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Autore: Jay Boulders    01/09/2011    22 recensioni
Fatti accaduti nell'intervallo di tempo che va dalla morte di Voldemort, ai famosi Diciannove anni dopo.
«Signor Paciock! Signor Paciock!» la professoressa McGranitt si destreggiava a destra e manca tentando di ristabilire l’ordine, «Riporti immediatamente la spada di Grifondoro nell’ufficio del preside! Non è un giocattolo, lei e il signor Finnigan siete pregati di smetterla di giocarci!... Oh signor Gazza la prego la smetta di spazzare a terra! Per Merlino non vede che non è una priorità al momento!» tuonò la donna mettendosi le mani tra i capelli.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione e Ginny trafficavano in cucina per assicurare il pasto serale ai loro ragazzi.

«Alla fine penso sia un bene che tu rimanga qui, come sarebbero sopravvissuti Harry e Ron ai fornelli? Molto probabilmente avremmo trovato la casa bruciata al nostro ritorno» notò la rossa mettendo una pentola sul fuoco.

«Sicura che per te non sia un problema? Dico sul serio, Ginny»

«Oh, sicurissima! Ehi… e quella?» disse prendendo tra le mani, il ciondolo che oscillava al collo dell’amica.

«Un… regalo» rispose lei arrossendo.

«Siete dannatamente smielati, lo sai questo?»

 

*

 

Ron ed Harry di ritorno a villa Conchiglia, tentavano di accelerare il passo per non mancare la cena.

«Hai intenzione di entrare in casa completamente sporco?» gli domandò Harry mentre vedeva l’amico posare dietro il recinto la pala che teneva in mano.

«Mi smaterializzerò in bagno e-»

«Non ricordi l’incantesimo di protezione?»

«Dovrebbero fare delle eccezioni per i padroni di casa quei dannati incantesimi»

«Ti consiglio di trovare in fretta una scusa che spieghi lo stato in cui ti trovi»

«Sono caduto e… rotolato a terra e…»

«Ed una tempesta di sabbia proveniente dal deserto del Sahara ti ha travolto, ma è stata circoscritta, per questo io sono pulito» continuò l’amico in tono sarcastico.

«Molto simpatico, Harry. Tu entra e coprimi, io filo di sopra a cambiarmi»

E senza dar modo all’amico di protestare, corse per le scale senza farsi vedere.

Fortunatamente, le due ragazze erano ancora in cucina intente a preparare da mangiare.

«Ehi, dove siete stati? Forza apparecchia!» gli ordinò la rossa.

«Dov’è Ron?»

«In… bagno. Un’urgenza»

«Chissà le schifezze che si è mangiato. Ho trovato carte di Cioccorane sotto al materasso» sospirò rassegnata Hermione.

Pochi minuti dopo, quando tutto in tavola era pronto, il ragazzo li raggiunse pulito di tutto punto.

«Eccomi! Dov’è il cibo?»

«Perché ti sei cambiato?» domandò Hermione con un cipiglio alzato.

Gli occhi di Harry saettarono allarmati verso quelli dell’amico.

«Cambiato? No, cosa dici…»

«Avevi la maglietta rossa prima, ora è blu. Come me no spieghi?»

«Ero sudato, me la sono cambiata»

«Allora perché hai appena detto di non averlo fatto?»

«Amore, ti sembra il caso di discutere sul colore della mia maglietta?»

«Io sto solo dicendo, Ronald. Che non-»

«Hermione, mi passeresti il sale?» domandò Harry improvvisamente.

«Ci arrivi benissimo» lo ammonì Ginny squadrandolo.

«Siete strani voi due»

«Ok, hai ragione» disse improvvisamente il rosso, «Harry avanti, diglielo» disse guardando la sorella.

«Dirle… cosa?»

«Non c’è più motivo di tenerglielo nascosto, no? Dille che domani avevi intenzione di portarla a fare un giro nella Londra babbana… visto che dovevi andarci per… per portare qui i genitori di Hermione, no?»

