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Autore: spicypepper    02/09/2011    2 recensioni
1 anno(di 5) della scuola di Arkhan per "razze magiche". Le protagoniste Drusilla, Nerissa e Katie all'inizio non si conoscono ma poi...?
Affronteranno il loro primo anno tra incontri,nuove amicizie e un mistero da risolvere.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Alley Diagon : Katie



Il sole ormai inondava la mia stanza ma questa volta non fu lui ha svegliarmi. L’eccitazione per quel giorno era talmente grande che mi svegliai quasi all’alba. Continuai a percorre la mia stanza in cerca di qualcosa che potevo aver dimenticato. Rovistai tra i libri, i vestiti e i miei oggetti personali.

Appena ricevuta la lettera della scuola ero corsa a scrivere a nonna, era felicissima per me un tempo -troppo lontano come diceva lei - era stata anche la sua scuola come lo era stata anche per mia mamma. Allegato alla lettera c’era un piccolo quadernino con una chiave, osservai quest’ultima la parte in alto era a forma di stella.
Nella lettera mia nonna mi aveva spiegato che la stella era parte del simbolo della scuola e che il diario era stregato, aveva fatto un incantesimo che cambiava il colore della copertina a seconda della situazione - se doveva “mimetizzarsi” con gli altri quaderni -, dal contenuto o dall’umore della proprietaria.

Adoravo scrivere e lei lo sapeva, quando ero piccola era stata lei che mi aveva regalato il primo diario e ora continuava a farlo quando lo finivo o per eventi importanti. Misi il diario in borsa con le altre cose, scorsi la lista dettagliata delle cose da portare e presi a cancellare quelle prese e cercare quelle che mancavano.

Scesi a fare colazione e non mi sorpresi di essere l’ultima arrivata. Chris mangiava con gli occhi semi chiusi, lui era andato la settimana prima ad Alley Diagon con i suoi amici, dato che avrebbe frequentato il suo terzo anno poteva andare al paesino prima di me. Si era svegliato presto solo per abituarsi, dato che di li a pochi giorni sarebbe tornato a scuola.

Appena notò la mia presenza nella stanza mi disse “ ‘Giorno, come ti senti?”

“Come ti sentivi tu tre anni fa : agitata!!! ” lo osservai rideva di me. Sapeva benissimo che non ero agitata, ero nervosa e terrorizzata.

Osservai il piatto che avevo davanti sul mio pancake era stata disegnata una faccia sorridente, in quel momento lo trovai disgustoso e mamma se ne accorse.

“Non ti piace? Mi sembrava una cosa carina visto il giorno importante. Di solito ti piace molto la mattina del tuo compleanno o a natale…”

“Grazie ma… credo che non mangerò” dissi spostando il piatto dalla mia vista “il mio stomaco non è dello stesso umore del pancake”

“Agitata?” mi chiese lei spostando il piatto dove c’era mia fratello che lo fece sparire in un millisecondo.

“Se agitata significa che ho la sensazione di rimettere da un momento al altro,che il mio stomaco continua a contorcersi, ho un continuo senso di nausea e vuoto allo stomaco e sono a dir poco terrorizzata” espressi tutta la mia ansia e continuai “ non c’è mai stato un caso in cui magari hanno sbagliato lettera e mandato indietro la persona vero?”

La risposta alla mia domanda furono due risate e la cosa mi infastidì parecchio.

“Sei stupida mi sa” affermò Chris si divertiva a prendermi in giro e io non sempre mi divertivo ma questa volta non ci badai molto ma ascoltai quello che aveva da dire mamma.

“Katie non essere stupida…” dopo questa affermazione rimasi a bocca aperta va bene essere presa in giro da Chris ma da mamma non era accettabile! Ma lei continuò nonostante avesse visto l’espressione stupita sul mio volto “lo sai che non è minimamente possibile che Adele Pose o Albus Silente si possano sbagliare. Viene tutto scritto nell’albo delle razze magiche quando si nasce o quando si ha bisogno di un’istruzione per controllare i poteri comprare il tuo nome. Quindi è impossibile che si sbagliano quindi smettila di preoccuparti inutilmente”


*
 

Io e Becky passammo il resto della mattinata a sistemare le ultime cose e verso le 11 ci recammo nei pressi dell’aeroporto riservato per andare ad Alley Diagon.

