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Autore: Morgan Snape    31/08/2011    3 recensioni
Ciao a tutti!forse qualcuno si ricorda di questa storia, pubblicata da me stessa nel lontano 2004 e mai portata a termine. Ebbene, dopo tanto tempo ho deciso di riprenderla in mano per concluderla e tentare di migliorarla nello stile che, dopo due anni è cambiato e perciò ho ritenuto che fosse meglio rinnovarla oltre che a finirla. Perciò rieccomi qua con il primo capitolo. La storia è ambientata prima dell'uscita del sesto libro, quindi non tiene conto di ciò che è avvenuto dopo il quinto anno. Harry si trova, come ogni estate a casa degli zii,come sempre i guai non tardano ad arrivare e presto dovrà imparare a domare i suoi nuovi poteri grazie agli insegnamenti del preside e del professor Severus Piton. Il male però è imprevedibile e sa nascondersi in profondità, aspettando il momento opportuno per intervenire...La battaglia finale è appena cominciata...
Vi auguro una buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Quando si risveglia si presenta lo scenario del sogno con piton legato

L’INIZIO DELLA FINE

 

 

 

Ad Harry sembrava di trovarsi sott’acqua, come quando al Torneo Tre Maghi era rimasto bloccato sotto la superficie a causa degli avvincini e le forze lo stavano abbandonando. Sentiva freddo e per quanto si sforzasse non vedeva nulla, tutto era buio e spostare anche solo un braccio sembrava un’impresa.

 

Mentre cercava di uscire da quella sorta di limbo, poteva sentire dei rumori in lontananza, come dei tonfi sinistri, gemiti e rumori come scariche elettriche.

Pian piano tornò in sé e riprese parzialmente il controllo del suo corpo.

Mentre ciò accadeva si rese conto che quei rumori che prima non riusciva a decifrare non erano altro che le torture che Voldemort stava infliggendo sul professor Piton.

 

Quando aprì gli occhi gli si gelò il sangue nelle vene perché la scena era la stessa del sogno: il professore era legato ad una colonna grazie ad una magia, mentre Voldemort gli lanciava maledizioni per farlo parlare e per punirlo per il suo tradimento.

 

-Miei cari Mangiamorte, come potete vedere questo è quello che accade a chi osa tradirmi.  Ma prima di ucciderti, Severus, ho bisogno della tua opinione di fine pozionista…dimmi, perché non sono ancora riuscito ad impossessarmi di tutti i poteri di Potter?-

 

Piton, nonostante il dolore e il sangue che lentamente si stava incrostando sulle palpebre provocandogli  uno spiacevole solletico,  riuscì a mantenere un’ espressione stoica e non rispose, malgrado fosse consapevole che avrebbe pagato caro il suo silenzio.

 

Gli occhi di Voldemort sembrarono diventare ancora più rossi dalla rabbia, poi però ghignò, e con un sibilo pronunciò:

 

-Crucio-

 

Piton cominciò a tremare poiché il suo corpo veniva avvinghiato dagli spasmi di dolore, ma cercò con tutte le sue forze di non urlare, poiché se proprio doveva morire, lo avrebbe fatto senza perdere la sua dignità.

 

Alcuni Mangiamorte rimasero confusi dalla mancanza di grida da parte del mago sofferente, Harry stesso ebbe quasi il dubbio che la bacchetta di Voldemort fosse difettosa.

 

“Proprio come nel mio sogno!”

 

La furia crebbe negli occhi del mago oscuro.

 

-Ah Severus Severus… Ti credi così bravo non è vero? Credi che il babbanofilo sarà fiero di te? Lo sai cosa penserà invece? Che hai fallito!-

 

Detto questo pronunciò una maledizione ancora più potente.

 

Piton sentì come se dentro di lui tutti i suoi organi volessero “traslocare”da una parte all’altra e stavolta non riuscì a resistere, ma non ebbe  il tempo di urlare che svenne dal dolore.

