Dissonanza
Sfreccia tra le loro teste e strilla, gli occhi spalancati e lucidi di follia.
Coglie un'istantanea dei loro volti -capelli che si rizzano sulla nuca, lentiggini sui volti pallidi, bocche spalancate- e ride del loro sconcerto, della loro paura di innocenti, piccoli, indifesi studenti.
Un'ondata di denso inchiostro si abbatte su di loro, e volute nere colano impietose dai ricci biondi, dalle cartelle, dalle mani che afferrano convulse le vesti.
Lui rotola e si attorciglia su sé stesso, lasciandosi inseguire da grida seccate che non ascolta.
«Scusate, non l'ho fatto apposta!»
Ormai nessuno crede più alle sue parole contrite.