Intorno ad esso c’era un mini centro commerciale ovviamente tutto nascosto ai "non-dotati". La gente era simpatica ormai conoscevo quasi tutti, ogni volta che andavo a Tokyo andavo li e a volte ci passavamo con Becky i pomeriggi quando volevamo stare immerse nel nostro “mondo magico”.

Mangiammo un panino, io ne lasciai più di metà che prontamente finì la piccola Midori. Non ero turbata per il volo è da quando avevo 6 anni che viaggiavo in aereo però mi agitava il posto in cui stavo per andare. Era tutto nuovo : scuola, insegnanti e persone. Ero una persona estremamente abitudinaria, amavo andare sempre negli stessi posti e conoscevo Becky ormai da sempre, anche se ovviamente non mi dispiaceva ogni tanto sperimentare o scoprire cose nuove. Verso le 14:30 ci avviammo sull’aereo.

L’aereo non era grandissimo ospitava si e no 5 o 6 ragazzi elettrizzati come alla fine lo eravamo anche noi. Prendemmo posto in due poltrone vicine eravamo una davanti all’altra e in mezzo a  c’era un tavolino. Ero seduta in una comoda poltrona di pelle nera. Trafficai nella mia borsa e presi il mio libro.

Becky mi fermò “E no!!! Non ci pensare neanche ora ci vediamo un bel film”.

Prese quello  che poteva sembrare un menù per il pranzo che invece di nomi di piatti aveva nomi di film. Ne scelse uno che digitò su una calcolatrice che si trovava sul nostro tavolino, segnò il numero del film lo aggiunse a quello delle poltrone e lo moltiplicò per due.

Scesero dall’alto dei schermi uno rivolto a me e uno a lei con attaccate due cuffie che indossammo.

“Buona visione spero ti piaccia” mi disse lei con un sorriso, era difficile che non mi sarebbe piaciuto ormai conoscevamo più i gusti dell’altra che quelli nostri.
“Buona visione anche a te” dissi accennando un sorriso di ringraziamento.

Dopo il film arrivò un hostess con in braccio Midori e si avvicinò a me.

“Katie, Midori credo si senta un po’ agitata meglio che la tieni tu” mi disse Ellie posandomi la gattina tra le braccia “è la prima volta che viaggia?”

“No però credo che… ” dissi imbarazzata.

“Sei agitata e lei lo sente” mi disse con un sorriso tranquillizzante.

 “Già credo di si” gli risposi accarezzando il fulvo pelo della gattina, non so come ma lei sapeva di tranquillizzarmi. Odoravo Midori e non sarei stata in grado di vivere questa esperienza senza di lei.

Il resto del viaggio passò tranquillamente la mia cena e il mio pranzo rimasero quasi intatti, tranne un piccolo aiuto da parte di Midori. La sera quando tutti erano addormentati -Becky compresa- mi misi a leggere, non era proprio il silenzio che cercavo qualche ragazzo si mise a russare e altri a parlare nel sonno frasi sconnesse o appena farfugliate. Sorrisi a quest’immagine e a quello che mi aspettava. Mi immersi dentro il mondo fantastico del mio libro che non si poteva neanche paragonare lontanamente a quello magico a cui mi stavo avvicinando. La lettura mi aiuto a raggiungere le braccia di Morfeo.

*
 

Arrivati a Alley Diagon io e Becky ci guardammo intorno era tutto così magico. Si la parola magico non era abbastanza per descrivere ciò che i nostri occhi curiosi osservavano. Erano le 18:15 e il paesino era pieno di ragazzi della nostra età spaesati ed entusiasti, alcuni ricevevano gli ultimi saluti dai genitori altri gironzolavano con gli amici in cerca di un qualcosa che neanche loro sapevano.

Io e Becky ci incamminammo per la via principale dirette alla Gringott. Era un edificio alto che sovrastava tutta la città, il più grande, subito dopo per grandezza veniva il “Limbo” il posto in cui avremmo dovuto soggiornare in queste due sere prima della scuola.