 

-Perché perdi tempo con lui, è me che vuoi!-

 

Harry non era riuscito a trattenersi oltre: vedere il professore in quello stato, con l’orribile consapevolezza che il suo sogno stava prendendo vita lo aveva spinto ad un disperato tentativo di spostare l’attenzione del Signore Oscuro verso di lui.

 

Voldemort si girò di scatto verso Harry: sul volto del mago oscuro il giovane poteva leggere una rabbia profonda ma allo stesso tempo il suo sguardo era incuriosito.

 

-Potter…forse tu potrai rispondermi…perché la pozione non sta funzionando?-

 

-…non so nemmeno quale fosse lo scopo di quella pozione, come faccio a sapere perché non funziona?-

 

Voldemort sorrise sinistramente.

 

-la pozione che hai assunto serve per permettermi di aumentare il legame tra noi due e in questo modo assorbire completamente i tuoi poteri, che avrebbero dovuto abbandonare il tuo corpo per entrare nel mio. È una pozione antica e nel volume non è descritto come questo processo avvenga, ma quel che è certo è che non è ancora cominciato…-

 

Harry a sentire quelle parole provò sempre più angoscia: “vuole prosciugarmi dei miei poteri?”

 

Il pensiero di Harry fu sentito anche da Voldemort e gli occhi rossi del mago si illuminarono.

 

-ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?- e puntando la bacchetta sul giovane pronunciò:

 

-Legilimens!-

 

Harry non era mai stato bravo con l’Occlumanzia e di certo non era in grado di contrastare un attacco a sorpresa, e dato che si sentiva ancora debole non poté far altro che rimanere inerme all’assalto mentale di Voldemort.

 

 Era molto spaventato perché il mago stava guardando i suoi ricordi più recenti, cioè quelli che riguardavano il tempo passato insieme ai professori.

 

*
*
*

 

-voglio solo dirti che se hai bisogno di me sai dove trovarmi.-

 

*

*

 

-grazie-

-per cosa?-

-per le piante,ne avevo davvero bisogno-

 

*

*

-lo so che stai male Harry, lo vedo in ogni tuo sguardo, perché non mi dici cosa  succede dentro quel cervello?-

 

 

Voldemort si soffermava soprattutto sui  ricordi che riguardavano Harry e Piton, ma dopo quel loro unico, prezioso abbraccio il mago oscuro non poté sopportare oltre e disgustato uscì dalla mente del giovane.

 

-E così…ma certo, potrebbe funzionare…- e Voldemort focalizzò di nuovo la sua attenzione su Piton privo di sensi.

 

Puntò la bacchetta sul professore e pronunciò:

 

-Ennervate-

 

Piton riprese i sensi e non riuscì a trattenere un gemito di dolore.

 

Voldemort si accucciò davanti al mago e gli alzò il volto con due lunghe dita che pose sotto il mento del professore.

 

-Severus, bentornato! Quante cose interessanti ho scoperto nella mente del ragazzo!-

 

 

Piton lanciò uno sguardo furtivo verso il ragazzo, ma per quanto quel gesto fosse durato solo un attimo, Voldemort era riuscito a captare la profonda preoccupazione del mago per il giovane.

 

Voldemort rise fragorosamente.

 

-E così non era tutta funzione Severus! Quello che ho visto nei ricordi del ragazzo…pensavo fosse tutta una farsa da parte tua, ma a quanto pare…ci tieni veramente!-

 

Piton sgranò gli occhi ma non ebbe tempo di rispondere.

 

-Vediamo se così funziona! Crucio!-

 

Severus si trovò nuovamente ad essere sottoposto alla maledizione Crociatus.

 

-Smettila! Hai appena detto che vuoi i miei poteri! Cosa credi di ottenere torturandolo?- chiese Harry.

