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Autore: kagome123    30/08/2011    3 recensioni
Sono passati 15 lunghi anni da quando Inuyasha, Kagome e i loro figli sono rimasti bloccati nel presente a causa dell'inaspettata chiusura del pozzo mangia ossa; ora Inuki e Kaori, ormai adolescenti, vivono, insieme alla loro famiglia, una vita normale tra i banchi di scuola. Ma le loro giovani vite saranno sconvolte da un avvenimento improvviso... Ed ecco voi il sequel di "Una nuova avventura"!! Nuove avventure e nuovi personaggi vi attendono. Cosa aspettate? Leggete e commentate numerosi!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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capitolo 24 Capitolo ventiquattresimo – “Torna presto da me, mia dolce Sango...”


Ignari di quello che stava accadendo a Kaori, Miroku e Shiro continuavano a combattere imperterriti contro i due demoni volpe, usando tutte le forze avevano in corpo per difendere la povera Sango, impossibilitata a combattere.

“Non credevo che degli insulsi esseri umani fossero in grado di combattere fino a tal punto!” Commentò uno dei due prima di colpire per l'ennesima volta il monaco adulto con un potente pugno.  

“Siete feriti, stremati per il lungo combattimento e per di più i vostri corpi sono indeboliti a causa del miasma che avete inalato nei vostri polmoni. Come potete avere ancora così tanta forza?” Concluse l'altro per poi fare lo stesso con il monaco più giovane e spedirlo parecchi metri più in là.

“Noi non ci fermeremo fino a quando non vi avremo sconfitto definitivamente, maledetti bastardi!” Urlò spavaldo Shiro, rimettendosi stancamente in piedi e massaggiandosi il braccio dolorante.

A quelle parole i due demoni si abbandonarono ad una grassa risata.

“Voi? Sconfiggerci? Ma... vi siete visti? Hahahahahah! Se fino ad ora non siete neanche riusciti a sfiorarci, come sperate di poter fare una cosa del genere?!”

“Non starlo a sentire, fratello. Forse il moccioso sta solo dando i numeri. Dopotutto, ha sbattuto la testa così tante volte, hehehehe!”  

Il ragazzo, furente e irritato da tali discorsi, avrebbe voluto controbattere ma un ruggito spaventoso costrinse il gruppo di combattenti a voltarsi in direzione di quel suono.

“Ma cosa...?!” Commentò Miroku, confuso e facendo alcuni passi in direzione del figlio.

I due demoni volpe si scambiarono uno sguardo d'intesa.

“Alla fine la cagnolina ha deciso di arrendersi, hehe.”

“Che dire? Ce ne ha messo di tempo, la mocciosa!”

“Di cosa diavolo state parlando, dannati?!” Domandò il giovane monaco, non riuscendo a capire a cosa i due si riferissero.

I due scoppiarono nuovamente a ridere.
“Non mi dirai che non te ne sei ancora reso conto, moccioso?”

A quelle parole un brivido freddo lo attraversò per tutta la schiena.

Che si stessero riferendo a Kaori?

Fu un attimo e un nuovo ruggito spezzò il lieve silenzio che era calato in quel luogo, facendo scappare via ogni animale presente nell'arco di parecchi chilometri.
Poi, davanti agli occhi scioccati e sconvolti dei tre umani, apparve Kaori nella sua forma demoniaca, con il grosso rosario ancora attorcigliato intorno al corpo e dal quale continuava a sprigionarsi un denso miasma nero.

Miroku istintivamente si portò accanto alla moglie ferita, per poi stringerla forte tra le braccia.

Quanti anni erano trascorsi dall'ultima volta che aveva visto quegli occhi iniettati di sangue fissare i suoi in quel modo così... crudele?

“Per tutti i Kami. È proprio identica a suo padre.” Si ritrovò a pensare ad alta voce mentre un brivido di terrore lo attraversava, facendo tremare leggermente il suo corpo.

Accanto a lui, Shiro stringeva forte i pugni per la rabbia.

“Carina, non è vero?” Commentò uno dei due demoni volpe, notando la rabbia che traspariva dagli occhi del giovane monaco.

“MALEDETTI BASTARDI! Come avete osato farle una cosa del genere?!” Urlò più furente che mai e stringendo forte il bastone dorato nella sua mano destra.

