei sempre voluto. Ma non sei il mio Ron.

-sei così diverso.

-anche tu.

Lo sguardo grave nei loro occhi si pente. Tanto tempo a sognarsi, e adesso, improvvisamente, non hanno la forza di amarsi di nuovo.

 

-non siamo sempre stati così, lo sai?- Ginny sorride a Lilian. Morde il suo hot dog, mentre si siede a fianco della nipote sulla panchina nel parco. La sera si adagia trai rami, la terra brulica di nuova vita.

-chi?

-noi: io, Hermione. Ron.

-come?

Gin sorride, leccandosi le labbra. –un tempo eravamo felici, qualunque cosa accadesse. Eravamo tranquilli, sereni… innamorati…

-e adesso? Perché non potete tornare a essere così?

Lei si stringe nelle spalle. –credo che non riusciamo a staccarci dai nostri ricordi.

-già…penso che posso capire.

Gin la guarda giocherellare con la zip della giacca. Le labbra tremanti di freddo e di tristezza.

-io posso capire se odi Harry.

Lily sorride appena. –davvero?

-sì, certo. vorrei solo che tu sappia che non è colpa sua.

-lo dici solo perché era il tuo fidanzato, vero?

Gin ride. –no, non solo per questo. certo, lo amavo. E forse lo amo tutt’ora. Ma non è stata tutta colpa sua. La sai la storia.

-certo che la so. E allora di chi dovrebbe essere? Di quel mago cattivo, certo…

Ginny annuisce. –lo so che è difficile pensare che Harry fosse la splendida persona che era. Ma è così. Anche se mi ha lasciata, anche se non è tornato quando avrebbe potuto. Lui era il “Prescelto”, Lily…

-a me non importa. Io vedo solo quello che si è lasciato alle spalle. Chi, si è lasciato alle spalle: voi, noi.

-lo so… ma so anche che lui ora, ovunque si trovi, non è felice. Mi piace pensare che vorrebbe essere qui. Che ogni sera prima di dormire, mi cerchi ancora tra le pieghe del lenzuolo, che abbracci il cuscino cercando in lui il mio corpo, che frughi nella memoria per rievocar la mia voce. E che ogni mattina al suo risveglio, lui cerchi di immaginare quello che Hermione e Ron stiano facendo. Mi piace sognare questo, anche se lo amo abbastanza da sperare che sia riuscito a ricominciare più di quanto non ci siamo riusciti noi.

Lily butta nel cestino la carta dell’hot-dog. Un vento che porta pioggia balla nei suoi boccoli ramati. –vorrei poter perdonare mio padre.- sussurra alla fine. –tu lo perdonerai?

Gin si stringe nelle spalle. –perdonare Ron…lo faccio ogni giorno da quando sono bambina. È stato solo un codardo, e noi ancora una volta dobbiamo avere coraggio. Ma tu… ti capisco se non ce la farai.

-ma io voglio solo avere un padre.

-credo che lui, voglia solo avere una figlia. Essere felice.

-perché se n’è andato allora?- grosse lacrime calde si attaccano alle sue lunghe ciglia vellutate.

Gin si alza, butta la carta, la guarda con un sorriso gentile, dolce. Quello che un tempo rivolgeva a Harry quando sentiva di non essere nella situazione giusta per parlargli, per stargli accanto, ma voleva farlo comunque. E comunque lo faceva. E così si sente per Lilian: la zia che l’aveva lasciata, e che adesso pretende di essere qualcuno. Ma infondo è così. Lily è sola, pensa Gin, in questo momento esattamente come per tanto tempo lo sono stata io. E pretende delle risposte, le stesse che a lungo ho preteso io. Ma ora a me non mi importa di averle. Non mi interessano i motivi. Voglio solo poter sorridere ancora. Ma lei è piccola…se lo merita. Si china su di lei, e l’abbraccia.

-quando tuo padre e tua madre hanno deciso di seguire Harry, non hanno solo fatto una scelta che implicasse il loro futuro. Hanno fatto una scelta di vita. Hanno deciso cosa era più  importante allora, quello che lo è ancora oggi: Harry. la loro amicizia. Il loro amore. E non si pentiranno mai di quella decisione. Ancora oggi, sono queste le cose importanti per loro. E quando Harry, Ron l’ha creduto morto…io so che lui ha visto davanti a se una vita vuota come non l’aveva mai vista né avuta. Perché Ron…lui si è sentito solo tante volte. Sempre messo in secondo piano davanti al mondo. ma non davanti a Harry, no. per Harry, Ron, era la persona più importante. senza Harry, Ron sarebbe dovuto essere uno dei tanti, e ha preferito andarsene, piuttosto che condividere con Hermione il suo dolore. Piuttosto che essere condiviso lui stesso con il dolore che Hermione avrebbe provato. E si sentiva colpevole della fine di quell’unica persona che aveva creduto in lui fin dal primo giorno su quel treno…persino per essere apprezzato da Hermione aveva dovuto lottare. Ma con Harry non era servito…

certe cose accadono e basta. I fili del nostro destino si intrecciano e si slacciano, ma i ricordi, quelli non moriranno mai… e Ron non poteva convivere con loro.-

Lily la stringe forte. Soffoca le lacrime nel suo seno.

-e Harry? perché se n’è andato Harry?

-per permettere a tutti di ricominciare.

-ma non è successo! Tu devi dirglielo…

Ginny la stringe. Accarezza i suoi capelli sottili che scivolano tra le sue dita.