 

Voldemort lo fissò e mentre lanciava un'altra maledizione rispose:

 

-Tutto!-

 

Harry non riusciva a capire qual era il piano di Voldemort, ma non aveva nessuna intenzione di vedere il suo professore morire lentamente sotto tortura, così cominciò a dimenarsi per liberarsi dalla forza che come una calamita lo teneva premuto contro il tavolo e che gli impediva di muoversi.

 

Mentre tutti i suoi tentativi fallivano, vedeva che il professore stava perdendo tutte le forze e che reagiva alle maledizioni solo con dei movimenti convulsi, mentre gli occhi rimanevano chiusi e la bocca spalancata in un grido muto.

 

Cominciò a pensare che forse era veramente giunta la fine.

Gli tornarono in mente i ricordi che Voldemort aveva osservato: tutti i momenti in cui sia Harry che il professore avevano abbassato la guardia e si erano avvicinati l’un l’altro, quelle rare occasioni in cui si erano lasciati trasportare dal desiderio di trovare qualcuno che ci tenesse a loro…e come erano mutati! La sfiducia e la rabbia repressa si erano trasformati in fiducia e affetto.

 

“Non è giusto…”

 

Non riusciva a sopportare l’idea che non ci sarebbero state altre occasioni per conoscersi meglio e perdonarsi il loro turbolento passato.

 

“Non è giusto!” continuava a pensare Harry, che preso com’era dai suoi pensieri non si era reso conto che una flebile luce lo stava avvolgendo.

 

“Se solo riuscissi ad accedere ai miei poteri…come quella volta a Privet Drive e nella Camera dei Segreti…ma come si fa?”

 

Il desiderio di liberarsi e potersi muovere liberamente non era sufficiente, ma poi Voldemort gli diede l’incentivo giusto.

 

-Potter, a quanto pare la mia idea non ha funzionato…mi dispiace non poter giocare oltre con te, Severus, ma non mi servi più! Avada…-

 

-Noooo!!- improvvisamente Harry sentì che il suo corpo era di nuovo libero di muoversi e anzi si sentiva particolarmente leggero. 

 

Voldemort non finì l’incantesimo e si guardò intorno allarmato: il ragazzo era scomparso!

Il mago oscuro lanciò un urlo di rabbia.

 

-chiudete la porta d’ingresso….muovetevi stupidi! E adesso aiutatemi a trovare Potter, deve essere ancora qui!-

 

La scena sembrava quasi comica agli occhi di Harry, dato che tutti i Mangiamorte si muovevano con le braccia protese in avanti, cercando di afferrarlo senza vederlo.

 

Harry non aveva idea di come era riuscito a diventare invisibile e incorporeo, ma non c’era tempo da perdere, doveva salvare il professore.

 

Si avvicinò al punto in cui il professore era sdraiato scompostamente, sfinito dalla tortura.

 

Harry sussurrò:

 

-Ora la libero!-

 

Ma nel momento in cui Harry tentò di afferrare le catene incantate le sue mani passarono attraverso di esse e perso l’equilibrio cercò di stabilizzarsi appoggiandole sulla schiena del professore, ma fu come attraversare dell’aria.

 

“Finché resto così non posso fare niente!” realizzò spaventato.

 

Non ebbe tempo di riprendersi dallo shock che le parole di Voldemort richiamarono la sua attenzione.

