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Autore: Grouper    31/08/2011    6 recensioni
Harry cominciò il suo assolo verso la fine della canzone; già troppi sguardi erano stati scambiati tra i due, ma in quel momento la cosa diventò ovvia: quelle parole erano rivolte a lei, a lei soltanto. La spalla che l'aveva sostenuta durante tutto questo tempo, i riccioli con cui aveva giocato tante sere, gli occhi in cui poteva sempre rifugiarsi e la voce avvolgente che le dava la sicurezza per andare avanti... tutto ciò si tramutò in un incubo: per Harry era tutta una farsa per poter arrivare a qualcosa di più che un'amicizia, amicizia che per Vittoria era la cosa più bella che potesse esserle capitata.
Il suo cuore traboccava d'ansia e panico, e gli occhi ne erano la limpida riflessione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per qualche motivo mi si era cancellato il capitolo .__.( fortunatamente salvo tutto!)

           
"Cereali a pranzo?" La voce di Harry superò la confusione nella bocca di Vittoria mentre mangiava la sua tazza di anellini al miele; con la bocca semi-piena e il sopracciglio alzato gli rispose: "E' forse un problema?". Harry si sedette davanti a Vittoria con il vassoio del pranzo praticamente vuoto. "Sempre meglio di una soda e patatine " continuò Vittoria ironica dopo aver deglutito il secondo cucchiaio. Harry la guardò per un attimo e poi si mise a giocherellare con la busta blu di patatine "Non so nemmeno perchè le ho prese. Avrei preferito una ciotola piena di liquirizia" disse sorridendo. "Allora sei in buona compagnia" gli rispose Vittoria alludendo a se stessa: tra un pacchetto di liquirizia e una ciotola di cereali al miele, non si sa quale fosse il pranzo peggiore. Il sorriso di Harry spuntò più bianco del solito "Questo lo sapevo già..." disse il ragazzo con il sorriso sghembo. Vittoria, per quanto potesse piacerle uno spettacolo del genere, lo guardò perplessa con una smorfia sulla bocca, e poi, quasi scocciata, disse: "Datti una regolata, Harry: non puoi parlarmi come un padre prima, e dopo fare battutine come se ci stessi provando." Glie lo disse più come fosse una ramanzina, che una provocazione, mentre mandava giù un'altra cucchiaiata di cereali. Harry rimase lì per lì attonito, e poi la guardò con lo sguardo dolce che ancora non aveva mai sfoggiato: "Vorrei fare la parte dell'amico, se me lo concedi" Vittoria stava bevendo il latte rimasto nella ciotola quando le andò di traverso; tossì forte per riprendersi e guardò in basso pensante. Harry era ancora là a guardarla, non sapeva bene il perchè avesse reagito in quel modo, ma aspettava senza farsi troppe domande. "Perchè mai?" azzardò la mora con gli occhi pregni di tristezza. Harry sgranò gli occhi. "Perchè non dovrei?" - "Te l'ho chiesto prima io" ribattè Vittoria quasi acida. "Perchè mi piaci, non in quel senso, ma mi incuriosisci. In una settimana è cambiato tutto: sono stranamente più sorridente, sono più felice. Vengo a scuola per un motivo e il motivo sei tu." fece una pausa. Vittoria lo guardava fisso con i suoi occhi verdi. "Perchè non dovrei?" continuò Harry alzando l'angolo sinistro della bocca. "Ci stai provando" fu la risposta di Vittoria: la sua espressione era tra la tristezza e l'arrabbiatura. "Ti dico di no. Se ci stessi provando ti avrei già detto che i tuoi capelli sono fantastici, che mi piacciono i tuoi occhi e che quando ridi sei stupenda. Non avrei perso tempo a dire che mi fai piacere la scuola. Ne ho avute tante di ragazze, di amici pochi; so a cosa dare la priorità" Harry era incredibilmente serio, Vittoria lo stesso: lo indagava con gli occhi e dentro di sè non era sicura se aprirgli le porte e farlo entrare nella sua vita come amico, come affermava lui, oppure se era uno dei tanti ragazzini a cui piaceva flirtare. "Dovresti cominciare a fidarti del tuo custode..." disse Harry, come se avesse capito lo sgomento della ragazza. "Penso che ci riuscirò" sospirò Vittoria finalmente sorridendo. Harry aprì le patatine e dopo averne mangiate due o tre le offrì a Vittoria. "Dopo latte e cerali? Ma che schifo!" rise Vittoria, e con lei lui. 
"Ad ogni modo, io sono team Haribo... non so te!" disse Vittoria che troppo tentata rubò una patatina dal vassoio. 
"A vita!" rispose Harry sorridendo. "E se ti può interessare, ne ho due pacchi giganti a casa" - " E perchè mai dovrebbe interessarmi?" il tono di Vittoria era stranamente provocatorio. "Scusa ma sta volta sei tu quella che ci prova! " Harry aprì la bocca e vi infilò dentro qualcosa attorno alle dieci patatine. Lei lo guardò sbigottita, non per la finezza con cui stava mangiando, ma per quello che aveva appena detto. "Riformulo la domanda: ma davvero?! E perchè mi vuoi far morire di invidia?" sta volta scandì bene la parole come farebbe una bambina di sei anni. 
"Perchè se tu avessi voglia, potresti venire a casa mia sta sera presto e mangiarne un pò con me" disse con tono scontato Harry. Vittoria ci pensò su, guardava in basso, poi a destra, poi a sinistra e poi guardò il suo viso. "Spero che non sia un appuntamento, perchè se per qualche motivo lo diventasse, sappi che non ti rivolgerò più parola. " disse mentre prendeva il suo vassoio e si allontanava dal tavolo. Harry le sorrise, anche se era di spalle: " Lo devo prendere per un sì o cosa?" Lei si voltò verso l'amico e, sorridendo, gli annuì. 

