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Autore: MrBadCath    01/09/2011    2 recensioni
Autori: MrBadGuy feat. La Cath
Personaggi: Roger Taylor, John Deacon, Tim Staffell, Brian May, Nuovo personaggio [Anthea], Nuovo personaggio [Dorothea]
Desclaimers: I Queen e Tim Staffell non ci appartengono (se ci fossero appartenuti, erano guai, guai grossi per tutti); le canzoni citate non ci appartengono; niente di tutto questo è probabilmente mai successo nella realtà; no infringment of copyright intended.
Note: MrB and C will rock you.
Sintesi della trama: i giovani amori dei Queen, vale a dire, un classico masticato e rimasticato e sputato lì per voi da MrB e C :D in pratica è come se l'avessimo già digerito per voi :D non ringraziateci per questo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo secondo: Rock 'n Roll music!


Avrebbe fatto in invidia a tutte le ragazze nel giro di due chilometri.
Sarebbe sembrata all'altezza dei ragazzi che aveva incontrato la sera prima, in quel pub ottocentesco.
Anthea sistemò un boccolo sulla spalla e con il rigore di un generale squadrò la propria figura dentro lo specchio: le ciglia nere e ben piegate adornavano gli occhi verdi; sbatté le ciglia e sorrise, controllando che la pelle fosse senza imperfezioni.
Se c'era una cosa che sapeva fare bene era adattarsi alle situazioni, senza sembrare ridicola. Tirò fuori dal proprio armadio, un gigante in legno, un paio di pantaloni neri e una canottiera.
Era decisamente più tosta e meno alternativa di Dorothy, rock senza sembrare folle.

Quando arrivò a destinazione, però, Anthea non si sentì più poi così sicura.
L'Imperial College era pieno di gente, quella domenica pomeriggio, e lei era decisamente un pesce fuor d'acqua, visto che era probabilmente la più piccola in tutto il grande androne pieno di universitari. Si rimproverò chissà quante volte per aver accettato quell'invito, ma cosa le era saltato in mente?
Non era la fine del mondo, però, lei era Anthea, una ragazza che nonostante l'età era davvero matura, intelligente sopra la media.
«Ah, sei qui!» la chiamò una voce ed una mano posata sulla spalla la costrinse a voltarsi. La spaventò da morire. «Scusa, non volevo farti paura!» disse Roger
«Andiamo, Dorothy ti sta cercando dappertutto»
«Sta cercando me?»
«Di certo non me» borbottò, quasi dispiaciuto «eccola!» indicò la figura vestita in modo piuttosto provocante, rigorosamente in nero. Dire hot pants era limitativo.
«Finalmente!» esclamò la moretta. Ringraziò il suo scagnozzo con un bel sorriso, poi tirò un pugno amichevole sulla spalla muscolosa della compagna di classe, che sorrise, vedendo l'espressione sul viso della sua amica, che si aspettava un lamento di dolore.
«Fortunatamente Roger mi ha trovata» affermò la biondina, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, stupefacendosi di quanto potesse essere socievole, quando voleva.
Dorothy la guardò. Improvvisamente quella non socievole le parve lei.
Anthea oramai non si stupiva più di niente, insomma, stava frequentando la musona della classe, se l'avesse detto alle sue amiche, nessuna ci avrebbe creduto. Pensò però, che essere uscita dal proprio guscio di indifferenza nei confronti altrui, le avrebbe fatto bene: stare in mezzo alla gente, quando si trovava in una situazione di agio e serenità, le faceva sempre piacere.
Roger, che aveva degli occhi azzurri incredibilmente belli, sembrava molto più rilassato della sera prima, il suo viso chiaro era illuminato dalla luce del primo pomeriggio.
-è un bel ragazzo- pensò Anthea, ma tutta la sua attenzione fu all'improvviso catturata da altro...
La figura stava appoggiata ad una panchina ai lati dello spazio circostante e sorseggiava Coca Cola da una bottiglia di vetro, guardando con interesse gli strumenti poggiati sul palco. Aveva i capelli pettinati in modo simile ad un cespuglio e due occhi color nocciola molto piccoli.
Quando uno dei ragazzi che gli stavano attorno gli parlò, lui si girò lentamente, con fare posato e disteso.
I loro sguardi si incrociarono per una manciata di secondi, prima che lui, con il viso in fiamme, abbassasse lo sguardo.