 

-Harry Potter! Non so come sei riuscito a liberarti dal mio incantesimo, ma non uscirai vivo da questa stanza, e di certo non con il tuo caro professore! È giunto il momento di dirci addio per sempre Severus!-

 

- Il potere del ragazzo va oltre il  saper scagliare qualche potente incantesimo, la sua forza va al di là delle tue capacità e te ne accorgerai perché Harry Potter trionferà su di te,  Tom Riddle!-

 

-Severus  sei solo un povero illuso e morirai per un futile ideale… di una vita migliore grazie alle… forze del bene…Il bene e il male non esistono,  esiste solo il potere, ed è mio! E quando avrò estirpato dal ragazzo ciò che mi spetta di diritto, tutti coloro che mi ostacoleranno ancora cadranno immancabilmente! Avada Kedavra!-

 

Harry ricordava bene questa scena perché l’aveva già vissuta nel suo sogno e sapeva che probabilmente I suoi sforzi sarebbero stati inutili, ma doveva tentare, così si lanciò in avanti per proteggere il professore con il suo corpo e mentre nel sogno il raggio lo aveva trapassato e aveva colpito mortalmente il professore, l’anatema travolse il giovane.

L’incantesimo che lo aveva reso incorporeo era svanito un attimo prima perché tutta la volontà del giovane si era incanalata verso l’unico pensiero che affollava la mente di Harry: impedire a Voldemort di uccidere l’unica persona che a sua insaputa lo aveva sempre protetto sin dall’inizio.

 

L’Avada Kedavra colpì Harry, il giovane cadde a terra e non si mosse più.

 

-No! non può essere!- esclamò Piton inorridito.

 

Dal corpo inerte del ragazzo si alzò un alone di luce dorata che, come vapore volò nell’aria fino a fermarsi davanti a Voldemort e assunse la forma di una sfera.

 

Voldemort rise vittorioso.

 

- Eccoli qua… i poteri che mi spettano!-

 

Il mago oscuro protese le mani a coppa e afferrata la sfera la avvicinò a sé, come quando ci si vuole sciacquare il viso con dell’acqua e la fonte di magia entrò nel suo corpo.

 

Inizialmente Voldemort si sentì estremamente potente  e volle subito provare i suoi poteri. Ancora ridendo soddisfatto allungò una mano verso un Mangiamorte, rilasciò una parte della sua energia e il suo seguace fu catapultato all’indietro di diversi metri.

 

-Non mi sono mai sentito così….così pot…- Voldemort non riuscì a finire la frase perché fu preso da uno strano attacco di tosse. Non riusciva più nemmeno a respirare bene dato che sentiva come se i suoi polmoni venissero schiacciati gradualmente.

 

Mentre ciò accadeva dinnanzi ai Mangiamorte che non sapevano come intervenire, dei movimenti alla sinistra del professor Piton attirarono l’attenzione di Voldemort: Harry, il ragazzo che si presupponeva fosse morto si stava movendo!

 

Nel frattempo Voldemort, con gli occhi sbarrati, continuava a tossire, sempre più forte e un rivolo di sangue si fece strada tra le sue labbra.

 

Harry, in stato confusionale e con la cicatrice che sanguinava copiosamente, raccolse le sue forze e si mise a sedere e come pietrificato insieme agli altri presenti nella sala, si limitò a fissare il mago oscuro che ora, premendosi una mano sul petto si stava accasciando e atterrito guardava il ragazzo ancora vivo.

 

Gradualmente la luce che poco prima aveva avvolto Harry quando aveva cercato di liberarsi dalla magia che lo teneva legato al tavolo, iniziò ad avvolgere il mago oscuro.

 

Tra un respiro affannoso e l’altro Voldemort parlò con voce strozzata.

 

- com’è possibile? Che cos’è questo…dolore?-

 

In ginocchio, Voldemort si trascinò vicino ad Harry il quale arretrò fino a quando la sua schiena non venne a contatto con il fianco del professore. Il ragazzo istintivamente afferrò il braccio di Piton, ancora legato, come per cercare protezione.

 

Voldemort, vedendo quella scena capì: era di nuovo a causa di quel potere che non poteva comprendere che aveva fallito di nuovo.

 

La luce che lo aveva avvolto era diventata quasi accecante e anche se era riuscito ad afferrare Harry per il colletto della camicia, non poté fare nient’altro perché la luce dorata lo avvolse completamente. I presenti chiusero gli occhi per non rimanere abbagliati e poterono sentire solo l’ ultimo grido agghiacciante di Voldemort, perché quando riaprirono gli occhi, davanti a loro del mago oscuro non c’era più nemmeno l’ombra.

