Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Lilith of The Thirsty    02/09/2011    2 recensioni
Lucia crede di essere una ragazza normale. Un giorno viene rapita da chi lei riteneva essere sua amica e le verrà rivelata una mostruosa verità sulla sua esistenza e su colui che ama. E’ perverso amare il tuo negativo, il tuo opposto, colui che può distruggerti ma che può farti anche risorgere.
Eppure amore significa morte e morte significa amore.
Questa storia ha partecipato al contest "Not strong enough - Rinunciare all'amore" indetto da visbs88, classificandosi al quarto posto vincendo il premio Originalità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2
 

Aprii piano le palpebre e quello che vidi mi lasciò di stucco. Persone diverse ci sfrecciavano davanti vestite con pepli e fiori, donne e uomini che non potevano vederci.
Una mano mi strattonò per i capelli e la voce di quella che era la mia amica mi disse di osservare la stanza con attenzione.
Il mio sguardo vagò per la sala, non sapevo che cosa cercare finché non la vidi.
Finché non vidi me stessa.
Ero alta e bellissima, i capelli d’oro mi incorniciavano il viso mentre i miei occhi azzurri fissavano i presenti che si avvicinavano con rispetto.
“Sai chi sei?” mi chiese Sophie in tono ironico.
Non risposi, l’avevo capito da sola.
“Elena di Troia! La prima donna per la quale si sia scatenata una guerra!” esclamò indignata.
Vidi un giovane muscoloso e affascinante che si faceva largo tra la folla e sussurrava qualcosa alla mia me del passato.
Doveva essere Paride.
“Lilith, prova a guardare se distingui qualche altra persona qui dentro…” sogghignò Sophie.
Stavo per risponderle che non riconoscevo nessuno quando il respiro si bloccò.
Capelli rossi corti e occhi verdi come smeraldi trapassavano il corpo di Elena senza che lei se ne accorgesse.
“M-Michael?” domandai sorpresa a Sophie.
Lei fece una smorfia ma annuì.
Era bellissimo vestito da soldato semplice, tutta la luce si condensava sul suo corpo. Non c’era donna che non lo fissasse ma lui continuava a osservare me, solo e soltanto Elena.
Quindi mi aveva sempre tenuta d’occhio? Poteva vedere quello che causavo alla gente.
Distolsi lo sguardo provando un enorme senso di colpa, eppure dentro il mio cuore non c’era vergogna. Non provavo imbarazzo per quello che ero perché sapevo che quel semplice angelo mi conosceva da sempre ed era consapevole di cosa si annidasse dentro di me. Ciononostante era lì.
Un vento leggero si insinuò nelle mie orecchie sussurrandomi “Non vergognarti…”.
Senza preavviso la scena cambiò e mi ritrovai in un nuovo ambiente.
Lastre di marmo ricoprivano il pavimento, sontuosi arazzi scendevano dalle pareti mentre una donna era seduta su un trono d’oro massiccio.
Aveva capelli neri abbastanza lunghi e occhi azzurro ghiaccio.
Un vestito di lino le copriva le forme generose mentre una corona regale le ornava il capo.
“Vostra maestà, Cleopatra signora d’Egitto vi porto cattive notizie!” disse un messo che entrava di corsa nella sala.
La mia me fece un cenno ed egli cominciò a raccontare che la guerra contro i romani stava volgendo a loro favore e che gli egiziani erano stremati.
Cleopatra lo congedò con un gesto cortese e chiamò un solo nome “Majid”.
Per la seconda volta il respiro si fermò e le lacrime cominciarono a scendere ancora.
Un uomo con i capelli rossi lunghi e gli occhi verdi si avvicinò alla regina d’Egitto e si inchinò. I due cominciarono a parlare ma non riuscii a seguire il discorso.
Notai come la mia me arrossisse e sembrasse insicura mentre discuteva con Michael ( Majid in quell’epoca), gli occhi erano lucidi e carichi di passione mentre le labbra tremavano esitanti.
