19. Risate
incontrollate, l’addio all’uomo di latta e il
nostro futuro insieme
<< Chiscià
pesciè è sciessca coscì prescio
>>
<<
Non credo abbia dormito molto questa notte. Si
agitava continuamente nel sonno… probabilmente è
preoccupata per l’incontro con
Al di oggi pomeriggio >>
<<
Scì, cresco di scì >>
Sputo nel lavabo
i resti di dentifricio che ancora
occupavano la mia bocca, risciacquo veloce le labbra e al contempo
cerco di
infilarmi calze e scarpe. Esco dal bagno, afferrando coi denti il
laccetto che
ho al polso e nel frattempo alzando i capelli in una coda alta: lo
passo tra le
dita per legare le ciocche bionde alla peggio che posso. Nemmeno fisso
la mia
immagine allo specchio, così sicuramente trasandata, mi
affianco a Marie pronta
per la colazione.
Riscendiamo
frettolosamente le scale e a metà di esse,
incrociamo lo sguardo dei ragazzi che proprio in questo momento
lasciano il
dormitorio maschile. Dylan afferra Marie per un polso, attirandola a
sé e baciandola
con impeto: naturalmente lei non oppone la minima resistenza.
Sorridente, mi
avvicino a Teddy, strizzandogli l’occhio.
<<
Hai un po’ di dentifricio… proprio qui
>>
Con le dita
sfiora l’angolo della mia bocca, posandovi poi
la sua. Sorrido contro le sue labbra, buttandogli le braccia al collo e
baciandolo. Chiaro è lo sbuffo spazientito di Al, circondato
da coppie che
amoreggiano spudoratamente.
<<
Potrei vomitare, vi avverto >>
Si sta
già incamminando fuori, quando mi allontano da Teddy
e insieme ci affianchiamo a lui.
<<
Dov’è Yvonne? >>
<<
Sarà già in Sala Grande >>
Annuisce
distrattamente, marciando in silenzio. Con la coda
dell’occhio osservo la sua espressione concentrata: ha la
fronte corrucciata e
le labbra strette in una linea sottile. Sembra totalmente immerso nelle
sue
congetture, quindi mi rivolgo a Teddy e con un cenno del capo indico
Al, ora
dinanzi a noi. Marie e Dylan continuano a sbaciucchiarsi qualche metro
indietro.
<<
E’ nervoso, sai per il duello... >>
<<
Oh, ci credo che lo è… ma non è
l’unico >>
<<
Anche Yvonne? >>
<<
Naturale! Si atteggiano a maestri dell’indifferenza
quando è chiaro che entrambi se la fanno sotto
>>
<<
Guardate che non sono ancora diventato sordo!
>>
Procediamo
ancora: io ridacchio non tanto sommessamente,
Teddy lancia occhiate preoccupate all’amico ed Al continua a
borbottare
qualcosa, rapidamente precipitato nel suo solito umore nero. In Sala
Grande,
raggiungiamo Yvonne: è seduta ai soliti posti, la testa
immersa nella Gazzetta
del Profeta, e in mano una tazza di caffè sicuramente
bollente e amaro.
<<
MacDonald! >>
Sobbalza,
rovesciando metà della bevanda sulla propria
divisa e strillando per la sorpresa e probabilmente per il dolore
causato dal
liquido rovente. Mi lancia un’occhiataccia, arricciando le
labbra in una
smorfia contrariata.
<<
Gratta e netta >>
Al la ripulisce
con un colpo di bacchetta, sedendosi accanto
a lei. Io e Teddy prendiamo posto di fronte a loro e le due sanguisughe
al mio
fianco.
<<
Grazie >>
Yvonne mugugna
qualcosa, accartocciando la Gazzetta e
allontanando la tazza da sé: probabilmente non
vorrà ripetere l’esperienza di
poco fa, visti i nervi a fior di pelle. Intanto che mi fiondo sui miei
pancakes, gentilmente offerti dalla mia personalissima e adorabilissima
Fata
Turchina, osservo entrambi i duellanti di sottecchi.
I segni del loro
nervosismo sono evidenti: Al fa solo finta
di mangiare, spulciando il cibo nel suo piatto, grattandolo
distrattamente con
la forchetta. Yvy fissa la superficie del tavolo con aria assorta, ma
sono
certa che non sta contando le crepe nel legno. Ha profonde occhiaie e
l’aria
stanca.