In pochi attimi la ragazza aveva avuto l'occasione di studiare a fondo tutto ciò che quegli occhi castani nascondevano, ciò che si celava dietro quel colore così intenso e stranamente dolce.
Non aveva idea di cosa avesse in mente, ma il suo cervello le diede l'input di andare lì, sorridergli come inebetita ed esclamare un sonoro:
«Ciao!»
Il tizio dai capelli ricci e folti si guardò addietro, senza nutrire troppe speranze che la ragazza bassina con gli occhi grandi stesse salutando lui. Beh, certo, in mezzo a tutta quella gente...
Allora lei gli tese la mano e lui fu costretto a cambiare idea:
«C...Ciao» gli rispose, cercando di sembrare il più disinvolto possibile
«Io sono Anthea»
«Piacere» rispose lui. Strinse la mano piccola e graziosa, che con eleganza lei gli aveva allungato e si presentò «Io sono John»
La ragazza, notando quanto fosse timido, sorrise, pensando che non gli avrebbe fatto male una bella svegliata; era una intraprendente, lei... e lui non riusciva a guardarla negli occhi, ad ogni modo conversava volentieri.
«Sei qui per la musica?» domandò, facendosi un po' di coraggio
«Sì, sono venuta con degli amici, loro non sono con me perché suonano. Tu invece?» rispose la bionda, passandosi una mano fra i ciuffi dorati, facendolo avvampare di nuovo
«Anche io, sono venuto a dare un'occhiata. I tuoi amici sono quelli che suonano? Accipicchia!»
«Tu suoni qualcosa?»
«Beh, io... sì» John non era abituato a conversazioni di quel tipo, altro che rompere il ghiaccio, lui avrebbe avuto bisogno di una di quelle navi che spaccano le lastre al circolo polare artico – cavolo, John, è una ragazza, riesci a fare una frase soggetto-verbo-oggetto? Forse non la rivedrai mai più, ma almeno cerca di non fare la figura dell'idiota- «Il basso»
«Wow! I bassisti sono sempre stati i miei preferiti!»
-mi vuole morto?-
«Beh, è uno strumento che sta un po' dietro le quinte, ma è forte»
«Dietro le quinte? Purtroppo è sottovalutato, ma secondo me è il cuore di tutto, anche se non mi intendo di musica sul piano pratico»
«Esagerata!» John si grattò la testa sempre più imbarazzato da tutti quei 'complimenti'
Anthea prese improvvisamente la sua mano, facendo aggravare precipitosamente il rossore sulle sue guance: sembrava un peperoncino. Senza dargli il tempo di riprendersi, incrociò le dita alle sue. Il ragazzo sentì le gambe improvvisamente molli, come fatte di pasta frolla. Nessuna ragazza si era mai interessata improvvisamente a lui, non in quella maniera... e lui non aveva tutta quella esperienza per poter fare lo spavaldo. Se conosceva quelli che suonavano di certo, frequentava gente più grande di lui, abitualmente, gente più esperta.
«Visto?» esordì soddisfatta «Da qui si vede meglio!» Anthea conosceva i concerti tanto quanto conosceva il suo libro di filosofia.
Per un attimo pensò che sarebbe stato giusto ripagare Dorothy con un po' d'aiuto fra i banchi di scuola, ma giunse alla conclusione che una testa dura come la sua amica non avrebbe mai preso lezioni da una persona che considerava una ragazzina, solo per stupido orgoglio.
La musica cominciò all'improvviso, troncando una frase che John aveva appena iniziato, con il suo fare pacato, che sulla sua interlocutrice aveva un effetto particolare, essendo lei il suo perfetto opposto. Curiosa di sapere ciò che volesse dire, Anthea si alzò in punta di piedi e gli mise un braccio attorno al collo, con il preciso intento di raggiungere il suo orecchio:
«Come hai detto, scusa?» gli chiese, appoggiando la guancia a quella di John, che stava diventando di tutti i colori per l'imbarazzo. Fu costretto a spostare la lunga chioma ossigenata, per poter farsi sentire dalla ragazza:
«Ne parliamo dopo»

Gli Smile, così si chiamava il gruppo, andavano davvero forte. Maneggiavano i loro strumenti come professionisti. Roger se ne stava sul suo sgabello, tranquillo, imperturbabile, dondolando la testa a destra e sinistra a tempo, ed ogni tanto lanciava uno sguardo a Dorothy che sgambettava da sola dietro le quinte dopo essere stata abbandonata dalla sua Anthie, canticchiando il motivetto. Brian era troppo preso dalla sua chitarra anche solo per guardare il pubblico. Tim invece intratteneva tutti quanti con voce e basso.
