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Autore: _ j u l i e t t e    01/09/2011    2 recensioni
Titolo precedente: We're living in the SMTown!
[ Estratto dal primo capitolo ]
" Il beat potente di Ready or Not inizia a diffondersi nella sala d’incisione, mentre i ragazzi si preparano a cantare. La prima battuta è di Minho*, ed immancabilmente arriva lo scuotere di capelli di Onew come fa sempre nei concerti. Il MIO Onew, che se solo sapesse probabilmente la sua voce avrebbe un crack cosmico. "
Buona lettura!
Spero vi piaccia! *-*
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TRACK 2 :: Up&Down

( Chapter’s Song : Up&Down – SHINee )

Onew’s PoV

Jessica era incinta, io sarei diventato padre e il tutto mi terrorizzava a morte e allo stesso tempo mi rendeva immensamente felice. L’idea che di lì a qualche tempo ci sarebbe un piccolo o una piccola Lee a girare per casa bastava a farmi sorridere, tanto che mi ero ritrovato a farlo anche cantando Quasimodo, non una canzone esattamente felice. I ragazzi dal canto loro mi avevano ripreso più volte, ma che ci potevo fare? Ero io quello nel gruppo che avrebbe avuto un bambino!

Erano passati già quattro mesi ed io e Sica avevamo deciso di comune accordo tra di noi e con entrambe le band di non dire niente almeno per il momento e fino a quando fosse stato possibile. Già quando ci eravamo fidanzati la stampa aveva scatenato un putiferio, per questo, per la nostra serenità e quella di entrambi i gruppi, avremmo trattato con i guanti la gravidanza di Sica fino a quando non fosse diventata… beh, evidente.
La mia prospettiva riguardo ai bambini era cambiata davvero filmando Hello Baby. Più volte, una volta finito, mi ero ritrovato a pensare a Yoogeun, a come fosse diventato in quegli anni, a come avesse festeggiato il suo ultimo compleanno e se si ricordasse del ventunesimo di Jonghyun che aveva festeggiato assieme a noi.
E intanto in tutto quel tempo non avrei voluto essere al posto di Jessica, che aveva già leggere nausee, voglie di qualcosa che prima non avrebbe nemmeno toccato e sbalzi d’umore che la facevano ridere un secondo, piangere disperata quello dopo ed essere depressa quello ancora successivo. La maggior parte delle volte proprio non sapevo come prenderla perché sembrava che qualsiasi cosa dicessi fosse in qualche modo la cosa sbagliata, ma per quanto potessi non la lasciavo sola un minuto ed il fatto che non fossimo in tour ma stessimo preparando il “Best Of” aiutava parecchio. Ero vicino a casa e quando non c’ero io con lei c’erano o Key e gli altri o le ragazze, quindi ero relativamente tranquillo.

Tuttavia ciò che era forse evitabile accadde comunque. Durante una delle prove delle SNSD, Jessica perse i sensi. Io ero nell’altra sala quando Sunny venne a dirmelo. Lasciai le prove a metà scusandomi e mi precipitai da Sica, portandola in ospedale. Si riprese poco dopo. Il nostro medico, già al corrente della situazione, ci rassicurò sul fatto che era stato solo un improvviso crollo di pressione dovuto alla fatica delle prove, alla curiosa carenza di zuccheri nel suo sangue ed al fatto che fosse in “stato interessante”. Testuali parole. I medici e i loro termini…
Disse a Sica di cercare di reintegrare gli zuccheri mancanti e le consigliò di rimanere a riposo il più possibile o non solo ne avrebbe risentito lei ma anche il nostro bambino. Fu proprio questo, probabilmente, a farle decidere di prendersi una pausa dalle SNSD. Lo comunicò prima tramite Twitter e solo successivamente in uno dei programmi TV in cui le ragazze erano comparse più spesso. La vidi dagli studi della SM. Sapeva di star facendo la cosa giusta, ma non avevo mai visto una tristezza come quella nei suoi occhi. Lei che sorrideva sempre, a volte anche quando dormiva. Naturalmente quello non sarebbe stato un addio per loro, le SNSD avrebbero continuato ad esistere ancora per parecchio tempo, ma lasciarsi faceva male comunque.

