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Autore: Lilianne    01/09/2011    2 recensioni
Fra le striature rossastre caratteristiche dell’imbrunire e un paio di nuvole che vagavano solitarie, riuscii a leggere un enorme scritta di colore rosa, evidentemente creata per mezzo di un aereo. Era a dir poco stupenda.
“Vuoi sposarmi?”
C: Oh mio Dio, chissà per chi è quella scr…
Mi voltai all’indietro, e non so come ma ebbi la sensazione che quella scritta in cielo fosse dedicata a me. Il cuore mi saltò in gola e il sangue mi si gelò nelle vene vedendo un Joseph Adam Jonas con occhi sognanti, in ginocchio, esattamente di fronte a me, che stringeva fra le mani una scatolina di un inconfondibilmente color Tiffany & Co. con all’interno un meraviglioso anello di fidanzamento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I will always love you

 

     Parla Cristina.
M: Sorellinaa? Svegliaaa!! Sei già in ritardo, e il parrucchiere ti sta aspettando al piano di sotto! Sussurrò Martina nel mio orecchio con un filo di voce scostando appena le lenzuola che avvolgevano il mio viso.
C: Dai mamma altri 5 minuti! Voglio dormire! Mugugnai io incoscente mettendo direttamente la testa sotto il cuscino di piuma d’oca sbuffando sonoramente.
M: Senti se non ti alzi immediatamente giuro che ti rovescio un catino d’acqua gelida in testa signorina! Forza! In piedi! Il suo tono di voce si alzò maggiormente man mano andasse avanti con le parole.
C: Vattene! Brontolai nuovamente riponendo il guanciale in mezzo alle gambe quasi annoiata.
M: Ok! Lo hai voluto tu! Amali estremi, estremi rimedi! Sentii mia sorella dirigersi nella direzione della finestra.
C: Martina Virginia Bini! Potrei avere un po’ di pace? Mi alzai all’istante sopra il letto sbraitando contro mia sorella per aver aperto improvvisamente la finestra.
M: Cristina TI DEVI SPOSARE! Tra 4 ore sarai all’altare a prendere marito! È tardi! TARDI! Lei si mise a gridare ancora di più mentre tirò fuori il mio vestito da sposa fuori dall’armadio.
Fitta allo stomaco.
L’ennesima.
La solita.
Avevo terrore e gioia allo stesso tempo.
Ma come placare questi sentimenti nel giorno delle proprie nozze?
C: Marty… fu quasi come un lamento
M: Cosa c’è Cristina? Martina si calmò per un secondo sorridendomi a mala pena. Il suo tono di voce si fece dolce e gentile mentre si sedette sul letto davanti a me.
C: Ho paura… molta paura… mormorai lei quasi vergognandomi per poi coprirmi immediatamente il viso.
Ci fu un piccolo momento di silenzio. Per non incrociare lo sguardo penetrante di mia sorella incatenai la vista sul mio vestito da sposa appeso all’armadio con una gruccia. Era bianco, attillato sulla parte superiore ed estremamente vaporoso in quella inferiore.
M: Ehi ehi ehi… guardami! Mi prese il volto con la sua mano sinistra, quasi preoccupata nel vedere scendere alcune lacrime dai miei occhi.
C: Sono terrorizzata Martina. Una parte della mia vita fra poche ore volgerà al termine. La vita bella, quella da ragazza indipendente e con un proprio cognome non ci sarà più. La vita della Cristina ventiduenne pazza e scatenata sarà finita! Non potrò più dormire qua, in questo lettino, nella mia cameretta… ho paura di non vivere più la favola di cui mi ero innamorata… confessai lei come se le stessi aprendo il mio cuore.
M: Ascolta… stamattina Joe è venuto a trovare Nick, e quando l’ho salutato mi ha confessato che non poteva credere a ciò che stava per succedere, ma soprattutto non poteva credere al fatto che tu, fra miliardi di uomini al mondo, avessi scelto proprio lui… fidati Cri, se ti dico che quel ragazzo ti farà vivere come una principessa, assicurati perché è così! Dichiarò lei con aria sincera e veritiera accarezzandomi una guancia.
C: Dici sul serio? Ha detto questo? Domandai incredula con un sorriso radioso che andava da un orecchio all’altro.
M: Come potrei mentirti su una cosa del genere! Non lo farei mai! Ribadì lei divertita.
C: Ti voglio bene Marty! Le saltai addosso inaspettatamente solamente per abbracciarla.
M: Adesso vai! Devi andare al trucco e parrucco! March! Fece lei con atteggiamento militaresco da vero capo dell’esercito alzandosi in piedi di scatto.
C: Spero solo di non svenire all’altare come hai fatto tu! Affermai io prendendo in giro mia sorella mentre mi infilai le ciabatte a forma di leopardo.
M: Quello… era solamente un calo di zuccheri! Nient’ altro… e ora fila di sotto! Mamma è isterica e a babbo sembra sia morto qualcuno! Controbattè Martina acida battendo i piedi a terra.
Scesi le scale correndo e saltellando fra un piano e l’altro dalla gioia. Il discorso che mi aveva fatto mia sorella riuscì a tranquillizzarmi una volta per tutte.
M: << Voglio vedere poi come ti divertirai con “L’amico dei fiori” in Micronesia! Lui e il suo “Amicone” ti faranno passare tutte le paranoie! >> sentii mia sorella gridare da camera mia in maniera allegra.
Le risposi semplicemente con una fragorosa risata che pareva essere quasi liberatoria.
 