Il demone volpe ridacchiò.
“Non è certo colpa nostra se, alla fine, la tua amica si è arresa al potere nero del miasma, liberando così il demone nascosto dentro di lei. In fondo, era una cosa scontata. Dopotutto, si tratta pur sempre di un infimo mezzo demone.”        

Non riuscendo più a resistere oltre, Shiro si lanciò contro i due demoni con l'intento di liberarsi di loro ma, velocissima, Kaori si portò davanti a lui, bloccando la sua avanzata.

“Ma cosa...?!” Balbettò confuso e incredulo.

I due demoni ridacchiarono.
“Oh, oh. Non mi sembra che la tua giovane amica sia d'accordo. Non è forse così, piccina?”

In tutta risposta Kaori ruggì per poi gettarsi contro il giovane monaco con tutta la forza che aveva.
 
Shiro, sebbene non si aspettasse una cosa del genere, riuscì a evitare che gli artigli lo colpissero, parando quella sequenza di colpi veloci con l'ausilio del solo bastone.
Innervosita da ciò, Kaori continuò ad accanirsi su di lui come una pazza, attaccandolo velocemente da ogni angolazione possibile ma, sfortunatamente per lei, il ragazzo sembrava essere in grado di anticipare i suoi movimenti, rendendole quasi impossibile sfiorare il suo corpo.
Si, qualche attacco era andato a segno ma, alla fine, era riuscita a colpirlo di striscio, procurandogli solo delle ferite superficiali.
E questo non faceva altro che far aumentare a dismisura la sua rabbia.

Dall'altra parte del campo, Miroku e Sango assistevano con trepidazione al combattimento del figlio, preoccupati per la sua sorte.
Dovevano ammetterlo: in quei lunghi mesi in cui era stato via di casa era migliorato molto rispetto all'ultima volta che lo avevano visto combattere ma...
Per quanto ancora sarebbe stato in grado di tenerle testa prima di consumare tutte le forze a sua disposizione?   

“Dobbiamo aiutarlo, Miroku. Non potrà resistere a lungo se continua così!” Disse Sango con un filo di voce e stringendo forte la veste del marito tra le mani.

Miroku annuì.
“Hai ragione, Sango. Dobbiamo pensare ad un modo per calmare la sua parte demoniaca. Ma, sfortunatamente, non credo proprio che la mia energia spirituale sia sufficiente per fermarla.” Commentò affranto e con tono triste, stringendo forte il suo bastone tra le mani.

“Dannazione. Se solo potessimo recuperare la Tessaiga, Kaori sarebbe...”

Ma Sango non riuscì a terminare la frase.
In quel momento il tintinnio della Sfera dei Quattro Spiriti e di alcuni frammenti, scivolati improvvisamente dalla tasca della giovane mezzo demone e, ora, a poca distanza da lei e il marito, attirarono la loro attenzione, facendoli girare di scatto.

Miroku e Sango si guardarono.

“E se non dovesse funzionare?” Domandò improvvisamente Miroku, usando un tono molto serio.

“Preferisco provarci che vedere mio figlio morire davanti ai miei occhi.” Rispose subito la donna, usando lo stesso tono del marito.

E così Miroku, dopo aver preso in braccio la moglie e aver recuperato tutti i frammenti e la sfera dal terreno, iniziò a correre a perdifiato in direzione del pozzo mangia ossa.

“E tu? Dove credi di andare, bonzo?” Domandò improvvisamente  uno dei due demoni volpe, apparendo alle sue spalle e bloccando le sue azioni.

Miroku imprecò mentalmente, posando una mano sul bordo del pozzo davanti a lui.
Che il demone avesse capito le sue intenzioni?
Insicuro sul da farsi, deglutì più volte per poi stringere con più forza Sango tra le braccia.

“Allora? Io sto aspettando, bonzo.” Incalzò il demone, ridacchiando leggermente.

“Levati dai piedi, dannato.” Ribatté l'uomo serio e fissandolo negli occhi.

“Ohh! Quanta arroganza! Credi veramente di essere nelle condizioni di poter usare quel tono di sfida con me, inutile essere umano?” Commentò irritato e facendo qualche passo in avanti.

Miroku non rispose, limitandosi a fissarlo con più intensità mentre nella sua mente cercava disperatamente un modo per uscire da quella incresciosa situazione.

Nel frattempo, il demone continuava imperterrito ad avanzare, facendosi sempre più vicino e chiudendo loro ogni possibile via di fuga.