«Oh… oh si. Proprio così! Ne hai voglia? Non siamo mai andati lì insieme e pensavo che… potesse essere carino»

La rossa lo squadrò a fondo, «Non credo minimante che ciò che nascondiate sia questo. Ma va bene, almeno passeremo un po di tempo fuori insieme»

Il resto della cena, si svolse in modo tranquillo.
Hermione si occupò di lavare i piatti, aiutata da Ron. Mentre Ginny ed Harry si presero la serata libera ritirandosi in camera loro.

«Si può sapere dove siete andati prima di cena tu ed Harry?» gli domando dopo aver riposto l’ultimo piatto al suo posto.

«Due passi, volevamo stare un po soli. Quel ragazzo ha una tale adorazione per me!»

«Ci rinuncio!» disse alzando le mani in segno di resa. «Sono un po stanca, andiamo a letto? Mi farò la doccia domattina, ho troppo sonno adesso»

«Ottima idea»

«Ron, sono stanca sul serio» ci tenne a sottolineare lei mentre salivano in camera.

«Intendevo ottima idea per la doccia. Lavarsi è sopravvalutato!» disse chiudendosi la porta alle spalle.

La ragazza ignorandolo, si avvicinò al letto per prendere il pigiama, e si infilò in esso. Poco dopo, il sonno prese il sopravvento.

«Amore… mi senti?»

La ragazza alzò lievemente le palpebre guardando assonnata il ragazzo che le era accanto.

«Faresti una cosa per me?» le domandò serio.

«Mmh?»

Ron scese dal letto e si avvicinò all’armadio, spalancandolo e tirando fuori di esso, un vestito rosa appeso ad una stampella.

«Ma quello…» si avvicinò facendo scorrere il tessuto sotto le sue dita, «Me ne ero disfatta anni fa, come…?»

«Non proprio…» disse lui arrossendo, «Avevi chiesto a Ginny di farlo e lei… ha pensato di conservartelo. Ti… ti andrebbe di indossarlo per me?»

La ragazza lo guardò intensamente negli occhi, «Anche al Ballo del Ceppo lo indossai per te… soltanto che-»

«Ero troppo stupido per capirlo» terminò lui la frase dandole la stampella. «Ti aspetto di sotto, so che sei stanca ma-»

«Ma… che ore sono?»

«Le quattro, credo… ti aspetto di sotto» ed uscì dalla camera prima che potesse protestare.

Hermione si infilò il vestito, guardandosi davanti allo specchio, le sembrò che il tempo non fosse trascorso affatto, ed invece erano passati ben quattro anni da quel giorno…

 

«Stai fraternizzando con il nemico… ecco cosa!» tuonò il rosso esitante.

«Stai scherzando spero!»

«Perché non torni dal tuo Vicky piuttosto? Si starà iniziando a chiedere dove sei finita»

«Sei… sei un idiota, Ronald Weasley!»

«Ti sta usando!»

«Che cosa? È questo che pensi?»

«Certo!»

«E allora sai qual è la soluzione? La prossima volta che c’è un ballo, invitami prima che lo faccia un altro… e non come ultima risorsa!»

«Questo non… non… non centra niente!»

«Ronald hai rovinato tutto!» urlò lasciandosi cadere sulla scalinata.

«Err-my-oni?»

«Oh… Viktor» disse asciugandosi una guancia col palmo della mano, «Scusami ero… qui»

«Fa tutto bevne? Tu sta piangevdo»

«Io…»

«Andiamo a prenfere aria fuori?»

E fu quella sera, che quasi per ripicca, per una sorta di vendetta personale che Hermione Jean Granger diede il suo primo bacio, ma alla persona sbagliata.

La sera, quando tornò nel suo dormitorio, si sentiva distrutta.
Si tolse immediatamente quel vestito che aveva scelto con tanta cura, soltanto per colpire lui. Per dimostrargli che era vero che era una ragazza. E farlo sentire uno stupido per non essersene accorto prima.

«Hermione? Cos’hai?» la voce di Ginny la fece voltare.

«Io… niente. Com’è andata la tua serata?»

«Noiosa. Ma stai piangendo… è stato mio fratello, vero?»

