31/08/2011
1 recensioniHide and Bleed
Capitolo 9
La violenza è l'arma dei deboli, la saggezza è l'arma dei forti.
<< Le serpi perdono il pelo, ma purtroppo mai il vizio >>
Roxanne fece un piccolo sorriso alla sorella che scrollò le spalle senza dire nulla, proseguendo il cammino di ritorno verso Hogwarts.
Era stata una giornata piacevole e diversa dalle precedenti, perfetta per allietare gli studenti, stanchi della solita routine scolastica, impegnativa e stressante.
Presto avrebbero però dovuto tornare sui libri, riprendendo lo studio oppure, nel caso delle due sorelle e di Piton, rioccupare il posto di docenti.
E così trascorsero giorni intensi.
Passò circa un mese, sufficiente ad esaltare ogni animo giovanile presente ad Hogwarts…Motivazione? La festa di Halloween.
Il clima freddo di Novembre era oramai alle porte e quale modo migliore se non accoglierlo festeggiando la ricorrenza tanto conosciuta l’ultimo giorno del mese di Ottobre, dove pasticcini, caramelle e ogni qual tipo di dolce addobbavano le lunghe tavolate in Sala Grande.
Il castello si ergeva luminoso ed allegro su quella piccola collina dai freddi colori : l’interno era ornato da luci e tappezzeria sgargiante che variava dal rosso all’arancio, al giallo e a strani ghirigori molto simili a zucche o scheletri.
La Sala principale di Hogwarts era uno spettacolo agli occhi di chiunque vi entrasse , senza contare che piacevoli aromi dolciastri si spargevano e si iniettavano nelle narici degli studenti, stuzzicando i palati dei più golosi ma anche di quelli meno.
<< Ronald, per l’amore del cielo…>>
<< Oh mio Dio, Hermione, tappati la bocca >> sbottò il rosso, mangiando un biscotto coperto di cioccolato fuso.
<< Dai almeno oggi lascialo tranquillo, è Halloween…>>
Eris sorrise, sistemandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio e fissando dolcemente i suoi amici…Quell’atmosfera le metteva il buon umore.
<< Stasera sbaglio o c’è la festa? >> domandò Christine curiosamente.
Klarissa annuì.
<< A quanto pare festeggeremo tale cosa molto in grande >> disse la ragazza, sistemandosi gli occhiali sul naso.
<< Non vedo l’ora! >> ribadì Eris felicemente.
Harry era rimasto in silenzio, mentre i suoi amici chiacchieravano tranquillamente sul da farsi in serata.
L’espressione del ragazzo era alquanto malinconica e sentì gli occhi quasi stanchi a contatto con tutta quella luce.
<< Hey Harry tutto bene? >>
Lui alzò le spalle.
<< Uhm, sì scusate… >>
<< Ti vedo strano >> commentò Christine alzando un sopracciglio.
Il moro scrollò le spalle.
<< Sono stanco, tutto qui.. >>
Il giovane sbadigliò appena.
<< Dai stasera ti vogliamo allegro >> Eris scostò lo sguardo sull’amico dai tondi occhiali, il quale fece un sorriso forzato ,scuotendo il capo.
<< Io…non credo che verrò…>> sussurrò piano.
I cinque amici puntarono lo sguardo su di lui, sorpresi a quell’affermazione. Harry Potter che non partecipava ad una festa? Harry Potter di malumore? Qualcosa non quadrava.
<< Come sarebbe a dire “non credo che verrò”? >> chiesero in coro Christine ed Eris.
Il ragazzo scosse la testa.
<< Non me la sento, tutto qua…>>
<< Si ma…>>
<< Niente ma ragazzi. Non mi va. >>
Christine lo fissò intensamente.
<< Ma è successo qualcosa di particolare? >>
Harry scrutò l’amica con i suoi enormi occhi chiari, una smorfia sulle labbra.
