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Autore: Serenity452    02/09/2011    13 recensioni
Ariel Redlake arriva in città e subito cattura l’attenzione di Damon, che comincia a bramarne il sangue e non solo, sebbene il suo cuore appartenga ad Elena.
Ariel se ne innamora sempre più, ignara che quei freddi occhi azzurri siano quelli di un vampiro che muove i fili della seduzione assecondando un desiderio incontrollato.
Damon ormai succube e ossessionato da lei, dai suoi occhi verdi, le fiamme rosse dei capelli e l’animo puro, è confuso dai suoi stessi sentimenti già tormentati dopo la morte di Rose ed il continuo rifiuto di Elena. Ma quando Ariel scopre la verità su Damon, il peccato ed il dolore si mescolano in un terribile gioco di caccia e vendetta, passione e terrore con un Damon fuori controllo.
La Redlake potrà mai perdonare l’uomo che l’ha fatta innamorare e poi l’ha delusa e distrutta totalmente?
Potrà nascere l’amore da una relazione che affonda le radici nel dolore?
Ma chi è davvero Ariel Redlake?
Chi gli da la caccia?
Chi sono i misteriosi uomini che nasconde nel suo passato?
Damon scoprirà di non essere l’unico a voler Ariel e sarà trascinato nell'abisso di questo mondo dove niente è come sembra...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Elena/Stefan
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Capitolo I: The Redlake.

 

 
 

Ore 22.45. Era tardi.
 
 
Tardissimo, e non sapeva dove si trovava precisamente.
Aveva ormai imboccato chissà quante strade sbagliate, e del suo appartamento non vi era ombra.
-Dove diavolo sono finita!?-Sbraitò la fanciulla sui diciassette anni circa, seduta nell’auto che guidava da ore.
Si passò una mano fra i lunghi e ricci capelli rossi e chiuse gli occhi verde smeraldo.
Aveva fame, ed erano più di quindici minuti che cercava quel cavolo di bar indicato sulla cartina.
-Forza, forza Ariel!-Si disse cercando di respirare.
-La cartina indica che sono sulla strada giusta! Dove diavolo è questo bar?!-Sbraitò furiosa.
Continuò a girovagare seguendo le indicazioni della cartina per poi intravedere finalmente un bar, dove si fermò a raccattare qualcosa da mangiare.
Mystic Grill.
Che locale eccentrico, già dal nome!
Ma si sarebbe accontentata.
Posteggiò l’auto a qualche metro di distanza dall’ingresso ed entrò nel bar.
Il locale era pieno di ragazzi dai quattordici anni in su.
Si diresse con passo lento al primo tavolo libero e si guardò ancora in torno.
C’era un tipo con una giacca di pelle nera che la stava guardando da quando aveva messo piede nel locale, come se avesse visto camminare un sacco d’immondizia ed era rimasto scioccato fissandola con la bocca semi aperta mentre si scolava un wisky.
Gli era anche venuto un po’ d’affanno, notò Ariel, incrociando di nuovo gli occhi di ghiaccio del bel moro.
Infine lui sembrò rilassarsi, così si voltò ignorandola.
Ariel decise di fare altrettanto: aveva troppa fame.
Una cameriera le si avvicinò e le porse un Menù.
Finalmente avrebbe mangiato qualcosa dopo una giornata di guida!
Ordinò un panino con Hamburger, patatine ed una birra e dopo aver riempito il suo stomaco e alleggerito il suo portafoglio, abbandonò il Mistyc grill senza più pensare allo strano tipo che l’aveva fissata all’inizio.
A sua insaputa però, il bel moro si era voltato diverse volte con sguardo folle verso di lei.
Uscendo dal Grill sempre più affollato, si scontrò con una ragazza che entrava camminando all’indietro, ridendo assieme ad un ragazzo.
-Oh, scusa!-Disse la castana dai lunghi capelli lisci, rivelando due occhi color cioccolato quando si voltò.
Ariel sorrise scuotendo il capo.
-Niente...-Disse sistemandosi una ciocca di capelli.
Improvvisamente il ragazzo dietro la castana s’irrigidì, cominciando a respirare con fatica.
-Ehi, tutto bene?-Chiese confusa la rossa.
-Stefan?-
Il ragazzo dal viso pallido ed i capelli sparati all’insù boccheggiò per dire qualcosa, ma con scarsi risultati.
-E-Ele..na...-
Miracolosamente Elena lo vide fare qualche passo indietro e riprendere il controllo.
-Scusa...Ehm...va tutto bene...E...perdonaci, ti stiamo intralciando il passaggio!-Disse spostandosi per far passare Ariel, più confusa che mai.
Uscì ignorando la situazione, se pur incuriosita dalla strana reazione prima del tipo al bancone, e poi da quest’ultimo...Stefan?
Mah, il suo arrivo a Mystic Falls era stato già abbastanza strambo per i suoi gusti.
Tutti la stavano squadrando.
Quella fu davvero una lunga sera per Ariel, riuscì a trovare il suo appartamento verso la mezzanotte, solo dopo esserci passata chissà quante volte davanti aveva capito che quella specie di catapecchia vecchio stile era la sua nuova casa.
Entrata, scoprì che l’arredamento era pressoché grezzo.
C’era una cucina nell’angolo sinistro con un piccolo frigo, un tavolo con quattro sedie molto semplici e qualche mensola alla parete dotata di soli sei piatti, dei bicchieri, posate e qualche pentola e padella.
Meglio di niente, pensò.
Si diresse verso le due porte chiuse, di cui una si rivelò essere un minuscolo bagno, con una doccia che però sembrava alquanto spaziosa.
-Wow!-Esclamò notando anche i tappetini colorati a terra e lo specchio di medie dimensioni, attaccato al lavello.
Dulcis in fundo…una lavatrice!
Uscita dal bagno proseguì il suo tour verso la camera da letto, che non era niente male.
C’era una armadio di modeste dimensioni, un comò e due comodini al lato del letto matrimoniale.
Sul comò vi era riposta una televisione schermo piatto di 30 pollici.
Ok, non era davvero niente male quella casa.
Era in un posto isolato, occorrevano almeno venti minuti per arrivare al Grill, ma ci si poteva adattare.
Quella era la sua nuova vita da ragazza indipendente!
Ce l’avrebbe fatta, suo padre era tenuto a versarle un bel gruzzoletto ogni mese, e con quello avrebbe pagato l’affitto di casa. Aveva anche trovato un lavoro part-time in una libreria, col cui stipendio sarebbe sopravvissuta alle difficoltà di una vita autonoma.
Non si poteva certo dire “sono indipendente” quando l’affitto di casa lo pagava il paparino, ma dopo quello che quel verme le aveva fatto passare non c’era proprio niente di male nell’approfittare del denaro di quell’uomo, dato che ne aveva anche troppo.
Portò dentro le sue due valigie e rimandò gli scatoloni al mattino successivo, era troppo stanca per pensare ad altro.
Indossò il pigiama così come si trovava, chiuse a chiave la porta di casa e si infilò nel freddo letto matrimoniale.
Sì, Ariel Redlake, quella sera aveva dato inizio alla sua solitaria, autonoma ed indipendente nuova vita. 
 