 
3 ore più tardi…
Mi trovavo seduta sopra quello scomodissimo sedile posteriore di quell’ enorme limousine che avevamo affittato, in compagnia di un autista che pareva essere muto. Accanto a me non c’era nessuno, anche se il tulle, estremamente vaporoso ed ingombrante, fu capace di occupare tutto l’interno dell’auto a disposizione.
In quei dieci minuti di tragitto le mie dita gelide e tremolanti non fecero altro che giocherellare con il bouquet di rose rosa che tenevo fra le mani. Il mio piede, con tanto di tacco a spillo, riusciva a fare in su e giù, oramai involontariamente, anche lui definitivamente preso dall’ansia.
Il cuore avrà battuto si e no 200 volte in un solo minuto accompagnato da piccoli giramenti di testa a causa dell’immensa emozione.
<< Eccoci! È ora…>> pensai trepidante fra me e me, quando dai vetri oscurati, mi accorsi che eravamo finalmente giunti alla chiesa.
Il cuore mi saltò letteralmente in gola quando il conducente mi aprii la portiera cedendomi la sua mano alquanto lusingato, per poi andarsene lasciandomi davanti all’ enorme portone in legno della chiesa.
Davanti ad esso, c’era un uomo, molto elegante, che indossava un paio di Ray Ban a goccia. Si girò verso la mia direzione e man mano avanzavo sempre di più con gli scalini, il suo sorriso si faceva sempre più evidente e sfolgorante.
B: Ciao bambina mia… sei una principessa! Mi confidò mio padre in un orecchio non appena lo abbracciai.
C: Babbo…ma stai piangendo? Chiesi lui angosciata e oramai in preda al panico avvertendo i suoi sonori singhiozzi.
B: Vedi… ho continuamente sostenuto, sin dal giorno della tua nascita e di quella di tua sorella, di non aver paura del giorno della mia morte, perché una volta che stai per perdere i sensi per sempre non te ne accorgi nemmeno, bensì, del giorno in cui vi avrei dovuto prendere sotto braccio e accompagnarvi per l’enorme navata che vi condurrà via da me una volta per tutte. Mi sembra ieri che ti tenevo in braccio per farti addormentare la sera, oppure quando tornavo a casa da lavoro e ti facevo il solletico mentre tu eri stesa sopra il letto matrimoniale e te la ridevi come una pazza, o quando fuori c’era il temporale e la notte venivi a dormire in mezzo a me e a tua madre perché avevi il terrore dei tuoni, eppure sono passati già 22 anni, e adesso ti vedo qui, davanti a me, con tanto di vestito da sposa e bouquet, diretta da tuo marito…
Mio padre era veramente commosso. Furono le parole più belle e toccanti che sentii in tutta la mia vita…
B: In questo momento vorrei tanto proporti di andare a prendere un mega cono gelato alla gelateria dell’isolato accanto, ma purtroppo il mio cuore e soprattutto i miei doveri di padre mi dicono di accompagnarti all’interno della chiesa. Joe è un bravo ragazzo e anche se ti ha fatto soffrire per quasi due anni nel pieno dell’adolescenza, si è saputo far perdonare e adesso non aspetta altro che dire quel fatidico e atteso “si” dopo 7 lunghi anni…
Non so come, ma mi venne spontaneo avvinghiarmi al collo di mio padre abbracciandolo come non mai prima di allora. Lo tenevo stretto come se non volessi farlo scappare per nessun motivo al mondo…
C: Ti voglio bene babbo e sta’ tranquillo… sarò sempre quella bambina di 5 anni che la sera ti chiedeva di scacciare i mostri dal suo armadio...Mormorai lui mentre una lacrima solitaria rigò la mia guancia un po’ per contentezza un po’ per nostalgia. Mio padre si limitò solo ad asciugarla con il pollice senza dire nulla.
Improvvisamente da dietro un angolo nascosto uscì Kevin, che appena mi osservò strabuzzò gli occhi fuori dalle orbite.
K: Cavolo Cri! Sei a dir poco stupenda! Tanti auguri davvero… - disse lui letteralmente sfavillato per poi darmi un bacio sulla guancia a sfregarmi un po’ le braccia con le mani in segno di forza e coraggio – potete entrare allora! Fece come per aprire il grande portone, ma mio padre lo bloccò gentilmente con un sorriso. Kevin sembrava aver capito tutto, e si avviò all’entrata secondaria.
B: Pronta? Chiese lui ancora con gli occhiali in testa e con voce rotta.
C: Andiamo…
 
