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Autore: Nobody Is Perfect    31/08/2011    14 recensioni
Sesso, alcool e droga.
Una carriera finita.
Un figlio nato dall'errore di una notte.
Questa è la nuova vita di Tom Kaulitz, ex chitarrista di una band affermata nel mondo, divenuta ormai polvere.
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: il capitolo seguente ha contenuto erotico.


Le urla del piccolo Alex si diffusero nell'abitacolo e Tom, senza tante cerimonie accostò l'auto sul ciglio della strada e guardò con occhi truci suo figlio.
-Ma che diavolo strilli?Mi stai facendo venire il mal di testa, cazzo- si massaggiò le tempie e sospirò,buttando la testa sul sedile.
-Vollio la mia mamma, pecchè siamo andati via?- strillò Alex. –Sei cattivo!- il piccolo iniziò a dare piccoli pugni alle gambe di Tom con scarsi risultati.
-Senti moccioso, io non sono tua madre, quindi vedi di non farmi arrabbiare, chiaro?- sputò acido. -Tua madre non esiste,non la rivedrai mai più, fattene una ragione- sentenziò.
-Sei brutto e cattivo. Io vollio la mia mamma, non voglio starci con te.- urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
-Sei uguale a quella troia di tua madre, testardo come un mulo- grugnì infastidito dal comportamento del bambino. -Ma da adesso le cose cambieranno-
Alex si ammutolì e si ricompose sul sedile. Tom partì con una sgommata che fece spaventare il piccolo. Guidò oltre il limite massimo di velocità, incurante di suo figlio, che lo osservava spaventato. Ma a lui non importava di Alex.

*

Parcheggiò nel garage della villetta a schiera e si voltò verso Alex che dormiva beato.
Doveva svegliarlo?Decise di no e lo prese in braccio, trasportandolo all'interno della casa.
Adagiò il bambino nel letto e si diresse a passi spediti in cucina per versarsi un po’ di vodka nel
bicchierino. Doveva allentare la tensione.
Stava giusto riponendo il bicchiere nel lavandino, quando bussarono alla porta.
Si pulì le mani ai pantaloni e si fermò alla porta, indeciso sul da farsi. Doveva aprire? E se fosse stato qualcuno che l’aveva visto mentre era a casa di Hilary? Scosse la testa e aprì, trovandosidavanti un ragazzo della sua età.
-Ah sei tu Markus, entra!- il ragazzo entrò e si sedette su una sedia in cucina, riponendo sul tavolo un sacchetto di polvere bianca.
-Allora quanto me la fai pagare questa volta?-
-Questa volta mi dispiace, ma non ti farò sconti. Sono tre mila tondi tondi.- Rispose Markus, con un sorriso furbo. Tom quasi svenne, sentendo la cifra esorbitante appena detta dal ragazzo.
-Cosa? Sei diventato matto? Devo ricordarti che non lavoro? Dove li trovo tre mila euro?-respirava affannosamente. Si sentiva male solo al pensiero di non avere la sua dose.
- E’ un problema tuo, Tom. Se non trovi i soldi sono affari tuoi.- alzò le spalle, incurante della richiesta di Tom.
Markus fece per andarsene, ma Tom gli bloccò un braccio.
-Aspetta! Non posso stare senza la mia dose giornaliera e tu lo sai bene.- si sentiva più nervoso del solito. –Ti prego! Ne ho bisogno- lo supplicò.
-Non posso fare niente per te. Ti ho fatto mille favori, ma ora ho le mani legate. Prendere o lasciare!- Tom si passò una mano tremante sul viso. –Vabbè ho capito, ci si vede in giro.- Markus aprì la porta e se ne andò senza dire altro.
Tom si infuriò e scaraventò la bottiglia di vodka a terra che si ruppe in mille pezzi.

*

Alex si svegliò e si guardò intorno stranito, non capendo dove si trovasse.
-Mamma- piagnucolò scendendo dal letto.
Si affacciò alla porta semichiusa della stanza e osservò due ragazzi parlottare animatamente. Poco dopo uno dei due se ne andò e Tom volse lo sguardo verso la porta, notando Alex.
-Che cazzo guardi?- sbottò.
-Vollio la mamma- sbattè i piedini per terra.
-La mamma è morta, hai capito?- sbattè una mano sul tavolo.
-Sei cattivo! La mamma non è morta- singhiozzò.- Lei mi vuole bene-
-Adesso la devi smettere ok? Quella puttana è morta, morta per sempre! Ora tu sei di mia proprietà- scandì ogni parola, lasciando trasparire tutto l’odio che covava verso Hilary. –Io sono tuo padre e tu sei mio figlio, quindi devi obbedirmi e soprattutto devi farti i cavoli tuoi. E ora fila in camera tua.-
Alex si sedette sul pavimento del salotto e pianse, sentendo le parole di Tom.
-Hai sentito cosa ho detto? Vai in camera tua- ruggì.
Il bambino parve non sentire le parole di Tom, che vennero attutite dal suo pianto.
Tom si imbestialì e si alzò dalla sedia. Strattonò Alex per un braccio e gli tirò uno schiaffo in pieno viso. Aprì la porta della camera e lo scaraventò a terra, non preoccupandosi di fargli male.
–Non uscirai di qui finchè non farai quello che ti dico-