Sango istintivamente si stinse di più al marito, nascondendo il volto tra le sue vesti.

Ormai li avevano scoperti.
Non avevano più alcuna via di fuga.

Aveva quasi perso tutte le speranze quando la voce del marito la svegliò da quello stato di ansia e paura in cui era caduta, sorprendendola completamente.

“Va' e recupera Tessaiga, Sango.”

La sterminatrice sgranò più volte gli occhi.
“M-M-Miroku?!”

“Io purtroppo ho una piccola questione in sospeso da risolvere. Non posso venire con te.”

“Ma...! Ma... io...!”

“Mi fido di te, Sango. Nel frattempo, ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per non farmi uccidere.”

“Ma.... non puoi! Lui è...”

“Prendi i frammenti e credi nel loro potere, Sango.” Disse troncando bruscamente il suo discorso e scaraventando la povera Sango giù per il pozzo.

Confusa e spaventata, la sterminatrice strinse al petto i frammenti e sfera e, in quel momento, una calda luce rosata avvolse il suo corpo, risucchiandola all'interno di essa.

Miroku, che nel frattempo aveva iniziato un cruento combattimento contro il demone volpe, sorrise vedendo la moglie scomparire all'interno del pozzo.

'Torna presto da me, mia dolce Sango.' Si ritrovò a pensare, prima di gettarsi a capofitto in quella nuova battaglia.
 


“Inuyasha! La cena è in tavola! Scendi, altrimenti si fredderà tutto!” Urlò Kagome intenta ad apparecchiare la tavola e richiamando a gran voce il marito dalla cucina.

“Arrivo!”

Il mezzo demone mosse stancamente le piccole orecchie argentate, uscendo lentamente dalla vasca colma d'acqua.
Un altra giornata di duro lavoro si era da poco conclusa e, come tutte le sere da tre mesi a quella parte, cercava di calmare il suo animo affranto facendo lunghi bagni caldi.
Già.
Erano trascorsi tre mesi da quando Inuki e Kaori erano scomparsi nel nulla, risucchiati dal pozzo mangia ossa come per magia.
Tre lunghi mesi di ansia.
Tre lunghi mesi di trepidazione.
Tre lunghi mesi di paura.
Dal momento stesso in cui aveva ricostruito il pozzo e il piccolo tempio, non c'era stato giorno in cui non avessero provato, sia lui che la compagna, a saltarci dentro, sperando in un miracolo.
Ma più i giorni passavano e più la consapevolezza di non avere la minima possibilità di attraversarlo cresceva, scaraventando i due giovani genitori in un baratro senza fondo ricolmo di dolore.

Chiusa la porta dietro di sé e si avviò verso la camera da letto per indossare un semplice yukata scuro. Poi quando ne uscì, inconsciamente il suo sguardo cadde sulla camera dei figli, ormai vuota e silenziosa.

'Vorrei solo sapere se state bene. È forse chiedere troppo?' Si ritrovò a pensare per poi abbandonarsi ad un sonoro sospiro di rassegnazione e iniziare a scendere tristemente le scale.

 La cena trascorse tranquillamente poi, come tutte le sere, Inuyasha uscì in giardino per andare a buttare l'immondizia e, proprio quando si trovò a passare nelle vicinanze del pozzo, un odore famigliare e inatteso attirò la sua attenzione, facendolo bloccare di colpo.

“Ma questo... questo è...”

Scosse velocemente la testa cercando di cancellare quel pensiero.

Non era possibile.
Non era minimamente possibile una cosa del genere.
Ma allora perché... riusciva a percepirlo così chiaramente?

Velocemente, si liberò del sacco di rifiuti e iniziò a correre in direzione del piccolo tempio per poi aprire rapidamente la porta scorrevole.

Grande fu la sua sorpresa quando si trovò davanti ad una Sango ansimante e stremata, inginocchiata ai piedi del pozzo e che perdeva sangue da una profonda ferita all'altezza dell'addome.  

“S-Sango?! Sei... proprio tu?!” Domandò con voce tremante e insicura.

Sango sorrise.
“I-Inuyasha. Sono davvero... felice di... rivederti. Argh!”

“Dannazione! Ma tu sei ferita! Come sei riuscita ad attraversare il pozzo in quelle condizioni, me lo spieghi? E soprattutto perché quell'incosciente del tuo compagno ti ha lasciato andare in queste condizioni?! Si può sapere cosa diavolo è successo dall'altra parte?” Disse andandole incontro e aiutandola ad alzarsi.