Anthea guardò il ragazzo dagli occhi di miele e sorrise, compiaciuta.
«Me li presenti, i tuoi amici?» chiese lui, con un velo di speranza calato negli occhi
«Va bene» rispose lei, sinceramente felice
«Hey, Anthie, allora? Ti è piaciuto?» le chiese Dorothy, guardando John con un occhio curioso ed inquisitore -ma che si è portata dietro, un barboncino?- si domandò -se le piacevano i riccioli folti mettevo volentieri una buona parola per lei con Brian-
«Davvero molto, complimenti ragazzi!» disse, rivolta ai maschietti, che erano ancora sudati e pieni di energia «Un mio amico vuole conoscervi. Lascio a voi le presentazioni»
I ragazzi cominciarono a chiacchierare, e, nonostante John rimanesse quasi sempre in silenzio, era comunque molto più sciolto di quanto non lo fosse con le ragazze. Per un momento si sentì felice che esistessero al mondo delle donne intraprendenti, non più legate al cliché di corteggiamento da parte maschile.
«Cose da musicisti...» blaterò Dorothea dopo essersi vista privare di tutta l'attenzione in un colpo
«Come li hai conosciuti?»
«Roger aveva messo in giro dei fogli in cui diceva di essere disposto a fare ripetizioni di matematica. Disgraziatamente uno di questi lo raccolse mia madre. Ovviamente le ripetizioni sono durate tipo due giorni... figurati se mi abbasso a farmi fare ripetizioni da uno che è persino un anno più piccolo di me. Poi chiacchierando è venuto fuori che suonava e così ho conosciuto anche Tim e Brian... gli servo perché ho l'auto» ha sghignazzato «sai com'è, loro vengono tutti da fuori»
«Allora, siete anche voi dei nostri?» chiesero impazienti i ragazzi del gruppo, che avevano appena proposto a John di raggiungerli a una festa post-concerto, interrompendola.
Anthea si sentiva scoppiare la testa.
«Io non mi sento molto bene» rispose
«La mocciosa non regge le feste?» la stuzzicò Dorothy, con uno sguardo divertito
«Non chiamarmi mocciosa!» si alterò «Ricordati che sei più grande di me solo all'anagrafe» la rimbeccò, la mora inarcò un sopracciglio e Roger scoppiò a ridere
«Sarà che domani devi andare a scuola anche tu...»
«Perché, voi non avete lezione?» sghignazzò. Brian sbuffò.
A spezzare il silenzio fu John, che, guadando Anthea in viso, le chiese se avesse bisogno che qualcuno la accompagnasse a casa, e lei, più felice che malata accettò, cercando di nascondere l'entusiasmo come poteva.
«Se l'accompagni mi sento più tranquilla anch'io» sorrise la morettina con un'aria da mamma «non vorrei che si perdesse o cose simili... mi sentirei troppo in colpa»
«Da quando il senso di colpa fa parte di te?» domandò Anthea con un'aria convinta e tutti gli altri scoppiarono a ridere
«Se non ti senti bene, è meglio avviarsi, poi scende la sera, fa fresco...» si intromise John, inserendo lunghe pause tra ogni enunciato. Era davvero molto premuroso. Brian e Tim si scambiarono sguardi di puro terrore.
«Ok, allora noi andiamo»
«Ci vediamo domani, Anthie» visto che John era voltato di spalle, Dorothy ne approfittò per fare l'occhiolino alla compagna di scuola. I due si allontanarono a passi lenti, camminando tra la gente che ormai se ne stava andando.
«Queste nuove generazioni...» borbottò Brian, stringendosi nelle spalle
«La verità è che anche noi dovremmo prenderci più cura delle persone a cui vogliamo bene» enunciò Dorothy con aria semiseria «Per esempio il nostro piccolo Roger» gli mise, con un leggero sforzo data l'altezza predominante del maschio, le mani tra i capelli biondi «... come sta la nostra briciolina?» gli diede un bacio sulla guancia e lui arrossì
«Ma piantala!» mise il broncio il batterista
Tim scattò d'improvviso in direzione dell'uscita, mettendo tutti in allarme
«Se vi appartate, non dimenticatevi la protezione!» gridò, ma ovviamente Anthea e John erano troppo lontani per sentirli.
Scoppiarono tutti a ridere.
«Andiamo a sbronzarci»
   
 
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