*

Tom si sedette malamente su una sedia in cucina e afferrò il cellulare dalle tasche dei pantaloni.
Doveva distrarsi in qualche modo, evitando di pensare alla droga, quale migliore distrazione se non una scopata?
Sorrise scorrendo la rubrica e arrivò alla lettera b.
Brigitte era una ragazza da paura.
Alta e snella, due tette da sballo e soprattutto sempre disponibile a concedersi.
Compose il numero e attese pazientemente.
-Pronto?-
-Ciao, sono Tom- sorrise pensando alla faccia sbigottita della ragazza dall'altra parte del telefono,
dato che non la chiamava da tempo.
-Tom? Quel Tom?- chiese in un sussurro.
-Certo, io in persona-
-Immagino il motivo della tua chiamata- rise. Perspicace la ragazza!
-Beh sai sono un pò stressato in questo periodo e avrei bisogno di rilassarmi. Puoi aiutarmi?-Tono suadente e sexy, era sicuro che entro pochi minuti Brigitte avrebbe accettato.
-Un pò di idee ce le avrei, però ora sarei impegnata-
-Ti prego!- sospirò -Mi sento tanto solo-
Sentì un sospiro frustrato attraverso la cornetta.
-E va bene!- sorrise vittorioso -Sarò a casa tua tra poco-

Dopo un’ora Brigitte arrivò all’appartamento di Tom, che la aspettava impaziente.
-Finalmente sei arrivata! Credevo non venissi più. Forza entra prima che ti veda qualcuno.-La fece accomodare in camera sua, ma prima di entrare la ragazza indicò la stanza del bambino.
-Perché quella camera è chiusa?- chiese curiosa.
Tom esitò ma alla fine si decise a rispondere.
-Lì dentro c’è mio figlio, ma non pensiamo a lui…pensiamo a noi- si chiuse la porta alle spalle.
Si avvicinò alla ragazza per baciarla ma lei lo respinse.
-Lì dentro c’è tuo figlio?Quanti anni ha?-
Tom sbuffò esasperato. Quella ragazza era davvero sexy, ma era troppo impicciona.
-Senti non ho voglia di parlare di quel mocciosetto! Vorrei dedicarmi ad altro, possiamo iniziare?- sviò il discorso.
Brigitte lo guardò altezzosa, ma si convinse che se avesse fatto troppe domande, Tom si sarebbe arrabbiato ed era meglio evitarlo.
-Va bene, iniziamo- sventolò una mano per aria.
Tom spinse la ragazza sul letto, iniziando a baciarla sul collo. Le tolse la camicetta e la gettò a terra insieme alla gonna e alle calze a rete. Si fermò di colpo e sorrise beffardo.
-Toglimi i pantaloni- le ordinò.
Brigitte li slacciò lentamente, mentre le loro lingue danzavano insieme. Li fece cadere a terra, subito seguiti dai boxer, ormai diventati di troppo.
Stava per sdraiarsi sul letto, ma Tom la bloccò per un polso.
-No no no- schioccò la lingua sul palato. –Adesso giocherai con il mio amichetto.-
La ragazza rimase basita di fronte a quella richiesta.
-Vuoi che io…- Tom la guardò con aria di sfida.
-Non dirmi che non ti eccita lo stesso?-
-Non è questo è che non l’avevi mai chiesto prima.- non sapeva come comportarsi.
Il ragazzo si spostò verso la finestra e guardò fuori. –Fai quello che ti dico e potrai andare via, non vorrai mica che mi incazzi sul serio?-
Brigitte deglutì e raggiunse il ragazzo, inginocchiandosi davanti a lui. Lo prese in bocca per tutta la sua lunghezza.
Tom mise le mani nei suoi capelli e la aiutò nei movimenti.
-Mi stai facendo impazzire- gemette, stringendo più forte la presa.
I ritmi aumentarono e Tom arrivò all’apice.
Brigitte si stese sul letto ma Tom rimase in piedi a fissarla.
-Che c’è? Perché non vieni?-
-Prima devi prendere la pillola-
Brigitte lo guardò senza capire.
-Ma sei impazzito? Io non prendo quella roba- scosse la testa. –Una volta sono rimasta incinta, ma poi ho abortito e come vedi, anche senza quella roba non ho figli tra i piedi.-
Tom fece un segno di disapprovazione. –A me non piace il rischio, ho già rischiato una volta e guarda com’è finita- indicò con la testa la camera di Alex. –Quindi o la prendi o te la faccio prendere io, non ti lascerò andare via sul più bello.-
La ragazza lo guardò preoccupata e ingoiò la pillola.
-Contento ora?- sbottò.
Tom sorrise e si gettò sul corpo della ragazza, entrò in lei con una spinta secca che la fece sussultare. Brigitte allacciò le gambe dietro il suo corpo e le braccia intorno al suo collo.
Spinto dal piacere Tom stava perdendo la sua delicatezza e Brigitte si irrigidì all’istante.
-Tom mi fai male- sussurrò la ragazza, strizzando gli occhi.
Ma lui non la ascoltò e continuò. –Smettila di parlare!-

Esausto, si distese al fianco della ragazza e sospirò.
-Per oggi abbiamo finito, adesso sparisci-
La ragazza se ne andò arrabbiata, raccolse i suoi vestiti e sbattè la porta violentemente.
Tom si distese nuovamente sul letto e chiuse gli occhi, quando sentì la porta della camera riaprirsi.
Alzò lo sguardo confuso.
-Non riesco a dormire, posso dormire con te?- chiese Alex, intimorito sulla soglia della porta.
-Eh va bene- sospirò - vieni qui-
  
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