“N-non... non abbiamo tempo per le spiegazioni inutili, Inuyasha. Kaori... tua figlia ha bisogno della tua spada per riprendere il controllo!”  

“Kaori? Riprendere il controllo? Co... Cosa diavolo vai blaterando?! Lei...”

Avrebbe voluto continuare ma, improvvisamente, sentì un brivido attraversarlo per tutta la schiena e, in un attimo, vide materializzarsi ciò che, dal giorno stesso in cui sua figlia era venuta al mondo, aveva da sempre temuto potesse accadere.

“Quindi... la mia Kaori... si è...”

Sango annuì per poi abbassare il capo tristemente.
In quel momento le tornò alla mente un discorso fatto con Kagome anni addietro, poco prima che l'amica attraversasse il pozzo per l'ultima volta.

Inizio Flashback

Erano passate solo poche ore dal funerale di Inuyasha e Kagome, la quale non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, stava stancamente sistemando le ultime cose nella borsa prima di saltare nel pozzo.

“Dimmi, Kagome-chan. Sei davvero sicura di voler partire così presto?” Domandò Sango, portandosi vicino all'amica e aiutandola a sistemare.

“Si, ne sono sicura. Sono due mesi che non vedo i miei piccoli e la mia famiglia. Mi mancano da impazzire, Sango-chan. E poi c'eri anche tu quando Inuyasha mi ha fatto quel discorso, vero?” Chiese, con voce tremante.

Sango annuì.
Tre giorni prima che morisse, il giorno cui le aveva consegnato Tessaiga, il compagno l'aveva messa in guardia, dicendole che, nell'eventualità in cui uno dei suoi figli avesse perso il controllo a causa del sangue demoniaco ereditato da lui, non doveva esitare a usare quella spada per placare il loro animo, sebbene in cuor suo sperasse che una cosa del genere non si verificasse mai.

“Capisco benissimo i tuoi sentimenti, Kagome-chan ma... è più di una settimana che non riposi adeguatamente e poi sei piena di ferite su tutto il corpo. Vuoi davvero che la tua famiglia ti veda in questo stato?”

“Anche se volessi, ora come ora non riuscirei a restare qui un giorno di più. Ci sono troppe cose che mi ricordano il mio adorato Inuyasha.” Disse, cercando disperatamente di trattenere le lacrime.

Udite quelle parole, Sango non poté fare altro che avvicinarsi e stringere forte l'amica tra le braccia.

“Devi farti coraggio, Kagome-chan.”

“Lo so. Lo so questo ma... è così difficile! Come farò a crescere i miei bambini senza un padre, me  lo spieghi?!”

“Lo spirito di Inuyasha vi accompagnerà sempre. Non sarete mai soli. E poi... ci sarà la tua famiglia ad aiutarti.”

La ragazza singhiozzò più volte per poi passarsi una mano sul volto e asciugare le calde lacrime che avevano per un istante bagnato il suo viso.

“Lo... credi veramente?”

Sango annuì.
“Ora vai. Promettimi solo che di tanto in tanto tornerai a trovarmi, amica mia.” Disse con voce impastata dalla commozione.

“Si. Non appena mi sarò ristabilita e mi sarò liberata degli esami di ammissione, verrò a trovarti ogni fine settimana insieme ai bambini. Te lo prometto, Sango-chan.” Ribatté la ragazza concludendo quel discorso e sparendo all'interno del pozzo mangia ossa.

Fine Flashback


'Ma poi il pozzo è stato sigillato e tu non hai potuto mantenere la tua promessa, Kagome-chan...' Continuò nella mente mentre un triste sorriso si disegnava sul suo volto.

“Vieni con me, Sango. Ti porto da Kagome così potrà curare le tue ferite. Sarà molto felice di rivederti.” Disse il mezzo demone, caricandosi delicatamente la donna sulle spalle.

La sterminatrice annuì, lasciandosi trasportare.  


Kagome era seduta vicino al piccolo tavolino del soggiorno, intenta a gustarsi una buona tazza di the quando sentì la porta scorrevole dell'ingresso aprirsi improvvisamente.

“Era ora che tornassi, Inuyasha. Lo sai? Stavo iniziando a preoccuparmi e...”

