TRACK
2
:: Up&Down
(
Chapter’s
Song
: Up&Down – SHINee )
Onew’s PoV
Jessica era
incinta, io sarei diventato padre e il tutto mi terrorizzava a morte e
allo
stesso tempo mi rendeva immensamente felice. L’idea che di
lì a qualche tempo
ci sarebbe un piccolo o una piccola Lee a girare per casa bastava a
farmi
sorridere, tanto che mi ero ritrovato a farlo anche cantando Quasimodo,
non una
canzone esattamente felice. I ragazzi dal canto loro mi avevano ripreso
più
volte, ma che ci potevo fare? Ero io quello nel gruppo che avrebbe
avuto un
bambino!
La mia
prospettiva riguardo ai bambini era cambiata davvero filmando Hello
Baby. Più
volte, una volta finito, mi ero ritrovato a pensare a Yoogeun, a come
fosse
diventato in quegli anni, a come avesse festeggiato il suo ultimo
compleanno e
se si ricordasse del ventunesimo di Jonghyun che aveva festeggiato
assieme a
noi.
E intanto
in tutto quel tempo non avrei voluto essere al posto di Jessica, che
aveva già
leggere nausee, voglie di qualcosa che prima non avrebbe nemmeno
toccato e
sbalzi d’umore che la facevano ridere un secondo, piangere
disperata quello
dopo ed essere depressa quello ancora successivo. La maggior parte
delle volte
proprio non sapevo come prenderla perché sembrava che
qualsiasi cosa dicessi
fosse in qualche modo la cosa sbagliata, ma per quanto potessi non la
lasciavo
sola un minuto ed il fatto che non fossimo in tour ma stessimo
preparando il
“Best Of” aiutava parecchio. Ero vicino a casa e
quando non c’ero io con lei
c’erano o Key e gli altri o le ragazze, quindi ero
relativamente tranquillo.
Disse a
Sica di cercare di reintegrare gli zuccheri mancanti e le
consigliò di rimanere
a riposo il più possibile o non solo ne avrebbe risentito
lei ma anche il
nostro bambino. Fu proprio questo, probabilmente, a farle decidere di
prendersi
una pausa dalle SNSD. Lo comunicò prima tramite Twitter e
solo successivamente
in uno dei programmi TV in cui le ragazze erano comparse più
spesso. La vidi
dagli studi della SM. Sapeva di star facendo la cosa giusta, ma non
avevo mai visto
una tristezza come quella nei suoi occhi. Lei che sorrideva sempre, a
volte
anche quando dormiva. Naturalmente quello non sarebbe stato un addio
per loro,
le SNSD avrebbero continuato ad esistere ancora per parecchio tempo, ma
lasciarsi faceva male comunque.
«Madison
Jade Lee. Non suona male», le avevo detto sorridendole e
stringendola a me. Non
suonava male davvero. Sospirai ed osservai le luci di Seoul brillare
oltre il
nostro balcone. Proprio dall’altra parte della parete
c’era la stanza di Key ed
in successione quella di Jong, Taemin e Minho. Ogni volta che Jessica
non
passava la notte da noi, noi cinque ci ritrovavamo sempre a fare le ore
piccole
sul balcone della mia stanza a parlare di cose assolutamente fuori dal
mondo ma
sulle quali effettivamente ci si sarebbe potuta scrivere una canzone.
In effetti
era proprio su quel balcone che era nato il testo di Quasimodo.
Guardando il
mondo di sotto avevamo provato ad immaginare come sarebbe stato non
potercene
andare dal nostro appartamento, essere costretti tra quelle mura
assaporando
soltanto le vite degli altri, vedendole scorrere sotto i nostri occhi.
Sì,
eravamo tutti piuttosto malinconici quella sera, Jong si era lasciato
da poco
con la sua ragazza, io e Sica avevamo litigato e gli altri
semplicemente
stavano ad ascoltare la nostra depressione cronica, venendone in minima
parte
contagiati, fino a quando quel genio di Key aveva deciso di tirarci su
il
morale: «Yeobo, non deprimiamoci, ok? Piuttosto, scriviamoci
sopra una
canzone!».
Era tornato
dentro ed era uscito poco dopo con un bloc notes ed una penna, che
aveva
affidato nelle mani di Jonghyun.
Mi ritrovai
a sorridere sovrappensiero quando una voce conosciuta si fece sentire
nel
silenzio.
«Spero che
avrà il tuo sorriso», disse Jessica flebilmente.
«Hey, sei
sveglia…», dissi avvicinandomi a lei.
«Mhm»,
sussurrò appena. Anche se ormai era diventata casa sua aveva
ancora paura di
svegliare gli altri nonostante i muri fossero spessi abbastanza da non
far
passare alcun rumore da una stanza all’altra, a meno che
qualcuno non si fosse messo
ad ascoltare con il bicchiere poggiato sulla parete, cosa che nessuno
aveva mai
fatto… almeno mi auguravo.
«Ultimamente
non riesco a dormire troppo bene».
Solo quella
minuscola frase basta a farmi scattare.
«Vuoi che
ti porti qualcosa?», faccio per scendere dal letto ma lei
sorride, scuote la
testa e mi prende per il polso tirandomi nuovamente accanto a lei ed
accoccolandosi sulla mia spalla.
«No. Non voglio
rimanere da sola», dice scuotendo la testa. Anche se non
riesco a vederla in
viso, il tono della sua voce non mi piace affatto.