Un'altra volta, Harry uscì mezzo minuto prima dall'aula e aspettò Vittoria che uscisse da scuola: voleva almeno darle appuntamento. Aspettò per un quarto d'ora dall'ultima campanella, ma della ragazza neanche l'ombra; si fece pensieroso e così tornò in macchina: l'avrebbe cercata su internet, se mai ci fosse riuscito. Mentre si avviava dall'altra parte della macchina dalla parte del guidatore, notò un foglietto attaccato al vetro. << Odio essere raggirata, sta volta ti ho battuto sul tempo. Non ho idea di dove abiti, quindi vedi di non fare tardi: sette davanti a casa mia. Vittoria >> Harry staccò il messaggio subito dopo averlo letto: quella ragazza era piena di sorprese.

Le sette arrivarono presto. Vittoria si cambiò pochi minuti prima di uscire, infilando una felpa larga e un paio di jeans; nel momento in cui chiuse la porta dietro di sè, la macchina di Harry accostò accanto al cancello di casa. Vittoria quasi fosse in fervida attesa di quel momento e non potesse aspettare oltre, corse saltellando verso l'auto. I due nemmeno si salutarono, ma si scambiarono un'occhiata complice che racchiudeva tutti i saluti del mondo, e la macchina riprese a muoversi. "Ho deciso una cosa" la voce grave di Harry spezzò il silenzio pochi minuti dopo; si girò verso Vittoria che lo guardava con un punto interrogativo dipinto negli occhi. "Dobbiamo conoscerci meglio, e cominceremo da subito." - "Ci sto" rispose Vittoria tranquilla. 
"Comincio io" riprese Harry "Canzone preferita?" 
Vittoria ci pensò un attimo, prese l'ipod che aveva in tasca e andò sui brani più ascoltati; sorrise "Use somebody - Kings of Leon! " 
"Preferisco Sex on Fire" Vittoria lo guardò per un secondo e poi scoppiò a ridere "La mia canzone preferita è Stand by me "
 "La versione di John Lennon o King?" 
"Odio John Lennon con tutto me stesso." 
"Fantastico!" disse sarcastica Vittoria. 
Il gioco andò avanti con mille altre domande, tra una risata e l'altra, quando finalmente arrivarono a casa di Harry dopo una mezz'oretta di macchina. Era un posto accogliente, stile europeo, in fondo Harry era inglese e da una parte o dall'altra anche uno dei suoi genitori, ma Vittoria non volle investigare. Tutto aveva una luce così scura e calda, non solo per il fatto che il sole era quasi scomparso, ma per la tappezzeria e l'arredamento che riempivano quella casa. Vittoria si guardò attorno estasiata: girava su se stessa con la bocca socchiusa mentre guardava ogni angolo della casa. "Da questa parte" Harry mise una mano sulla schiena di Vittoria e la spinse gentilmente verso le scale; le prese quasi spavento quando la toccò, ma Harry le sorrise dolcemente e dal trattenere il respiro Vittoria si tranquillizzò ricambiando una specie di sorriso. Entrarono in camera di Harry: era