E ora eccomi come un pollo – sì, proprio un pollo – nel bel mezzo della notte – una delle poche in cui non avevamo niente da fare – a guardare Jessica addormentata, scoperta del lenzuolo, con solo una canotta ed i pantaloncini addosso e le mani poggiate sul ventre ancora piatto ma che, il ginecologo ce l’aveva assicurato, sarebbe cresciuto presto. Il giorno precedente mi aveva detto che se fosse stata una bambina le sarebbe piaciuto chiamarla Madison mentre io avevo già bello in mente il nome Jade. Li avevamo semplicemente messi insieme e…
«Madison Jade Lee. Non suona male», le avevo detto sorridendole e stringendola a me. Non suonava male davvero. Sospirai ed osservai le luci di Seoul brillare oltre il nostro balcone. Proprio dall’altra parte della parete c’era la stanza di Key ed in successione quella di Jong, Taemin e Minho. Ogni volta che Jessica non passava la notte da noi, noi cinque ci ritrovavamo sempre a fare le ore piccole sul balcone della mia stanza a parlare di cose assolutamente fuori dal mondo ma sulle quali effettivamente ci si sarebbe potuta scrivere una canzone.
In effetti era proprio su quel balcone che era nato il testo di Quasimodo. Guardando il mondo di sotto avevamo provato ad immaginare come sarebbe stato non potercene andare dal nostro appartamento, essere costretti tra quelle mura assaporando soltanto le vite degli altri, vedendole scorrere sotto i nostri occhi. Sì, eravamo tutti piuttosto malinconici quella sera, Jong si era lasciato da poco con la sua ragazza, io e Sica avevamo litigato e gli altri semplicemente stavano ad ascoltare la nostra depressione cronica, venendone in minima parte contagiati, fino a quando quel genio di Key aveva deciso di tirarci su il morale: «Yeobo, non deprimiamoci, ok? Piuttosto, scriviamoci sopra una canzone!».
Era tornato dentro ed era uscito poco dopo con un bloc notes ed una penna, che aveva affidato nelle mani di Jonghyun.
Mi ritrovai a sorridere sovrappensiero quando una voce conosciuta si fece sentire nel silenzio.
«Spero che avrà il tuo sorriso», disse Jessica flebilmente.
«Hey, sei sveglia…», dissi avvicinandomi a lei.
«Mhm», sussurrò appena. Anche se ormai era diventata casa sua aveva ancora paura di svegliare gli altri nonostante i muri fossero spessi abbastanza da non far passare alcun rumore da una stanza all’altra, a meno che qualcuno non si fosse messo ad ascoltare con il bicchiere poggiato sulla parete, cosa che nessuno aveva mai fatto… almeno mi auguravo.
«Ultimamente non riesco a dormire troppo bene».
Solo quella minuscola frase basta a farmi scattare.
«Vuoi che ti porti qualcosa?», faccio per scendere dal letto ma lei sorride, scuote la testa e mi prende per il polso tirandomi nuovamente accanto a lei ed accoccolandosi sulla mia spalla.
«No. Non voglio rimanere da sola», dice scuotendo la testa. Anche se non riesco a vederla in viso, il tono della sua voce non mi piace affatto.
«Sei preoccupata?», domando. La sento fare un gran sospiro per poi rimanere in silenzio per qualche secondo.
«Sì… no… voglio dire, sono al settimo cielo per questo bambino ma… non lo so, ho come l’impressione che una volta che sarà nato sarà tutto così complicato…».
Non potei fare a meno di rimanere in un silenzio-assenso perché era esattamente ciò che stavo pensando anch’io. Respiriamo in silenzio all’unisono per diversi interminabili minuti durante i quali sono sicuro che i pensieri di uno sono quelli dell’altro.
Semplicemente così, abbracciati, ci addormentiamo di nuovo, sperando soltanto che quando quella notte sarebbe finita, con la Luna sarebbero scomparse anche le nostre preoccupazioni.