Tutto ciò che era rimasto era la sfera dorata che si era ricomposta davanti ai loro occhi, ma che ora sembrava ancora più grande e da essa partivano scariche di energia, come fulmini: aveva assorbito anche i poteri di Voldemort.

 

Dopo un istante di silenzio ci fu il caos: I Mangiamorte si smaterializzarono, alcuni venivano colpiti dai raggi della sfera e per questo finivano polverizzati.

La grande sala si svuotò nel giro di pochi secondi e gli unici presenti rimasero Piton e Harry.

 

-Harry! Come stai? Come hai fatto…-

 

Harry rispose con un gemito: era ancora molto debole e a stento riusciva a reggersi in piedi; non che il professore fosse in condizioni migliori.

 

Il maniero dei Gaunt cominciò a tremare violentemente e dal soffitto cadeva la polvere dell’intonaco.

 

-Non c’è tempo da perdere professore, non so cosa sia successo, ma sento che dobbiamo andarcene! Relascio!-

 

Harry puntò la bacchetta alle catene che trattenevano il professore e pronunciò l’incantesimo per liberarlo… ma non accadde nulla.

 

 

 

 

 

 

Sigh…siamo vicini alla fine! L

 

Da un lato sono sollevata: significa che finalmente ho portato a termine questa storia, ma dall’altro mi dispiace perché mi ci sono affezionata!

Devo dire la verità, scrivere questo capitolo non è stato facile perché mi immaginavo la morte di Voldemort in modo molto…teatrale, ma non è facile renderla a parole. Spero di esserci riuscita almeno in parte!

 

Forse può sembrare un po’ banale il fatto che a sconfiggere Voldemort sia stato -ancora una volta- l’amore, però nella mi interpretazione è questo il sentimento che guida Harry nel corso degli anni di scuola: tutte le volte che si trova faccia a faccia con Voldemort è perché deve salvare le persone che ama (eccetto nel quarto anno, quando viene portato al cimitero dalla passaporta), perciò anche in questo caso doveva essere l’amore a spingerlo a tentare di salvare Piton.

 

Nella mia visione dei fatti non è che l’affetto che Harry prova per Piton sia poi così forte da poter sconfiggere l’Avada Kedavra (sarebbe troppo OOC), più semplicemente Harry ha ancora a disposizione la protezione di sua madre che, rafforzata dai suoi personali sentimenti nati dal legame che si era formato con Piton nel corso di quel periodo passato assieme ha fatto sì che Harry sopravvivesse ancora una volta alla maledizione mortale.

 

Wow…questa storia è preferita da ben 43 persone e seguita da 30!

Non voglio fare pressioni su nessuno, ma visto che ci avviciniamo rapidamente alla fine mi piacerebbe sapere cosa ne pensano queste persone e se hanno dei consigli da darmi! J

Nel frattempo ringrazio tutti coloro che hanno commentato fino ad oggi e che nominerò uno ad uno nell’ultimo capitolo. (in stile titoli di coda! :P)

 

Nel caso che vi capiti di passare sulla mia pagina di EFP vi invito a leggere la mia ultima storia intitolata Blank Page e vi comunico che entro la metà di settembre mi cimenterò in un’altra fanfic ambientata nel settimo anno con Harry e Piton come protagonisti che credo possa piacere ai lettori di Niente sarà più come prima.

 

Piccola anticipazione: e se Harry dopo essere stato ucciso da Voldemort non si fosse trovato solo con Silente alla stazione di King Cross?

 

Spero di avervi incuriosito! =))))

Per ora vi aspetto al prossimo, ultimo capitolo!

 

Un abbraccio!

 

Morgan

 

 

 

 

   
 
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