E con mio sommo
raccapriccio, l’attimo dopo Perrow si siede
accanto a lei, salutandoci tutti con il suo sorriso da troppi denti.
Fingo un
conato di vomito, ma il disgusto è così profondo
che sto per vomitare sul
serio: Teddy si affretta a farmi aria con un tovagliolo di carta e
sento gli
altri tirare un sospiro di sollievo.
<<
Così oggi è il grande giorno, vero?
>>
<<
Perrow perché non vai a pascolare con gli
ippogrifi? >>
Teddy mi lancia
un’occhiata ammonitrice ed io, memore dei
vecchi trascorsi, decido di tapparmi la bocca. Rialzo appena lo sguardo
su Yvonne,
che però sembra quasi non aver udito la mia replica, ancora
intenta a scrutare
la superficie lignea del tavolo. Al si agita sulla panca: di certo
anche lui
sta trattenendosi dall’affatturare l’atipico
Grifondoro, che non sembra voler
demordere.
<<
Insomma, spero che tu, Al… >>
<<
Shacklebolt per te >>
Perrow non fa
una piega al tono seccato di Alastor e
annuisce appena.
<<
Dicevo… spero che tu, Shacklebolt,ti
comporterai da perfetto gentiluomo >>
Nessuno sembra
voler controbattere alla sua affermazione e
intanto l’aria intorno a noi inizia a
farsi pesante. Con la coda dell’occhio osservo
Marie al mio fianco e lo
stesso fa Dylan: non sembra irrequieta, ma tremendamente in allerta.
<<
O la smania di vincere è così forte da ignorare
il
fatto che duellerai con la ragazza di cui sei innamorato?
>>
Yvonne sussulta
appena, incapace di rialzare lo sguardo ed
io boccheggio, fissando truce il ragazzo di fronte a me. Al serra la
mascella,
stringendo forte la forchetta, ma ancora non sembra voler replicare.
<<
Se così fosse, ammetto che non ne sarei sorpreso. E
sono pronto a giurare che la stessa Yvonne si aspetta il peggio da
questo
incontro. Chissà… magari sarà un buona
prova, un’occasione per mettere
definitivamente un punto a questo rapporto corrosivo >>
Fino a questo
momento, il duello tra loro due mi è sempre
apparso come un semplice scontro. Ma comprendo, adesso, che
è molto di più per
loro. Perrow non ha propriamente torto: quale sia l’esito,
è possibile che ne
dipenda la loro relazione. Ovvio che siano entrambi angosciati e
terribilmente
inquieti. Loro che per ora vivono in un limbo di incertezza, stanno per
mettere
alla prova loro stessi e i propri sentimenti.
<<
Se fossi in te… >>
<<
Ma non lo sei ! >>
Al batte un
pugno sul tavolo, facendo voltare più di un
Grifondoro e trasalire noi che gli siamo vicini. Yvonne finalmente
rialza il
capo, fissandolo spaventata. Le labbra di Perrow si arricciano appena
in un
ghigno malcelato: ha raggiunto il suo obbiettivo, far innervosire
Alastor più
di quanto non lo sia già.
<<
Quello che c’è tra me ed Yvonne non è
affar tuo e
se ancora il concetto non ti è chiaro, te lo ripeto: stai
alla larga da noi
>>
<<
Vuoi costringere Yvonne a piantarmi, proprio come
la Summers ha fatto con questo rammollito? >>
Dylan digrigna i
denti, pronto a scattare e probabilmente
infilzarlo con il cucchiaino che ha in mano, che non sembra
un’orma adatta allo
scopo. Marie posa una mano sul suo braccio, impedendogli di rendersi
ridicolo. Incrocio
lo sguardo di Yvonne, talmente pallida che ho paura possa svenirmi sul
tavolo.
Ma prima che sia Al a replicare, è lei che si volta verso
Perrow, afferrandolo
per la collottola.
<<
Mi hai stancato Vinz, la mia sopportazione è giunta
al limite. D’ora in poi ti consiglio di non rivolgere
più la parola a me o ai
miei amici, perché se ti pesco ad insultare ancora uno di
loro, giuro su mia
madre che ti infilo il cucchiaino di Dylan su per il culo!
