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Autore: _AmyBlack_    29/08/2011    4 recensioni
Metti caso di essere una Mezzosangue. Ora, immagina che il tuo migliore amico si chiami Draco Malfoy. Impossibile? Può darsi. Ma se il sole rovente dell'estate riuscisse a sciogliere la maschera che il giovane Malfoy porta ogni singolo giorno della sua vita da studente alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Nath! Come stai?» Stessa domanda, stesso sorriso, stessa voce, stessa felicità nel sentirla.
«Benissimo! E tu?» Stessa risposta, stesso sorriso di rimando, stesso sentimento di pura amicizia.
Quell’amicizia che il tempo e la lontananza rafforzano piuttosto che arrugginire, quel sentimento d’intimità che t’invade quando incontri una persona con la quale è inutile fingere, con la quale ad essere qualcun altro non ci riesci proprio, e lasci che la sua persona ti liberi dalle maschere e ti apprezzi per ciò che sei davvero.
«Tutto bene. Entriamo?» Si fanno domande per il puro piacere di sentirsi ripetere ancora una volta le stesse risposte, si danno risposte per il puro piacere di parlare con l’altro. Ci si è già detti tutto, ma ancora tutto c’è da dire. E quell’anno, forse, ce n’era anche di più.
Nathalie non ci pensava, troppo presa dall’euforia del momento, troppo presa a darsi spintoni affettuosi con il suo migliore amico e a giurarsi eterna fedeltà senza dire niente in ogni istante passato insieme, come solo gli amici sanno fare. Tuttavia, in un momentaneamente remoto angolino nella sua testa, milioni di domande e sperate risposte si accumulavano sovrastandosi l’un l’altra con le loro vocine stridule e dannatamente sgradevoli. C’era che quell’anno aveva sentito così tante voci di corridoio, e così tanti fatti accertati ma ironicamente incoerenti tra loro che avevano creato una confusione tale da farle sospettare persino di Draco.
Oh, che idea sciocca era quella, ora che ogni pensiero svaniva alla sola vista del suo volto! Lei era felice, e lui ricambiava, le voleva bene davvero. Lui non c’entrava niente con tutto ciò che aveva sentito dire sia dal Mondo Magico che da quello Babbano.
Eppure quella sera, verso cena, mentre i suoi occhi vagabondavano curiosi per il salotto come se si trovasse lì per la prima volta, l’attenzione di Nathalie andò a posarsi su Lucius Malfoy, vestito con una camicia bianca, pantaloni lunghi rigorosamente neri e una giacca, anch’essa nera, abbottonata con vistosa precisione.
Una giacca! Diamine, era estate! E perdipiù, si trovava in casa propria, vestito elegante, senza ospiti (Nathalie non si poteva proprio considerare un’ospite, per Lucius era più come una figlia) e persisteva a vestirsi di nero e in modo decisamente pesante per la stagione. Il signor Malfoy non dava segno di volersi rilassare nemmeno nel suo stesso rifugio, e questo non era mai successo.
Il che le fece tornare alla mente i pensieri che l’avevano assillata per l’intero anno scolastico a Henley, la Scuola di Magia e Stregoneria che Nathalie frequentava.
«Hai freddo, Lucius?» La sua voce era allegra e ironica, ma lasciava trasparire una punta di sospetto a cui Malfoy non fece caso. La guardò, invece, e con molta calma rispose che ultimamente non era stato particolarmente bene, e che doveva coprirsi se non voleva ammalarsi di nuovo. La sua versione tranquillizzò la ragazza, che tuttavia non ne restò completamente convinta. Con sforzo estremo si costrinse a distogliere lo sguardo dall’avambraccio sinistro dell’uomo sul quale – ne era convinta – era ancora impresso il simbolo della fedeltà assoluta che anni prima, Malfoy aveva giurato al suo padrone, l’Oscuro Signore. Così lo chiamava, le rare volte in cui si parlava di lui. E Lui era tornato, così dicevano i giornali, così dicevano tutti.
E Lucius? Che scelta aveva fatto, stavolta? E Draco, che strada avrebbe intrapreso, ora? E lei, sporca Mezzosangue qual’era, che fine avrebbe fatto? Non la rassicuravano i sorrisi che l’intera famiglia Malfoy le rivolgeva, loro erano il suo opposto, e lei era la ‘razza’ che loro disprezzavano, nonostante le svariate volte in cui le ricordavano che lei, Nathalie, era l’unica eccezione. L’unica Mezzosangue con il Sangue Puro.
‘The only exeption’, come la canzone dei Paramore.
Ma che fine avrebbe fatto se Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato si fosse messo in mezzo a undici anni di amicizia? No, non si sarebbe placato, non avrebbe provato pietà, e il fatto che i Malfoy fossero al suo servizio non sarebbe servito a nulla.
Ma quali complessi si stava facendo, lei, che mai si sarebbe immaginata di poter avere al proprio fianco un amico migliore di Draco, che seppur detestava dichiarazioni di affetto, nomignoli e parole sdolcinate varie – il che a Nathalie poteva fare solo piacere – , non mancava mai di dimostrarle quanto per lui fosse importante un qualcuno con il quale sentirsi pari, e non superiore, ed essere trattato come tale; un qualcuno con il quale leggere i propri libri preferiti ed catapultarsi assieme nella storia, qualcuno con cui ridere, prendersi in giro e insultarsi per il semplice voler mescolare le due risate e farne di esse un suono unico e melodioso, una musica, una magia. Un amico, insomma. Un’amica, in questo caso. Nulla di più, assolutamente, ma cosa può esserci di più di un’amicizia sincera e vera?
Mentre pensava, rivolse uno sguardo grato a Draco, che stava leggendo la trama del libro che avrebbero letto quella sera prima di andare ognuno nel proprio letto. Un horror, sembrava meritevole.
La cena fu allegramente vivacizzata dal pungente sarcasmo a cui erano ormai abituati, e le preoccupazioni di Nath scivolarono via come la sua risata cristallina scivolò dalle sue labbra, senza riuscire a smettere.
  
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