La Gringott era imponente, tutti i negozi erano di pietra grigia con le varie insegne colorate, invece la Gringott era di un marmo bianco avorio.

Percorremmo il corridoio per entrare, intorno a noi c’erano i folletti intenti a contare le monete, compilare scartoffie o a fare chissà quale altre cose.

Arrivate al banco d’ingresso il folletto ci guardò.

“Sono Katie Wayatt camera blindata” cercai di dire ma il folletto non mi fece finire “394 si la chiave prego?”

“Si ecco” gli porsi la piccola chiave che tenevo tra le mani.

“Mi segua”

Salutai la mia amica con un gesto della mano per poi seguire in folletto, intanto che lei si rivolgeva all’altro per la sua.

Arrivati alla mia camera blindata presi tutto l’oro che mi serviva per gli acquisti e per la sopravvivenza.

Uscita dalla banca presi la mia chiave, la rigirai tra volte e sussurrai delle parole in latino e la chiave scomparse.

*
 

Eravamo finalmente arrivate al “Limbo” era una vecchia locanda, all’ingresso c’erano due poltrone di pelle rossa e un tavolino rotondo al centro. Alla reception c’era un ragazzo aveva si e no 20 anni ci avviciniamo a lui.

“Salve noi siamo Katie Wayatt e Rebecca Martin”

“Salve io sono Richard Defoe il figlio del proprietario, dovete compilare questi moduli e farmi vedere la vostra carta d’identità magica” dopo averci spiegato come compilare i moduli si avviò per chiamare il padre.

Arrivò un uomo alto un po’ avanti che si rivolse a noi con un sorriso “Salve io sono il proprietario del “Limbo” Lucian Defoe. Per qualsiasi cosa rivolgetevi a me o a mio figlio” detto questo prende a fissarmi stranito per un attimo “ma non può essere sei per caso Jaclyn Halliwell?”

Sorrisi “Sono la nipote. Katie Wayatt”

“Ah bhe si doveva essere impossibile. Siete quasi due gocce d’acqua andavamo a scuola insieme ad Arhkan sai. Hmm” disse pensieroso “Wayatt mi ricorda qualcosa ahh si Chris Wayatt angelo bianco una peste quando è venuto qui per il suo primo anno in due giorni lui e Cory hanno tirato giù un macello infatti sono diventati subito amici dei due Weasley i gemelli”.

Annuì avevo sentito parlare di questi gemelli amici di mio fratello e conoscevo molto bene Cory, veniva sempre a casa nostra durante le vacanze abitava anche lui a San Francisco, lui e Chris si conoscevano fin dalle scuole babbane.

“Chris è tuo fratello?”

“Si”

“Quindi tu dovresti essere angelo bianco oppure fata?” domandò curioso.

“Strega come mamma e nonna, infatti il mio secondo cognome è Halliwell. Noi ci tramandiamo i poteri di streghe solo tramite la discendenza femminile, invece Chris è angelo bianco come papà. Solo che lui, diversamente da Chris, è stato scelto per essere angelo bianco dagli anziani” gli spiegai.

“Non lo sapevo, infatti me lo sono sempre chiesto. Ecco queste sono le chiavi delle vostre stanze 14 per te Katie e 15 per la tua amica. I vostri bagagli sono già su. Salutami tua nonna”

“Lo farò con piacere” e salutammo l’uomo e il figlio.

Le nostre camere erano al primo piano, Chris mi aveva raccontato che in quella locanda non si poteva stare per più di una settimana perché era un posto di passaggio e che le camere prendevano forma e stile in base a chi ospitava.

Arrivata alla porta bianca con il numero 14 in oro l’aprì.

Entrai nella stanza non era piccola anzi era fin troppo spaziosa, a sinistra del corridoio d’entrata c’era un bagno azzurro, provvisto di tutto e con una cabina doccia e uno specchio grande davanti al lavandino.