>>
<<
Ti rendi conto che ti stanno plagiando? Che
Shaklebolt ti sta usando? >>
<<
Il mio rapporto con Al non è affar tuo, io
non sono più affar tuo! >>
<<
Voglio solo proteggerti! >>
Yvonne lo molla,
strattonandolo e lasciandosi andare ad una
risata isterica.
<<
Proteggermi? Dalle persone che mi amano? >>
<<
Loro non… Lui non ti… >>
<<
Se lui non… o lui mi… lo saprò da
sola! >>
<<
Non capisci che… >>
Perrow continua
a muovere le labbra, ma senza emettere
suono. Ci guarda no ad uno, spaesato e agitando le mani, toccandosi le
labbra
con gesti convulsi, proprio mentre Teddy riposa la bacchetta nella sua
tasca, guardandolo.
<<
Hai annoiato anche me e credimi, il mio limite di
sopportazione è ben più alto di quello dei
presenti: Victoire è la mia
fidanzata e dovrei aver detto tutto. La tua voce mi irrita,
così come le tue
azioni. Ora, cortesemente, alzati, prendi le tue cose e vattene da qui.
Inoltre,
se vengo a sapere che ti sei trovato a meno di tre metri da qualcuno di
loro,
scoprirai cosa vuol dire far arrabbiare uno come me e credimi, non ti
auguro di
essere nei paraggi se questo dovesse accadere. Ah, sei in punizione per
i tutti
i sabato, per… due mesi? >>
Sgrano gli
occhi, e come me il resto degli occupanti della
tavolata: inutile dire che Perrow è terrorizzato. Non sono
le minacce di Teddy ad
aver sortito l’effetto sperato, ma l’inquietante
modo in cui ha pronunciato
quelle parole: col sorriso sulle labbra e una calma decisamente
spaventosa. Gli
sorride ancora e poi riprende a mangiare le sue uova, come se niente
fosse.
<<
Ah, e sei fuori dalla mia squadra, bello! >>
Dylan gli lancia
il citato cucchiaino, continuando ad
urlargli contro mentre lui se la fila via. Io continuo a fissare Teddy
incredula, quando accade qualcosa che maggiormente mi lascia spiazzata: Alastor inizia a ridere -a ridere- , tanto forte da accasciarsi
sul tavolo e stringere le
mani sullo stomaco.
Teddy sorride
ancora, scuotendo il capo; Dylan è bloccato in
una strana posizione: stava sedendosi, dopo aver inveito contro il
fuggitivo e
ora fissa Shacklebolt come se fosse pazzo, ancora immobile; Marie,
sbatte
furiosamente le palpebre mentre Yvonne sembra pietrificata, ma il suo
viso
sembra aver ripreso un colorito umano.
Ed
io… inizio a ridere con Al, forte come lui, contagiata
dalla sua ilarità e ancora incredula per quanto è
appena accaduto, nel giro di
pochi minuti. L’attimo dopo, tutti noi stiamo ridendo della
grossa, beccandoci
le occhiate perplesse e sconcertate della maggior parte degli studenti,
anche
di quelli seduti lontano da noi. Persino i professori sembrano
guardarci con
apprensione.
E
l’ultimo mio pensiero, prima di abbandonare la colazione e
la Sala Grande, è che la risata di Al è davvero
bella, oltre ad essere
terribilmente contagiosa.
***
<<
Devi solo rilassarti: respira e… com’era?
>>
<<
Era espira Weasley, espira… a meno che non tu non
voglia farle rischiare il soffocamento >>
<<
Certo che no, stavo solo… Marie, fa stare zitto il
tuo ragazzo! Mi deconcentra >>
<<
Non che ci voglia tanto… >>
<<
Marie! >>
<<
Oh, Merlino… Dylan, ti prego non infierire >>
<<
Interferire in cosa? Nel tentativo di Vicky di
uccidere Yvonne? >>
<<
Oh, tappati la bocca! >>
<<
Tappatela tu! >>
<<
Perché non ve la tappate tutti quanti? >>
Yvonne si volta
verso di noi, infuriata come una banshee,
fissandoci ad uno ad uno con sguardo truce. Io e Wood, lievemente
terrorizzati,
ci limitiamo ad annuire come due automi e sorridere nervosamente. Lei
ci scruta
con sospetto per qualche altro secondo, prima di riprendere a marciare
verso la
Sala adibita ai duelli. La seguiamo, stavolta in silenzio, ma
sgomitandoci l’un
l’altro.