Ma la donna non riuscì a terminare la frase. Davanti ai suoi occhi sconvolti vi era Sango, la sua migliore amica.

“Ciao, Kagome-chan. È tanto tempo che non ci vediamo, vero?” Disse la sterminatrice usando un tono in cui poteva facilmente trasparire tutta la sua felicità.

“Sango... chan? Sei proprio tu?”

La donna sorrise.
“Non sei cambiata per niente dall'ultima volta che ti ho visto. Devi svelarmi il tuo segreto, amica mia!” Continuò con tono scherzoso e facendo segno ad Inuyasha di metterla giù.

Non riuscendo più a trattenersi, Kagome le corse incontro, abbracciandola forte.

“Perdonami, perdonami Sango-chan se non ho mantenuto la promessa che ci siamo fatte! Sei arrabbiata, non è vero?” Urlò tra le lacrime.

Sango scosse la testa.
“Non preoccuparti. Sono al corrente di quello che successe al pozzo 15 anni fa. E poi, non potrei mai essere arrabbiata con te, Kagome-chan.” Rispose, ricambiando l'abbraccio dell'amica ma in quel momento un forte dolore all'addome la fece gemere, costringendola a chinare leggermente il busto in avanti.

Kagome non comprendendo il suo comportamento, la liberò dall'abbraccio e, solo in quel momento, si rese conto che era ferita gravemente e stava perdendo parecchio sangue.

“Ma... ma... Sango-chan! Tu sei ferita! Cosa ti è successo?”

Sango avrebbe voluto risponderle ma Inuyasha la interruppe, comparendo improvvisamente davanti alle due donne con il kariginu indosso e Tessaiga ben stretta alla cintura.

“Bada a lei, Kagome. Io ho una faccenda molto importante da sbrigare.”

Kagome si ritrovò a sbattere più volte le palpebre, incredula e confusa.
Erano più di dieci anni che non vedeva il marito con indosso il suo vecchio kimono!

“Inuyasha? Mi vuoi spiegare cosa diavolo sta succedendo?! P-perché ti sei vestito così?!”

“Non preoccuparti. Ti spiegherà tutto Sango a tempo debito. Pensi che un solo frammento sarà sufficiente per attraversare il pozzo?” Disse rivolgendosi alla sterminatrice.

“Non lo so. Portane qualche altro per sicurezza.” Rispose, tirando fuori dalla tasca un altro paio di frammenti e porgendoli all'amico.

Inuyasha annuì.
“Ti ringrazio, Sango. E... non preoccuparti. Tornerò presto da questa parte in compagnia di tutti gli altri.” Disse per poi sparire velocemente.

Rimaste sole, Kagome guardò Sango per parecchi secondi con una faccia stupita.

“Saresti così gentile da spiegarmi almeno tu cosa sta succedendo qui, Sango-chan?” Domandò, sempre più confusa e aiutandola ad alzarsi.

Sango sospirò.
“Ci vorrà un bel po', credimi.”

“Non preoccuparti. Adesso abbiamo tutto il tempo che vogliamo.” Commentò per poi salire le scale insieme a lei.











ANGOLO DELL'ALTRICE

Ed eccomi di nuovo qui ragazzi!
Sono stata velocissima stavolta, vero?
Vero? ^^''
*una palla di fieno rotola davanti alla povera kagome123*

Comunque purtroppo le mie vacanze estive giungono al termine e presto sarò nuovamente circondata dai miei cari libri di università -_-, indi sarà un pochino difficile per me aggiornare la storia in modo veloce.
Ma per questo non è detto che, di tanto in tanto, non venga colta da attacchi violenti di ispirazione, come è già accaduto e sta accadendo già adesso XD
Quindi, continuate a seguirmi e ne vedrete delle belle, ve lo assicuro! ^^
Ma parliamo di questo capitolo!
Come avrete certamente notato finalmente Inuyasha e Kagome hanno fatto la loro ricomparsa!
E in una situazione alquanto particolare e burrascosa, aggiungerei !
Preparatevi perchè nel prossimo capitolo assistete al rincongiungimento di Inuyasha con i propri figli, insieme ad una sorpresina finale -^-^-
Curiosi, ne?
XDDDDDDDDDDD
Ci vediamo ragazzi!
Un bacione a tutti voi e ancora grazie alla grande moira78 che mi aiuta nelle correzioni ^^
Ciauuuuuuuuuuuuuuuuu
   

   
 
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