Alla fine del corridoio c’era la stanza vera e propria. I muri era azzurro c’era con delle “spugnature” bianche che davano un senso di cielo con le nuvole. Nella stanza c’era una piccola scrivania, un armadio a 3 ante e una piccola poltrona blu notte con lo schienale e l’appoggia piedi reclinabile.

Il letto era grande –a due piazze- mi ci buttai subito sopra era soffice come una nuvola. Guardai il soffitto era nero come la pece, mi girai e trovai l’interruttore della luce ma non capì a cosa potesse servire dato che non c’era nessun lampadario.

L’accesi spinta dalla curiosità e sopra di me il soffitto nero divenne pian piano blu e si riempì di piccole stelle lucenti.

Adoravo quella stanza. I miei pensieri furono interrotti da un miagolio.

“Midori dove sei finità?”

Vidi la piccola micia uscire fuori da quella che era una fedele riproduzione di Arhkan fatta a cuccia.

Becky entrò nella mia stanza urlando eccitata “vieni subito a vedere la mia stanza”

Mi trascinò prendendomi per il polso e mi ritrovai in una stanza simile alla mia che al posto della scrivania c’era un grosso specchio e al posto della poltrona c’era un tavolino con tutte le cose per truccarsi e un puff.

Era tutto maledettamente rosa.

“Becky è tutto rosa e fuxia, non entrerò mai più qui dentro!!!” sapeva che odiavo quei colori e si mise a ridere.

“Katie io vado giù a mangiare qualcosa vieni con me?”

“No sono troppo stanca credo che andrò a dormire, tanto non riuscirei a mangiare nulla”

“Ok ma se hai fame chiama Richard promettimelo”

“Si”

“Notte allora a domani puntuale eh che dobbiamo esplorare la città”


Becky adorava fare shopping anche se era quello scolastico.

“Si non preoccuparti. A domani”

Così prendemmo due strade diverse io nella mia stanza e lei giù nella sola da pranzo.

*
 

La colazione alla locanda era semplicemente squisita, c’era tutto. Dato che i ragazzi potevano venire da tutto il mondo c’era cibo di tutti i generi.

Finita l’abbondante colazione girammo per tutta Alley Diagon, la prima volta per esplorare la seconda per acquistare tutto l’occorrente per la scuola.

Avevo in mano un foglietto con la lista delle cose da prendere, accompagnai Becky da Olivander, e ci soffermammo particolarmente dentro Squiddich per tutti e Zonko.

Arrivati all’ora di pranzo il nostro stomaco diede segni di vita e tornammo al “Limbo” cariche di vari pacchetti e pacchettini.

Dopo averli posati ci mettemmo a mangiare nella piccola saletta da pranzo, Richard si unì a noi durante la mattina avevamo fatto amicizia e mentre mangiavamo ci raccontava di Arhkan e dei professori.

Riposammo su in camera il viaggio del giorno prima era stato devastante, controllai l’orologio a quell’ora i suoi si stavano quasi svegliando e chissà se Chris era già partito … con questi pensieri finì per addormentarmi.

Prima di ricominciare il nostro giro ci viene voglia di gelato, proprio davanti al Limbo c’è una gelateria l’insegna diceva “Tutti i gusti + 1” e sotto la scritta tutti i gusti per davvero lampeggiante. Prendemmo due grossi coni gelato io al gusto di liquirizia e Becky invece al gusto di hamburger e patattine fritte.

Il pomeriggio girammo ancora per Alley Diagon arrivate quasi alla fine della strada prima di Olivander notai un negozi che attirò la mia attenzione. Si chiamava Animalhouse, l’insegna portava il nome del negozio e l’immagine di un piccolo gufetto e di un gatto e un topo che si inseguivano : era buffa.

“Un gatto!!! Oddio stavo quasi per dimenticarmi di Midori. Vieni Becky entriamo”

Trascinai la mia amica all’interno del negozio. Era abbastanza grande ma nonostante questo era incasinato. C’erano gabbie ovunque, cibi e giocattoli vari. C’era delle bianche civette appollaiate su un mini albero al centro del negozio.

C’erano tutti i tipi di animali: gatti,rospi, gufi, civette, topi e molti altri era come stare dentro uno zoo in miniatura.