«Sei
preoccupata?», domando. La sento fare un gran sospiro per poi
rimanere in
silenzio per qualche secondo.
«Sì… no…
voglio dire, sono al settimo cielo per questo bambino ma…
non lo so, ho come l’impressione
che una volta che sarà nato sarà tutto
così complicato…».
Non potei
fare a meno di rimanere in un silenzio-assenso perché era
esattamente ciò che
stavo pensando anch’io. Respiriamo in silenzio
all’unisono per diversi
interminabili minuti durante i quali sono sicuro che i pensieri di uno
sono
quelli dell’altro.
Semplicemente
così, abbracciati, ci addormentiamo di nuovo, sperando
soltanto che quando
quella notte sarebbe finita, con la Luna sarebbero scomparse anche le
nostre
preoccupazioni.
Non del
tutto ma almeno in parte. Probabilmente era stato soltanto un momento
“no”, di
quelli che prima o dopo capitano a tutti e da cui tutti fortunatamente
riescono
a risollevarsi. Era passato un altro mese e, come predetto dal
ginecologo, la
pancia si stava già vedendo. I giornalisti avevano
già iniziato a farsi – e farci
– delle domande anche piuttosto esplicite, alle quali avevamo
sempre risposto
negativamente ma adesso non c’era più nulla da
fare. Ci armammo di forza e
coraggio ed uscimmo allo scoperto. Da quel momento in poi si
susseguirono
giorni al limite del frenetico, i fotografi seguivano me, Jessica o me
e
Jessica assieme sostanzialmente ovunque e mano a mano che la gravidanza
procedeva, per Jessica diventava tutto più stressante. Tra
il termine che si
avvicinava e la pressione psicologica che era costretta a subire
rimaneva in
casa sempre più spesso e cercava di stare lontana dagli
studi per evitare di
essere presa di mira più del dovuto. Il ginecologo aveva
stabilito che il
termine - in base a calcoli di cui io non avevo capito nulla ma Sica,
al
contrario, sì - sarebbe stato il 18 Gennaio. Eravamo
soltanto in Novembre,
quindi c’era ancora un po’ di tempo. Tempo durante
il quale in ogni caso i
fotografi, anche dietro nostra richiesta e delle due band, non
accennavano ad
allontanarsi.
Era il 15
Dicembre, il giorno esattamente successivo al mio compleanno, e la neve
scendeva leggera e candida su Seoul, ricoprendo tutti i tetti ed i
comignoli. Sica
era stesa sul divano per combattere il mal di schiena mentre io stavo
suonando le
note di Replay al piano. Avevamo scoperto che al bambino –
volevamo mantenere
la sorpresa – piaceva il suono del pianoforte e quello della
voce di Sica, così
iniziò a canticchiare le parole, ma nel bel mezzo del bridge
la sentii
fermarsi. Le davo le spalle, quindi non seppi che cosa stesse accadendo
fino a
quando non sentii il tono allarmato con cui chiamò il mio
nome.
«J…
Jinki!?».
Mi voltai
immediatamente sul seggiolino del piano e spalancai gli occhi.
«Oh no… no,
no, è troppo presto, maledizione! Perché non
c’è mai Key quando serve!?»
… Libretto
…
Eccolo!
Secondo capitolo!
Oddio,
non sapete quanto mi avete fatta felice! Davvero, speravo tanto che la
mia
piccola ideuzza piacesse e… :’) Grazie! **
La
storia inizialmente doveva prendere tutta un’altra piega
– e non è detto che
non la prenda comunque u.u – quindi aspettatevi di tutto da
questo momento in
poi! Flashback e flashforward compresi xD
Hwaiting!
J
u l
… Ringraziamenti
e piccole scuse ^^ …
Voglio
ringraziare HaruHaru19 per
la
gentilezza della sua recensione. Eheh, non ti preoccupare,
anch’io sono una sostenitrice
di millemila pairing e come te mi sciolgo ogni volta a vedere il live
di One
Year Later *-* In effetti è proprio da là che mi
è venuta l’ispirazione per
iniziare a scrivere la ff ^^ Uh, un genio addirittura? *arrossisce*
Beh, ti
dirò che in realtà non so esattamente come mi sia
venuta l’idea della
gravidanza xD Dal live è arrivata quella per il pairing, ma
questa… boh, è nata
dai meandri reconditi del mio cervellino drogato di SHINee, SNSD e
k-pop in
generale xD Ti do ragione, purtroppo le SNSD sono un po’
prese di mira qui
sfortunatamente ç_ç Uffa xD Spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo! **
E _Krystal_
altrettanto. Grazie. Mille. Davvero.
Eheh, mi dispiace per Jessica ^^” Però…
mi sa che Onew&Luna mi son sfuggiti
O.O (ma che brava Shawol -.- *va nell’angolo*). Uh, non ti
preoccupare, non
sarà sempre così depressa. In questo capitolo lo
è stata un pochino perché sì
(che risposta matura -.-) ma ti prometto che dal prossimo si
cambierà musica!
xD
… Credits
…
La
versione al piano che Onew suona alla fine del capitolo per Sica e il
bambino è
nella fattispecie questa (ed è una meraviglia):
http://www.youtube.com/watch?v=FsJ1zhA-U-s
Questa
è un’opera di fantasia. I riferimenti a fatti
realmente accaduti o persone
realmente esistite è puramente casuale.
Gli
SHINee, le SNSD, la SMEntertainment e le loro canzoni non mi
appartengono.