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Autore: Valeriaep    30/08/2011    2 recensioni
"Tu farai, splendere ogni giorno il sole" le disse, mentre con un dito seguiva i lineamenti del suo, dolce viso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sorridi, come se ci credessi davvero, gli disse quel pescatore solitario, in un periodo dell'anno troppo freddo, ad un orario troppo assurdo, mentre pescava e ascoltava silenzioso i mille problemi di House. L'unico che ebbe la possibilità di vedere un nuovo House, di ascoltare ogni pensiero di House. L'unico con cui House, si sia veramente aperto.
Sorridi,come se ci credessi davvero. Ha sempre ripetuto House, in ogni momento, quando la gamba gli faceva troppo male, e il vicodin non voleva, non doveva prenderlo.
Sorridi, come se ci credessi davvero si ripeteva quando si sentiva solo.
Sorridi, come se ci credessi davvero si diceva quando sentiva il profumo di Lisa invadergli i sensi.
Sorridi, come se ci credessi davvero. Era diventata la sua filosofia di vita.
 
Sorridi, come se ci credessi davvero. Si ripetè quando si ritrovò a varcare la soglia del suo appartamento nel New Jersey. Quando rivide i suoi vecchi mobili impolverati, quando intravide il suo pianoforte in un angolo. Quando sentì l'odore di alcohol viaggiare per la casa.
Sorridi, come se ci credessi davvero. Si disse, quando si ritrovò davanti alla porta di quello studio. Che conosceva a memoria..
Un dolce, quasi lieve rumore, interruppe il discorso in quella stanza. 
"Avanti" disse Lisa, seduta dietro la sua scrivania, con mille carte, troppi problemi in testa ed un amico/fidanzato che voleva delle spiegazioni.
Aprì la porta lentamente. Entrò, quasi timidamente, con quel sorriso finto sul volto, che in qualche goffo modo, dava sicurezza.
Sapeva benissimo, che vi avrebbe trovato entrambi, sapeva benissimo che il suo cuore nel rivederla si sarebbe fermato.
"Mi scusi, cerco la dottoressa"... esito un secondo, "Cuddy" . Poi guardò l'uomo seduto su quella poltrona. Lo studiò, il buon e vecchio Wilson, sempre uguale, forse con qualche ruga in più, che lo fissava sconvolto. E poi lei, dietro quella scrivania, che lui conosceva a memoria, con le sue mille pratiche da visionare, con quei suoi capelli meravigliosi, che le incorniciavano il viso, con quella maglietta rossa, quanto era bella in rosso. Quanto era bella e basta.
Lei si alzò dalla sedia, rimanendo immobile dietro la scrivania, sul suo anulare, spiccava un anello, probabilmente di fidanzamento. Troppo costoso, troppo da Wilson.
Wilson gli si avvicinò, abbracciandolo improvvisamente.
Rimase fermo, immobile, avrebbe voluto picchiarlo, picchiarlo e ancora picchiarlo. Ma ormai aveva scelto una strategia da seguire, quella più assurda, per fargliela pagare.. ad entrambi..
"House", disse l'uomo, sciogliendosi dall'abbraccio.
"Oddio, spero non sia lei la dottoressa Cuddy" disse House guardando l'uomo.
"Sono Wilson" 
House gli sorrise, poi guardò Lisa, ancora ferma, in piedi, dietro quella scrivania. Notò i suoi occhi lucidi, si avvicinò a lei, un passo alla volta. Poi iniziò a guardarsi intorno. Era tutto uguale, gli stessi quadri sulla parete, gli stessi mobili, solo qualche fotografia in più. 
"Sta bene?" disse House alla donna.
"SIgnor House, lei.." esitò a dire quelle parole, ad usare quell'atteggiamento così freddo e distaccato. "lei non puo' stare qui, le conviente andare via, o chiamerò la polizia."
Si irrigidì a quelle parole, poi guardò Wilson, che abbassò lo sguardo. E capì.. capì che la situazione era cambiata, che le persone cambiano, che ritornare in quel posto era stata la peggior scelta della sua vita. Ma era arrabbiato. Era veramente arrabbiato.
"Ero venuto qui per darle questa." poggiò  sulla scrivania della donna, una busta. La guardò intensamente, poi guardò nuovamente quell'anello. Le sorrise, si voltò e si avviò alla porta. La aprì con destrezza, poi si girò verso Wilson, guardò anche lui. Gli sorrise. 
Troppi sguardi su di lui, riconobbe tutti. Ogni singolo dipendente di quell'ospedale. E tutti lo guardavano con disprezzo. 
Aprì la portiera della sua auto, rossa, troppo Italiana, appoggiò le mani sul volante sospirò. Fece per mettere in moto, ma un forte rumore sul finestrino lo interruppe quasi spaventandolo. Uscì dall'auto.
"Non dovrebbe stare qui fuori, con questo freddo, con una.."
"pensi a lei, non a me!" disse la donna, tagliente. "dove ha trovato queste foto?"
House, notò che la curiosità aveva avuto la meglio.
"in un cassetto, ieri, nel mio appartamento."
"perchè le ha portate qui?"
Si fermò un secondo, la guardò intensamente. Era una donna diversa. Avrebbe voluto accarezzarle il volto, e baciarla.
"a me non servono. Ed ho pensato che a lei.."
"Ha pensato male." Gli lanciò quelle foto addosso "Stia lontano da me, dalla mia famiglia, dal mio ospedale."
Guardò le foto cadere a terra, seppellendosi tra la neve. Le lasciò lì..
Ritornò in auto, andando via da quel luogo..
Ripetendosi:"Sorridi, come se ci credessi davvero."
  
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