Così fu.
Non del tutto ma almeno in parte. Probabilmente era stato soltanto un momento “no”, di quelli che prima o dopo capitano a tutti e da cui tutti fortunatamente riescono a risollevarsi. Era passato un altro mese e, come predetto dal ginecologo, la pancia si stava già vedendo. I giornalisti avevano già iniziato a farsi – e farci – delle domande anche piuttosto esplicite, alle quali avevamo sempre risposto negativamente ma adesso non c’era più nulla da fare. Ci armammo di forza e coraggio ed uscimmo allo scoperto. Da quel momento in poi si susseguirono giorni al limite del frenetico, i fotografi seguivano me, Jessica o me e Jessica assieme sostanzialmente ovunque e mano a mano che la gravidanza procedeva, per Jessica diventava tutto più stressante. Tra il termine che si avvicinava e la pressione psicologica che era costretta a subire rimaneva in casa sempre più spesso e cercava di stare lontana dagli studi per evitare di essere presa di mira più del dovuto. Il ginecologo aveva stabilito che il termine - in base a calcoli di cui io non avevo capito nulla ma Sica, al contrario, sì - sarebbe stato il 18 Gennaio. Eravamo soltanto in Novembre, quindi c’era ancora un po’ di tempo. Tempo durante il quale in ogni caso i fotografi, anche dietro nostra richiesta e delle due band, non accennavano ad allontanarsi.
Era il 15 Dicembre, il giorno esattamente successivo al mio compleanno, e la neve scendeva leggera e candida su Seoul, ricoprendo tutti i tetti ed i comignoli. Sica era stesa sul divano per combattere il mal di schiena mentre io stavo suonando le note di Replay al piano. Avevamo scoperto che al bambino – volevamo mantenere la sorpresa – piaceva il suono del pianoforte e quello della voce di Sica, così iniziò a canticchiare le parole, ma nel bel mezzo del bridge la sentii fermarsi. Le davo le spalle, quindi non seppi che cosa stesse accadendo fino a quando non sentii il tono allarmato con cui chiamò il mio nome.
«J… Jinki!?».
Mi voltai immediatamente sul seggiolino del piano e spalancai gli occhi.
«Oh no… no, no, è troppo presto, maledizione! Perché non c’è mai Key quando serve!?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Libretto
Eccolo! Secondo capitolo!
Oddio, non sapete quanto mi avete fatta felice! Davvero, speravo tanto che la mia piccola ideuzza piacesse e… :’) Grazie! **
La storia inizialmente doveva prendere tutta un’altra piega – e non è detto che non la prenda comunque u.u – quindi aspettatevi di tutto da questo momento in poi! Flashback e flashforward compresi xD
Hwaiting!
J u l

 

Ringraziamenti e piccole scuse ^^
Voglio ringraziare HaruHaru19 per la gentilezza della sua recensione. Eheh, non ti preoccupare, anch’io sono una sostenitrice di millemila pairing e come te mi sciolgo ogni volta a vedere il live di One Year Later *-* In effetti è proprio da là che mi è venuta l’ispirazione per iniziare a scrivere la ff ^^ Uh, un genio addirittura? *arrossisce* Beh, ti dirò che in realtà non so esattamente come mi sia venuta l’idea della gravidanza xD Dal live è arrivata quella per il pairing, ma questa… boh, è nata dai meandri reconditi del mio cervellino drogato di SHINee, SNSD e k-pop in generale xD Ti do ragione, purtroppo le SNSD sono un po’ prese di mira qui sfortunatamente ç_ç Uffa xD Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! **
E _Krystal_ altrettanto. Grazie. Mille. Davvero. Eheh, mi dispiace per Jessica ^^” Però… mi sa che Onew&Luna mi son sfuggiti O.O (ma che brava Shawol -.- *va nell’angolo*). Uh, non ti preoccupare, non sarà sempre così depressa. In questo capitolo lo è stata un pochino perché sì (che risposta matura -.-) ma ti prometto che dal prossimo si cambierà musica! xD

Le piccole scuse sopracitate… perché nel capitolo precedente ho inavvertitamente fatto chiamare Onew “Lee” da Sica, che effettivamente è il suo cognome e non il suo nome ^^” Gomenasai ^^”

 

Credits
La versione al piano che Onew suona alla fine del capitolo per Sica e il bambino è nella fattispecie questa (ed è una meraviglia): http://www.youtube.com/watch?v=FsJ1zhA-U-s
Questa è un’opera di fantasia. I riferimenti a fatti realmente accaduti o persone realmente esistite è puramente casuale.
Gli SHINee, le SNSD, la SMEntertainment e le loro canzoni non mi appartengono.

 

  
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