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Autore: Mister_Death    02/09/2011    0 recensioni
Dedicata alle persone che più amo... Che si sono allontanate da me per colpa mia. Vi voglio enormemente bene. Scusatemi.
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Un ragazzo, per salvare una sconosciuta da una sparatoria, viene abbattuto da una pioggia di proiettili. è vivo, ma ha poche speranze di vita. Riuscirà a sopravvivere?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never_Give_Up_7

VII

Ormai era tutto pronto. La sala operatoria 2 era di nuovo agibile, e il dottor Flemmin era pronto anch’esso. A lui spettava il compito di tirar fuori Henry Davisson dal baratro della morte.

D’altronde, anche Henry aveva il suo compito: uccidere, in sogno, la morte trasformata in lupo. E non era solo. C’era il camionista matto Max accanto… E anche Jenny Williams, colei che amava, lo era.

“Ok… Si va in scena.” Pensò Henry deciso. Ormai era giunto fin li. È sopravvissuto a 15 colpi di pistola. Ora gliene restano 2 da scacciare. In quel preciso momento, il suo corpo entrò in quella sala asettica.

Il dottor Flemmin si posizionò dietro la testa, controllando con una pinza i fori delle pallottole.

Intanto, nel sogno…

-Mi sento bruciare la testa…- Si lamentò Henry, mettendosi le mani tra i capelli.

-Anche io… E non siamo i soli…-

Tutt’attorno, il paesaggio alberato che vedevano stava lentamente cambiando colore. Dal verde smeraldo al rosso fuoco. Si avvertiva un caldo cocente.

-Ho capito…- Sentenziò Max ansimando. –Ti stanno operando al cervello… Devi resistere, Henry…-

Non fece in tempo a finire la frase, che il lupo, da chissà dove, entrò dentro la cabina, e fece perdere il controllo del mezzo. Max, non si sa come, riuscì a guidare il camion dentro una viuzza, che terminava su un dirupo. Uscirono in fretta e furia dall’autoarticolato, che subito prese fuoco, ed esplose. Henry era libero, ma ormai sul bordo del dirupo. Cercò con lo sguardo Max, ma non lo trovò. Vide solo la sua carcassa divorata dalla bestia.

-MAAAAAAAAAAAAAAX!- Urlò a pieni polmoni, espellendo l’aria rimasta. Ma non c’era nulla da fare. Max è morto.

-Me la pagherai… FOTTUTA BESTIA!- Puntando la pistola, datagli da Max poche ore prima, al lupo, e sparò. Non successe niente, per sua sfortuna, e si trovò a terra con il muso dell’animale a due centimetri dal naso.

“Non ho scampo… È finita così?”

Nella sala operatoria c’era silenzio. Flemmin aveva l’ultimo proiettile in mano. Il corpo era praticamente privo di ogni elemento di disturbo. Ma si udiva solo un suono. Quel fastidioso e drammatico suono… che sancisce la cessazione delle sue attività cerebrali. Non si sapeva più che fare. Jenny, dall’alto… osservava impotente, con le lacrime agli occhi, la morte di Henry Davisson. Il suo amore più grande.

Sconsolato, il dottor Flemmin disse quelle parole che raggelano il sangue.

-Ora del decesso… Ore 23 e…-

Non si udì più nessun suono. Nemmeno la macchina che monitorava le attività di Henry emetteva alcun suono. Anzi… Registrava dati. Dati inconfutabili… Che segnavano il ritorno delle funzionalità del cervello. Henry non era ancora morto. Notando ciò… Jenny si rassicurò, e pregò per la vita del suo ragazzo.

Nel sogno, si risvegliò con ancora il lupo sul naso… Ma aveva gli occhi chiusi, e la testa grondante di sangue. Non si fece perdere l’occasione: con un poderoso pugno sull’addome, spinse l’animale nel dirupo. E cadde. Tutt’attorno tornò normale: il camion risorse dalle sue macerie, e la vegetazione ritornò verde e rigogliosa. Ancora incredulo per l’accaduto, Henry si alzò, e vide la sagoma di un tizio, con in mano un Thompson fumante, che conosceva molto bene. E pianse per la gioia.

-Max… Lo sapevo…- E detto questo, corse ad abbracciarlo.

-Sono un tuo sogno… Ovvio che esista per sempre. Non credi?- commentò felicemente, abbracciando il suo creatore.

-Ti sono debitore…-

-Vai tranquillo! Ma ora… Svegliati. Svegliati!-

Aprì lentamente gli occhi. Non era più abituato alla luce delle lampadine al neon. Girò gli occhi alla sua sinistra, e la vide. Era dolcemente cullata dalle braccia di Morfeo, con la testa poggiata sul lettino. A fatica riuscì a muovere il braccio, e ad accarezzare l’angelo che aveva di fianco. Subito dopo, si addormentò di nuovo.

Si svegliò 15 ore dopo. Si erano schierati, tutti intorno a lui, Jenny, il dottor Flemmin e il dottor Carter.

-N-n-non mi a-s-pettavo… una f-f-f-esta…- Disse a fatica Henry, ancora provato per quello che ha passato. Gli altri sorrisero.

-Ragazzo… Sei fatto di ferro!- Esultò Carter. –Gli interventi sono pienamente riusciti. Non hai più l’ombra di un proiettile, e sei sano come un pesce! Basta che tu stia a riposo per un bel po’…-

-Nessuno ha mai provato quello che hai passato tu… E quindi per precauzione ti dovremo tenere in terapia intensiva, in osservazione. Comunque… Bentornato tra noi, Henry. Concluse Flemmin sorridendo, e seguito da Carter, uscì dalla stanza.

-E così mi hai salvata, non sapendo chi fossi…- Disse Jenny, riducendo a brandelli un silenzio un po’ imbarazzante.

-T-t-tranquilla… J-J-enny…- Rispose il ragazzo.

-Sembri una mummia!- E rise un pochino.

-Si… Potrei f-f-f-fare il remake della m-m-m-mummia… T-t-t-ranquillamente.-

Al suono della battuta la ragazza scoppiò a ridere fragorosamente, ed Henry sorrise. Stava così bene con lui… Non voleva più abbandonarlo.

-Henry. Io…-

-Si?-

-Io ti amo.-

Egli rimase colpito, da quello che il suo amore aveva affermato. Pensava fosse tutto uno scherzo, ma non lo era, perché lei aveva appena posato le sue labbra su quelle del ragazzo. L’odore inebriante dei suoi capelli non era mai stato così vicino. Finalmente, l’aveva ritrovata. E finalmente… potevano stare insieme. Per l’eternità.

   
 
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