La stanza appare
ancora più piccola: credo ci sia tutta la
casa Grifondoro e non solo; nessuno sembra volersi perdere il duello su
cui,
negli ultimi giorni, si è vociferato tanto. Del resto tutti
sanno che Yvonne è
innamorata di Al da sempre e vorranno certamente ficcanasare.
Ci avviciniamo a
Teddy e Shacklebolt, in piedi a pochi passi
dalla pedana. Il primo ci sorride con dolcezza, Al invece sembra aver
ingoiato
un rospo intero: ha anche qualche sfumatura di verde nel colorito del
volto
funereo.
<<
Ciao >>
Al saluto di
Yvy, risponde con un cenno del capo, per poi
allontanarsi verso la pedana.
<<
Cominciamo bene >>
<<
Buona fortuna, Yvonne >>
<<
Grazie Teddy >>
<<
Oh, si! Buona for… >>
<<
No, tu porti sfiga Vicky! >>
<<
Cosa? Non è vero? Teddy io porto sfiga? >>
<<
N-no… >>
Yvonne
ridacchia, strizzandomi l’occhio e seguendo Al. Non
è
divertente essere la sua valvola di sfogo e prendermi in giro, non la
tranquillizzerà di certo. O forse si? Mi sento tanto la
scema del gruppo; figo!
Ci avviciniamo
anche noi alla pedana, così vicini che una
fattura potrebbe tranquillamente colpirci. Ascoltiamo McMillian fare le
solite
inutili premesse, e dare il via al duello. Al ed Yvy si inchinano,
continuando
a mantenere il contatto visivo. Lei è tesissima: posso
vedere da qui la mano
che stringe la bacchetta, tremare; tuttavia lui non sembra in
condizioni
migliori.
I minuti
passano, ma nessuno dei due sembra voler fare la
prima mossa. Scambio uno sguardo perplesso con Teddy e nei suoi occhi
posso
scorgere la mia stessa apprensione. Marie, accanto a me sta mangiando
tutte le
sue unghie, cosa incredibile perché ha sempre odiato farlo;
Dylan, accigliato,
ha lo sguardo puntato sui duellanti, tanto concentrato che non sbatte
nemmeno
le palpebre. E poi la voce di Al interrompe la tensione scesa su di noi.
<<
Non ci riesco, non posso attaccarti >>
Stringe la
bacchetta con quanta forza possiede, vedo le
nocche della sua mano sbiancare.
<<
Non posso farlo quando l’unico mio desiderio è
quello di proteggerti da tutto, da ogni cosa che possa nuocerti. E
l’ho capito
quel lontano giorno, in quell’angusto ripostiglio, quando ho
visto per la prima
volta chi era la vera Yvonne. Ma seppur avevi aperto una crepa
consistente nel
mio corpo di latta… >>
Mi lancia
un’occhiata, ed io sventolo la mano sorridendo.
<<
Non ero ancora pronto a… ad accettare quel piccolo
cuore foderato di seta che solo tu potevi darmi. Ero convinto che fosse
più
facile, per me, restare solo perché quando impari
cos’è l’amore e non lo hai…
potresti morirne. Ma quell’ amore, io ce l’ho:
perché dopo anni tu continui a
donarmelo, nonostante l’indifferenza, e il disprezzo che ti
ho riversato
addosso. E non so se riuscirò ad amarti nel modo in cui tu
vuoi che io lo
faccia, perché rimango sempre io… e so che non
sono perfetto. Ma sono certo che
continuerò a volerti con tutto me stesso, perché
tu Yvonne, sei ovunque io
guardi, da sempre… ma soprattutto sei qui dentro
>>
Si tocca il
petto, rifacendo scivolare il braccio lungo il
fianco. Nell’intera sala è calato un silenzio
palpabile, persino McMillian
fissa Shacklebolt con aria imbambolata e al tempo stesso ammirata. E
noi
quattro, noi che abbiamo seguito la loro storia dall’inizio,
che abbiamo riso
dello strambo corteggiamento di Yvy e delle seccate reazioni di Al, non
possiamo evitare di sorridere come deficienti.