«Non dovrei neanche dare peso ormai a ciò che dice, solo che…» guardò il vestito abbandonato malamente sul suo letto, «Potresti disfartene per me? Io non… non voglio più neanche vederlo»

«Ma… sei sicura? Eri bellissima con quel vestito, ed abbiamo passato un pomeriggio intero ad Hogsmeade per trovarlo»

«Si, te ne prego Ginny»

 

*

 

Hermione scese le scale, trovando Ron in piedi alla fine di esse, con una mano poggiata sullo scorri-mano e vestito con uno smoking che le ricordava molto quello che indossò al matrimonio di Bill.

«Mi togli il fiato» gli disse prendendole una mano, una volta arrivata all’ultimo gradino.

La ragazza arrossì, «Anche tu sei… affascinante»

«Ecco io… avrei dovuto mettermi quel vestito ma… tutti quei merletti. A dir la verità l’ho bruciato e ho detto alla mamma di averlo perso»

Alla ragazza sfuggì una risata, «Meglio così»

«Hai voglia di… fare due passi? So che hai sonno, ma-»

«Si» annuì serena, «Ne ho voglia»

I due uscirono di casa, camminando nella stradina che costeggiava la spiaggia.

«Hermione, togliti le scarpe, andiamo in spiaggia»

«Non si vede nulla, è tutto buio…»

«Avanti, poggiati a me»

I due si addentrarono verso il mare.

Hermione sentiva la sabbia fresca passarle sotto le piante dei piedi e l’aria provenire dal mare scompigliarle i capelli.

Vide Ron tirare fuori il deluminatore dalla tasca posteriore dei pantaloni, lo fece scattare piu volte scaturendo delle luci che si andarono a sistemare intorno a loro circondandoli.

Hermione si guardò intorno sorpresa.

«So che non c’è la musica, ma mi concederesti ugualmente un ballo?»

La ragazza gli si avvicinò circondandogli il collo con le braccia, mentre sentiva stringersi i fianchi.

Oscillarono stretti per diverso tempo.
Improvvisamente, il sole fece capolino all’orizzonte, iniziando ad illuminare con i suoi raggi tutto ciò che incontrava.

Hermione vide il volto illuminato del ragazzo che aveva stretto a se fino a quel momento.
Si mise in punta di piedi, sentendosi affondare appena sotto la sabbia per posargli un bacio sulle labbra.

Lo sentì sfilarsi da lei, e farsi di lato, guardando dietro di loro.
Lei seguendo lo sguardo di lui, intravide un qualcosa a terra, a pochi metri da loro.

Dei canali scavati nella sabbia, quasi a formare… parole.
Fece un passo in avanti in modo da poter avere una panoramica dell’intero quadro.
Il respiro le si bloccò.

‘Mi sposerai?’

Non seppe dire per quanto tempo fissò ossessivamente quella scritta, tentando da una parte di capire se quelle parole, non erano frutto della sua immaginazione, di un’interpretazione errata di un mucchio di piccole dune.
Dall’altra parte per rendersi conto che ciò era reale, che non si stava inventando nulla.

Si voltò per la prima volta verso di lui, trovandolo inginocchiato con lo sguardò deciso come non lo aveva visto mai.
In mano aveva un anello che non le sembrava del tutto nuovo.

«Prima che tu dica che è troppo presto… io non ho trovato un solo motivo che mi fermasse dal chiedertelo. Ho passato i giorni tentando di frenarmi, ma l’unica cosa che voglio è che il nostro legame diventi eterno… quindi… se conosci un motivo per cui io stia sbagliando in questo momento, te ne prego di dirmelo…»

La ragazza si inginocchiò chiudendogli la mano che teneva l’anello e guardandolo negli occhi con le lacrime che le rigavano il volto.

«Per una persona come me… calcolo tutto nei minimi dettagli, tutto ciò che è irrazionale mi spaventa… in fondo al cuore, sono sempre stata terrorizzata da te, dal potere che avevi sulle mie emozioni. Che erano e sono tutt’ora incontrollabili… Dirti sì adesso significherebbe… andare contro a tutto ciò che sono. Perché ti rendi conto anche tu, che sposarsi alla nostra età è assolutamente… pazzesco»

«Mi vuoi sposare?» gli sussurrò lui, mantenendo lo sguardo diretto con lei.