Il mio cuore fece un salto di gioia quando mi resi conto che lui c’era sempre stato per me: aveva vissuto al mio fianco sempre, sapendo chi fossi e che cosa comportasse. Adesso ero sicura che l’avrei visto sempre in tutte le vite in cui Sophie mi avesse fatto guardare.
Sapevo che era un arcangelo al servizio di Dio ma non me ne importava nulla: lo volevo.
Ancora una volta una frase mi accompagnò prima che potessi sparire “Non vergognarti…”.
Un brusco strattone mi riportò alla realtà e la scena cambiò di nuovo. Ero dentro una foresta scura e impenetrabile insieme a Sophie.
Molti uomini correvano dispersi nei fitti alberi, alcuni avevano insegne cristiane e altri no. Non riuscii a comprendere il loro linguaggio ma dovevano essere mussulmani.
Da dietro un albero uscì una figura femminile ammantata. Aveva i capelli ramati e gli occhi blu, si guardava intorno impaurita.
“Michele?” chiamò tremante la ragazza.
“Sssssh!” sussurrò una voce alle sue spalle mentre le metteva una mano sulla bocca.
Una fitta d’invidia mi colpì lo stomaco.
Sapevo che io ero proprio quella fanciulla ma volevo per me il tocco di Michael, le sue parole e i suoi occhi.
Un cavaliere cristiano passò a pochi metri da dove erano nascosti i due ragazzi.
“Angelica, stavi per farti scoprire! Vieni, devo portarti da Medoro…”
La mia me esitò, comprendendo che il suo amore era rivolto solo ed esclusivamente a Michael.
I miei nomi potevano anche cambiare ma ciò che sentivo per quell’angelo sarebbe durato in eterno.
Ancora una volta avevo provocato inconsapevolmente una guerra tra due popoli: cristiani e mussulmani. Eppure sembrava che a Michael non importasse.
“Non vergognarti mai…”.
La visione cambiò di nuovo. Sophie mi guardava con occhi di fuoco: non mi avrebbe mai perdonato e lo capivo benissimo.
Una donna camminava attraverso il parco di un palazzo. Un corpetto blu era allacciato con nastri argentati e pizzi azzurri completavano il tutto.
La gonna era ampissima e sulla stoffa pregiata si vedevano ricami di rose e gigli.
I capelli castani erano raccolti in un severo chignon mentre le iridi azzurre fissavano le stalle.
Tremai, quando riconobbi lo stemma del re che sventolava da una bandiera di una torre.
Ero Anna Bolena.
Uno stalliere si avvicinò a me circospetto, i ricci capelli rossi e gli occhi verdi mi fissavano come avevano sempre fatto per millenni.
“Vostra maestà non dovrebbe essere qui!” esclamò disorientato.
“Michael… Voglio fuggire…” disse la mia me abbassando il viso.
Lui si liberò del carico di fieno che stava portando sulle spalle e abbracciò Anna.
Gemiti potenti scossero il corpo della regina d’Inghilterra.
“Sono stanca, non voglio più stare qui… Enrico, lui…io… ti amo!” singhiozzò disperata Anna mentre si allacciava al corpo potente di Michael.
Gli occhi verdi dell’angelo si velarono di tristezza mentre la stringeva ancora di più al suo corpo.
“Non possiamo Anna… Devi accettare il tuo destino…”
“Ciò che voglio sei tu… Posso morire così anche adesso non m’importa!”
“Anna…”
Le labbra di Michael sfiorarono quelle della mia copia, i loro respiri si fusero fino a diventare uno solo quando le loro bocche si incontrarono.
“Portami via! Basta!” supplicai Sophie mentre il petto cominciava a dolermi.
Con uno schiocco di dita ritornai al presente insieme all’angelo che mi aveva catturato.
Non vergognarti mai Lilith…
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Lilith of The Thirsty