E solo ora mi
accorgo delle lacrime che bagnano le guance
della mia migliore amica, lacrime che sanno di gioia e amore. Lascia
cadere la
bacchetta e nello stesso momento in cui fa un passo in avanti, Al la
raggiunge,
afferrandole il volto tra le mani e baciandola con impeto.
Grida di
ammirazione e incitamento si levano da ogni angolo
della Sala; dopo un primo istante di stordimento, ora tutti applaudono
felici.
E voltandomi, i miei occhi si posano su qualcuno accanto alla porta:
braccia
incrociate e sguardo basso, è seminascosto dagli altri e da
una colonna, ma lo
riconosco ugualmente, è Perrow. Non mi sorprende che lui sia
qui, ciò che mi
lascia perplessa è che stia sorridendo e non nel solito modo
inquietante e
irritante, ma con dolcezza. E una strana morsa stringe il mio stomaco
quando i
nostri sguardi si incrociano: è spontaneo per me sorridergli
a mia volta, senza
sarcasmo o odio e lui alza la mano, non mutando la sua espressione.
Poi va via, e
tutto ad un tratto capisco perchè Dylan e
Yvonne gli hanno voluto bene: ha un modo tutto suo per dare
una mano, probabilmente combina più casini che
altro, ma non è
cattivo e credo che la
felicità dei suoi
vecchi amici, gli stia davvero a cuore. In un certo senso siamo simili
io e lui
ed è in questo momento che mi riprometto di parlargli, un
giorno o l’altro.
Le urla di Dylan
e le sue incitazioni decisamente volgari,
mi riportano alla realtà. Mi volto, andando incontro ai miei
amici e sorridendo
nel vedere i loro volti radiosi. Li abbraccio uno ad uno, soffermandomi
più a
lungo a stritolare Al che, assurdamente, non cerca di svincolarsi. Gli
sorrido
ancora, sussurrando al suo orecchio.
<<
Eh, si… l’uomo di latta non esiste più
>>
***
Marzò
è volato, così come aprile: alla fine
dell’incontro
più assurdo e al contempo meraviglioso a cui Hogwarts abbia
mai assistito, il
vincitore proclamato fu Al. Yvonne avava lasciato andare la sua
bacchetta prima
di lui e sebbene non avessero lottato, McMillian dovette appigliarsi a
quel
cavillo. L’incontro successivo, di conseguenza, aveva visto
me e Shacklebolt
avversari: fu probabilmente il meno strano e il più
avvincente, e con mio rammarico,
mi vide sconfitta.
Al era il
campione di Grifondoro e senza difficoltà riuscì
a
diventare anche quello di Hogwarts. Ma non c’era tempo per
gongolare perché nei
giorni successivi fummo inghiottiti dallo studio per i G.U.F.O e per i
M.AG.O.
L’agitazione, l’ansia e le crisi nevrasteniche ci
fecero compagnia fino alla
fine di maggio.
<<
Non eri a studiare con Yvonne? >>
<<
Ha detto che mi avrebbe fatto ingoiare il mio libro
di incantesimi se non mi levavo dai piedi >>
<<
Comprensibile >>
Ridacchio,
sprofondando nel divano rosso e malandato,
accanto a Teddy. Poggio la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli
occhi e
beandomi dei pochi istanti di tranquillità che posso
concedermi. Mi stringe a
sé, posando un bacio tra i miei capelli.
<<
Sei stranamente silenziosa >>
<<
Pensavo >>
<<
Ah, si? >>
Gli do una
gomitata, nemmeno tanto delicata e lui ride,
divertito.
<<
A cosa? >>
<<
Al fatto che l’anno prossimo non sarai con me,
così
come non ci saranno Dylan ed Al >>
Annuisce,
sovrappensiero e intanto mi stringe un po’ di più.
Rialzo lo sguardo, fissandolo.
<<
Non nego che sarà difficile, starti lontano è difficile, ma non sono preoccupato. So
quello che provo e non cambierà: il nostro futuro
è insieme, Victoire e questa
è l’unica cosa di cui sono sempre stato convinto
>>
<<
Mh, si. Infondo sono stata una brava fidanzata, no?