Mi avvicinai al bancone per chiedere del cibo per Midori.

“Quanti anni ha la gattina?” mi domandò la commessa.

“Un anno e qualche mese è piccina”

“Allora questo andrà sicuramente benissimo” e mi porse un sacchetto viola scuro.

“Ah dimenticavo potrei avere anche dei biscotti gufici, sicuramente Chris se ne sarà dimenticato” quest’ultima frase la rivolsi soprattutto a Becky.

Pagai la commessa e tornammo al Limbo affamate ed esauste.

Prendemmo posto nella sala da pranzo al piano di sotto, la luce era soffusa e le tovaglie erano rosse. La maggior parte dei ragazzi avevano fatto amicizia, Becky la sera prima aveva fatto conoscenza di un gruppetto di maghi -come lei- erano due ragazzi uno dai capelli rossi e uno dai capelli neri e una ragazza dai lunghi capelli ricchi marroni prendemmo posto vicino a loro.

Mi fissavano tutti e tre era leggermente imbarazzante.

“Ciao sono l’amica di Becky, mi chiamo Katie Wayatt” mi presentai a loro per rompere il ghiaccio.

“Io sono Hermione Granger” mi rispose la ragazza davanti a me.

“Io Harry Potter” mi disse il ragazzo dai capelli neri alla sua destra.

Poi parlo il rosso alla sua sinistra “Io invece sono Ron Weasley” sfoderando il suo sorriso migliore.

“Weasley come i gemelli Weasley?”

“Si esattamente” mi rispose sorpreso “sono I miei fratelli, come fai a conoscerli?”

“Me ne ha parlato spesso mio fratello è loro amico si chiama Chris Wayatt”

“Si ne ho sentito parlare”

“Tu sei una maga come noi?” mi domandò la ragazza.

“No veramente sono una strega” dopo averlo detto mi guardavano tutti sorpresi, a Becky dava un po’ fastidio “si sono un po’ come voi ma senza bacchetta.

Facciamo più pozioni e rituali”

“Wow!!!” esclamò sorpreso il rosso.

A quelle attenzioni il mio viso pallido si colorò leggermente di rosso. Parlammo tutta la sera del più e del meno raccontai di mio fratello, del Giappone, di San Francisco e lo stesso facevano loro.

Mentre chiacchieravamo curiosai per la sala, tutte le razze magiche unite dentro una sola stanza. L’occhio mi cadde su due figure particolari, lui un uomo adulto magro ma muscoloso, dalla pelle bianca e i capelli biondi e vicino a lui una ragazza.

Doveva avere almeno 18 anni la pelle bianca come l’uomo seduto vicino a lei, aveva degli occhi grandi e grigi e dei biondi capelli lunghi fino alla vita. Mi aveva colpito il suo sguardo nonostante l’euforia che aveva attorno sembrava come se fosse costretta a stare li che se potesse scapperebbe subito ad un certo notai il suo respiro non era normale respirava “pesantemente”.

I nostri occhi per un attimo si incontrarono, li vidi diventare rossi. Un brivido freddo percorse la mia spina dorsale, non aveva paura di lei anzi mi incuriosiva molto anche se il mio corpo istintivamente diceva il contrario. L’uomo se ne accorse e strattono la ragazza i suoi occhi tornarono grigi e tristi.

Distolsi l’attenzione dalla ragazza e la rivolsi agli interlocutori che avevo vicino a me, continuando comunque ad osservarla con la coda dell’occhio.

La serata si concluse tutti eravamo ormai stanchi ed eccitati per il giorno dopo “Prima si va a dormire a prima ci si sveglia no?” aveva detto Ron era molto simpatico, loro erano anche gli altri due. Ci avviammo ognuno per la propria stanza dandoci la buona notte.

Entrata nella stanza coccolai un po’ Midori poverina in quei due giorni l’aveva sempre lasciata sola.

Domani avrei rivisto Chris, conosciuto i gemelli, rivisto i miei nuovi amici e avrei rivisto anche Cory ma soprattutto avrei incominciato finalmente una nuova avventura.

*

 

Miki

 
  
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