estremamente grande. "Scommetto che questo doveva essere un salotto al piano superiore e non una camera" disse Vittoria sarcastica mentre dava il cappotto e la borsa al padrone di casa. "In realtà hai proprio ragione" le rispose Harry mentre metteva a posto un paio di cianfrusaglie sparse per la camera "Ho fatto una specie di accordo con mia mamma: lei voleva tenere questa stanza aperta e farne un salotto, ma l'ho convinta a mettere su un paio di muri e a farne una camera che avrebbe potuto usare per gli ospiti, io mi sarei accontentato di qualcosa di più piccolo. Ma poi si è sentita in colpa e così me l'ha lasciata" disse mentre metteva a posto i cuscini del divano dove si erano seduti. Vittoria lo guardò con il solito sopracciglio alzato "Avevi programamto tutto, ovviamente!" Riderono entrambi e le tirò il porta DVD per farle scegliere un film da vedere. 
"Torno subito, vado a prendere le liquirizie!" si alzò dal divano e corse al piano inferiore. 
Vittoria sfogliava il porta cd e rimase sopresa nel trovare una collezione completa di Woody Allen: amava i suoi film, li aveva scoperti quell'estate dopo una giornata distruttiva e sicuramente non piacevole: si guardò per la prima volta Vicky Cristina Barcellona e se ne innamorò. Quando Harry tornò in camera sua con le braccia piene di confezioni di liquirizia, trovò Vittoria con tre film in mano, tutti dello stesso regista. "Non sapevo amassi Wooky Allen" disse Harry  più che stupito.
"Abbiamo saltato la domanda qual è il tuo regista preferito a quanto pare" rispose lei mentre infilava Manhattan nel lettore DVD. 
La pellicola inconfondibilmente bianca e nera partì. Per quasi tre quarti del film i due erano separati dalla ciotola piena di liquirizie: erano entrambi presi più dal film che dalla situazione generale. Solo quando la ciotola finì, Harry la mise per terra, e Vittoria si avvicinò con molta naturalezza a lui, quasi sovrappensiero. Le mise un braccio attorno al collo, ma in modo innocente; lei sobbalzò, ma poi si ricordò di ciò che le aveva detto a pranzo: dovresti cominciare a fidarti del tuo custode, e così fece. Appoggiò la testa sulla sua spalla e continuarono a guardare il film in silenzio. 
"Allen, Haribo e te: non potevo sperare in un venerdì sera migliore" la voce dolce di Harry rimbombò nell'orecchio di Vittoria. Chiuse gli occhi e sorrise: per la prima volta dopo cinqu mesi stava bene con una persona che non fosse se stessa. 
      

Notaaaaaaaaare bene: 
non ho molto da dire, solo salutarvi e ringraziarvi se avete letto il capitolo e continuate a seguire la mia storia. 
Amo questi due insieme, mi sembrano invincibili *rubacitazioni* 

Ancora grazie per il supporto e per le critiche, 
vichi. 

     
  
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