Non ti ho nemmeno lanciato fatture nell’ultimo mese!
>>
Ride,
scompigliandomi i capelli e abbracciandomi. E poi le
sue labbra sfiorano le mie, baciandomi con la stessa dolcezza che
sempre mi
riserva. Di tante cose ho avuto paura, e mille dubbi hanno sempre
accompagnato
il mio riavvicinamento a Teddy: ma niente di tutto questo alberga
ancora in me.
So che lui è l’unico, perché nessun
altro riuscirebbe a farmi sentire nel
medesimo modo, perché nessun altro sarebbe stato al mio
fianco per un intera
vita, senza essere spaventato dal continuare a farlo.
Ed io sono
esuberante, goffa e rumorosa; lui è tranquillo,
introverso e affabile: due opposti, due persone che apparentemente
niente hanno
in comune. Eppure, qualsiasi sia il suo carattere od il mio, di qualsiasi cosa siano fatte le nostre
anime, so che esse sono identiche. So che si incastrano alla
perfezione, so
che si riconoscono come gemelle.
Il mio mondo di
caos e allegria ed il suo di ordine e noia,
si sono uniti e Merlino e Morgana mi fulminino, se ho intenzione di
cambiare le
cose.
<<
Ti amo >>
Sgrana appena
gli occhi, sorpreso. Poi sorride ed il mio
cuore si scioglie.
<<
Non me l’avevi mai detto >>
<<
Lo so, non ne sono mai stata sicura come adesso
>>
E ancora le sue
braccia mi accolgono, ancora la sua bocca cerca
la mia, in un gioco di carezze e sguardi che riempie la mia vita e la
sua.
<<
Giuro su chiunque tu voglia che questa è l’ultima
volta che ti do una mano in pozioni, Dylan! Sei anche peggio di Yvonne!
>>
<<
Ehi, questa è un’offesa bell’e buona!
>>
Mi volto, quando
le voci di Al e Wood, appena apparsi dal
buco del ritratto, giungono al mio orecchio. Marie sospira,
ridacchiando e
sedendosi accanto a me, subito seguita dal suo imbronciato ragazzo che
si
accascia ai suoi piedi, lasciandosi carezzare i capelli. Shacklebolt
occupa una
poltrona poco distante, guardandosi intorno.
<<
Dov’è Yvonne? >>
<<
A ficcare libri nella gola degli studenti >>
Mi fissa
allibito, spostando lo sguardo su Teddy che fa un
breve cenno col capo: sarà il loro linguaggio in codice per
dirsi di lasciar
correre le mie boiate. E prima che possa replicare, la MacDonald
riscende le
scale del dormitorio femminile, buttandosi letteralmente addosso al suo uomo,
e posandogli la testa nell’incavo del collo.
<<
Sono stanca di spulciare libri e di far esplodere
calderoni! Ma quando finirà? >>
<<
Tra poco, non lamentarti >>
<<
Non mi lamento! >>
Ora che quei due
stanno insieme, verrebbe da pensare che le
cose tra loro siano diverse, eppure si comportano nello stesso identico
modo in
cui facevano prima, salvo slanci di affetto da parte del vecchio uomo
di latta.
<<
Cosa farete quest’estate, prima di tuffarvi nel
mondo degli adulti? >>
<<
Io e Marie faremo un bel viaggetto, la porterò
ovunque voglia >>
<<
Come mai è così accondiscendente? >>
<<
Gli ho promesso che lo accompagnerò alla Coppa del
Mondo di Quidditch >>
<<
Ahh, ecco! E voi? >>
<<
Conoscerò i miei suoceri ! >>
<<
E’ inquietante che tu li chiami a quel modo
>>
<<
E come dovrei chiamarli? Sono i tuoi genitori, ergo
i miei suoceri. Dovrò essere perfetta, comprerò
un vestito bellissimo per
l’occasione, niente jeans rattoppati o scarpe logore e
sarò, sarò.. >>
<<
Ti adoreranno se sarai te stessa, quante volte te
lo devo ripetere? >>
Ci pensa su per
qualche istante, rimanendo in silenzio, poi
aggiunge:
<<
Oddio, proprio te stessa, no… >>
Yvonne gli molla
un ceffone dietro la nuca e lui ride,
baciandola l’attimo dopo. E io penso che è ancora
strano sentire la sua risata,
anche dopo mesi, eppure è qualcosa a cui voglio
assolutamente abituarmi.
