Sign
Il
giorno del loro decimo compleanno Andreé decise di portare Clarisse in città
per combinare il suo matrimonio con un giovane d’alta società, mentre Hermione
sarebbe rimasta a casa con la madre. Clarisse accolse la notizia con mite felicità
grazie al suo carattere tranquillo e condiscendente. D’altronde, nemmeno
Hermione non trovò nulla da ridire poiché lei preferiva di gran lunga leggere i
pochi libri della biblioteca comunale o trastullarsi in lunghe passeggiate.
Clarisse
fu preparata con cura dalla madre, le raccolse i boccoli in un’elaborata
acconciatura e le mise il più bell’abito che possedeva, quello di seta. Quando
fu pronta era più bella e splendente che mai.
-
Mamma, finchè nostro padre non viene a prendermi, posso andare da Hermione?-
chiese Clarisse, e Morgane acconsentì di buon grado purché stesse attenta a non sporcarsi, sentendosi
molto felice per l’affetto che c’era tra le due sorelle. Così Clarisse
raggiunse Hermione che era accovacciata in giardino ad osservare un fiore sul
quale si era posata un’ape . Sentendo il rumore dei leggeri passi affrettati di
Clarisse sulla ghiaia si voltò e vedendola così bella le sorrise raggiante.
-
Clarisse! Sei stupenda. Questo vestito è perfetto per te…ma per te è perfetta
qualsiasi cosa!- esclamò entusiasta girando intorno alla sorella per poterla
ammirare meglio.
-Già-
rispose piano l’altra con un flebile sorriso. Ma i suoi occhi erano spenti e
tristi ed Hermione se ne accorse facilmente
-
Clarisse…cosa c’è? Qualcosa ti preoccupa, lo vedo nel tuo sguardo…- le chiese
preoccupata stringendole una mano. La bambina scoppiò in un pianto silenzioso e
la sorella vedendola così angosciata non potè far altro che abbracciarla più
forte che poteva. Subito confortata dal forte abbraccio della sua gemella
Clarisse le confidò tutte le sue paure a voce bassa interrompendosi di tanto in
tanto a causa di un singhiozzo.
-
Hermione! Io non voglio sposarmi! Non voglio lasciare te e nostra madre…non per
andare a vivere con un uomo che non conosco e che mi picchia come fa nostro
padre con mamma quando
pensa che noi dormiamo…ma io lo sento tutte le sere…e sento nostra madre che
piange e gli dice di smetterla ma lui continua…e allora piango anche io, perché
avrei tanta voglia di aiutare mamma ma
ho tanta paura allora resto ferma e penso che sono cattiva…-
-
Clarisse! Tu non sei per niente cattiva! Sei sempre buona con tutti! Anche io
sento nostro padre che picchia la mamma, ma noi non possiamo farci niente! Sono
sicura che l’uomo che sposerai sarà migliore…andrà…andrà tutto bene- la
interruppe Hermione cercando di darle coraggio, ma senza riuscire a convincere
nemmeno se stessa. Le prestò il suo fazzoletto perché si asciugasse le lacrime
e, quando arrivò loro padre per portarla in città, le strinse forte la mano per
farle coraggio. Quando la carrozza partì Hermione la seguì correndo fino alla
piazza principale dove, esausta, si fermò a sedere sulla fontana e pianse per
qualche minuto anche lei dopodichè si sciacquò il viso arrossato con l’acqua
della fontana e tornò a casa. Si stese supina sull’erba del giardino con le
braccia incrociate dietro la testa e chiuse gli occhi assaporando la bellissima
sensazione che le davano i raggi del sole accarezzandole il viso.
All’improvviso nella sua testa si formò un’immagine che la turbava, l’immagine
di una strana stella circondata da vari simboli ancora più strani. Fu assalita
da una sensazione di gelo che le faceva dimenticare persino il calore del sole
sulla pelle. Spaventata riaprì gli occhi e istintivamente si parò dalla luce
accecante con un avambraccio. Il freddo e l’angoscia che l’avevano assalita
sparirono istantaneamente lasciando solo un tenue ricordo che fu messo da parte
altrettanto in fretta. La bambina si alzò e dopo essersi rassettata la veste
rientrò in casa. Dalla cucina proveniva la voce di sua madre che cantava.
- Dove
una volta c’era la luce, ora è calata l’ oscurità,
Dove una volta c’era
l’amore, l’amore non c’è più,
Non dire addio, non dire
che non ho provato,
Quelle lacrime che
piango cadono come pioggia,
Per tutte le bugie che
mi hai detto,
Il dolore, la colpa! E
piangerò per essere così sola,
Sono persa, non potrò
mai tornare a casa.
Così in fine, sarò quel
che sarò,
Nessun amico leale era
sempre qui per me,
Ora io dico addio, dico
che non hai provato,
Quelle lacrime che
piangi, sono arrivate troppo tardi
Prenditi in dietro le bugie, il dolore, la colpa!
E piangerai quando
affronterai la fine da sola
Sei persa non potrai mai
tornare a casa.-
Hermione rimase ad
ascoltare dietro la porta. Non si sarebbe mai più scordata quella canzone.
Quando la madre smise di cantare la bambina si fece coraggio ed entrò nella
stanza dove Morgane stava cucinando il pranzo.
- Mamma…cos’era quella
canzone?- le chiese timidamente.
Morgane sobbalzò.