<< Diciamo che sedici anni fa, oggi, un oscuro mago ha assassinato i miei genitori lasciandomi orfano. >> replicò amaramente. << Tutto qua. >>
Gli amici Grifondoro tacquero.
Era vero, quello stesso giorno, molti anni prima, Voldemort aveva ucciso Lily e James Potter lasciando Harry solo al mondo per troppo tempo.
<< Scusaci… >> disse Hermione a nome di tutti. << Non ricordavamo fosse…>>
<< Non è importante, divertitevi >> Harry inghiottì la porzione di riso << Di feste ce ne sono tante…>>
<< Si beh, sicuro…>> commentò Eris alzando le spalle, dispiaciuta per l’amico.
Klarissa era rimasta in silenzio, colpita da quella reazione. Si limitò solo ad un gesto che sorprese un po’ il bambino sopravvissuto : allungò appena la mano, sfiorando il palmo di Harry.
Non disse nulla.
Ma quel lieve segno bastò per far capire al moro che non sarebbe mai stato solo…Non con degli amici di quel calibro, almeno.
<< Coraggio, andiamo a fare due passi, il pranzo mi ha messo voglia di camminare >>
E dopo quest’affermazione i sei ragazzi si alzarono, lasciandosi la Sala Grande alle spalle.
<< Allora sei sicuro di non voler venire, vero? >>
Ron aveva un particolare completo stile zombie, con i capelli rossi tirati indietro e innumerevoli finte cicatrici sul viso.
Harry fece no con la testa.
<< Buon divertimento. >>
Il rosso sorrise appena, lasciandolo solo nella stanza.
Harry rotolò su un fianco, finendo a pancia in giù e con la testa immersa nel cuscino; le mani di lui finirono sotto il morbido tessuto del guanciale, rilassandosi.
Era stanco.
Non aveva assolutamente voglia di andare a divertirsi, soprattutto considerando che giorno fosse quello.
Gli occhi di lui s’inumidirono un po’, a quel triste pensiero.
Rivide per un secondo due visi familiari : un uomo dai capelli neri e i grandi occhi scuri evidenziati da un paio di occhiali tondi e una donna da lunghi capelli rossi e due grandi occhi verdi come le profondità marine, proprio come i suoi. Mamma e papà.
Sospirò piano, socchiudendo le palpebre pesantemente stanche e lasciandosi andare nelle braccia di Morfeo.
<< A domani tesoro, è stata davvero fantastica questa festa >>
Una giovane Tassorosso stampò un bacio sulle labbra di un altro ragazzo Corvonero.
<< Anche per me, buona notte piccola >>
La giovane dai corti capelli scuri sorrise, incamminandosi per il corridoio per poter recarsi nella propria sala comune.
Aveva il sorriso stampato sulle labbra, data la piacevole serata che aveva trascorso.
Svoltò l’angolo ancora soddisfatta, ma non fece in tempo a fare due passi : improvvisamente dal nulla si sentì afferrare brutalmente, venendo scagliata a terra senza riuscire a rendersi conto di cosa le stesse accadendo.
<< PIETRIFICUS TOTALUS! >>
Una voce gelida risuonò nelle orecchie della Tassorosso , la quale si sentì immobilizzare fin dentro le ossa mentre la stessa crudele persona le aveva afferrato malamente il polso.
Un terribile dolore investì la pelle della giovane, incapace di gridare a causa della paralisi.
Lacrime cristalline colarono dai suoi occhi mentre lei spaventata e confusa, sentì il dolore crescere sempre di più.
Poco dopo il suo arto venne rilasciato, con una lancinante fitta ancora più forte di prima.
L’unica cosa che vide fu una massa di capelli scuri e lunghi, che si confondevano con il buio del corridoio.
Poi il nulla.
Le labbra di lei si contorsero in una smorfia di dolore, mentre le lacrime continuavano a scendere copiose lungo le guance.
<< A…iuto…>>
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Ci scusiamo per il ritardo causa vacanze all together!Speriamo gradirete il cap! Cabaret. Con affetto.