<<
E tu e Teddy? >>
Mi volto verso
Dylan, assumendo un’aria pensierosa e poi
scrollando le spalle.
<<
Diremo alla nostra famiglia che stiamo insieme,
ancora nessuno lo sa >>
E ridendo
dell’espressione terrorizzata, ma al contempo
felice di Teddy, non posso fare a meno di sentire il cuore battere
forte. Dirlo
alle persone che amo, renderà tutto ancora più
vero e si, dopo inizieremo il
nostro futuro insieme: tutti insieme.
***
L’unico
modo per scrollarsi di dosso il nervosismo e la
stanchezza degli esami, è rifugiarsi alla Tana: piena di
bambinetti urlanti, di
cure eccessive e soprattutto di amore. Col caos che qui regna,
è impossibile
preoccuparsi dei risultati degli esami, sebbene Marie, Dylan e Al non
fanno che
parlarne.
Prima di
separarci, abbiamo deciso di trascorrere qualche
giorno insieme, e la Tana è il posto ideale per accogliere
tante persone:
questa è la teoria ufficiale, quella ufficiosa è
che quel fifone di Teddy voleva
un supporto morale e si, anche fisico, nel caso in cui papà
o zio George
l’avessero affatturato in seguito alla sconcertante
rivelazione che solo ieri
abbiamo confessato.
Le reazioni di
tutti sono state più che positive: la mia maman
è, elegantemente, esplosa di
gioia, asserendo che Teddy fosse un buon partito e anche bello, il che
non
guastava; Zio George ha dato pacche sulle spalle a Lupin, tanto forti
da fargli
rischiare il soffocamento; le mie zie, al completo, hanno affermato con
convinzione che lo sospettavano già da un po’ e
zia Hermione ha precisato che
nulla c’entra l’occhio interiore; a zio Ron invece,
ci sono voluti diversi
minuti per capire cosa stesse succedendo.
Il difficile
è stato far riemergere il mio papà dallo stato
di trance in cui era caduto: ha stretto la mano a Teddy, con energia
aggiungerei, solo dopo avergli assicurato che non cambia nulla, che
sono sempre
il suo piccolo maiale obeso, la sua piccola lupacchiotta.
E tirando le
somme, ora, seduta sulle scale del cortile
della Tana, posso affermare con convinzione che questo, per Vicky
Weasley, è
stato un anno niente male. Ho riscoperto me stessa, ho appurato che
Teddy non è
il male puro, ma l’uomo della mia vita e che Al sa essere
decisamente umano.
Naturalmente rimangono vive le mie idee sul fatto che Dylan sia un
perfetto imbecille
e che Yvy e Marie siano le migliori amiche che possa desiderare.
E dopo aver
scovato l’amore, l’amicizia, so di essere
felice. So che il futuro non mi spaventa, perché non sono
sola, perché resteranno
con me, sempre.
Li osservo ad
uno ad uno, rincorrersi sul prato: Teddy ed Al
cercando di fuggire alle grinfie di Yvonne e Wood mentre Marie ride a
crepapelle, facendo risuonare la sua risata ovunque. E poi si voltano
verso di
me, incitandomi a raggiungerli: non me lo faccio ripetere due volte e
corro da
loro, dalle persone che hanno riempito la mia vita ed il mio cuore. Ma
soprattutto balzo addosso a Dylan, facendolo spiattellare a terra ed io
con
lui.
<<
Weasley, maledizione! Sei la mia rovina! >>
Come ho detto precedentemente, questo è
l’ultimo
capitolo prima dell’epilogo. Non vogliatemene, ma
cos’altro c’era da
aggiungere?! Tutti, ma proprio tutti hanno avuto il loro lieto fine ed
è questo
che conta, no?! Mancheranno anche a me, ma… li ritroverete!
;D
Vi ringrazio per le recensioni del
capitolo scorso: non so se riuscirò a rispondere, ma
sappiate che le ho lette e
le ho adorate! xD
AH, ho voluto inserire una foto
‘diversa’!
Spero vi piaccia! xD
Vi abbraccio, tesori miei!
<3