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Autore: Kat Logan    02/09/2011    4 recensioni
Negli ospedali dicono che lo sai, sai quando stai per morire.
Alcuni medici dicono che è un velo negli occhi dei pazienti, altri dicono che è un profumo, l’odore della morte.
Altri ancora credono che sia una sorta di sesto senso, quando la morte ti si sta avvicinando la senti arrivare. Qualunque cosa sia fa paura, perché anche se lo sai, cosa puoi farci? -
Ogni capitolo si può leggere indipendentemente dagli altri.
I vari capitoli descrivono i pensieri dei protagonisti faccia a faccia con la morte.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Non ha importanza anche se siamo dei duri, i traumi lasciano sempre delle cicatrici.
Ci seguono anche a casa, cambiano la nostra vita.

 

[Grey’s anatomy 5x19]

 
 
 
[Owen]:
 
Cristina giace accanto a me. Il suo respiro è calmo, regolare.
Ha un’aria così tranquilla…il ricordo della ragazza energica che corre per i corridoi dell’ospedale, del brillante, preciso ed ostinato futuro cardio chirurgo sembra quasi un’ illusione in questo momento.
Sorrido al pensiero che anche lei, colta dalla stanchezza si fermi.
Ad un tratto mi sembra così fragile…non le farei mai del male. Non lo permetterei a nessuno.
Mi metto più comodo sul materasso, nessun rumore o movimento brusco, non voglio svegliarla dal suo sonno.
Le palpebre stanche e pesanti cominciano a chiudersi, ogni tanto oppongo resistenza e fisso la ventola al soffitto che continua a girare nella sua ipnotica e continua danza.
Dormi Owen…è tardi.
Il flebile ronzio delle pale diventa più forte, più vicino. Fino a trasformarsi nel rumore dell’elica di un elicottero.
Pensavo di essermi addormentato, pensavo di essere tornato, forse il vero sogno era quello perché mi guardo intorno veloce e lo vedo. Vedo il deserto Iraqueno attorno a me.
Posso sentirne la sabbia sotto i denti, nei vestiti, ovunque.
Il caldo afoso del pomeriggio mi toglie il fiato.
I raggi del sole mi feriscono gli occhi.
Il rumore dell’elicottero di soccorso copre ogni cosa, ogni passo nemico, ogni attacco imprevisto.
Non sono all’erta, troppo occupato a prendermi cura del soldato che è stato ferito a morte sotto i miei occhi e devo assolutamente far trasferire al campo per potergli dare cure migliori.
Mi passo la mano sulla fronte perlata di sudore e cerco di coprirmi gli occhi per proteggerli dalla luce, quando lo vedo…il nemico. Il nemico è davanti a me.
 
 
[Cristina]:
 
 
Il sonno è così profondo che per un momento non mi accorgo di essere sveglia.
Mi ci vuole un breve istante per rendermi conto che ho gli occhi aperti, spalancati.
Ne ho avuti di brutti risvegli nella mia vita, ma questo è di gran lunga il peggiore.
Il viso di Owen è vicino al mio, ma non è per un bacio che la distanza tra di noi è così breve.
E’ irriconoscibile.
Il suo volto è una maschera feroce.
I suoi occhi chiari sono fissi ma non sta guardando me, lo sguardo è perso, lontano in qualche posto a me sconosciuto, irraggiungibile.
L’aria comincia a mancarmi.
La sua stretta ferrea al mio collo è una morsa dalla quale non è semplice liberarsi.
Le mie mani scivolano impotenti sul suo collo.
Cerco di allontanarlo.
Provo ad urlare, a non soffocare.
Non riesco a smettere di gridare.
In un attimo Callie entra e grida il nome di Owen.
Riesco a scivolare giù dal letto e mi rifugio in bagno.
Lontano da tutti, lontano da lui.
Chiama Meredith, Callie. Chiamala! Lo dico solo nella mia testa, ma so già che lo farà.
Lei è la mia persona.
Lei correrà qui anche se è notte fonda.
Non ho idea del tempo che è passato, ma Meredith entra e interrompe la mia auto diagnosi allo specchio.
“Niente ecchimosi, sto bene.”
La voce concitata di Meredith passa in secondo piano quando Owen bussa alla porta chiamando il mio nome e chiedendole come sto.
“Mi dispiace tanto…”
E’ stato solo un incubo.
“Non lo so che mi è capitato, non lo so…” dice con voce rotta dal pianto.
Va tutto bene è stato solo un incubo.
“Guardami” dico interrompendo i miei pensieri.
“Perdonami”
“Guardami, sto bene”
Starò bene.
Una maglia a collo alto sotto il camice e sarà tutto risolto.  Problema risolto. Io sto bene. Sto bene.
Sto bene! Lo urlo quasi nella mia testa, come a convincermi.
So che ce la farò, so quanto posso resistere, mi conosco, conosco i miei limiti e quello che posso sopportare.
Lo abbraccio forte “Va tutto bene, è passato, va tutto bene, è passato” continuo a ripeterlo come un disco rotto, continuo a dirlo per scacciare, cancellare quel momento, quell’incubo. Lo ripeto per scacciare la morte che mi ha soffiato sul collo per pochi istanti.
 
Va tutto bene non sono io che sto morendo, è Izzy.
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Carissimi eccomi di nuovo qui! Questa volta è toccato a Cristina, con il contributo di Owen :D
Amo da pazzi la loro coppia e in particolare amo Cristina che è in assoluto il mio personaggio preferito tra tutti quanti.
Ho concluso il tutto con un pensiero per Izzy siccome il tutto accade poche ore prima che venga operata da Derek per il tumore.
Credo che la sua confessione a Cristina sia pesata parecchio in qualche modo, perciò ho pensato potesse andare questo pensiero rivolto all’amica nel finale della one – shot che la riguarda!
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo
Kat

   
 
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