 
Ore prima al Grill...
 
 
Damon si era avvicinato al tavolo dove Stefan ed Elena erano seduti per mangiare qualcosa insieme.
-L’hai sentita!?-Sbottò sedendosi accanto ad Elena, sorpresa per l’improvvisa irruzione del fratello del suo fidanzato.
-Cosa?-Rispose Stefan confuso.
-Oh andiamo! La ragazza, no? Quella che ti ha fatto quasi svenire!!-Fece Damon acquattandosi contro il tavolo.
-La rossa?-Domandò Elena.
-Esatto, quella li...Quella con il sangue più...più invitante che avessi mai percepito!-
Stefan abbassò lo sguardo.
-Si, l’ho sentita, aveva una scia molto forte, ma è durato solo un istante...-Ammise Stefan.
-Che vuol dire?-
-Nulla Elena, è stato strano ma quella ragazza...diciamo che l’odore del suo sangue era molto forte ed appetibile, non capita spesso di desiderare il sangue di una persona ardentemente...di solito si perde il controllo quando si percepisce il sangue da una ferita...lo si assapora ed è difficile smettere...-
Elena rimase in silenzio.
-Un solo istante, eh? È impossibile! Cielo, persino per me è stato uno sforzo immenso, e mi sono nutrito solo poche ore fa!!-
Stefan ed Elena gli lanciarono uno sguardo preoccupato.
-Damon, non fare sciocchezze...-
Il moro rimase in silenzio.
-Stefan ha ragione! Damon, giura che non la userai per nessun giochetto villano!-
Damon alla fine sbuffò.
-Non farò nulla, non credo che riuscirei ad usarla senza ucciderla!-E detto questo s’alzò per andare via.
-Ultimamente si comporta in modo strano...-Mormorò Stefan riferendosi a Damon.
-Già, ho notato, dopo quello che è successo con Rose...si allontana sempre di più...-Disse Elena sospirando.
Stefan posò una mano su quella della sua ragazza.
-Dobbiamo farci coraggio a vicenda, è un periodo difficile, ma lo superermo...stando anche vicini a Damon, ha bisogno di noi ora più che mai...-
Elena annuì e sorrise al fidanzato, stringendogli la mano.
 
 
Damon uscito dal Mystic Grill, ripensò alla bella rossa che era entrata nel locale.
L’odore del suo sangue dolce e gustoso gli aveva annebbiato la vista, sconvolto i sensi, e provocato un’improvvisa sete.
Mai aveva desiderato così intensamente, fino a star male, bere il sangue di una ragazza.
E poi quegli occhi come smeraldi, l’avevano incantato.
Dio, doveva rivederla, doveva bere il suo sangue a tutti i costi.
Si, Damon Salvatore voleva quella ragazza assolutamente.
 
 
 
Fine I° Capitolo.
 
 
 
CONTINUA…
 
  
Angolo Autrice:
Ringrazio The Distance per il suo ottimo lavoro come Beta-Reader e non solo.
Per l'impegno e la sua pazienza nei miei confronti un grazie davvero Speciale.
Commentate in tantiii!!! :D

   
 
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