-lo so…

 

Ron morto? Solo adesso sono riuscito a pensarci davvero. Morto…solo quel tuo “non ne ho idea” mi da un po’ di speranza, ‘Mione… oddio. Morto. Se è così, è tutta colpa mia. Ho fallito. E credimi se ti dico che vorrei bagnare di lacrime questo foglio, ma nemmeno riesco a farlo. Sono agghiacciato, terrorizzato. Tra tutti quanti, tutto l’intero mondo, voi eravate gli unici che volevo davvero salvare. Gli unici. Di tutto il resto del mondo non me ne importava nulla, e tu lo sai. Se tu, Ron, e Ginny, sopravvivevate, io sapevo di aver vinto. E invece no. ho perso…perso tutto. e non sono nemmeno stato li, li accanto a te per aiutarti a uscirne. Perché per me avrai pianto, Herm, lo so. Ma per Ron…per Ron tu saresti morta. E sono certo che un po’ per volta, stai morendo sul serio. Sono stato un egoista. Uno stronzo egoista. Un stronzo codardo senza possibilità.

Vorrei avere il coraggio per tornare, ora più che mai.

 

Amarti di nuovo, Ron… ricominciare da capo…

Sapere che sarai sempre la prima cosa che vedrò al mattino…

E l’ultima che mi sorriderà la sera…

Una sola opportunità, Mione, ti chiedo solo questa. Per permettere a tutto quello che ti ho tolto di diventare tutto quello che ti ho dato. Un solo sorriso ancora, Mione, uno solo. Per poter ricominciare a essere felice.

Amarti di nuovo, Ron… tu, colui che nel mezzo di tanto dolore era l’unica cosa che mi faceva vivere ancora. Tu, mio folle amico, mio pazzo compagno, mio adorato sogno…amarti di nuovo, rischiare ancora, per cosa? Ancora coraggio, sempre questo mi viene richiesto.

Un solo ultimo momento di coraggio. Solo momenti, diventano tali visti così tutti questi anni di codardia non sono niente paragonati all’immensa forza che ti chiedo per un solo piccolo passo, Hermione. Un passo che ti porti tra le mie braccia.

Amarti di nuovo, Ron? Baciare le tue labbra, accarezzare le tue guance, dormire nel tuo collo? sì, è quello che vorrei. Ma non ne ho la forza, lo capisci? Come posso rischiare di nuovo?

Un solo rischio ancora, tesoro mio, mia piccola Hermione. Questa volta non fallirò, dolce, bellissima, triste, Hermione. Ti renderò felice, se me lo permetti. Un solo momento di coraggio, e sarai qui, qui tra le mie braccia, tesoro.

Hermione chiude gli occhi. –eri l’unico al mondo che non mi aveva mai lasciata. Mai, nemmeno quando mi comportavo da stronza. Avrei dovuto capirlo quando hai battuto per me un troll di montagna che eri quello giusto…- un unisono sorriso di dolce ricordare. –eri l’unico che non mi lasciava…e pensavo che saresti stato l’unico a non lasciarmi mai.

-eri l’unica che vedeva in me qualcosa di speciale. L’unica alla quale non interessava la mia povertà, la mia stupidaggine…pensavo che non ti avrei mai lasciata. Ti ho delusa, ‘Mione. E mi dispiace.

Ron non piange più. i suoi occhi annebbiati dal rancore l’avvolgono con coraggio. Quell’ultimo barlume di speranza in lui sta morendo sotto la sua esitazione. Sotto l’immensa debolezza di quella ragazza che credeva l’unica in grado di non vacillare mai. –credevo che appena sarei tornato, mi saresti saltata al collo e mi avresti baciato, colmando tutto il tempo che ci aveva separati.

Lei riapre gli occhi lentamente. –ti ho mentito, Ron…

-ero abituato a una piccola coraggiosa guerriera…paladina del nostro amore impossibile.

-non è mai stato un amore impossibile.

Sorride appena, e lui risponde.

Hermione sospira.

Un passo, è tutto quello che ti chiedo, Hermione.

Lei lo guarda, ha paura. una paura che Ron non le ha mai vista disegnata in viso, nemmeno quando stavano per morire, nemmeno quando era rimasta incinta. Gli basta per capire che di tutte le battaglie, ha perso l’unica di cui gl’importava. Lascia la sua mano piccola e fredda, che si libra nell’aria come un solitario gabbiano sul suo ultimo tramonto. Fa un piccolo, timido, sorriso di scusa. Vede gli occhi di Hermione brillare. Forse gli sarà concessa almeno la sua amicizia. Il suo conforto. La sua compagnia. Ora che tra loro il vuoto non può essere riempito nemmeno con un bacio.

Hermione sorride, decidendo di rimandare il momento della verità. Adesso c’è una cosa più importante che deve fare.

-io non ti delurò.

Il suo cuore riprende a battere in fretta, come da tempo non batteva più.

Un passo.

E le sue braccia si stringono intorno al suo collo, come nel più bello dei suoi sogni. E Ron ha paura che sia questo: un sogno. Così chiude gli occhi. Immerge il viso nei suoi boccoli, annega in quel profumo dolce e aspro della sua pelle calda e salata. E Hermione serra le proprie gambe intorno alla vita dell’uomo che l’abbraccia. Ride, solleticandogli il collo con il naso. E poi risale il suo viso, riscoprendo il suo profumo, riscoprendo il sapore della sua pelle, delle sua mani nei propri fianchi. E alla fine, delle sue labbra. Vi si immerge, vi si perde. Annegano insieme in quel mare improvvisamente pieno, pieno di loro. Non ci sono scialuppe di salvataggio, e loro non vogliono arrivare alla spiaggia. Fluttuano insieme su quelle onde di velluto, bagnati dalla luce di una nuova, fredda e vitale alba.

  
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