 
 
Parla Joe.
All’interno della cattedrale sembrava regnare il silenzio, nonostante fossero presenti circa 500 persone fra parenti ed amici vari.
All’interno del mio corpo, però, non sembrava che prevalesse la calma.
Un dejavu.
Un terribile dejavu che mi riportò indietro nel tempo di quasi un anno.
A quell’orribile giorno in cui salii all’altare per la prima volta e davanti ai miei occhi comparve una ragazza che non amavo.
Una ragazza che odiavo.
Una ragazza subdola e meschina che trasformò la mia vita in un inferno totale.
Improvvisamente, ebbe inizio la marcia nuziale di Wagener.
Tutti si alzarono in piedi per cercare di intravedere la tanto attesa sposa…
Eccola, in fondo alla navata, teneva la mano ben stretta a quella del padre, che nascondeva con gli occhiali da sole gli evidenti segni di un pianto.
La visione più bella che avessi mai visto in 29 anni della mia vita.
Era meravigliosa.
Era incantevole.
Era la donna dei miei sogni e si stava dirigendo esattamente verso di me.
Aveva un vestito di un color bianco candido, ornato dai merletti del corpetto e reso ancora più speciale da un chilometrico strascico in tulle.
Reggeva un piccolo bouquet di rose e si vedevano chiaramente i suoi occhi verdi lucidi di commozione anche se coperti dal leggero velo che ricadeva sul suo viso.
Sorrideva.
Sorrideva felice e guardava solo ed esclusivamente me.
Credo che in quel momento fossi l’uomo più compiaciuto del mondo nel vedere la donna che amavo che camminava nella mia direzione per poi farla mia….
Mia per sempre…
 
Una volta arrivata in cima, abbandonò la mano del padre,che pareva essere estremamente orgoglioso e successivamente lo baciò.
Le presi la mano senza indugio e le scostai il velo dal volto.
Credo, che appena scoprii  definitivamente il suo viso, arrossì di colpo. Ero totalmente imbarazzato nel guardarla diritta negli occhi, per quanto fosse avvenente. All’interno del mio corpo, fu quasi come se si fosse acceso un fuoco… un fuoco d’amore che bruciava solamente ed esclusivamente, per LEI…
J: Ti amo, sei bellissima…
 
 

 

Piccoli pensieri dell’autrice:
Eccoci qui! Siamo finalmente arrivati al fatidico SI!
Spero che comunque vi sia piaciuto almeno un po’, anche se troppo sdolcinato e smielato, ma sennò…che matrimonio sarebbe?
Vedrò di aggiornare più in fretta possibile, scrivere questa fanfiction sta diventando un vero piacere!
Baci
Cri 

     

  
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