- Ma chere…non sapevo
che fossi in casa! Mi hai fatto spaventare!- disse ma Hermione continuava a
fissarla insistentemente.
- La canzone dici?-
continuò allora – La cantava sempre mia madre…ed io me la ricordo ancora, ti
piace?- chiese
- Ma…è…è triste!-
rispose la bambina.
- Si è molto triste-
concordò Morgane incupendosi.
***
Nel pomeriggio Hermione
uscì nuovamente in giardino. E si inginocchiò in mezzo ai fiori come era solita
fare. Chiuse gli occhi lasciando che il leggero venticello le lambisse il viso
e immediatamente ricomparve l’immagine della stella. Questa volta Hermione non
fece nulla per scacciarla dai suoi pensieri, al contrario, soprappensiero,
cominciò a strappare i fiori che aveva intorno a sé ed a disporli in modo da riprodurla.
Morgane uscì di casa e
si portò silenziosamente alle spalle di sua figlia. Quando vide il simbolo che
stavano formando i fiori strappati si trattenne a stento dall’urlare e si coprì
la bocca con le mani.
“Allora la mia non era
solo una sensazione! La mia piccola Hermione è veramente…una come me! Dunque
non mi ero ingannata alla sua nascita e le mie paure non erano prive di
fondamento. Dubito che quando lo verrà a sapere suo padre lo accetterà…speriamo
bene!” mentre ragionava Morgane si torceva nervosamente la mani ed osservava i
gesti fluidi e sicuri con cui Hermione disponeva, inconsapevolmente, i fiori.
Ma quando le mancava ormai solo un fiore per concludere la composizione, le
bloccò un polso
-Che cosa stai facendo?-
le chiese angosciata.
Hermione sembrò
ridestarsi da uno stato di trance e guardò sua madre intimorita e sconcertata.
Morgane le lasciò il polso che stava ancora stringendo energicamente e con le
mani spazzo via l’immagine che si era formata.
- Cosa significava quel simbolo- le chiese ancora con la voce incrinata da una lieve inflessione isterica e prendendole le spalle.
- Io…non lo so- disse la
bambina abbassando gli occhi confusa. Morgane si raddolcì, le accarezzò una
guancia e le baciò affettuosamente la fronte dopodichè le disse di seguirla, e
presale una mano la condusse fuori dal giardino.
Commenti dell’autrice
Questo capitolo è stato molto faticoso per me…non so se è venuto come volevo, spero di sì! Voi che ne pensate? Comunque volevo rassicurare chi segue “Patto con la morte” che non l’abbandonerò per scrivere questa fanfiction…anche se forse un po’ preferisco questa quella resta sempre la mia prima! Cominciate a capire il segreto di Morgane? Io credo che ormai sia abbastanza chiaro! La canzone che canta Morgane è la traduzione di “gollum’s song” tratta dalla colonna sonora de “Il signore degli anelli II le due torri” con qualche modifica…ancora non mi è ben chiaro il ruolo che avrà nella ff potrebbe anche non averne affatto! Sorpresa!
Le vostre recensioni mi hanno fatto saltare di gioia! Sono tutte così belle! Ringrazio infinitamente:
elfina: Grazie, grazie, grazie! Addirittura affascinante…oddio nn vorrei poi deluderti! Ancora grazie!
Elizth: Spero che continuerà a piacerti e che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative…continua a recensire. Grazie!
Roscia92: se di solito non recensisci, allora mi devo sentire veramente lusingata, se hai scelto di recensire questa, mi farebbe veramente molto piacere se tu continuassi a recensire!!
Mya: grazie per la tua recensione, sono contenta che il prologo ti sia piaciuto e spero che continuerò a scrivere in modo da non deluderti!
Gigia990: oddio, che bello! Mi piacciono tantissimo le tue storie, e sono stata veramente felice che tu mi abbia recensito!!! Mi fa piacere che ti piaccia qst ff…dimmi cosa ti pare di questo secondo capitolo
Topo: Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere…e chissà, magari questa mia storia rispecchierà qualcuna delle tue fantasie sugli avi di Hermione! Un bacione!
Chiaras: ecco qua il secondo capitolo! Grazie per la tua recensione
Lady Guinevier: Ma chere! Che delizia trovare la tua recensione! Ero indecisa se chiederti di recensirmi o no…e alla fine è prevalso il mio lato pubblicitario! Grazie per la recensione, spero che continuerai a seguirmi, e magari chiedi a Sibilla se c’ho azzeccato col passato di Hermione, chissà che oltre a leggere il futuro non legga anche il passato! ;D
Tomokachan: mia diletta! Grazie per la recensione, e scusami se ti importuno chiedendoti ogni volta di recensire le mie storielle…ma che ci vuoi fare? Ci tengo al tuo parere!
Kishal: Che onore la tua recensione!!! Stavo seguendo “Storia di un Cannato” ma non la continui più? Mi piaceva troppo e sarebbe un peccato se non la continuassi! Grazie per l’appoggio morale…un bacione!!!!
ATTENZIONE, GLI AGGIORNAMENTI DI QUESTA FANFICTION PROCEDERANNO LEGGERMENNTE A RILENTO, POICHÉ, ESSENDO UNA FF SERIA, MI CI DEVO APPLICARE. QUINDI NON UCCIDETEMI SE NON PUBBLICO SPESSISSIMO!
Un grande bacio
Moonlight rage