«Ron…»

«Hermione, vuoi sposarmi?» ripeté lui, rimanendo impassibile.

«Non… non fare così. Io…»

«Se non vuoi, dimmelo chiaramente»

«Non è così semplice…»

«Si che lo è. Dimmi che non vuoi, e torneremo in casa e faremo come se tutto questo non fosse mai accaduto»

«Io… non posso dirtelo»

«Hermione… devi darmi una risposta, qualsiasi essa sia. Voglio solo che tu sia onesta con me. Non mi hai mai preso in giro, te ne prego non iniziare a farlo proprio ora…»

«Tu mi rendi felice… come non lo sono mai stata in vita mia. Ho talmente paura che le cose cambino… che un cambiamento del genere sconvolga tutti gli equilibri tra noi…»

«Hermione, credo che dopo aver avuto il coraggio di rischiare ed iniziare una relazione dopo essere stati amici per anni, ormai il fattore cambiamento con noi non è più di molta importanza. Capisco… che tu non ti senta pronta. E va bene, aspetterò finché non arriverà il momento giusto, che chiaramente non era questo» sospirò amaramente lui.

«Non fraintendermi, io…»

Lo vide mettere l’anello nella tasca della giacca e sfilarsela.
Seguita dal gilet e dalla camicia.

Camminò verso la riva, arrivando a bagnarsi i piedi.

«Ron… che stai facendo?!» gli urlò lei, senza essersi praticamente mossa.

«Un bagno!» le rispose lui, senza voltarsi. Con la voce incrinata.

Entrò dentro fino a metà coscia, raccogliendo una manciata d’acqua tra le mani e versandosela sulla testa, mandandosi i capelli indietro e rimanendo a fissare l’orizzonte.

Ron sentì il frusciare dell’acqua accanto a lui, vedendo la ragazza con mezzo vestito completamente zuppo.

«Il tuo vestito…» disse lui rattristito.

«E’ solo acqua» disse lei, scompigliandogli i capelli zuppi.

«Andiamo a casa?» gli domandò lui sospirando.

«Te ne eri reso conto, vero?» domandò improvvisamente la ragazza.

«Di quanto fossi idiota? No, non così tanto»

«Che fosse Veritaserum quello che avevi bevuto»

Il ragazzo sbarrò gli occhi spiazzato.

«Ho sentito l’odore dall’ampolla» ammise lei imbarazzata.

«Perché non me lo hai detto?»

«Perché non volevo che ti sentissi obbligato a… fare tutto questo»

«Però l’ho comunque fatto»

«Sposiamoci»

«Che…?»

«Prima quando ti sei allontanato da me… mi sono sentita morire. Voglio passare il resto della mia vita con te, questo gia lo sapevo, ma ora… mi sono resa conto che non riuscirei ad avere nessun altro accanto all’infuori di te. Mai nessuno mi ha fatta sentire così… speciale come fai tu»

«Vuoi… tu vuoi sposarmi?»

«Si» gli sorrise radiosa, «Per quanto questo mi spaventi… non voglio più scappare o negare ciò che provo e che voglio, come ho fatto negli ultimi anni. Voglio sposarti Ronald Weasley»

«No»

«Cosa…?»

«La proposta non è più valida, mi hai rifiutato! Pensi che non abbia un briciolo di orgoglio?»

«Oh… credo che… che tu abbia hai ragione…»

«No che non ce l’ho!» si affrettò a rispondere prendendole la mano e portandola nuovamente sulla sabbia, dove poco prima aveva abbandonato la sua giacca.
La tirò su da terra, alzando un gran polverone, e tirando fuori dalla tasca l’anello di poco prima.

«Ma non mi rimetterò di nuovo in ginocchio!» sottolineò lui.

«Penso di essermelo meritata» gli rispose sorridendogli e porgendogli la mano, alla quale il ragazzo infilò l’anello.

«Va… va qui, giusto?»

Hermione annuì guardandosi la mano, «E’ di tua madre, vero?»

«Voleva… che lo dessi a te al momento giusto»

Un nodo alla gola le impedì di dire qualsiasi altra cosa. Si sporse su di lui baciandogli il volto salato dall’acqua del mare.

   
 
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