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Autore: _Syn    29/08/2011    4 recensioni
[Raccolta conclusa]
Mini-raccolta Ron/Hermione
1. Colazione con lo gnomo: “Ahm...”
Ron stava per dire qualcosa – di imbarazzante, se lo sentiva – ma non fece in tempo a spiccicare parola che una delle uova gli planò sulla testa, imbrattandolo. Hermione spalancò appena la bocca, mentre rivoli di albume scivolavano dai capelli rossi di Ron e finivano sulla maglietta del pigiama arancione acceso oppure deviavano e finivano lungo il suo naso, per poi gocciolare sui jeans della ragazza.
2. Vino e cicatrici: La piccola cicatrice, diritta e chiara, spiccava sulla pelle di Hermione.
3. Scegliere: “Avremmo dovuto scoprirlo prima che “Il pozionista dilettante” ha quell'effetto rilassante su Rose.” continuò. Ron grugnì. “Penso che diventerà un'abile pozionista.”
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Scegliere


Mettere a dormire Rosie si era rivelata un'impresa impossibile sin dai primi giorni; aveva tenuto svegli Hermione e Ron Weasley anche fino all'alba. Quella sera, però, grazie a una scoperta che aveva aiutato il sonno di tutti e tre, la piccola si era addormentata in meno di dieci minuti.

In quel momento aveva un'espressione così pacifica che Hermione si ritrovò a sperare con un pizzico di realismo che avrebbe dormito fino alla mattina seguente. Le sistemò meglio la copertina azzurra e attivò il baby monitor.

Dopo aver spento la lampada, uscì piano dalla stanza e socchiuse la porta, dirigendosi verso il salotto. Una luce calda e il suono scoppiettante del camino l'accolsero insieme allo sguardo interrogativo e sorpreso di suo marito. Hermione gli fece un sorriso vittorioso e si accoccolò sul divano, la testa poggiata al petto di suo marito.

“Si è addormentata in cinque minuti.” sospirò di sollievo.

Ron le avvolse le spalle con un braccio e sembrò rilassarsi, abbandonando la tensione accumulata durante la lunga giornata. Aveva già preparato il libro delle fiabe di Beda il Bardo – quello famoso, donato da Silente a Hermione. Ovviamente, sua moglie l'aveva incantato affinché le rune si trasformassero in parole normali se fosse stato lui a leggerlo.

“Avremmo dovuto scoprirlo prima che “Il pozionista dilettante” ha quell'effetto rilassante su Rose.” continuò. Ron grugnì. “Penso che diventerà un'abile pozionista.”

Hermione picchiettò con un dito il petto dell'uomo e gli fece un sorriso, sollevando il capo per guardarlo meglio. Ron non aveva la faccia di uno in procinto di saltare per la gioia. Non voleva che sua figlia diventasse una persona lugubre e cupa, sempre chiusa in sotterranei oscuri e puzzolenti a preparare pozioni e catalogare occhi di rana e altri orrori simili.

“Questo non è detto, sai.” replicò. “Magari quel libro l'annoia così tanto che la porta al sonno. Invece le brillano gli occhi quando le racconto dei Cannoni di Chudley.”

La risata scettica di sua moglie gli penetrò il cervello.

“Come fai a vederle gli occhi se li apre a malapena? Ha delle guance così paffute che fa fatica.”

Ron rise subito dopo di lei, pensando al viso adorabile della sua Rosie. Era nata solo poche settimane prima e il suo viso sembrava quello di un piccola Pluffa. La signora Weasley aveva detto, appena vista la bambina, che Ron aveva posseduto quelle stesse guance paffute. I capelli, invece, erano di un castano rossiccio, perciò avrebbero dovuto attendere prima di dire a chi somigliasse di più la bambina. Tutti quelli che avevano visto Rose avevano affermato con sicurezza che assomigliava a entrambi e al tempo stesso non somigliava a nessuno dei due.

“Un padre certe cose le capisce. Secondo me vorrà una scopa già al suo primo compleanno.”

Hermione si irrigidì. Non aveva intenzione di vedere sua figlia su una scopa giocattolo prima che imparasse a camminare. Insomma, non avrebbe replicato affatto se Rose avesse dimostrato un'inclinazione verso il Quidditch, ma preferiva tenerla al sicuro fin quando poteva. Ogni volta che ripensava a scope, Bolidi e discese in picchiata si sentiva rabbrividire fino a sentire freddo. Una cosa era andare alle partite di sua cognata, fare il tifo ed esplodere insieme alla folla dopo la vittoria. Un'altra era assecondare il fanatismo di suo marito.

“Facciamo tredicesimo, Ron.” concesse magnanima.

Ron ignorò la correzione e continuò a immaginare la carriera stellare della sua bambina.

“Sarà un campionessa.” Hermione si irrigidì ancora “E anche un'abile pozionista, nel tempo libero.” aggiunse.

Magari Hermione avrebbe invertito le due cose, ma il concetto che Ron aveva di tempo libero e tempo dedicato al dovere era ormai talmente radicato che era inutile provare a ribattere. Comunque si addolcì e strofinò la guancia sul maglione di lana di suo marito. Era arancione, ovviamente, ed era stato confezionato dalla instancabile Molly Weasley proprio il Natale prima, insieme a un cappellino dello stesso colore con un bon-bon rosso in cima per la nipotina.

Un piccolo vagito, fortunatamente non sfociato in pianto, fece voltare entrambi verso quell'aggeggio babbano di cui Ron non aveva ancora imparato il nome con cui potevano ascoltare la bambina a distanza. Era ingegnoso, dovette ammettere persino lui. Molto più comodo dell'incantesimo suggerito dalla signora Weasley, che li avvertiva in maniera decisamente meno piacevole. Sembrava di sentire un folletto in agonia quando si attivava.

“Forse vuole dirci che dovremmo smetterla di programmarle il futuro.” rise Hermione, guardando verso la cameretta della bambina.

“Non fa male fantasticare.”

“Be', ma non ti ci abituare. E' anche figlia mia, tra un paio d'anni avrà già deciso cosa vorrà diventare e sfaterà ogni nostro progetto.” sospirò Hermione. “Ma è giusto così.”

Per loro due c'erano state poche scelte negli anni precedenti. Nessuno di loro – Harry, Ron, Hermione e tutti gli altri – aveva potuto sfuggire alla guerra, alla paura, alla sofferenza. L'oscurità aveva avvolto il mondo e loro avevano dovuto combatterla, sapendo in cuor loro che la scelta era una sola se desideravano riappropriarsi di quel diritto. Rinunciare a tutto per poi riconquistarlo, quel tutto.

In quel tutto, adesso, c'era chi era arrivato dopo.

Rose, per esempio.

“Abbiamo combattuto anche per lei. Perché potesse scegliere.” disse Hermione.

Avevano combattuto per il futuro. Ora tutto quel peso, il senso di grandezza che tutti avevano attribuito alle loro imprese, si scioglieva in quella vita composta da loro tre. Hermione, Ron e Rose. Il mondo ora era lì.

Ron l'abbracciò e continuò ad ascoltare il respiro della figlia.

Sì, il mondo era lì. In un respiro, in un soffio di vita.






Note: L'avevo annunciato già nel primo capitolo, ma lo ripeto: la raccolta si conclude qui, con il terzo capitolo ^^.

Grazie a chi ha letto, aggiunto ai preferiti, seguite o ricordate. E a chi recensirà o l'ha già fatto. Baci,

Alexiel.



  
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